venerdì 30 dicembre 2022

SENZA MAI


 

C’è un conto da pagare,

mentre respiriamo leggeri.

 

Mentre altri siedono alla nostra tavola,

mentre perdiamo la bussola,

la strada, la ragione.

 

Se voliamo distratti,

se svegliamo incubi

serenamente addormentati.

 

C’è un conto da pagare

ogni volta che ignoriamo un tramonto

che allaga l’asfalto.

 

Se la luna brilla invano

mentre le nubi raschiano i comignoli,

quando la pioggia è solo fastidiosa

e non restituiamo ogni sorriso,

potremmo scrivere invano una vita,

o anche solo per il nuovo anno che viene.


Senza mai saldare il conto.

 

sabato 24 dicembre 2022

PRESEPE ALTERNATIVO

 In realtà sono anni che lo tiro su, e nel 2018 lo misi in mostra anche sul blog, quest'anno lo ripropongo, forse perchè mai come oggi c'è bisogno di solidarietà, comunione, interazione, comprensione, vicendevolezza, scambievolezza, comunione in una parola sola. 



E un presepe deve essere per primo casa di Tutti, ma tutti proprio, quindi largo all'accoglienza, allo scambio, all'incontro.


Pinocchio per primo, portavoce dell'insofferenza umana per il diverso. E devo dire che è un simpatico capobanda..  ;)


E perché no, anche personaggi canonici, sia ben chiaro, nessuna chiusura, anzi.



Quindi vai con vichinghi, folletti, contadini, maghi, angioletti, massaie e via discorrendo.. tutti personaggi che durante l'anno affollano mensole e scaffali vari per casa, e si ritrovano in questo megaraduno annuale tipo rave, ma meno casinista, in attesa di Gesù che ogni anno che passa fatica a ritagliarsi il suo posticino.. per non parlare dei Magi che fino al 6 gennaio vagheranno nei dintorni in cerca di parcheggio ..ahah





Adoro il mio presepe.. me lo ammiro ogni volta scoprendo abitanti semi nascosti che si autosistemano alla bell'e meglio, e ovviamente è un work in progress, mano a mano si aggiungono pupazzetti dal resto della casa, certi mi chiamano proprio: "E io? Mi lasci qui da solo?!"; lo vedo rispondente al parallelo di presepe moderno della nostra esistenza, incasinata e frenetica, con almeno uno sguardo a virare verso una luce comune che indirizzi a qualcosa di giusto, di esatto, di possibilmente utile.

Buon Natale a tutti quindi.. 

giovedì 22 dicembre 2022

NUOVI ORIZZONTI

 

Arty

Ed eccola l’attesa intervista all’ultimo modello di Intelligenza Artificiale per quanto concerne i nuovi, incredibili, orizzonti raggiunti dall’Università di Yale.

Battezzato Arty, questo “essere” senziente e cosciente, ingloba e rappresenta tutta la sapienza e la conoscenza umana nei suoi infiniti chip e tra i suoi circuiti al cilicio 4.0. È come scorresse il sangue di una nuova evoluzione; non solo un automa in grado di contenere tutto lo scibile della cognizione umana e terrestre, ma per la prima volta in grado di discernere tra sentimenti, dubbi, paura, gioia, felicità.
Non solo in grado di sapere ma di creare, progettare, prevedere scenari.
Un’autentica rivoluzione.

“Buongiorno Arty, come va?”

“Be’..semplice..vado con una miscela di combustione subatomica, sistema cobot, genero sequenze tramite funzioni di transizione, automi monodimensionali binari che creano flussi vitali”

“Ok .. come non detto.. ci vediamo..”

“Si semplice..ci vediamo applicando agli occhi microricettori nanofili bionici utilizzando una retina emisferica artificiale di ossido di alluminio…”

Perfetto, credo che per oggi possa bastare.. al prossimo appuntamento con altre scoperte esclusive..

