lunedì 30 gennaio 2023

ANCORA SCAURI

 


Quando scrissi "Non cambiano i luoghi, forse neanche il tempo scorre. Sono i nostri occhi che viaggiano famelici a ritroso",
parlavo di Scauri.

Se vai in vacanza estiva nello stesso luogo per sessant'anni circa, anche solo un mese l'anno (Settembre, che diventa il tuo mese feticcio), quel luogo è giocoforza testimone della tua crescita, delle tue scelte: amori, lacrime, gioco, paure, passioni, sconfitte, meraviglie, fobie, curiosità, legami. 

E a me succede di non poterci più ricapitare ogni volta senza scombussolarmi, senza subire lo scossone del "viaggio nel tempo", scorgere persone che non ci sono più, tornare ad età irrimediabilmente perse.
Sulla strada, lungo il tragitto per il mare, scorgi già il traguardo, percepisci odori, avverti scenari, magiche quinte mai del tutto riposte.

Se non hai memoria vivida a sostenerti, certi luoghi che ti appartengono, cui sei appartenuto, ti squarciano dentro appena arrivi, aprono scrigni chiusi di cui altrimenti non possiedi combinazione.
E la chiave la trovi ora ad ogni angolo di via, lembo di spiaggia, ricamo di orizzonte.

E non riesco ad essere felice di questo nastro che sbobino nell'anima, perché la nostalgia non funziona nella stessa maniera per tutti.


Stamane avvertivo come aria di Settembre.

Atmosfera pulita, fresca, silenziosa.

Una sensazione amata, di tenera smobilitazione,

come  riva di quieto mare,

con gli ultimi ombrelloni chiusi,

le scie lente di pescatori,

rade bancarelle di mercato

con l’uva e i fichi a farla da padroni. 

E io a passeggio controsole, a godermi il tepore,

l’aroma di caffè e di ciambelle calde e fragranti,

in quell'aria.

A Scauri.


Il lungomare che raccoglie sospiri, l'amaro col ghiaccio sul molo che tiene la luna appollaiata all'orizzonte, le cozze in guazzetto, i tramonti che finiscono dritti su Ponza e sempre una vagonata di passato da tenere vivo coi piedi a mollo, ma tutto questo può farti anche male. Mi fa male, procura bellezza indicibile ma anche nostaglia assurda. 




Sguardi che scorgono quello che c’è,

sottraendo ciò che era,

in un viaggio dove la memoria

gioca sporco col presente.

Sono i nostri occhi macchine del tempo,

che grattano mille riverniciature,

rivivono giochi, baci, pedalate...

vedono locandine di cinema

davanti vecchie arene ricoperte di edera,

riconoscono mare mosso

di infinite intemperie,

mentre è solo onda quieta, ora,

a creare brusio indistinto.






venerdì 27 gennaio 2023

TRAIN DE VIE


Giornata della Memoria al cinema: Train de vie

Assimilabile a La vita e' bella anche se pervaso di una genialita' diversa, tragicamente comica, con un percorso apparentemente giocoso ma, a differenza di quello benignano, alla ricerca continua di un sorriso non rassegnato. 

Di un respiro da sostituire alla disperazione.

Qui la tragedia e' esorcizzata in partenza, siamo in piena arte della commedia, non si sopravvive soltanto al sistema perverso ma lo si scardina dall'interno, non ri resiste appena a galla solo per non affogare, ma si ribaltano tutte le regole e si dettano nuovi ritmi. 

Il gioco lo conducono i deboli e sono gli altri che dovranno adeguarsi. 

Un affresco sempre vivo che tiene in ansia fino alla fine, con trovate coraggiose e mai banali, che sostituiscono le lacrime di ruolo a sorrisi di speranza.

Un humor yiddish all'altezza dei migliori Allen e Coen, a disinnescare il dolore per presentarlo in tutta la sua assurdità.



 


martedì 24 gennaio 2023

CORSIVO E STAMPATELLO

 


Su uno degli ultimi Venerdì di Repubblica, un interessante articolo sulla sempre più rara attitudine umana ad attuare forme di scrittura amanuense, con il corsivo destinato addirittura ad estinguersi nel mondo. 

Da noi (r)esiste alle elementari ma già alle medie inizia la contaminazione con lo stampatello.

