domenica 17 aprile 2022

ISOLE (.. E DI PASQUA, CI STA PROPRIO BENE!)

Procida

"Forse a questo servono le isole: creare un anello infinito senza l'affanno dello sconosciuto"

Autocitandomi fino ad affermare che "le isole rassicurano dall'inesplorabile".
Dove altri possono sentirsi paradossalmente "persi", io mi crogiolo nella mia confort zone.

Ma il post nasce per segnalare un libro curioso e, soprattutto, fantastico: Perché narra di isole sperdute, ancora più isole.
Tagliate fuori dai circuiti, dalle rotte, dalle dinamiche turistiche. Isole dove davvero difficile che andrò, e quindi quasi isole che non ci sono.



Isole che anche Google Earth fatica ad inquadrare, tutte con qualche particolarità bizzarra, storie di naufraghi, scoperte, approdi irreali; come se già non bastasse la loro qualità di "isole" per farne oggetto di desiderio..
In effetti il mio amore per questi tratti di terra circondati da e marosi ed il nulla privo anche di eco, è viscerale, legato probabilmente al piacere - e alla rassicurazione anche - di sentirsi come protetti.

Al pari di una città circondata da mura di cinta, io eleggo il mare a baluardo.

Naxos  -  Grecia

E vorrei addirittura inventarmela un'isola tutta per me, fuori da ogni rotta, estranea ai satelliti, sospetta anche alle tempeste, invisa ai venti.. un'isola ideale che raccolga una briciola di ogni lembo di atollo visitato, ogni profumo di terra emersa, ogni memoria di oasi che mi ha lasciato incantato.. 
  .. e allora ho pensato di elencarle le isole visitate,  e sicuramente qualcosa sarà rimasta fuori, mai dal cuore comunque..

ovviamente parto dalle mie amatissime isole greche, Cicladi in particolare.. con tantissime altre ancora da scoprire..

Kos   qui
Folegandros   qui
Serifos   qui
Sifnos   qui
Milos
Amorgos   qui
Santorini    qui
Mykonos
Creta    qui
Koufonissi
Corfù
Naxos   qui
Rodi  
Karpatos
Tinos   qui

poi le isole del Mondo:

Kuredu (Maldive)   qui
Lofoten (Norvegia)
Bahamas
Giamaica  qui


Zanzibar
Tenerife
Gran Canaria
Lanzarote

E infine tutto il resto del Mediterraneo, a cominciare dalla nostrane:

Sicilia   qui  (con annesse Marettimo, Favignana, Salina, Lipari, Alicudi, Filicudi, Vulcano, Stromboli e Panarea)

Sardegna (e La Maddalena)

Ponza   qui
Ventotene
Palmarola
Santo Stefano
Zannone
Elba
Giglio
Giannutri
Procida  qui
Ischia
Capri

senza trascurare almeno un'isola lacustre,
quella Maggiore nel Trasimeno

e poi altre perle mediterranee:

Corsica   qui
Malta
Minorca   qui

Ponza. Da dove nasce tutto.

E ancora Auguri di una Pasqua meravigliosa, stavolta, che diventi isola anche lei, circondata solo di serenità..



giovedì 14 aprile 2022

ROMA: LA CITTA' PIU' BELLA DEL MONDO (MAX TRE GIORNI..)

Gazometro   -  Ostiense

Un post di Mirtillo, Castel Sant'Angelo,  ha fatto venire voglia anche a me di parlare della mia città.
Città dove sono nato e vivo da sempre, ma che, bene o male, tutti sanno non rientrare affatto nella mia graduatoria di luogo preferito, in qualità di residente, ovviamente, e non di visitatore occasionale. 

E' anche vero che la città offre un miliardo di scorci, oltre alle solite cose visitate e fotografate in massa (quando ho saputo che l'Altare della Patria è uno dei monumenti più "scattati" sono davvero trasalito..).
Quindi ho cercato in archivio qualche foto di una Roma diversa, forse accettabile anche da chi, a viverla quotidianamente, non ce la fa davvero più.