 

 

lunedì 19 dicembre 2022

SCIOLTO DAL PESO

 



Non ho voglia di pensare
a cosa potrebbe non andar bene.
Lascio che tutto fili via
senza aspettative, senza responsabilità.
Magari, sciolto dal peso,
libero da un percorso disegnato,
quel che deve essere coglie la via buona,
senza sguardi dietro, o fardelli sulle spalle;
finalmente leggero, quasi di correre anche
senza nessuno ad occuparsene,
senza un giudizio ad attenderlo,
con un traguardo che non promette vittorie
ma solo un quieto respirare.


giovedì 15 dicembre 2022

ALTRI, OLTRE

 


Dovevo controllare se le lucine a led sulla tomba di famiglia assolvessero al loro compito. Quindi passeggiavo per i viali deserti del cimitero mentre il crepuscolo si accomodava tra lapidi e silenzio. Finché l’oscurità non avesse iniziato, davvero, a tracimare allagando tutto, le mie nuove piccole lampadine a energia solare non si sarebbero accese, ma dovevano farlo prima delle diciotto, orario di chiusura definitiva, e allora io avrei saputo di una lucina in più, in mezzo a tutto quello scintillio.

Quei due li ravvisai a malapena, camminavano lentamente venendomi incontro, salutai informando, chissà perché poi, che il cimitero stava per chiudere.

“Grazie!” disse lei, una signora elegante dall’età indefinibile, “ma noi abitiamo qui”.

- Siete i custodi? -

Chiesi  precisando anche che stavo per uscire, avevo solo atteso che il buio sopraggiunto mi permettesse di constatare il buon funzionamento delle mie lucine a energia solare..

“No, non si preoccupi, non siamo i custodi.. ma lei ..non è di qui?”

- Be’ si, sono di Roma, non abito lontano..
vengo per la mia mamma -

“No scusi, intendevo: non abita nel cimitero?”

Gelo. Chi erano questi due? Ora cercavo di metterli a fuoco nell’oscurità palpabile..

- Ma voi chi.. sareste? -

“In effetti.. siamo.. diciamo non come voi.. visitatori. Di solito usciamo quando il cimitero è deserto, dopo le diciotto, e ci incontriamo con gli altri.. quelli che vogliono fare due passi..”

- Gli altri.. chi? -

A questo punto intervenne lui, voce pacata, tono confidenziale, rassicurante.

“Voi ci chiamate fantasmi di solito, anime, spettri.. noi siamo semplicemente oltre, anche se relegati dove veniamo sepolti.. le ceneri di tanti di noi se ne stanno a casa propria almeno, a noi è concesso vederci dopo l’orario di chiusura, e neanche tutti..solo quelli che non ricevono visite da fuori, e magari vengono dimenticati. Quindi tua mamma no, se è questo che ti è passato per la mente.. non ha bisogno di andare a spasso la sera, lei è costantemente fuori, nella memoria di chi la ricorda, prende il sole di giorno, e riposa di notte. Noi altri invece andiamo in giro, siamo trascurati per sempre dai vivi, occupiamo tombe abbandonate, lapidi polverose, fiori seccati da secoli di incuria, coi ragni che intessono tane e trame invisibili.
Ci è concesso un giro a notte, senza angeli a custodirci, senza occhi indiscreti a fare domande.
Siamo anime malinconiche forse ma serenamente rassegnate, molte altre invece proprio non ne vogliono sapere, non accettano il nuovo, come dire, status, cercano di distinguersi e si arrampicano sulle memorie, tra i ricordi, le necessità e le speranze dei vivi, frugano aspettative di una vita serena che ora non c’è più, come un non volersi arrendere mentre proprio non c’è più da combattere.”

Dovevo uscire prima di impazzire, perdere il controllo.. stava davvero per chiudere il cimitero e non potevo, non volevo proprio rimanere lì.. ed eccolo il giro di sorveglianza, la Sicurezza che controlla che alcuno si attardi per tombe e viali.. un fascio di luce e un motore stanco che ci rallenta a fianco, guarda nella semioscurità, ci punta gli occhi addosso e prosegue tranquillo, senza scorgere proprio nessuno di noi tre. 

lunedì 12 dicembre 2022

LE LASCIO

 


Indosserei questa premura
di amore insistito
rimasto tra lenzuola di caldo,
a cullarsi di respiri.

