Me lo chiedo ogni tanto, interrogandomi sul percepito, il considerato, il vissuto anche.
Abbiamo tante realtà attorno a noi, ognuna con la propria "capoccia", una psiche, desideri, segreti, aspettative, sogni, paure.
In teoria esistiamo tutti secondo parametri testati, accertati. Ma in una realtà oggettiva, che non tenga conto dello spazio tempo, né di ogni nostro minimo, finito, pensiero?
Facile, direte voi (e anche io): oltre i nostri parametri neanche immaginiamo cosa potrebbe esserci, attenderci, complottare.
Quindi teniamoci la nostra realtà e ciccia.
Ecco, mi sono risposto e ho esaurito l'argomento in meno di una quindicina di righe.
Perché tanti altri allora, riescono a scrivere tomi su tomi, fantasticare di mille vite extra, terre piatte, filosofie contorte, anime in subbuglio, marziani di infiniti pianeti, Dei che ci sgozzeranno ulteriormente dopo esserci sgozzati qui tra noi?
Solo marketing, curiosità, incapacità di rassegnarsi?