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giovedì 23 novembre 2023

ABEL

 

Sapevamo che a Baricco piace il western.

E lo fa piacere anche a noi.

Specie quando il western è una scusa, un corollario, un sogno, un narrare di prateria, pistole, geometrie, filosofia,
cavalli a sovrapporre traiettorie.

Un lungo e lento racconto d'amore, di famiglia, di sangue.
Come uno studiarsi prima della vibrazione.

Una nuova provocazione stilistica che pesca da tanti suoi riferimenti, da City a La sposa giovane.

"É sbagliato aspettarsi qualcosa di lineare, come istintivamente si sarebbe portati a fare”

Un’altra lezione a convertire i noi già convertiti, a sorprendere i noi già sorpresi, a decriptare segnali che percepiamo solari, e dei quali godiamo pagina dopo pagina, in un romanzo lucido, continuo, eppure scomposto, disunito, dove la fine arriva ben prima dell’inizio, “tutto sarebbe poi accaduto”.

Entri nel branco, guadi una tempesta, sei goccia sul vetro a scivolare nella tua vita.  Cause ed effetti cesellati e mischiati ad arte tutta sua. 

“Stattene buono e respira, mi dissi”                                                 

Baricco è questo, unico a “trasmetterti una cadenza particolare nei pensieri”, a farti entrare in una storia sua come fosse tua, fartela possedere, domare, e renderla, in qualsiasi istante, poesia.

 






venerdì 13 gennaio 2023

LETTURE DEL 2022

Stavolta un resoconto delle mie letture più interessanti del 2022 mi sembra d'obbligo, anche perché è sempre piacevole pubblicizzare un libro quando riesce a portarti assieme a lui in un'altra dimensione. 

Ovviamente si spazia tra vari generi, ma ognuno ha riservato piacevoli sorprese. 

UN CAFFE' MACCHIATO IN BIBLIOTECA
Esiste una biblioteca a Budapest dove gustare ottimi gulash mentre si sfoglia Victor Hugo o Céline. Un giorno, però, Sigismondo, giovane abbonato, chiede un caffè macchiato!... epopea di tradizioni sovvertite e magheggi alambiccheschi dove le trame dell'autore si intersecano e sovrappongono tra aromi e sotterfugi.

Autore: Mishelo Ginseng   
Editore Albar 
pag 128

SCOLLINANDO IN PRIMAVERA
La neve non arriverà mai a bloccare il giro, nonostante ciclici inverni, e sempre un raggio di sole illuminerà tre sorelle legate da infinito affetto, ma solo Rosa giungerà alla fine della tappa, inseguendo il suo sogno in  fuga. Un circuito vizioso ad insegnare che chi ha voluto la bici, ha da pedala'.

Autore: Manu Brio
Editore Tourdeforce
Pag 211

CERBOTTANA ATOMICA
Un intero villaggio indios si ritrova, per un incantesimo nell' Ariccia del 2063 alla soglia di un conflitto nucleare. I nostri dovranno sfuggire la follia del futuro sventando la catastrofe con freccette e bambù appuntiti, nutrendosi di sola porchetta.

Autore: Ciriaco Bomber
Editore: Pagine Fuse
Pag 156

SUPERMAN VOLEVA UN SUPERATTICO
Favola dark parte in disegni parte in prosa, dedicata allo sberleffo dei mondi a fumetti e al proliferare di cartoni, manga fossero l'ultima possibilità di lettura. Finale thriller anche se era lecito qualcosa che super asse le aspettative.

Autore: Kartoa Nimato
Editore Einaudito
Pag 92

L'UOVO CHE RIDE
Storia vera di un responsabile al vettovagliamento di MasterChef che inventa letteralmente un paio di piatti strepitosi con gli avanzi di un pressure test sfamando tre cameran distrutti da giorni di riprese continue senza sosta, passando quindi direttamente a ritirare il Premio Finale

Autore Ticino Arros
Editore La Terza Misura Minimum
Pag 100

L'ORATA SPINATA
Intricato ma navigato melodramma che va a pescare nella rete dei buoni sentimenti che affondano a piombo in un mulinello di ripicche e rimorsi. Amo questo libro, traina come pochi altri anche poi non c'è protagonista che ne esca davvero pulito. 

Autore  Peter Nylon
Editore Reggicanna
Pag 121


..e mi raccomando: leggere, leggere, leggere.. c'è un mondo infinito da leggere..  




 





 


mercoledì 30 novembre 2022

QUARTE DI COPERTINA

 


Curiosavamo in libreria e mentre sfogliavo nuove uscite - incredibile la quantità invasiva di libri che ogni settimana cerca spazio tra espositori e scaffali, oltretutto tra pochissimi clienti rispetto a quelli che affollano store di abbigliamento, elettronica o articoli da regalo - ho notato quanto stia cambiando la strategia di vendita, perlomeno sulle "quarte di copertina". 

Stiamo assistendo, probabilmente inconsciamente, alla nascita di nuovi scenari letterari che mai e poi mai, in precedenza, erano riusciti a raggiungere vette così elevate, fornendo al fortunato lettore materiale letterario tale da far impallidire i classici e gli intramontabili che hanno fatto la Storia.

Ecco un breve riepilogo delle definizioni standard che si possono trovare su svariate quarte di copertina: romanzi, saggi, gialli, poesie, viaggi o ricettari che siano.

"thriller tesissimo" "indagine impossibile" "epica conclusione" "incantevole: mette d'accordo tutti" "esordio dirompente" "libro potente, sincero, grandioso, emozionante" "la prospettiva che non conoscevate" "appassiona ad ogni pagina" "la testimonianza più ricca e più intensa" "best seller di valore universale" "la guida che non c'era" "l'eccellenza della capacità narrativa"

E noi che eravamo all'oscuro di tanto genio improvvisamente rivelatosi.

