martedì 25 giugno 2013

DISCONTINUITA'


Il nuovo trend politich(aziendal)ese si riempie la bocca, ultimamente, di riferimenti continui (scusate il bisticcio) alla discontinuità
Fino all'altro ieri “assenza di costanza”, in una accezione denigratoria universalmente riconosciuta, oggi sinonimo di frattura e repentino cambio di direzione, rinnovamento, riforma, riorganizzazione, spirito moderno.

Anzi che ci abbiano risparmiato la solita anglofobia arruffata; ora si pesca direttamente dall'italiano incruschito, da rivalutare con libera interpretazione.
Anche Benedetto XVI si è affidato all'Ermeneutica della continuità e della riforma in contrapposizione ad un'inquietante Ermeneutica della discontinità e della rottura (chissà come saranno soddisfatti i bimbi che continuano a morire di fame e stenti - sempre uno ogni cinque minuti precisi, ma nessuno in Svizzera -).
Fisicamente il mondo è già una discontinuità per suo conto, ma parliamo di fotoni ed elettroni, di sequenze on/off (tanto per non tradire il rigurgito anglofono).

Ed intanto, sul piano di questa presunta, mirabolante e decantata discontinuità, non si muove una foglietta che è una ed al massimo apre un ministero del Monopoli a Monza, o si polemizza sulle 40 macchine blu a disposizione del Colle (“sono solo 35” recita una laconica replica da brividi dello staff presidenziale), o si tengono le camere aperte ad Agosto (e quei poveri parlamentari che hanno prenotato le Seychelles?!?), ma vuoi mettere discontinuità con innovazione? Tutta un'altra musica...



Ragazze interrotte

Gli irregolari di North Avenue

...e DIScontinuavano a chiamarlo Trinita'





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