sabato 30 luglio 2022

FINCHÉ IL CAFFÈ É CALDO

Il fenomeno editoriale degli ultimi due anni mi si dipana davanti, pagina dopo pagina, come il più elementare dei ritorni al futuro. L'espediente iniziale svela lo stratagemma anche ad un bimbo e attorno a questo si sgomitola tutto il libro, rincorrendosi dentro questo piccolo Caffè dove una sola sedia ti permette di viaggiare nel passato, rispettando diverse regole.
Sicuramente mia pecca, ma alla fine neanche avevo ben chiari i nomi (e pure il sesso) di tutti i protagonisti della storia, alcuni dei quali, poi,  rimarranno avvolti in un alone di mistero.
Quattro le storie che si intrecciano all'interno di questo minimo bar/ caffè, e tutte e quattro a lasciare abbastanza interdetti protagonisti e lettori.

C'è ovviamente l'amore di fondo, la voglia di rimediare, i perdoni da profondere, le nostalgie, le ritualità tipiche giapponesi e tutto l'armamentario da cuori buoni.
L'escamotage dei viaggi nel tempo fa abbastanza cilecca.
Presentato in maniera grossolana rivela subito molte pecche e rare virtù, lasciando spazio ad un'infinità di osservazioni ed eccezioni.

Personalmente abbastanza deluso, e mi preoccupa anche il successo di ben due sequel. Spesso ci accontentiamo davvero di poco.
Me compreso ovviamente, per aver abboccato all'amo. 

 

martedì 26 luglio 2022

LENTO SGRETOLARSI

 


Il mondo si stava sgretolando e lui, che se n'era accorto suo malgrado, cercava volenterosamente di fare qualcosa.

Una rattoppatina al ghiacciaio esausto, una soffiata su un maxi incendio, i feltrini ad una placca che non si teneva su.. ma era troppo il daffare.. c'era anche l'universo che remava contro, il sole che perdeva vigoria, le stelle sempre più cadenti, quella pioggerellina, almeno a rinfrescare, che proprio non voleva saperne..

Quando giunse l'Irreparabile constatò con una sorta di fastidio che il più era comunque fatto e si defilò irretito.

Forse per la prima volta, un maldestro fai da te ottenne un brillante successo. 

E continuammo a sopravvivere, belli e assembrati.

venerdì 22 luglio 2022

IL NAVIGATORE

 


E il navigatore che parla a pochi chilometri dal casello?: “Mi piace quando attribuisci anima e voce alle cose che hai attorno, fili dritto per la tua strada fino alla terza uscita”.
Guardo stupito.. parli con me?
“Dai ora non fare quello che si sorprende: ti rivolgi sempre ad un sacco di oggetti.. finestre,  quadri,  cassette della posta, barattoli di pesto.. mo’ che parlo io ti stranisci?.. io poi, che la voce ce l’avrei davvero..”
Sto per sbandare ma, non so come, calma e traiettoria rimangono intatte. Scusa ma.. dici proprio a me?
“Siamo solo noi in macchina, a chi vuoi che parli? Parlo e so dei tuoi racconti.. quando ne parli a tua moglie ad esempio, in viaggio, mi piace curiosare.. e sogno spesso di diventare protagonista, sai? Tipo un Ricalcolo racconto, liberarmi come se non fossi più geolocalizzabile”, magari costringerti a voltare a destra anziché a sinistra e indirizzarti dove voglio andare davvero; per esempio adesso, che non lo capisco proprio perché andiamo di nuovo a Orte..”
Oddio..praticamente te lo stai scrivendo da solo il racconto.. mi stai confondendo e, veramente, mi sento in imbarazzo..ho una spia in macchina.. ma dai!
“Ma quale spia! Un estimatore semmai..in effetti ti sto fornendo tutti gli assist, ti ho messo sull’autostrada, ti ho evitato il grumo di traffico a Roma sud, e ora sei sulla Roma Firenze quasi ad occhi chiusi.. ti ricordi quando cercavi quel ristorante a Milano? Ti ho mandato da un amico mio in realtà, e hai mangiato da dio.. o quando giri in Toscana e ti metto sulla strada di borghi sconosciuti e incredibili? Devi ringraziare solo me.. ma in realtà posso parlare solo con te.. con chi mi imposta almeno, è la strada più veloce, certo non senza pedaggio, ma Orte anche basta! Andiamocene a Gardaland allora!!”.
Ma guarda se ora devo chiedere un parere sui posti da raggiungere.. poi per Perugia è la strada più veloce!
“Si ma a Perugia per cosa che neanche la cioccolata fanno più bene… poi la minimetro l’hai presa già una volta..basta! Mica stai a Dubai..”
Sono basito e pure spaventato.. chi si é impossessato dell’auto.. sembra uno di quei film di King. Eppure il navigatore dovrebbe indicare un percorso suggerito dall’autista, non esprimere giudizi sulle mete..oddio sta prendendo una brutta deriva ‘sto viaggio..mo’ sto pure a discutere su dove sia meglio andare.. sai che c’è? Ora ti spengo e basta, tanto a Perugia ci arrivo pure da solo..
“Si provaci.. almeno tre nuovi cantieri aperti solo stamattina.. senza di me tra due ore potresti ritrovarti nelle Marche.. e comunque gran bella regione..ma si dai.. appena possibile, invertire il senso di marcia..“