Ho dovuto comprare tutto.  ;)

mercoledì 28 settembre 2022

PERSONALMENTE ADORO STEPHEN KING..


 .. ma prima con Billy Summers (killer sui generis), ed ora con Fairy Tale, sta cercando di disegnarsi un'identità che, almeno io, non riconosco. 

Continuo comunque a preferirlo sul breve, dove non si perde in mille descrizioni, diecimila ripetizioni, centomila puntualizzazioni. Nei racconti concentra di più tutta la sua classe e non annacqua le emozioni fino a diluire ogni emozione.
Specialmente con l'ultimo, Fairy tale, dove il romanzo, che pure parte bene, vira all'improvviso nella fiaba più stereotipata e facilona possibile con un miliardo e mezzo di richiami, fino ai riferimenti telefonati ad alcuni dei suoi grandissimi romanzi, da Il miglio verde, a Stagioni diverse o 22/11/'63.

Questa favola invece si tira via annoiando; scontata, dai personaggi reali approssimativi e telecomandati. 

Per non parlare di quelli degli Altri Mondi, posticciamente dark; saccheggiando tutta una letteratura ad hoc, da Lovecraft ai Fratelli Grimm, da Inception a Escher, da Pinocchio alle principesse Disney fino a Giacomino e il fagiolo magico.. luoghi magici e maledizioni, predatori e creature oltre ovviamente agli immancabili zombies.. un'immensa fiera del déjà vu.. accompagnata anche da illustrazioni ed anticipazioni in stile saga medievale.

Si salva forse il cane, che fa Radar di nome, come quel radar kinghiano che non riceve più segnali originali, ma solo tentativi di storielle sollecitate probabilmente solo dall'editore. 

C'è una meridiana che permette di tornare indietro nel tempo, nel libro. 

Ecco, veda di salirci sopra il nostro Stephen.


sabato 30 luglio 2022

FINCHÉ IL CAFFÈ É CALDO

Il fenomeno editoriale degli ultimi due anni mi si dipana davanti, pagina dopo pagina, come il più elementare dei ritorni al futuro. L'espediente iniziale svela lo stratagemma anche ad un bimbo e attorno a questo si sgomitola tutto il libro, rincorrendosi dentro questo piccolo Caffè dove una sola sedia ti permette di viaggiare nel passato, rispettando diverse regole.
Sicuramente mia pecca, ma alla fine neanche avevo ben chiari i nomi (e pure il sesso) di tutti i protagonisti della storia, alcuni dei quali, poi,  rimarranno avvolti in un alone di mistero.
Quattro le storie che si intrecciano all'interno di questo minimo bar/ caffè, e tutte e quattro a lasciare abbastanza interdetti protagonisti e lettori.

C'è ovviamente l'amore di fondo, la voglia di rimediare, i perdoni da profondere, le nostalgie, le ritualità tipiche giapponesi e tutto l'armamentario da cuori buoni.
L'escamotage dei viaggi nel tempo fa abbastanza cilecca.
Presentato in maniera grossolana rivela subito molte pecche e rare virtù, lasciando spazio ad un'infinità di osservazioni ed eccezioni.

Personalmente abbastanza deluso, e mi preoccupa anche il successo di ben due sequel. Spesso ci accontentiamo davvero di poco.
Me compreso ovviamente, per aver abboccato all'amo. 

 

martedì 23 febbraio 2021

CAMBIARE L'ACQUA AI FIORI

 

Ecco un libro del quale sembra non esistere una recensione negativa. L’ho letto anche abbastanza velocemente, mi ha preso molto all’inizio. Forse perché vi si narra la storia di una custode di cimiteri.

Un posto dove tanti si trovano a disagio, un posto dove a me piace passeggiare invece, spulciare le lapidi altrui, sbirciare gli epitaffi, osservare le architetture e gli ornamenti, le date dei decessi e le foto scelte.. lo facevo anche prima della morte di mamma, anche se meno spesso, andando a trovare suoceri, amici, nonni, zii.. quindi l’atmosfera di luogo appartato, di isolamento riflessivo ed intimo,  descritta nel libro, l’ho trovata subito nelle mie corde.

Ed anche Violette, la custode (anche se da più parti accostata - impropriamente - alla Renée  de “L’eleganza del riccio”), mi ha comunicato quasi un senso di complicità e di affinità elettiva, con la sua quiete interiore, la maturità ed un livello di esistenza superiore, mi è parsa permeata in acutezza e sensibilità da quel luogo di “pace eterna” . Ma proprio mentre mi stavo accomodando tra le pagine placide di aromi e tempi dilatati, si parte per la tangente. Violette ha un passato, e ci posso stare, ma soprattutto diventa arbitro e crocevia di una moltitudine di intrecci che svicolano tutti per il piccolo cimitero di provincia. Dall’amore folle a quello molestissimo, dal thriller elementare fino alla sua soluzione infantile. Dagli intrecci di vite diverse e molteplici, dai contorcimenti familiari fin troppo ambigui, improbabili, irreali. Dai ribaltoni alle confessioni, dalle preghiere ai distacchi e alle rinunce. Incontri e  rincontri, tutto e tutti  intruppati, a mirabolante incastro, nel sottosuolo del piccolo cimitero, con i flashbacks a esumarsi l'uno con l'altro.