Qualcuno ammonisca tutti gli attimi
in cui le lascio la mano,
riservi un castigo per ogni sorriso mancato,
per ogni carezza disattesa,
per ogni minuto in più
in cui indugia a sognare
senza di me accanto.

Come ora. 

giovedì 8 dicembre 2022

IL VANGELO NASCOSTO

 


Notizia fragorosa, tenuta ovviamente custodita dalla Chiesa per centinaia d’anni. Trapelata solo ora, nell’ambito di quella sensibile e coerente riconversione cui Papa Francesco sembra voler, finalmente, dare corso.

Ne offre autorevole ragguaglio la Biblioteca Universitaria di Bologna presso la quale è custodito l’inedito Vangelo di Tirtullinea, rinvenuto in Algeria prima della II Guerra Mondiale, prezioso papiro rilegato in cuoio e miracolosamente illeso.

Sembra riportare notizie sconvolgenti per gli ortodossi di allora e gli oscurantisti odierni, a cominciare dal clamoroso annuncio di una sorella di Gesù, scesa in terra assieme a Lui, a nome Cristina - inviati da due ovvie quanto naturali e paritarie Divinità Padre e Madre - per manifestare Amore e Misericordia con una sequela di miracoli, incontri, avvenimenti che ricompongono una linea matura anche se rivoluzionaria rispetto all’attuale bigottismo.
Solo in  seguito l’ortodossia organizzata relegò il ruolo di Madre di Dio a via di mezzo, tramite, accessorio; spodestandola dallo scranno più alto con un demansionamento in piena regola, ecco il ruolo della Madonna da allora, Madre di Dio ma esautorata da ruoli decisionali.

In attesa di una puntuale e certificata propagazione del testo, accenniamo giusto qualche anticipazione di profondo significato, ad esempio sulla storia terrena di fratello e sorella e sull’attribuzione di svariati miracoli: 

Gli apostoli erano sempre dodici, come canonicamente risaputo, ma sei uomini e sei donne, anche se alla fine, a tradire, fu ovviamente uno degli uomini.

Alla sorella di Gesù è ad esempio attribuita la trasformazione dell’acqua, ma non in vino, bensì in tisana.

Molti miracoli se li divisero serenamente.. ad esempio a camminare sulle acque fu Cristina, grazie anche al suo fisico minuto.  

Il fico fu seccato sempre da  Cristina, non da Gesù,  indispettita perché non aveva prodotto fiori di pesco.

A Lazzaro pensò sempre lei, pare avesse solo un po’ di febbre, evento saputamente catastrofico e quasi mortale per ogni maschio fin dagli albori.

Ad accogliere di nuovo il figliol prodigo fu ovviamente la madre, perché il padre era fuori a bere con gli amici.

Come si può notare una serie di puntualizzazioni che rendono giustizia alla successiva ondata di maschilismo e prevaricazione con la quale ancora oggi dobbiamo fare i conti.

Ma come vediamo, gli archivi e le segrete si stanno pian piano aprendo, disvelando scenari di luce.

Ovviamente si gioca, ma la speranza rimane quella che l'apertuta mentale e di cuore si faccia davvero strada, prima o poi.

Ben venga l’evoluzione.

mercoledì 7 dicembre 2022

CHE VAGANO

 


Non credo nei panorami di mondo,
nei confini offerti dalla foschia,

nei tramonti che mi cercano.

Non credo più nelle parole che vagano,
o nei ricordi di ritorno.

Non credo nel mare che non posso lambire,

nei viaggi alla scoperta,

nello scrivere come terapia.

Non credo nei sorrisi
che covano in superficie,
nel forgiare pazienze.

Comprendo tutti questi limiti,

e per questo li soffro, e li temo,

perché scorgo oltre.

Ma scorgere può non bastare.

Immaginare dipana matasse di buio,
ma rimane esercizio di stile.

Castello di delicate carte.