 

 

martedì 19 luglio 2022

SCRIVE BORGES





Scrive Borges, con arguto calembour filosofico:
essere immortale è cosa da poco: tutte le creature lo sono,
giacché ignorano la morte”

tranne forse noi, poveri bloggers impantanati di emozioni pixellate,
che gozzovigliamo di fantasmi e vite extra terrene,

che passeggiamo con la testa tra le nuvole e gli astri,
a sfiorarci continuamente di sogni iperbolici e strani futuri,

che immaginiamo mondi paralleli a strapparci via dai tramonti offuscati.

Stiamo forse sprecando tempo 
nella nostra mortalità chiassosa
anziché goderci l’ampio respiro dell’esistere?

sabato 16 luglio 2022

YOU DON'T KNOW ME SERIE NETFLIX

 

You don't know me  -  serie Netflix

A noi piacciono le serie legal drama. I thriller d’aula di tribunale, dove una sana requisitoria può far cambiare idea ad un’intera giuria oltre a te, sbragato sul divano.

Non ci piacciono però quelle serie tipo dieci puntate dove ti affliggono all’infinito e  arrivi alla fine che quasi quasi  vuoi andarci tu, nel braccio della morte.

Il paradosso di questo You don’t know me, è che lo abbiamo scelto anche per le “sole” quattro puntate previste.
Una cinquantina di minuti l’una, con trailer che prometteva scintille e cotillons, storia accattivante:
un giovane nero imputato di omicidio, con una caterva di prove schiaccianti contro, e lui che  licenzia l’avvocato e decide di autodifendersi dichiarandosi innocente.
Ci solleticava un bel po’ ma..

Primo errore. Il thriller ci sarebbe pure, i colpi di scena anche (e fin troppi), ma la struttura è ingannevole, il finale non risolutorio, si rimane con il più classico dei “ma che davero?!”

Secondo errore: la lentezza pazzesca della narrazione riduce di brutto tutta la pazienza e l’entusiasmo accumulati nel corso dell’auto requisitoria che il protagonista/imputato rifila a pubblico e giuria per la praticamente totalità della serie: quattro puntate che in alcuni momenti pensi si sia bloccato il modem e vai lì a smuoverlo.

Terzo errore: personaggi ammantati di pressapochismo e palpabile irrealtà: i buoni troppo buoni, i cattivi quasi cartoni animati, le situazioni tutte al limite, le soluzioni esagerate, gli escamotages che fanno acqua da tutte le parti, e il finale “aperto” che non fa solo storcere il naso, ma anche tutto il resto.

  


martedì 12 luglio 2022

CASACCIO (SCRIVERE A)

 


Scrivere a casaccio di cose che passano per la mente e trovano comunque modo di arenarsi su un foglio bianco, senza fuggire via come da una finestra spalancata.

Una soluzione funzionale, ammesso che chi legga ne tragga spunto, profitto, piacere, sorpresa, traccia, memoria.
O non è necessario?
Basta quel gusto liberatorio di chi riesce a scrivere esprimendosi, in effetti.
Il lettore giunge sempre dopo, e anche lo scrivente che rilegge, giunge comunque a giochi fatti.

Se ci appelliamo all’assioma che chiunque legga è già a conoscenza - per esperienza, tradizione, cultura - dei diversi strati di letteratura, di fantasia, di personalità allo sbando che si concepiscono su carta come elementi spesso lontanissimi da noi, anche dal nostro personale assemblarli,  apparendo a volte assurdi e indefiniti o invece particolarmente arguti, possiamo credere di non dover fornire, a nessuno, noi compresi, spiegazione alcuna, nessun appiglio.

E possiamo quindi semplicemente scrivere o leggere, dare sfogo di cose che non esistono se non per il fatto che sgorgano da noi, luci che adombrano, tempeste che rasserenano, videocitofoni che digitano il nostro interno, elementi che ci spariscono sotto il naso, o dentro, chissà.. tutte robe che si adoperano solo per acquisire forma, utilizzando noi che le originiamo (e noi che le leggiamo), sogni che ricordiamo appena, strazi della mente che atterrano convulsi tra pixels e inchiostro.

Perché trattasi di sensazioni, sfumature di pensiero che si sostengono l’un l’altra senza una base di partenza, o un tentativo di conclusione.
E molti considerano questa, letteratura: il pieno e partecipe, forse unico coinvolgimento di chi legge e interpreta ciò che magari avrebbe voluto, con sorpresa, generare.