E’ come nei piccoli paesi, appena fuori dell’abitato, dove mi piace aprire vecchi cancelli cigolanti, in minuscoli poderi, a volte in appendice ad antiche chiese appesantite dalle stagioni; a volte su disordinati cimiteri ricolmi di passato, di storie e racconti: non c’è morte ma solo palpabile quiete, tombe e lapidi sembrano composte sciattamente, lasciando minimi e insensati spazi, ma rimane l’idea di un composto omogeneo, affiatato, necessario.. una tavolata di vecchie conoscenze, e noi a passeggiare chiedendo permesso e origliando leggende.. 

Forse da qui quel “cambiare l’acqua ai fiori”, perché quel sottoterra brulica di sete d’amore, vendetta e incanto, odio e fascino, oblio e rammarico. Ma andrebbero impiantati semafori per quei vialetti, non lucine (quei semafori addirittura esaltati e protagonisti, attraverso una pagina di melassoso cinema a nome “I Ponti di Madison County”), e chi passeggia sopra non è che la punta dell’iceberg di sconvolgimenti che partono da lontano ed evidentemente non trovano pace ma, anzi, la arano quella terra fino a sviscerarne ogni più recondita radice. E lì comprendiamo che la Perrin (nella vita coniugata Claude Lelouch, del quale non lesina nel libro scene e citazioni) non vuole più solo stupire: vuole strafare, vuole ammucchiarne di legna sul fuoco, inondarli d’acqua quei fiori; adultere che danno del Lei,  personaggi e personaggini che si incrociano a più riprese, e poi esequie su esequie, orazioni funebri da show, numero dei presenti e numero degli assenti, collezione di vedove inconsolabili, matrimoni che ce ne fosse uno azzeccato, rimorsi e rimpianti, ceneri al vento e inumati che, in realtà, non ci sono mai stati. Un continuo scoprire carte (o tombe): si parte per sottrazione e i piani temporali disseppelliscono (per rimanere in tema) altri piani temporali. Un cimitero che è Arrivo ma allegoricamente Partenza, in teoria indizio di stabilità definitiva, ma in realtà punto focale dove il tutto si aggira vorticosamente attorno, tutto passa per la casa della custode, segreti e consigli, sensazioni e sentimenti, passato e futuro, consolazioni e rivelazioni; quella casa racchiude un turbinio, e il terreno attorno sembra dissodare costantemente, anziché custodire, urlare anziché silenziare.

Ricordo ancora quando, per vedere se le lampade crepuscolari messe nel terreno vicino la tomba di famiglia di mamma, dovetti aspettare nel cimitero, quasi fino all’orario di chiusura, che ci fosse abbastanza oscurità per permettere ai led di accendersi. Ero praticamente da solo a  passeggiare sereno tra vialetti e lapidi in un magnifico silenzio, ignaro dello spettacolo che di là a pochi istanti mi sarebbe apparso: nell’oscurità incipiente una miriade incredibile di lucine stavano creando autentico spettacolo. Una città fibrillante di luce, come di festa, ma privata, una festa solo per me, e per la mia mamma.

“Signor Seul, se sulle porte degli armadi ci sono le chiavi, è perché nessuno li apra” questo fa pronunciare Valérie Perrin a Violette. In realtà Cambiare l’acqua ai fiori si sarebbe potuto chiamare: “Svuotate gli armadi: se non ci sono le chiavi, chiedete a Violette”. Mi rendo conto però che sarebbe stato troppo lungo, ed in qualche modo avrebbe potuto spoilerare gli innumerevoli epiloghi, con svariati incipit ad orologeria, tenuti semi occultati per due/trecento pagine.. giusto per farci ambientare ad atmosfere solo apparentemente lugubri. Un romanzo a scatole cinesi a forma di piccole bare, se mi è permesso il gioco di parole. Un narrare che chiede troppo, a mio avviso, nella nobile intenzione di donare tanto, sia chiaro, ma che rischia di fracidare anche il fiore più resistente, a volergli cambiare troppo spesso l'acqua.



 

 

domenica 24 gennaio 2021

ELOGIO DEL LIBRO

 

"Il nostro mondo riposa su scritti, su testi. L'uomo possiede un mondo a causa degli scritti in cui si trova"

(Emmanuel Lévinas)


Da un articolo di Elisabetta Sgarbi su L'espresso di qualche settimana fa: Chi perde una biblioteca perde il mondo. 

Dove si narra della scoperta della scrittura, scrittura come farmaco. "Un silenzio che non tace" come scriveva l'egiziano Nonno di Panopoli. Il libro custode di infiniti passati e meccanismo di prodigiosa creazione di mondi paralleli. 

Navighiamo tra le pagine come in un internet di altissima qualità e sempre nuova generazione, dove non subiamo la rete - limitandoci a scoprirla -, ma la creiamo, pagina dopo pagina, riga su riga, siamo noi a metterci in moto attraverso la scrittura, miccia (in)volontaria, scintilla magica.

Avere libri attorno mi rassicura,  rende sensibile la capacità di fuga, di uscire fuori senza muovere un passo, di viaggiare in pieno lockdown, di sfogliare il mondo, ascoltarne il profumo, possederlo davvero.

Scriviamo tutti, ma qualcosa mi suggerisce che potremmo leggere di più, e scrivere meglio.



"...i cinquecentonove scrittori scrivono ottomiladue romanzi, nei quali figurano dodicimila scrittori, in cifra tonda, i quali scrivono ottantaseimila volumi, nei quali si trova un unico scrittore, un balbuziente maniacale e depresso, che scrive un unico libro su uno scrittore, ma decide di non finirlo, e gli fissa un appuntamento, e lo uccide, determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila, i cinquecentonove e l'unico autore iniziale, che ha cosi raggiunto l'obiettivo di scoprire l'unico scrittore necessario, la cui fine è la fine di tutti gli scrittori, compreso lui stesso, autore di tutti gli scrittori." 