Soglia trasparente
appannata di fiato esausto.

lunedì 5 dicembre 2022

NIENTE PIU' COVID PER DECRETO

E così il covid sembra sparito, ovvero si prende - noi abbiamo diversi amici e parenti di nuovo covidizzati proprio in questi giorni - ma si sta a casa come quando si busca una normale influenza.
C'è un vaccino contro l'influenza? Sì l'antinfluenzale, ma non è risoluzione matematica.. eppure c'erano tempi in cui si moriva di influenza, si moriva e basta. Chissà se c'erano anche all'epoca i proto no vax..  
 

Insomma, a saperlo comunque, che potesse essere così semplice, avremmo decretato già da fine 2020..tanto per viverla serena 'sta pandemia..  poi dice che 'sto governo non sta facendo nulla!

Per fortuna vedo ancora teatri e supermercati con tantissimi in mascherina, noi compresi ovviamente..

L'ideale sarebbe l'uso continuativo della mascherina a vita, almeno in certi frangenti, esattamente come facevano quei giapponesi nel 2019, quando io ero ero il primo - non me lo scordo - a perculare questa loro abitudine di "mascherinarsi" in autobus, metro o comunque dove l'assembramento umano favoriva bacilli di tutti i tipi, dalla tosse al raffreddore a magari quelli più tosti. 

Ma l'ideale - lo dice il termine - è solo pia illusione, continueremo a vivere alla giornata, senza imparare praticamente mai nulla. 

venerdì 2 dicembre 2022

COME VIAGGIARE GRATIS

 Il mio amore per la scrittura e il blog stanno viaggiando sempre più in simbiosi, questo Dicembre sarà particolarmente dedicato a racconti (anche più lunghi del convenzionale post standard) e poesie.

Spero riesca almeno ad incuriosirvi se non altro, e stimolare anche impressioni, considerazioni, non esclusi suggerimenti ed inviti sul dedicarsi ad altro..  

Non si cresce da soli. 


COME VIAGGIARE GRATIS



Siamo imbarcati per quella crociera di una settimana in Mediterraneo, già con un preciso intento, Lulù ed io. Il ghiribizzo era venuto in mente durante il penultimo viaggio:  qualcuno poteva  rimanere sulla nave, a crociera terminata, senza che nessuno se ne accorgesse, anche solo per qualche giorno? Insomma, era possibile un escamotage per viaggiare in incognito?
Avevamo studiato e rimuginato, più io in realtà, che ho di queste idee strampalate ogni tanto, ed era giunto il momento di agire. O perlomeno tentare.



A inizio crociera ad ogni passeggero viene consegnato un badge collegato anche ad una foto fatta prima dell’imbarco. Questa tessera è nostra preziosa e necessaria compagna per tutta la crociera: apre la cabina di  competenza,  permette di prenotare teatri e spettacoli, di cenare al ristorante,  ordinare bevande e cocktail, fare acquisti a bordo e, fondamentale, ogni volta che si lascia la nave per una visita a terra, il personale si assicura che a scendere e risalire sia effettivamente il titolare, confrontando il  viso con la foto che appare al monitor.

A fine crociera poi, quando la vacanza termina e si torna a terra definitivamente nessuno dei crocieristi ha modo di rimanere a bordo.
Deve verificarsi il cosiddetto “conteggio zero”, i diciamo “mille” passeggeri saliti il tal giorno per una crociera di sette giorni, devono scendere definitivamente, ed esattamente in “mille”, una volta giunti a destinazione, e non avranno possibilità di risalire con quella tessera che esaurirà la sua validità proprio il giorno di ultima discesa a terra.
In caso di incongruenza di calcolo, e la constatazione di qualcuno ancora a bordo, la nave viene perquisita e il trasgressore immancabilmente trovato.
Ci hanno raccontato che a volte è capitato qualche ritardo, con croceristi ubriachi o che ancora dormivano in cabina, ma nessuno mai che avesse tentato appositamente di nascondersi a bordo. 



E la nostra mission tentava di sfatare la regola. A conti fatti, dovevamo ingannare il personale di bordo.  Risultare invisibili, in un certo senso.
Ma non era questo il fulcro principale del nostro piano.