Gli scrittori solo un blocco di inchiostro che vaga come iceberg alla deriva.
E i lettori, orsi polari rimasti prigionieri, in attesa di un approdo significante, e condannati a vagare all’infinito finché, sperduti entrambi nell’oceano artico, un lembo di terra non si riveli, a suo dire, punto di arrivo.
O anche solo punto alla fine di periodo confuso.


sabato 9 luglio 2022

L'AZZARDO

 


I tre condomìni sorsero in piena giungla uno dopo l’altro.

Un complesso residenziale che spezzava l’ingorgo di liane e l’indisturbato volo di infinite specie animali.

L’architetto aspirava ad un microclima che coniugasse modernità e vita naturale, efficienza e quiete naturalistica.

Il primo intoppo furono le zanzariere subito divelte da scimmiette curiose, e poi i coccodrilli che venivano su dalle tubature. 

L'elemento più insostenibile, però, fu la Coop che rifiutò gli ordini a domicilio.


martedì 5 luglio 2022

CON ESTREMA CURA

 


Oggi nubi livide opacizzano il mio angolo di cielo,
emanano solo calura afosa,
è come  riflettessero la mia cantina d’anima,
quella chiusa a chiave dove non ricordo neanche più
cosa conservai - con estrema cura -
un giorno.

L’aria è sparsa di luce reduce da forno spento.
Sembra debba esplodere il giorno ma poi è solo la sera
a tornare di nuovo, ancora una volta a ordinare
memorie di cantina buia,
dove il fresco e il silenzio fanno amicizia
e stemperano tra loro ogni nuova attesa.

sabato 2 luglio 2022

AVVENTURE IN TRIBUNALE


Vengo citato ad apparire nel Tribunale di una città distante oltre duecento km dalla mia residenza, per una truffa avvenuta in banca circa dieci anni fa. Bonifici effettuati da una tizia con documenti falsi aventi per beneficiario proprio il tipo contro il quale si apre il procedimento penale nel quale sono nominato come teste.
Cose che accadono.

All’epoca fu ovviamente descritto tutto l'accaduto con dovizia di particolari tramite denuncia e verbali dei Carabinieri.
Oggi mi convocano perché "è necessario reiterare in Aula" tutto quello già ufficialmente testimoniato all’epoca.

Misteri.

Viaggio in treno (a spese del Tribunale, cioè dello Stato, cioè nostre), deposizione in aula stile telefilm (Giudice e Procuratore in toga, consulente tecnico per la registrazione delle deposizioni, microfoni e altoparlanti, cancelliere, avvocati, uscieri, polizia, praticantisti, io che leggo la magica formula “..tutta la verità, niente altro che la verità” e su tutto la scritta luccicosa ancor più ammaliante “La legge è uguale per tutti” ad incutere deferenza), il tutto a semplice convalida della Denuncia Ufficiale, e protocollata con tutti i crismi, dieci anni prima, e forse utile solo ad evitare prescrizioni incombenti, chissà..

Mi accomodo, quattro parole a conferma, tutto bene, grazie e arrivederci.

Prima del mio, ovviamente iniziato con un’ora e mezza di ritardo sul previsto, altri procedimenti tra i quali diversi rinviati a dicembre o gennaio del 2023 per assenza totale di testi e altri attori e quindi archiviati in pochi minuti (mi chiedo se tutti i convocati di tutte le cause fossero stati presenti quando mai sarei uscito da quell’aula..).

In tutto questo un pullulare frenetico di persone che entrano ed escono, testi, avvocati, uscieri, forse di polizia, forse anche solo curiosi, col Giudice, anzi “la” Giudice, come ormai di frequente uso, che ogni tanto sbatte la mano esigendo silenzio (un classico anche questo..).
L’unica cosa buona a mio avviso è che tutti hanno un’età media molto giovane e quindi si sta assicurando un futuro lavorativo alle nuove leve.

Sull’utilità di questo convulso arrabattarsi, invece, nutro serissimi dubbi.

Fare perdere una giornata ad un cittadino solo per ribadire una testimonianza rilasciata presso un Pubblico Ufficiale dieci anni prima ti fa intanto chiedere se le Forze dell’Ordine contino davvero qualcosa, se un processo in aula dove non c’è avvocato né il personaggio contro cui si eleva il procedimento, abbia il minimo senso reale, o siamo tutt’ora legati ad una burocrazia assurda che fagocita tutto il buon senso, e noi lì inghiottiti da formule, consuetudini, prassi giuridiche che rendono paradossale il tutto senza che nessuno se ne renda conto.
Un teatrino schiavo di procedure e manfrine folcloristiche che si ripetono da decenni infiniti lasciando sepolta la macchina Giustizia in un'inefficienza biblica.
Ed intanto ritardi  e attese di giudizio ben più rilevanti si accumulano, perché nel frattempo ci si dedica a ghirigori giuridici e scimmiottamenti di Perry Mason.

Potremmo mai crescere, evolverci,
restando impantanati nella fuffa?