San Pietro e Paolo  -  Eur

Gli strafamosi sanpietrini romani, ideale per scooteristi (arghh!!)


Street art romana, qualche volta scarabocchio, e in altre, botte di genio..

Roma va passeggiata fuori dagli abituali circuiti, questo è certo; purtroppo le mete sono scontate ed il tempo è quasi sempre tiranno.. quindi dopo San Pietro e Castel Sant'Angelo, il Colosseo e i Fori, la Fontana di Trevi e Piazza Navona.. finisce per mancare la forza e si comincia ad accusare il fenomenale caos..  ;)


Anche ill Pincio ligio alle direttive anti Covid


Abbiamo le nostri torri.. certo non è quella di Pisa.. 


Qualche traccia di Trastevere che rimane, per fortuna, intatta..


..i gabbiani invece, non sono solo quelli decorativi al Campidoglio.. 

Purtroppo chi risiede a Roma, finisce per smarrire la vena poetica, il sentimento che pure regna tra viuzze e monumenti; rimane irreversibilmente intrappolato nella difficoltà del semplice vivere, del traffico, della burocrazia, della sporcizia e della delinquenza. 


Per fare una foto così, solo in lockdown, altrimenti sei morto.


Villa Borghese poetica.. roba da turisti.. ;)


Ci sarebbe da girare giorni per Roma. settimane intere.. io - da residente - non nascondo che aspetti incredibili li ho scoperti solo dopo aver letto Angeli e demoni di Dan Brown..


L'Acattolico di Otiense, cimitero monumentale di rara bellezza,
spesso ignorato da turisti e residenti


Bolle di sapone ai Fori.. 



Contrasto di stili  -  Eur



Acqua e riflessi a San Pietro



domenica 10 aprile 2022

LICORICE PIZZA (QUASI MEGLIO QUELLA ALL'ANANAS..)

Licorice pizza, al pari di una americanissima pizza impiastrata, rischia di produrre nausea; addirittura la colonna sonora, una dei pochi elementi che si salvano, finisce per infastidire coprendo, spesso a sproposito, i dialoghi;  storia romanzata che si riduce ad una scollata serie di sketch intrisi di American Graffiti, un variopinto divertissement  dove giusto Bradley Cooper mette una firma personalissima, al contrario di Sean Penn che sembra passare per caso.

Bradley Cooper sempre più mattatore..

Alla fine, questo sfilacciato tira e molla tra un esuberante quindicenne cicciottello e un’anonima venticinquenne che vorrebbe solo evadere dalla sua vita ancora più anonima, inanella momenti tra l’assurdo e lo stravagante, spaccati di vita fin troppo spaccati, offrendo una carrellata continua di faccione che tracimano lo schermo e siparietti più o meno (molto più i meno) acchiappanti (coi proprietari del ristorante giapponese mi sono tagliato, a dir la verità, anche se pare che scimmiottare la cadenza nipponica abbia creato subito qualche recriminazione).

Il tutto ripercorrendo la vera storia di Gary Goetzman, uno dei più grossi produttori cinematografici in circolazione e collaboratore di Tom Hanks; sicuramente un piccolo genio, ed in grado, all’epoca, di precorrere i tempi (mise su realmente una vendita di materassi ad acqua e un Palazzo dei Flippers) e innamorarsi di una ragazza per forza “più vecchia”, quell’Alana - musicista nella realtà e già conosciuta da PTA - invero abbastanza insipida  e capace di giusto tre o quattro espressioni facciali ricorrenti e che nel film vaga perennemente immersa nella sua indecisione, rivestita di entusiasmi fragili, come quando gira irrealmente in costume all’inaugurazione dei materassi ad acqua.