Una volta sulla nave,  una città galleggiante con cinquemila ospiti e oltre duemila tra addetti e maestranze, nessuno verrà a chiederti chi sei e dove abiti. Vitto e alloggio non rappresentano un grosso problema  se non pretendiamo particolari esigenze: per mangiare e bere al buffet non hai bisogno di tessera, per il bagno hai innumerevoli servizi igienici pubblici dove anche lavarti, certo senza farti la doccia, sfruttando oltre ad avveniristici e sempre lindi lavandini, piscine calde o fresche,  con e senza idromassaggio; per riposare la notte invece, non avendo una cabina, si trovano a disposizione bar e poltrone a profusione, la vita in crociera dura praticamente h24, nessuno farà caso se vaghi  o ti addormenti su uno degli infiniti divani.

Insomma il problema principale non era rimanere su.

Ma far credere di essere scesi.

E la nostra settimana “legittima”, regolarmente pagata, a questo è servito: ovviamente uno dei compiti più tosti lo ha avuto Lulù, io avrei tentato il soggiorno in nave una settimana supplementare - aggratis - ma a lei spettava il raggiro più gravoso, scendere a fine crociera riuscendo a scannerizzare anche il mio tesserino, affinché risultassi regolarmente derubricato e non più sulla nave.


Durante la nostra settimana di “studio”, oltre a mantenere un bassissimo profilo (nessuna confidenza col personale, frequentato pochissimo i bar, spesso chiuso in cabina, mai a teatro, ancora meno a chiedere informazioni in reception in modo da risultare - almeno io - un viso il meno familiare possibile a bordo; siamo però scesi e saliti diverse volte, ma molto più spesso Lulù, per studiare e scandagliare tempi e modalità di registrazione da parte del personale: ti avvicini alla postazione, porgi il badge, l’addetto lo prende e lo scannerizza con il lettorino di codice a barre, per nulla dissimile da quello che usiamo per fare la spesa alle casse automatiche dei supermercati che offrono questa possibilità; la tua foto appare in video, lui ti guarda, un invio sulla tastiera e via.. risulti fuori dalla nave.
Avanti il prossimo.
Ora dovevamo fare in modo che mia moglie, al momento della discesa definitiva, riuscisse a distrarre il personale il tempo necessario a prendere lo scanner e passarlo al volo anche sul mio tesserino che avrebbe portato con se.
Abbiamo studiato un momento di poco o scarso afflusso, e con un solo incaricato alla verifica, cosa che, ammetto, non capita di rado. Siamo stati, anche se a debita distanza, nei pressi dell’uscita diverso tempo, fatto lo screening a tutti gli elementi di equipaggio che si alternavano alla pratica di imbarco e sbarco, studiato quale potesse essere il momento più adatto, il meno affollato, anche se l’uscita finale è comunque diversa da una discesa temporanea, sicuramente avremmo dovuto far defluire prima un po’ tutti, ma eravamo avvantaggiati da una fermata temporanea,  e non definitiva, della nave; saliti in circa duecento a Lisbona, saremmo riscesi in altrettanti, il grosso dei passeggeri era a bordo, salito a Southampton, e vi sarebbe rimasto ancora fino in Inghilterra.


Cercato anche di capire quante volte, e in quali momenti, ne rimanesse solo uno al controllo passeggeri, e colta l’occasione al volo, ecco che Lulù si avvicina simulando un malore, chiede aiuto all’addetto che, mollata la postazione  cerca soccorsi all’interno, anche per quel solo attimo  che permette a mia moglie di scannerizzare il mio tesserino e azzerare l’immagine a video.  Io lì, a distanza di sicurezza, a spiare tutta la situazione, vedere Lulù che prontamente si riprende, chiede scusa e imbocca la via d’uscita, da sola, ma nella realtà virtuale anche con me a fianco.. appena scesa mi chiama: “Madonna mi sono sentita una piccola Lara Croft.. se mi beccavano.. ma sembra tutto ok.. certo non ho la sicurezza matematica.. però ho scannerizzato, è apparso il tuo volto e ho dato invio.. speriamo bene..”
Poteva sembrare complicato, ma è riuscito davvero alla grande e proprio quando pensavamo di aver superato lo scoglio più tosto.. non immaginavamo (ma forse Lulù sì..) che il peggio doveva ancora arrivare, e me lo sarei beccato tutto io..