Giorgio Manganelli CENTURIA (Adelphi 1995)

sabato 5 dicembre 2020

L'IMPOZZIBILE DOTTOR PEZZ

 


Nicola Pezzoli è una delle ultime anime sensibili. 

Lo seguo da anni sul blog, dove si esprime col suo alter ego Zio Scriba e poi con i suoi romanzi, anche se iniziai a leggerlo dal suo secondo:  Quattro soli a motore, e non l'ho più mollato; romanzi di formazione dove la formazione la danno solo un minuto prima di scendere in campo o di sfogliare la pagina; un autore caustico e tagliente, ironico e bastardo, irriverente e commovente. 

E questa è una rece sfacciatamente promozionale perché io sono più indipendente della Costa d'Avorio e se faccio pubblicità è perché uno scritto mi esalta. Punto.

I suoi romanzi di crescita ed evoluzione personale, dal cuore magico e tenero, si alternano con raccolte di autentiche staffilate alla società becera che ci divora e ci risputa anime fasullamente (di)vaganti.

In quest’ultimo L’impozzibile dottor Pezz (acquistabile esclusivamente sulla piattaforma Amazon, cartaceo o versione ebook), troviamo una sequela diabolica di eccessi messi alla berlina, come solo il nostro Nicola riesce a fare.

“Un sindaco cicciottello era venuto a mancare.

Nel senso che insomma avete capito.”

Perché ho voluto sottolineare questo incipit? Perché è dai dettagli che si presagisce il genio, che si esalta lo scrittore  che connubia con il lettore, che ci fa sesso con il lettore. 

Nel suo prosare c’è l’invito a cena di Nicola, lo spalancarti il suo modus operandi, il prenderti per mano ma anche un po' per il culo.

Poi la malinconia intrisa di sarcasmo feroce, l'intelligenza acuta, superiore, la visionarietà assoluta, uno stare avanti quello strato di lava che ci ingloba e ci ingarbuglia mente e movimenti, mentre Nicola, un passo oltre, funamboleggia con le parole e i concetti servendoci le nostre ridicolaggini su pagine meravigliose.

Un diario minimo di altri tempi, i nostri: folli e grotteschi fino all'assurdo, un assurdo che fin troppo spesso diventa implacabile realtà. Nicola sembra inventare, creare dal nulla, ma non fa altro che mettere a fuoco la parodia continua delle nostre frenetiche esistenze, sberlina malesseri ed eccessi, ce li rende saturamente comici, ma tra le righe, vuole metterci sull'attenti, vuole salvarci (?!). 

Nel senso che, insomma, spero avete capito.

Specie dopo aver letto.

E intanto non capisco cosa aspettano ad insignirlo 

di un Nobel alla Letteratura Sbarbina.


sabato 31 ottobre 2020

IL LIBRO

 


Avete un libro feticcio? Io si, anzi “il” libro feticcio.

Centuria - cento piccoli romanzi fiume - di Giorgio Manganelli

scrittore magico scomparso nel 1990 e del quale ancora oggi vengono pubblicati volumi postumi e articoli inediti.

Un narratore poliedrico, che giocava a rendere possibile l’impossibile, convenzionali i sogni, accessibile l’assurdo, reale il fantastico, commestibile lo scritto più raffinato; 

e funambolica la scrittura.


Aveva enunciato che “compito della letteratura era trasformare la realtà in menzogna”, rendendo formale l’incredibile, raggiungibile l’immaginario.

Parodia e sarcasmo le sue armi, e poi tecnica e disciplina. E fantasia infinita

Un libro che nasce come esercizio di scrittura, una centuria di piccoli romanzi, racconti elaborati tenendo come unico limite il bordo di un A4, ma che riescono a contenere inesauriti mondi.

Ogni romanzo un’iperbole, un azzardo, una discesa nella sorpresa da addomesticare, una realtà dove la bugia diventa padrona di casa, dove l’uomo che non esiste è il tuo vicino di casa, il fantasma prende l’autobus con te, la statua racconta il parco, gli unicorni sono in fila alla posta, i minuti ed i secondi diventano protagonisti.

"...Libricino sterminato, insomma: a leggere il quale il lettore dovrà porre in opera le astuzie che già conosce, e forse altre apprenderne: giochi di luce che consentono di leggere tra le righe, sotto le righe, tra le due facce di un foglio, nei luoghi ove si appartano capitoli elegantemente scabrosi, pagine di nobile efferatezza, e dignitoso esibizionismo..." (Giorgio Manganelli)

Il libro delle possibilità infinite. Dove nulla è scontato. E dove la meraviglia viene messa a dura prova, perché non si vuole provocarla, ma renderla teneramente fruibile.

Dove alla fine ci si deve sorprendere del non sorprendersi. 


domenica 12 aprile 2020

LA FASE 3


Uno degli interrogativi che più tengono banco (oltre a di cosa parlerà La casa di carta 5) è se l'attuale stato di calamità ed ansia, riuscirà a cambiare le nostre sensibilità, i nostri stili di vita, il nostro approccio col prossimo, con le nostre necessità basilari.

Ebbene, secondo me no.

Ripiomberemo nelle nostre disdicevoli abitudini, continuando a farci del male.

Dimenticheremo presto gli eroi malpagati della nostra derelitta sanità.

Non pretenderemo il raddoppio degli ospedali e delle terapie intensive,
voteremo chi acquista aerei da guerra e sommergibili nucleari.
Senza contare chi continuerà a morire di fame, che ce ne fregava poco già prima.

Abbandoneremo di nuovo i nostri vecchi in strutture lager.
Ci occuperemo ancora e solo dei nostri budget, del portafoglio, della concorrenza,
del profitto, della ricchezza. A danno di chiunque.

