A
teatro siamo in perenne piano sequenza.
Possediamo
il palco, la presenza e l’insieme, meno i primi piani.
Aggrediamo
il/la protagonista, meno la controscena.
Addirittura
ci distrae la platea.
Traslato
al cinema, l’impianto teatrale, impone altri dettagli,
ricrea
confini aleatori all’interno di una, presunta, limitata visione.
Contorce
la mdp tridimensionalmente,
manipola i tempi.
Cosa
che anche la nostra poltronissima di terza fila
non può concedere.
Non
fatevi venire voglia di andare a teatro
dopo un film ad impianto
teatrale.
Rimarreste
spaesatamente orfani.
L’IMPOSTORE
Tim
Roth recita come avrebbe dovuto Di Caprio in Shutter Island.
Alla
fine vuoi applaudire, ma perché immagini senta.
LE
IENE
Cinema
claustrofobizzato che chiede aiuto al teatro. E lo ottiene.
INSOLITI
CRIMINALI
Un
buco di bar. Un dietro le quinte palpabile. Il nervoso, palpabile.
Un
palco risicato, palpabile.
SLEUTH
– GLI INSOSPETTABILI
Duello
di dialoghi dove Law si autoelegge a comprimario.
DOGVILLE
Ti
disegno il teatro e ci faccio cinema attorno.
Dogma
formato famiglia.
IL
SERVO DI SCENA
THE
BIG KAUHNA
La
cinepresa sfoggia acrobazie impossibili all’occhio, adotta un
attore che spazia leggiadro come in un film di fantascienza pur
avendo a disposizione 6 metri quadrati e quattro chiacchiere da
snocciolare.
Eccolo
il teatro al cinema.
Questi sarebbero post che mi piacerebbe veder commentati.. ma è la legge dei blog.. si guarda inesorabilmente avanti.. e il passato resta sepolto.. vuol dire che qualcosa la cancello e la ripubblico.. potrebbe valere anche per le nostre esili vite... magari siamo esistiti (o stiamo esistendo) mentre non ci cagava nessuno.. dovremmo tutti aver l'occasione di riproporci quando cambia la platea.. (non come i peperoni dopo cena però... )
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