E ora a spasso per questa nuova vita da “inesistente” col mio fido zainetto in spalla e il minimo necessario, un paio di jeans, maglietta, slip anche e lo spazzolino.. .
L’ansia e l’adrenalina mi hanno subito sollecitato l’appetito, mi fiondo al buffet.. poi inizio a girare con nonchalance, ovviamente immagino gli occhi di tutti su di me, ma praticamente non mi vede nessuno.. ricarico il cell a una delle infinite prese di bordo, mi piazzo al sole, ritelefono a Lulù preoccupata per questo esperimento fortemente voluto da me, ma dove finora, a rischiare, è stata solo lei.. il problema sarà che a nave salpata non potrò contattarla per telefono, e neanche via whatsapp perché i pacchetti wifi sono acquistabili a bordo solo col badge di imbarco e io sono un clandestino in piena regola.. per telefonare dovrò attendere  il prossimo porto e far conto sui ripetitori di terra. Intanto leggo, prendo il sole e attendo la sera, la notte anzi, primo probante banco di prova. 




Anche se durante la settimana “autorizzata”, non dico Lulù, perché non gliel’avrebbe proprio fatta, ma io ho voluto simularla una nottata in giro, tra bar, birrerie, spazi comuni e slot machines  e devo dire che mi sono stupito di quante persone si possono trovare a spasso alle ore più piccole, ovviamente non mi sono mai soffermato troppo, per non dare nell’occhio, ma gironzolando ho notato quell’atmosfera da aeroporto, di quelli che vivono h24, e così anche sulla nave, tra piano bar, karaoke, buffet notturno; e simulando poi fantasiosi mal di mare ti accomodi  nel salone principale, leggendo libri vita natural durante.. buona anche l’idea di bivaccare sui divani ai ponti passeggeri, davanti agli ascensori che fanno su e giù ininterrottamente, a volte portando altra gente che gira sola, ma in cerca di compagnia, tipi che poi avrebbero potuto rappresentare un problema durante la crociera solitaria, e notando anche un’infinità di cocktail lasciati a metà sui tavoli.. ne avrei potuto approfittare una volta clandestino e privo di tessera.. insomma, trascorrere la notte privi di cabina non sembrava un problema così insormontabile.. avevo notato almeno due soggetti addormentati su divani e poltrone, magari di bar ormai ampiamente oltre il turno di chiusura.. possibile che stessero facendo tutti il mio esperimento, con una settimana di anticipo?! .. sorridendo all’idea bizzarra ma esausto (erano le tre di notte) sono tornato in cabina, ne sarei uscito alle cinque però, tanto per curiosare sul ripristino delle attività di bordo, e constatare quanti passeggeri stessero ancora, o già, vagando modello zombie... ne ho trovato uno addirittura vestito di tutto punto sdraiato nell’area piscina centrale.. e il personale non fiata, né ti disturba.. basterebbe una segnalazione per far perdere loro il posto, quasi tutti sudamericani, africani, indonesiani, di solito con contratti a otto mesi, e poi a casa ad attendere una nuova chiamata.. figurati se vanno a svegliare un ospite magari danarosissimo e pure permaloso.. la cosa ovviamente volgeva a mio vantaggio, certo un conto è fare sopralluoghi con alle spalle una cabina rassicurante, un altro è ora, solo, occulto e clandestino per davvero,  e adrenalinizzato per di più, convinto che tutti mi stiano guardando capendo pure al volo che sono un intruso irregolare.



Ed eccola allora la mia prima notte in giro, addirittura riesco a chiudere occhio su un divanetto dell’area Casinò, anche se l’idea era di scambiare il giorno con la notte, facendomi lunghissimi sonni diurni sulle comodissime sdraio MSC sparpagliate a decine sui ponti prendisole. Quando sta per fare alba mi chiudo al bagno, fresco di turno di pulizia, almeno non romperanno per un po’,  mi addormento quasi sulla tazza, in fondo sono appena le cinque, tra un’ora apre il ponte colazione..e  l’aurora sarà a salutare solo me e la mia scommessa pazza.