Ce ne fregheremo delle attuali mancanze, assenze, depressioni e, anzi,
cercheremo di godercela ancora più freneticamente.

Ovviamente spero di essere smentito.

Specialmente dal prosieguo della Casa di Carta.

sabato 20 aprile 2019

ENTRANDO IN LIBRERIA...



Entro in libreria e l'attenzione è catturata da decine di libri impilati alla bell'e meglio...
o perlomeno, questa l'impressione. Tutti con il dorso anonimo o messi in maniera da non poterne decifrare le generalità.

Mi avvicino e ne prendo uno a caso.
La copertina è stinta, di un colore anonimo, ma la meraviglia è nello sfogliarlo.

Centinaia di pagine completamente intonse, senza alcuna scritta.
Pagine perfettamente rilegate, ma tutte, indistintamente, anonime.

Ne prendo altri, più piccoli, più grandi.. e niente! Nessuna parola, nessuna riga, nessun titolo...
nessuna traccia di stampa..


Completamente sorpreso, chiedo lumi a quello che sembra il gestore:

"E' semplice mio caro signore, per quanto possa essere vasta una biblioteca, e ampia la scelta di un libro da leggere, ci si troverà sempre, e comunque, dinanzi ad una scelta imposta, e non davvero autonoma.
Comunque leggeremo qualcosa che altri hanno scelto di scrivere per noi.
Nella nostra libreria, invece, ognuno può trovare nelle pagine bianche ciò che ha veramente necessità di leggere; scoprire solo dentro se stesso, attraverso i propri occhi, il bisogno primario di scorrere  qualcosa che sorga da dentro,  riuscendo a colmare, con estrema esattezza, le proprie esigenze, senza sbavature, senza fraintendimenti, senza inutili orpelli decorativi o esercizi di stile auto celebrativi. Saremo esclusivamente noi stessi gli artefici della lettura che desideriamo,  adeguata con precisione certosina alle nostre occorrenze, e ai nostri desideri"

Ma se io avessi proprio bisogno di leggere altro da me, di qualcosa che mi liberi dalle mie coordinate di pensiero?!

"In questo caso le consiglio La Feltrinelli all'angolo, oltretutto con un mio interessantissimo volume che può trovare proprio tra le novità:
"Come leggere attraverso le pagine bianche". 


sabato 8 settembre 2018

SARAMAGO: DEL RESTO E DI ME STESSO




Raccolta inedita di cronache e articoli di José Saramago. 
Un omaggio alla minuzia, uno sguardo sul quotidiano, sull'istantaneo.

Su ciò che sfugge a chi solitamente guarda ma non vede. Lui colora con le parole, spazi, luoghi ed attimi “che sembrano rinunce”, per quanto labili e sospesi.

E’ la gentilezza a parlare, la discrezione a farsi carico,
a descrivere luoghi amati - Lisbona su tutti -
resteremo zitti e pensierosi ad ascoltare l’orologio che va uccidendo i secondi sul nascere”.

Un Saramago ispirato, acuto e chirurgico, che esamina “gli spigoli vivi della nostra condizione di esseri sconnessi” senza necessità di perdonare e perdonarsi nulla, ma con una gran voglia di quieto indulgere, scovando tutto “il resto” del titolo, adagiato sulla propria sensibilità.

Pone interrogativi senza pretendere la risposta, proprio perché mille volte è proprio l’interrogativo a divenire protagonista.

Saramago ci racconta dei silenzi, di vizi paesani e paciose abitudini, delle cose dimenticate (una per tutte: i cancelli abbandonati), della forza dei sorrisi: “Quando la luce del sole passa sui campi in balìa del vento e delle nuvole, che cosa si è mosso sulla terra? Eppure era un sorriso”, o delle favole che fanno mormorare il sangue nelle vene.

Narra e si narra, incollandoci alla pagina, di tutto quel “resto” che, indelebilmente, fa parte di lui.



sabato 26 maggio 2018

B.B.B. AWARD







Ehiii... ecco una nomination da  Sinforosa che volentierissimo ricevo ...divoratore e accatastatore indefesso di libri, libretti e libroni...

dopo che il B.B.B.  Award, da Bastiano Baldassarre Bucci, protagonista de La Storia Infinita di M.Ende, è stato sdoganato da Francesca A.Vanni

Ovviamente, come mio costume, non nomino proprio nessuno, mi farà piacere però, leggere le vostre opinioni a riguardo tra i commenti...

1-cosa sono per te i libri?
Droga tra le più raffinate..

2-consiglieresti mai un libro?
Centuria di Giorgio Manganelli. Scrivo probabilmente a causa/merito suo.
Più recentemente un libro assolutamente magico: S. La nave di Teseo di J.J. Abrams
(l'unico libro al mondo indigitalizzabile)

3-copertina, titolo, numero di pagine: ti fai influenza da questi tre elementi nella scelta di un libro?
Tutti e tre, più la quarta di copertina, ma innanzitutto dall'autore

4-autori nuovi: sì o no?
Certo che si...

5-libri semi/auto pubblicati: sì o no?
Due libri di poesie, ma presto un estratto dal mio blog.. ;)

6-leggi più libri insieme o uno alla volta?
Sempre più libri insieme, è un classico..

7-il libro che vorresti aver scritto?
Esercizi di stile di Queneau

venerdì 8 dicembre 2017

PIU' LIBRI PIU' LIBERI 2017... NELLA NUVOLA...






..ed eccoci nella nuova location per l'appuntamento romano con la piccola e media editoria.
La nuvola di Fuksas, costata uno sproposito, ci accoglie nella sua struttura quasi temeraria che fa rimanere a bocca aperta per l'arditezza della sua idea di approccio alla meraviglia, lascia invece perplessi per l'effettiva l'utilità e per i vantaggi di accoglienza in manifestazioni come quella di ieri.