Io ci scrivo da un'infinità di anni, in stampatello, credo di essere stato tra i precursori dell'abbandono del corsivo nella mia classe e ricordo i rimproveri a riguardo.. di certo con gli anni ho elaborato uno stampatello così personalizzato e illegibile da sfuggire spesso all'esatta interpretazione del medesimo scrivente ;)

P.S. e anche questo post, come diversi altri, è stato vergato a mano (penna e bloc notes) prima di acquisire una natura interpretabile sotto forma di ormai convenzionali pixels..

Voi come scrivete di solito.. avete abbandonato carta e penna?

sabato 21 gennaio 2023

HO SOGNATO COSE STRANE

 


Ho sognato cose strane.
Non saprei dirvi esattamente,
perché faccio fatica a ricordare appena sveglio,
ma l’impressione è sempre come di provenire
appena in tempo dalla "dimensione sogno"
per svegliarmi sorpreso:
stavo davvero sognando.
Credo capiti a tanti, viaggiare per mondi e tempi,
vestire strano o magari combattere, volare anche,
guidare astronavi,
fare il segretario alle riunioni di condominio,
attraversare deserti,
o anche solo prendere un caffè sotto la torre Eiffel;
e conversare anche, scrivere di notte,
canticchiare un motivo,
pubblicare libri di successo,
rubare quadri e dipingerne altri,
giocare un Mondiale,
pagaiare a perdifiato o riparare orologi,
o forse solo collezionarli.

Ho sognato cose così strane da scriverci un blog.
Ma non ora, ora è tardi.
Vorrei solo dormire.
E sognare. 


martedì 17 gennaio 2023

SANDRONE


 

Era un drone di ultimissima generazione. Potente, silenzioso, sensibilità ai comandi, ottiche pazzesche, estrema versatilità di manovra acrobatica.

Un unico difetto. Soffriva di vertigini.

Avrebbe dovuto abbandonare il volo, ma l'onta sarebbe stata insopportabile, e quindi escogitava sempre qualcosa per vanificare i test di controllo e verifica.

Tutto sommato, fino ad un centinaio di metri sopportava il vuoto, e le sue capacità acrobatiche meravigliavano a tal punto gli operatori di volo da non far neppure notare quei pur vaghi sbandamenti.

Quando a Sandrone (nomen omen) venivano sollecitate altezze proibitive, chiudeva gli occhi (o meglio i circuiti ottici) e cercava di planare quieto respirando con calma. 

In quei frangenti, a terra, giungeva ovviamente un segnale cieco e su questa anomalia si stava studiando ma l'apparente "guasto" sembrava attribuibile a semplici interferenze atmosferiche.

Ma non poteva durare, lo avrebbero dismesso e sbattuto in magazzino o, peggio, smontato utilizzando i componenti sani come ricambi per droni più efficienti. 

Quindi un giorno, librato nei cieli azzurri di Mont Saint Michel, a rimirare l'arcangelo Michele, posto al culmine di una delle più fascinose chiese del mondo, spalancò gli occhi: si beò per un istante eterno dell'incanto sottostante, mise a fuoco in lontananza la bassa marea come a volerle ingannare, le vertigini; ma la felicità di scorgere meraviglia pura durò pochi secondi, traducendosi subito in fatale stordimento.

Sandrone perse all'istante resistenza all'aria così come ogni altra confidenziale coordinata di volo, si avvitò in picchiata ma, facendo appello alla sua perizia funambolesca, intuì un ultimo pertugio tra gli archi gotici rampanti dell'abbazia, come mai prima nessun velivolo, e pur schiantandosi a oltre 120 orari, la scatola nera  filmò ad eterna memoria la fantasmagoria di quei rari frames di azzardo tra sfida scriteriata, arte sublime e futuro cangiante;
un'evoluzione destinata a padroneggiare fugacemente traiettorie fino ad allora solo ipotizzate.
E nessun accorto montaggio potè mai scorgere il sorriso di dio. 
Lì in prima fila.






venerdì 13 gennaio 2023

LETTURE DEL 2022

Stavolta un resoconto delle mie letture più interessanti del 2022 mi sembra d'obbligo, anche perché è sempre piacevole pubblicizzare un libro quando riesce a portarti assieme a lui in un'altra dimensione. 

