“Dici
di amarmi, ma con un sorriso freddo, come un’alba di Settembre”
(J. Keats)
Le
albe di Settembre, come l’aria tersa, o i tramonti affogati di
solitudine, non sono comuni a nessun altro mese dell’anno.
Offrono
il medesimo tepore che sgorga dall’anima, e chi non l’apprezza è
perché l’ha persa di vista la propria anima, e riflette solo
segnali eclatanti, non avverte le sfumature, non ascolta i sospiri.
Non
si è mai inoltrato nella grotta azzurra, dove l’acqua fruscia
mille piccole pietre e le rende levigate come lei quando, poi, al
crepuscolo si assopisce e dispone in ordine riva e moniti, in attesa
di nuova aurora; non conosce un paesello con le case nell'acqua, il lungomare che raccoglie
sospiri, l'amaro col ghiaccio sul molo che tiene la luna appollaiata
all'orizzonte, le cozze in guazzetto, i
tramonti che finiscono dritti su Ponza ed un vagone di passato da
tenere per mano coi piedi a mollo.
Un’alba
di Settembre, col suo alone di nulla deglutito,
Ora
sono in riva al mare
velato
di sottile pioggia,
vedo
l'orizzonte fuso
col
cielo ruggine,
sabbia
mattone
tra
infiniti relitti
di
nervose maree.
Silenzi
incolmabili
sfuggiti
all'eco
complici
del buio che ora
circonda
- vorace - tutto,
scoglio
e gabbiani,
e
sento il vento,
che
tornando a casa
guarda, non corri pericolo che te lo tocchi ;-)
RispondiEliminaboh non so, non mi confà sto mese, lo sento molto alla deriva (soggettivamente parlando).
Settembre, un mese di mezzo, il preludio del rutilante ottobre prima della pacata e sempre più malinconica stagione invernale... i mesi...le stagioni: la luce, i colori, le atmosfere sempre mutevoli. Non vorrei mai vivere in altra latitudine!
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