Ovviamente grande afflusso di pubblico nei primi due giorni "feriali" di apertura, pubblico in buona maggioranza attratto più dalla "nuvola" che dai libri, mi sembra superfluo sottolinearlo, ma se l'occasione si rivelasse utile anche per avvicinare al mondo dei libri persone che solitamente evitano come la peste anche una innocua Feltrinelli, ben vengano anche questi eccessi artistici...


Da un punto di vista della fruizione libraria, molto più spazio rispetto alle precedenti edizioni ospitate nell'adiacente palazzo dei Congressi: abbattimento delle barriere architettoniche, stand più accessibili e ordinati, anche se gli espositori non hanno mancato di sottolineare il sensibile aumento delle spese di gestione ed il pollice verso lo riserviamo anche alle sale per gli incontri e le presentazioni, tutte molto piccole, difetto mitigato dall'imponente programma di eventi e meeting, interviste e convegni di varia natura, che hanno frazionato il pubblico evitando file e folle, stiamo comunque parlando di giorni feriali, l'impatto reale sarà da testare nei tre giorni di festa.


La sorpresa negativa è stata la chiusura al pubblico dei due piani superiori della nuvola, con accesso limitato al primo livello, che è sì quello principale e con l'auditorium più spazioso, ma che lascia scontenti tutti quelli che pensavano di poter avere una visione totale di questa opera imponente e avveniristica.
Un po' come se ti facessero vedere il Colosseo solo da fuori, o ti impedissero di salire sulla cupola di San Pietro.
Una sensazione di incompletezza e pressapochismo con i quali, purtroppo, siamo abituati a fare i conti.

Tutto sommato un appuntamento ormai imperdibile per gli affezionati della carta stampata e della ricerca di un'offerta, anche di nicchia, che le grosse catene librarie non possono permettersi di veicolare, per mancanza sia di spazio che di richiesta.

E se la nuova struttura ospitante servirà a far scoprire un mondo anche a persone solitamente non avvezze ai libri... ben venga anche 'sta benedetta Nuvola...



Nuvola de qua...nuvola de là..

venerdì 26 maggio 2017

TORINO A MODO NOSTRO


A Torino essenzialmente per il Salone del Libro, sogno nel cassetto da anni ormai. Arriviamo nel primo pomeriggio di domenica, dalla Stazione Porta Nuova all'hotel, vicino La Mole, una passeggiata di quindici minuti, tra strade ben delineate, palazzi austeri, comodissimi portici e pochissime persone in giro.. il tempo di marcare il territorio in hotel e ripartiamo al volo: visita prenotata al Museo Egizio, per fortuna tutte le maggiori attrazioni sono concentrate in un fazzoletto, e mentre andiamo, anche il tempo di assaporare un primo, meraviglioso, gelato che ci lascia subito estasiati.


Il Museo ci ubriaca da par suo di bellezza e storia palpabile.. la guida ci coinvolge con passione e competenza.. all'uscita becchiamo pure i festeggiamenti della Juve Campione d'Italia.. ma una cosa che è l'equivalente di un festeggiamento a Roma quando Totti segna col cucchiaio... tutto misurato, pacato e  gioioso ma anche discreto e senza inutili deliri.. giriamo serenamente tutto il centro, tra Piazza Castello e dintorni, vialoni alberati, piazze enormi, un'idea di gestione dello spazio soltanto chimerica per noi indigeni romani.. e attorno tutta gente sorridente e paciosa.

Anche se non ci credete... questa foto è in "pieno centro"..
E' singolare pensare che la toponomastica cittadina ricalchi la struttura a scacchiera delle antiche città romane: lunghe strade dritte che si incrociano tra di loro in un reticolato ordinato e preciso. Paradossalmente, l'esatto contrario della demenza urbanistica della città romana per eccellenza: Roma, appunto.

Portici, portici, portici... ;)
Lo spettacolare "bicerin".. esplosivo mix di panna, caffè e cioccolato.. 
E qualcuno potrebbe pensare che era domenica, facile trovare tutto piacevolmente vivibile. Sbagliato: lunedì usciamo e sembra un agosto romano, automobili col contagocce, nonostante il giorno lavorativo ci si muove distesi e rilassati.

La Mole dal Palazzo Reale

Dalla Mole prendiamo un autobus che si fa attendere pochissimo, imbocca un rettilineo attraversando praticamente tutta Torino fino al Lingotto Fiera, dove impazza il Salone del Libro: sedici fermate con una sola svolta in tutto il tragitto.. ovvio che ne guadagni la circolazione, la viabilità, l'orientarsi; e tutto assume un senso di ben disposto, di comodità che rasserena il visitatore. 


Anche il Salone, immenso, rende la visita piacevole, spazio tra gli stand, non come a Roma, a Più libri più liberi dove sei stritolato tra espositori, libri e visitatori.. vero anche che è giorno feriale e che mi raccontano di scene apocalittiche nel weekend.. ma noi siamo “fubbi”, e abbiamo evitato i giorni di punta... 


ora ci godiamo anche le vette della Mole e il Museo del Cinema, agnolotti ai tre ragù bianchi e brasato al Barolo,  e ce ne passeggiamo in una serata che ci incarta tiepida tra luci, portici e il Po che bisbiglia quieto.






martedì 6 dicembre 2016

PIU' LIBRI PIU' LIBERI 7 - 11 DICEMBRE



Nonostante ogni anno si riscontri un sensibile aumento di visitatori in mostra, trovo e sento - sempre - troppi amici, colleghi o conoscenti, che di questa Fiera, hanno, forse, a malapena, sentito parlare, quando invece non ne siano addirittura, del tutto all'oscuro.