Ovviamente si spazia tra vari generi, ma ognuno ha riservato piacevoli sorprese. 

UN CAFFE' MACCHIATO IN BIBLIOTECA
Esiste una biblioteca a Budapest dove gustare ottimi gulash mentre si sfoglia Victor Hugo o Céline. Un giorno, però, Sigismondo, giovane abbonato, chiede un caffè macchiato!... epopea di tradizioni sovvertite e magheggi alambiccheschi dove le trame dell'autore si intersecano e sovrappongono tra aromi e sotterfugi.

Autore: Mishelo Ginseng   
Editore Albar 
pag 128

SCOLLINANDO IN PRIMAVERA
La neve non arriverà mai a bloccare il giro, nonostante ciclici inverni, e sempre un raggio di sole illuminerà tre sorelle legate da infinito affetto, ma solo Rosa giungerà alla fine della tappa, inseguendo il suo sogno in  fuga. Un circuito vizioso ad insegnare che chi ha voluto la bici, ha da pedala'.

Autore: Manu Brio
Editore Tourdeforce
Pag 211

CERBOTTANA ATOMICA
Un intero villaggio indios si ritrova, per un incantesimo nell' Ariccia del 2063 alla soglia di un conflitto nucleare. I nostri dovranno sfuggire la follia del futuro sventando la catastrofe con freccette e bambù appuntiti, nutrendosi di sola porchetta.

Autore: Ciriaco Bomber
Editore: Pagine Fuse
Pag 156

SUPERMAN VOLEVA UN SUPERATTICO
Favola dark parte in disegni parte in prosa, dedicata allo sberleffo dei mondi a fumetti e al proliferare di cartoni, manga fossero l'ultima possibilità di lettura. Finale thriller anche se era lecito qualcosa che super asse le aspettative.

Autore: Kartoa Nimato
Editore Einaudito
Pag 92

L'UOVO CHE RIDE
Storia vera di un responsabile al vettovagliamento di MasterChef che inventa letteralmente un paio di piatti strepitosi con gli avanzi di un pressure test sfamando tre cameran distrutti da giorni di riprese continue senza sosta, passando quindi direttamente a ritirare il Premio Finale

Autore Ticino Arros
Editore La Terza Misura Minimum
Pag 100

L'ORATA SPINATA
Intricato ma navigato melodramma che va a pescare nella rete dei buoni sentimenti che affondano a piombo in un mulinello di ripicche e rimorsi. Amo questo libro, traina come pochi altri anche poi non c'è protagonista che ne esca davvero pulito. 

Autore  Peter Nylon
Editore Reggicanna
Pag 121


..e mi raccomando: leggere, leggere, leggere.. c'è un mondo infinito da leggere..  




 





 


mercoledì 11 gennaio 2023

THE FABELMANS - SPIELBERG'S LIST

 


No. Non ci siamo. Rispetto per il regista che è stato, rispetto per l’infanzia travagliata, rispetto per il coraggio e la forza di mettere in piazza delicati tormenti familiari, rispetto per alcune scene all’altezza (dalla sequenza iniziale col suo primo film al cinema, al treno proiettato sulle mani, alla mamma chiusa in armadio col filmino che scorre, fino all’inquadratura finale con orizzonte giù e orizzonte su) ma tutto un resto infarcito di inutile melassa e luoghi comuni davvero da non credere, stereotipi inaccettabili, lentezze fuori luogo, ironia e potenza visiva ridotte al lumicino.

Ci si incarta nell’omaggio tout court verso la madre, della quale cuce una redenzione quasi forzata a danno di un padre genio tecnologico ma decisamente meno visionario rispetto al futuro del figlio, occupando più di mezza pellicola, ed intorno quadretti risicati di bullismo da serie tv e prove registiche in embrione dove istilla lampi di recitazione tra i suoi attori (lo immagino con Harrison Ford..), oltre al continuo e sterile racconto di traslochi e rimpianti, capricci, parentesi di parenti e paradossali invaghimenti adolescenziali.
É  la seconda volta, dopo West side story, che trovo uno Spielberg a tre cilindri, e stavolta manca anche la “notevole fattura” che almeno permeava il remake del noto musical.