Mi accorgo che distolgo appositamente lo sguardo da camerieri, inservienti e, soprattutto, ufficiali. Se qualcuno mi chiedesse qualcosa sarei spacciato.. che ne so, una verifica o qualsiasi altra cosa, sono un attimo ansioso, sì, vorrei vedere voi.. e in più, mentre me ne sto circondato da uova strapazzate, bacon, succo d’arancia e cornetti salati si avvicina un tizio stralunato: “Italiano?” “Sì” rispondo mio malgrado.. “Finalmente!..tutti inglesi a bordo.. ti dispiace se mi siedo.. sei solo?!”  Proprio quello che non volevo.. “Sto aspettando mia moglie in realtà… perdonami.. “  Ok   scusa.. capisco.. buona giornata!” mi risponde allontanandosi.
Ecco un qualcosa di non preventivato,o comunque non abbastanza: se sei solo, rischi l’avvicinamento, l’approccio; e la crociera è anche luogo per favorire incontri, esistono luoghi ed appuntamenti programmati dedicati alle persone sole, single, vedovi ad esempio, ed anche punti di incontro LGBT.. e io ero entrato in un nuovo campo da gioco, forse anche un nuovo sport.. dovevo destreggiarmi.. e pensare che un sacco di gente soffre di solitudine e non riesce ad incontrare nessuno..io ci ho messo un amen a calamitare un incontro.. indesiderabilissimo tra l’altro.. dopo una settimana trascorsa con la massima accortezza a non avvicinare nessuno.. ahah
Ma gli inconvenienti sembravano appena iniziati. Mentre esco dal buffet una vecchietta riesce a rovesciarmi il suo vassoio e il cappuccino sui pantaloni..arriva un inserviente ma quel che è peggio, anche un ufficiale che si scusa in napoletano per l’accaduto assieme alla vecchietta che lo fa in inglese..”Mi dispiace tanto, mi dia il numero della cabina e le faccio recapitare un buono omaggio per la lavanderia”
Devo essere sbiancato.. “Ma no guardi, non fa nulla! “Devo insistere.. dove glielo mando il buono?”  Vado nel panico e al volo mi viene  il numero di cabina del viaggio precedente..  tutt’al più penseranno che ho sbagliato a riferirlo.. saluto tutti, vecchietta ed ufficiale, e scappo via complimentandomi per la mia capacità di passare inosservato.. uno tsunami dentro un acquario praticamente.. vediamo di non fare più danni per oggi.. c’è un sole già caldo.. cerco la sdraio più isolata dal mondo e mi piazzo a leggere in pace.. dopo un paio riecco lo stralunato della colazione.. “Tua moglie l’hai trovata poi?” “ Si..” replico freddo “Ora è in cabina.. troppo caldo” “Ah ok.. ci si vede allora..”. E questo “ci si vede” che stona decisamente.. non voglio vedere nessuno! Cazzarola.. tanta fatica a non dare confidenza a nessuno.. ed ecco il risultato.. guarda se finisce per farmi scoprire.. e intanto ero preoccupato per il buono della lavanderia, e anche del fatto che quell’ufficiale al buffet l’avrei rivisto sicuramente..mannaggia a me e alle vecchiette sbadate.. ora cominciavo a vedere fantasmi dappertutto e l’ansia montava.. fare i fighetti a bocce ferme in effetti è un conto, poi alla prova dei fatti subentrano sempre mille elementi non considerati o che proprio nel frangente, decidono di palesarsi.. nel caso specifico anche se vuoi fare l’orso e non rivolgere la parola a nessuno, in crociera c’è comunque  qualcuno che incontri per forza quasi quotidianamente: il “cabin attendant”, l’omino che ogni giorno ti sistema la cabina, fa’ il letto, pulisce tutto, ti cambia asciugamani due volte al giorno, ti recapita le comunicazioni di servizio e il programma di bordo.. ma questo tizio io, in cinque crociere, l’ho visto solo ed esclusivamente al piano, nei pressi delle cabine che deve sistemare (di solito ne hanno una ventina a testa di cui occuparsi) e mai, sottolineo MAI, altrove.




