Strano
viaggio. Viaggio nel diverso. Viaggio di sorpresa.
Di
punto di vista spiazzante.
Non mi aspettavo l’ibrido soprattutto.
Come l’hotel ultramoderno dove t’imbatti in affollatissimi e colorati matrimoni di canti e bimbi danzanti.
Non mi aspettavo l’ibrido soprattutto.
Come l’hotel ultramoderno dove t’imbatti in affollatissimi e colorati matrimoni di canti e bimbi danzanti.
La
donna in costume succinto che chiacchiera affabilmente in riva al
mare con quella bardata da capo a piedi. Un’altra lei che fa il
bagno completamente vestita in quello stesso stabilimento dove scorgi
costumi disinvolti ed una musica da discoteca a decibel galoppanti
che gareggia coi muezzin che salmodiano ad intervalli regolari inviti
alla preghiera... i supermercati rigonfi di articoli variegati che
nelle nostre coop neanche ci sogniamo, ma nei quali si accede
attraverso meticolosi metal detector stile check in aeroportuale.
E
la gentilezza della popolazione locale, cortese anche quando insiste
per venderti qualcosa nei variopinti e caciarosi suk. Le casette
basse in legno e dalle finestre multicolore, tutte coi loro mini
pannelli solari, quasi ad invocarli caldo e sole pazzeschi che quando
tira vento sembra ti phonino in faccia.
E
le moschee poi. Immergersi in una moschea è preghiera interattiva.
E lascia stare la religione diversa.. non pensi a quello, si perde di vista il ”grande disegno”, è il dettaglio che incalza ... c’è intimità palpabile.. una paradossale unità d’intenti, l’interazione respira, passeggiare a piedi scalzi crea un rapporto privilegiato, genera silenzio soffice, è come se nuotassi tra pareti di storia, tra preghiere impigliate nei tappeti, tra milioni di respiri ovattati come il tuo incedere... è pace.. una pace differente da quella scambiata con una - spesso distratta - stretta di mano nelle nostre chiese...
quando te ne accorgi, non ne salti più una, di moschea...
E lascia stare la religione diversa.. non pensi a quello, si perde di vista il ”grande disegno”, è il dettaglio che incalza ... c’è intimità palpabile.. una paradossale unità d’intenti, l’interazione respira, passeggiare a piedi scalzi crea un rapporto privilegiato, genera silenzio soffice, è come se nuotassi tra pareti di storia, tra preghiere impigliate nei tappeti, tra milioni di respiri ovattati come il tuo incedere... è pace.. una pace differente da quella scambiata con una - spesso distratta - stretta di mano nelle nostre chiese...
quando te ne accorgi, non ne salti più una, di moschea...
mi hai fatto venire voglia di tornarci.
RispondiEliminaEd è verissimo quello che si scrivi sulla pace che si respira nelle moschee.
il silenzio ovattato aiuta non poco.. ti immerge in una dimensione sconosciuta..
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