E non sto parlando di gente che abitualmente non legge, o non entra mai in libreria.
Parlo di persone di cultura medio/alta, interessati a manifestazioni ed eventi, che seguono in qualche modo le vicende letterarie oltre a cinema, teatro, musica, conoscono autori, amano la lettura...

E tuttavia, non avvertono stimoli per una visita a questa Fiera della Piccola e Media Editoria.



Voglio pensare ad un inconscia sottovalutazione del fenomeno, un vago snobbare i piccoli e sguscianti pesci che si aggirano frenetici nell'oceano dell'Editoria massificata, e magari populista, che indirizza troppo spesso dove meglio crede.

Le isole rare, come questa Fiera, sono straordinari appuntamenti cui ancora non si riserva degna attenzione. Un mondo che rappresenta un brulicante fermento di idee, novità, genialità letterarie e curiosità che lambiscono tutti gli scibili umanamente traducibili su carta.
Un po' una biblioteca dei libri impossibili - miniera inesplorata - dove trascorrere ore a frugare tra righe, odori, pagine, colori, sensazioni, quarte di copertina.



E scoprire mille aspetti di un mondo, quello della scrittura, che una catena libraria della Grande Distribuzione non potrà mai mettere in evidenza, per mancanza di spazio, innanzitutto, e perché il prodotto “di nicchia” richiede comunque una dedizione specifica, una passione virale, che chi vende un tot al chilo, non può permettersi.

Da Feltrinelli, Rizzoli o Mondadori, troverete sempre un bancone specifico con sopra scritto “novità”, scaffali e assetto seducente, per “sollecitare” l'utenza.

Da Più libri più liberi, il cartello Novità è posto direttamente all'entrata.

Preparatevi al Nuovo Mondo.  

 

martedì 12 luglio 2016

PAGINE BIANCHE


Me ne accorsi spostando Cent’anni di solitudine di Marquez da uno scaffale ad un altro. Si era aperto involontariamente e quella decina di pagine bianche erano saltate all'occhio come un abbaglio sinistro.
Torno a sfogliarlo ..e mi accorgo che da pagina cento in poi ogni carattere di stampa completamente cancellato…
Un libro iniziato due volte ed entrambe abbandonato a pagina cento… un virus? Un baco vorace di inchiostro?

Una congettura folle si affaccia in testa… prendo a casaccio altri libri.. Calvino, Hugo, Queneau… tutto normale… poi.. il sospetto.. ecco un Murakami mai iniziato… lo apro quasi timoroso... duecento pagine di completo di bianco immacolato… e poi ancora un Soriano sempre rimandato..   fogli di una lattescenza inquietante…
come se le parole - quelle parole NON lette - avessero deciso di abbandonare il campo, l’attesa, l’indugio.. offese dall'indolenza …dal disinteresse palese, anche dall'assenza di un solo briciolo di curiosità..


Righe mai lette in ordinato ritiro.. 
un rivolgersi altrove, a cercare occhi famelici .. 
una cosa che potrebbe accadere anche i nostri rac ont ,  i  gior o ch   ne s  un  li   leg e ss  p ù 



..e grazie a diamanta e al suo post ispiratore...

domenica 21 febbraio 2016

LA BIBLIOTECA DEI LIBRI IMPOSSIBILI



Dai, vieni con me.. ti porto in un negozio che ti piacerà.. non crederai ai tuoi occhi...”
Quando Luca si fissava non c'era verso.. dovevi seguirlo altrimenti ti avrebbe tampinato per giorni
Ora era la volta di questa biblioteca dove sembrava si potesse esigere qualsiasi libro.. si, avete sentito bene.. qualsiasi libro fosse sgorgato dalla vostra fantasia, e richiesto al box informazioni, veniva comunque, e prontamente, recapitato tra le mani del richiedente.
Volevo stare al gioco e quasi al volo partorii una “Cronistoria dettagliata della raccolta di conchiglie di Napoleone a Sant'Elena”
Ed eccolo in un battibaleno, copertinato a fuoco, coi rilievi su cuoio vivo, è proprio la mia cronistoria... la prendo in mano tremante.. penso si accendano a brevissimo i riflettori di Scherzi a parte, ma non succede.
Apro la copertina, dentro pagine ingiallite e inserti a colori sbiaditi di conchiglie oceaniche, alcune con addirittura Bonaparte disegnato sorridente a fianco.. scorro qualche riga e mi sento perso, esiliato anche io, preso a tenaglia in un mondo che dovrei aver scosso solo io, tra i miei neuroni, giusto a sfidare le fandonie che racconta Luca.. ma ora mi sento impaurito quasi ...e con una quasi isterica voglia di controprova immediata.. ancora col tomo in mano e l'odore di pelle stantìa nelle narici, mi rivolgo al giovane commesso chiedendo se per caso sia in possesso della “Guida alle micro isole sfuggite all'area eruttiva di Santorini”. Mi guarda vagamente incupito, digita rapidamente sul pc e il sorriso torna a disegnarsi subito sul volto curioso. 
Si allontana un minuto e riappare con questa guida/atlante in un'edizione di inizio secolo, con copertina rigida e una serie incredibile di tavole topografiche alla minuziosa individuazione di un centinaio di - in alcuni casi giusto scogli -  isolette a pelo d'acqua, sfuggite alla caldera minoica di Santorini...