The Fabelmans gioca lento e al déjà vu, come avesse paura di tirar fuori la sua voglia di cinema, e nel filmino della Marinata scolastica, dove vorrebbe esaltare le proprietà psicologiche del cinema nel circuire il “bulletto belloccio antisemita”, fa solo autogol attribuendo capacità di autoanalisi che mai il fighetto preso di mira avrebbe potuto elaborare, permettendosi comunque l’unica trance dell’ironia che tutti gli riconosciamo: “Tranquillo non ne parlerò, a meno che decida di farci un film..”.

E il film l’ha fatto alla fine, ma è come se in qualche modo stesse raschiando il fondo del barile, facendo gridare alla meraviglia tutto un mondo disposto a seguirlo sempre e comunque, qualunque sia il taglio di orizzonte applicato, a dispetto delle illuminazioni fordiane.


 

 p.s. proprio di stamattina la notizia della migliore regia per i Golden Globes a Steven Spielberg. Lo ritengo un omaggio alla carriera, ma resta mia opinione.  ;)


sabato 7 gennaio 2023

SILENZI TOSCANI

Stavolta sono stati i silenzi a corrompermi. 
Non ho fotografato immagini, ma lunghi attimi di segreto.


Idee di luoghi a riflettersi in me, ed io in loro.















Mi sono divertito ad acquarellarne alcune, di foto, creando effetti pittorici abituali in molti paesaggi riprodotti tra infinite botteghe artigiane e laboratori della Val d'Orcia. 
Certi panorami ispirano arte e sogno infiniti.

Sarà per questo che torniamo tra queste terre ogni volta ci è possibile, a ricrearci per quanto in nostro potere.

martedì 3 gennaio 2023

BILANCIO CONSOLIDATO A CENA CON DIRITTO PUBBLICO

 


Vollero conoscersi, qualcuno insisteva che l'uno era sicuramente più noioso dell'altro, e mettersi alla prova in una serata diversa, magari leggera, sembrava una buona occasione.

L'inizio fu subito imbarazzante perché Diritto Pubblico (d'ora in poi DP) pretese un menù amministrativistico mentre Bilancio Consolidato (d'ora in poi BC) lo volle prima revisionare.
Dopo un'oretta di studio preliminare ci fu qualche primo timido scambio: DP chiese appellandosi a quale norma fosse stato invitato a cena, e BC dichiarò che era sicuro esistesse già un'approvazione a questa sua richiesta, e che i contraenti non fossero all'oscuro dell'iniziativa, per altro a salvaguardia dell’interesse collettivo.

D.P. avrebbe voluto ordinare garantendo legalità ed eguaglianza dei piatti, esaminare per bene i servizi,  mettersi in buoni rapporti coi gestori del locale e soprattutto esercitare una prerogativa super partes riguardo gli alimenti utilizzati.

B.C.  volle un inventario della cucina, ma anche la verifica delle giacenze delle cucine dei tre ristoranti più vicini, per una comparazione attendibile.

D.P. alluse ad un conflitto di competenza e propose di pignorare il menù non ancora esatto in concomitanza all'utilizzo di materie prime che evadessero la scadenza stagionale.

B.C. pretese un elenco delle rimanenze a verifica di eventuali perdite d’esercizio da imputare a costi e ricavi in vista del conto a fine cena prima di eventuale gelato e usu-frutto.

Il conto (economico) finale fu diviso esattamente in due, esaminando l’effettiva escussione dei piatti offerti e fu oggetto di revisione infinita da parte di BC
(“ti rendi-conto di cosa abbiamo mangiato?”), mentre DP pretese che il suo fosse rinviato a data da destinarsi per un non luogo a procedere causa impugnazione di presuntamente esagerate spese di coperto.

La discussione sulla mancia e sul modello contrattuale cui fare riferimento offrì pretesto per ulteriori diatribe: considerarla come contabilità ordinaria o liberalità economica scevra da ritorsioni del proprietario che spesso impone efficacia fiscale anche ai dipendenti che acquisiscono regalie?

In attesa che i due giungessero ad un almeno preaccordo, il ristorante chiuse in tarda serata per fallimento, ma riaprì il giorno dopo sotto diversa insegna e menù sottoposto a somministrazione controllata.