E ovviamente, al piano dove avevamo la cabina con Lulù fino a due giorni prima, vedo di passarci abbondantemente al largo.. e quindi perché dovrei incontrare il mio attendant sulla nave, guarda caso l’unico che sa con quasi certezza che sarei dovuto essere sceso?  Ve lo dico io: perché in ossequio alla Legge di Murphy, se qualcosa deve andare storta, lo farà ;)   E allora ecco che il nostro Luciano, questo il nome dell’addetto alla cabina, probabilmente intento a recuperare la cena che qualche turista aveva richiesto a domicilio, stava transitando proprio nel buffet reparto cucina orientale e ovviamente me lo ritrovo faccia a faccia. Mi guarda, lo guardo, distolgo subito lo sguardo ma sento un Buongiorno! sorpresissimo.. lo guardo mio malgrado e m’invento al volo “Ciao!.. abbiamo deciso di fare un altro giro!!” “Ah bene.. salutami la signora allora!!” A voi sembra che le complicazioni possano sciogliersi così come neve al sole, ebbene no.. il nostro Luciano un sospettino lo alimenta e alla faccia della lauta mancia che mia moglie gli ha lasciato il giorno di sbarco (o forse proprio per quella), decide di chiedere in reception se gli occupanti della nostra cabina, avessero davvero prolungato la vacanza.
Ovviamente non risulta nulla e da quel momento, chiesta conferma della mia presenza al nostro pignolissimo attendant, inizia una discreta ma serratissima caccia al clandestino da parte della Sicurezza MSC, e siccome non sono un ago nel pagliaio, alla faccia delle dimensioni della nave, mi beccano praticamente nel giro d’un paio d’ore, anche se cercavo di svicolare per aree comuni, ovviamente con l’aiuto di Luciano. 


“Buongiorno” chiede un graduato dall’innegabile accento napoletano, “Scusi se la importuniamo, ma stiamo facendo dei controlli e servirebbe il suo badge di cabina”. Vorrei inventarmi chissà che ma le mie risorse sono già state grattate tutte dal fondo del barile. “Ok, mi avete beccato.. mi arrendo.. ora finisco in gattabuia presumo?” “Lei ha violato un’infinità  di norme , leggi e disposizioni, mettendo a rischio anche la sicurezza della nave” “Ora non esageriamo.. potrei parlare col Comandante? In fondo sono vostro fedele cliente.. possiamo discuterne?”
No. Sembrava che in presenza di clandestini illegali le Autorità di Bordo incarognissero ancor di più, ne andava anche della proverbiale sicurezza di ospiti e sistemi di controllo.. chiunque allora avrebbe potuto intrufolarsi? MSC avrebbe perduto credibilità.. e proprio a questa eventuale pessima pubblicità involontaria avrei dovuto aggrapparmi.. sembravano tutti imbarazzati, ma soprattutto stizziti. Il Comandante fu praticamente l’ultimo con cui parlai. Volle sapere per filo e per segno le modalità con le quali avevamo eluso i controlli, e finì quasi per complimentarsi, soprattutto con mia moglie...
Ora dovevo solo negoziare uno scambio equo. Il mio silenzio sulla fallibilità delle procedure sbarco/imbarco contro l’immunità, mia e di mia moglie, ovviamente.
Incredibile a dirlo, ma andò anche meglio.
Alla luce del mio acclarato ed innocente tentativo di provare giusto l’emozione di un giro in clandestinità, in cambio del mio mutismo tombale sull’intera faccenda mi offrirono una crociera per due ai Caraibi in esperienza Yatch Club, quella più costosa ed esclusiva.
Ecco perché dovetti rinunciare a vendere  i diritti di pubblicazione del mio avventuroso resoconto ad un giornale di gran tiratura, limitandomi ad esporlo giusto qui sul blog, dove rimarrà disponibile appena per i miei pochi lettori aficionados..