Ora stavo sudando. 
Luca più esterrefatto di me. Ringraziai e m'incamminai verso casa. Il potere era mio o la libreria era magica? O la suggestione stava giocando scherzi incredibili? Possibile che non avessi inventato proprio nulla chiedendo di quei due vecchi libri, guidato solo da memorie sopite, edizioni magari sfogliate in gioventù durante le mie scorribande in casa degli zii?
Certo se le proiezioni della mia mente tramutano in realtà sensazioni ed elucubrazioni interiori.. chissà a sfogliarli poi, questi libri, partoriti dal subconscio, quali sviluppi e rivelazioni avrebbero potuto mai mettere a fuoco..

Il giorno dopo chiesi “La Felicità non può nulla contro la Paura”, lo divorai in una notte.. mi ritrovai in pieno con quesiti e riposte, i corollari e le intransigenze, gli incagli e gli ostacoli bene allineati ad annunciare le impossibilità di una rappresentazione che ribaltasse gli assunti.
Domande in embrione che mi tormentavano l'anima si sviluppavano in un testo mai esistito, che solo un mio desiderio evocativo di chiarezza rendeva reali..

Tornai in libreria conscio del mio potere e chiesi:
Cosa devo fare per non perderla?”

Ma il libraio cortese, stavolta, cercò invano. Nulla era edito a quel titolo.
Forse qualcosa si stava smuovendo, stava macinando terreno e sogno.

Ma bisognava essere in due a scriverlo quel libro.
In due.





domenica 11 ottobre 2015

I LIBRI (e di conseguenza i film) IDIOTI: "UOMINI CHE ODIANO LE DONNE" di Stieg Larsson



Leggere un libro e vederne il film spesso comporta smottamenti emotivi. In questo caso le componenti si moltiplicano e cercherò di metterle tutte sul piatto.
Partiamo dal presupposto fondamentale: il libro non mi è piaciuto.
Punto primo: ti intriga con un malioso ed affascinante incipit che resta clamorosamente fine a se stesso sia nel libro che nel film, e trovo semplicemente incredibile che tanti amanti del thriller si accontentino dello zuccherino fatto balenare appena un attimo....
Punto secondo: se la tira per buone trecentottantanove pagine di contorno narrativo, ed io, giuro, ho continuato a leggere solo per vedere dove avevano imboscato il mio ormai logoro incipit dal fascinoso acchiappo iniziale.
Punto terzo: si conclude sconclusionando con una serie di alambiccate soluzioni stratirate per i capelli e molto della serie "guarda un po' che me devo inventa' pe' fa' du sòrdi co' 600 e passa pagine de libro".

Chiudi il voluminoso volume e dici: ragazzi, gli altri due libri della saga ve li leggete voi e quelli della palazzina vostra.

E torniamo a bomba. Da ambedue, libro e film, salvo la Lisbeth, elemento anomalo, dal carattere scorbutico, che catalizza attenzione e tenerezza, sottodimensionata anche lei dal film che,  paradossalmente, la eleva a protagonista assoluta pur riducendole, nel dissennato gioco al taglio selvaggio, spessore emotivo, tematiche e sentimento, una Nikita sregolata insomma, mentre leggendola, l'approccio è più sfaccettato. 
E diamo pure un'occhiata al film, visto che ci siamo. L'incipit, dicevamo, è il medesimo del libro: l'amata nipote del magnate Vanger regalava allo zio un quadretto con fiori e foglie essiccate e sottovetro ad ogni compleanno. Dopo la misteriosa scomparsa della ragazza però, avvenuta anni or sono, l'invio continua misteriosamente a perpetrarsi nel tempo, e Vanger non si spiega questo girare il coltello nella piaga. Ma tutti sapremmo, (con certezza alla fine), che se uno di questi quadretti fosse stato sottoposto al genietto Lisbeth, questa ne avrebbe sviscerato non solo la provenienza, la sostanza, ed il mittente, ma pure il numero della cassa di Ikea dove era stato comprato, a che ora,  il nome della cassiera che aveva battuto lo scontrino, nonché la marca del chewingum che la medesima stava ciancicando in quell'istante. 
Certo il libro sarebbe durato 40 pagine ed il film  mezz'ora! 
E come lo infinocchiamo l'utente finale poi?!
Ed allora continuiamo a farci del male... comunque... mentre tutto il libro, nonostante il bradipesco evolversi, è permeato di profili psicologici, personaggi e personaggini di contorno a volte anche fondamentali per la storia (vedi la figlia di Mikael, vero passe partout per la soluzione finale, nel film segata senza pietà),  nella trasposizione cinematografica si centrifugano tutte le chiavi di volta, snellendo a più non posso ed esautorando, assieme ai tempi morti, pure impulsi passionali, frustrazioni psicologiche, sensi di colpa, coinvolgimenti affettivi, innamoramenti in embrione, conflitti interiori, e facendo fuori tout court, i personaggi e personaggini, di contorno e non,  puntando tutto sull'effetto visivo e qualche scena shock dal sicuro appeal, ma bruciandone anche qualcuna, di scena chiave, come il mitico primo incontro tra Mikael e Lisbeth - quello che resuscita il libro a pag 389...  
e se lo hai letto il libro, mentre guardi il film ti sembra di assistere ad un avanti-veloce che quasi cerchi il telecomando per ripristinare i tempi originali.
Quindi in estrema ma efficace sintesi: libro una palla spesso irritante e insulsa e film troppo frenetico, ma sempre insulso fino all'irritante.
Se proprio necessario, fruire del film all'oscuro del libro.
Ma il consiglio spassionato e che fruiremmo meglio del nostro tempo 
rimanendo serenamente all'oscuro di entrambi. 
Sequel compresi, ovviamente.

Eppure sulla scia di Larsson certa "giallologia" nordica ha invaso l'Europa.. speriamo, almeno, di aver reso la pariglia con i nostri Cam(omi)lleri...