Il figlio di Seymour, Cooper Hoffman, se la cavicchia, lo vediamo spesso sornione  o mentre corre al ralenty, comunque in preda al sogno americano (epicentro del film), per fare soldi o baciarsi una venticinquenne.
Può davvero bastare tutto questo mischiume frenetico? Leggo di gente a bocca aperta solo per la guida di un camion in (folle/discesa) in retromarcia.. davvero serve che ci recapitino da epoche spensierate la semplicità, la freschezza, l’incoscienza? Siamo davvero così nostalgici? Possiamo davvero sorprenderci di un’aneddotica costantemente fuori le righe?
In fondo un nuovo embargo lo rivivremo a breve e di politica fasulla, siamo già maestri.

giovedì 7 aprile 2022

SONO STATO BRAVO

 


Mi alzo al buio, per non svegliarla, tasto piano mobili e spigoli, in bagno l’occhio lentamente si abitua e individua contorni, non tiro l’acqua, torno silenzioso, mi rinfilo sotto le coperte.

Ascolto il suo respiro quieto, regolare, di vita che riprende i sensi, che lenisce i dolori, accantona ricordi. Più tardi arriva anche sete.

Mi rimuovo a ralenty, sempre nel buio denso, in cucina senza ciabatte e il pavimento gelido che stiletta, apro il frigo e mi disseto.
Lo richiudo e il buio si accalca di nuovo attorno.
Torno felpato, col respiro razionato.

Accanto pacato sonno. Lo immagino colmo di sogni, di noi assieme, di passeggio per mano.
Sono stato bravo.

Mi accuccio nel piumone e mi riaddormento.
La mattina lei non c’è. Si è alzata cauta.
E se ne è andata via senza uno scricchiolio.

Più brava di me.


sabato 2 aprile 2022

QUIETA UMBRIA

Spoleto

..e dopo Dubai eccoci a ritemprare spirito e muscoli (muscoli poi non troppo.. belle scarpinate anche qua.. ), un raccontare viaggiando e un farmi raccontare dal viaggio, e  dai luoghi, dai vicoli, dai portoni, dai saliscendi, dai silenzi che sanno di antico, di storia sedimentata anche quando non rimangono che ruderi, ma impassibili ormai, eterni nella loro definitiva incompiutezza, testimoni di tutto l'altro sfacelo umano che incombe. 

Spello

Si viaggia a vista, nel vero senso della parola, è così che arriviamo a Pissignano, snobbato da svariate guide, ma che dalla superstrada offre i magnifici resti del suo castello e del borgo che lo cura ora.

Pissignano

La valle umbra, o anche spoletana, offre in un fazzoletto di terra gioielli medievali della caratura di Spello, Foligno, Montefalco, Trevi, Bevagna, Spoleto ma anche piccoli angoli deliziosi come Castel san Giovanni, Pissignano o Rasiglia, ognuno da ammirare e percorrere nel silenzio e nella grazia che donano i loro infiniti punti di vista.

Rasiglia

Dal borghetto frenetico al grumo di case che si sorreggono l'un l'altra tra dedali di viuzze contorte

Montefalco

Poi capita di scorgere un'architrave, un sottopasso, un panno steso, una persiana socchiusa, una pianta sul davanzale.. e mi immergo in quelle vite che davvero invidio; ricche di calma, di tempo rallentato, di ombre disegnate tra mura e selciato.

Spello


Tanti luoghi a prenderci per mano e portarci nei loro intrighi,  in colori sconosciuti, odori di camino che sfuggono via, diventa davvero un racconto incredibile, un susseguirsi di sorprese e nuove vie.
Una tipologia di abitato che amo davvero, ogni borgo un articolato presepe che ci abbraccia al pari di vecchi amici,  restituendo l'eco dei passi come un saluto caldo.

Bevagna

Sbuco da una chiesa, o da un crocevia, e mi illumino. Questo il trucco: acchiappare luce e riflessi da pietre che raccontano i secoli, memorie alle quali solo noi, con la nostra idiozia, potremmo mettere la parola fine. Mi auguro non accada mai. 

Spoleto


...per finire in luoghi sacri dove anche il silenzio sembra intimorito, entriamo in abbazie imponenti, con chiostri, giardini, cripte aperti al pubblico, e la nostra esitazione come a violare equilibri millenari.

Abbazia Sassovivo

E tra un borgo e l'altro, oasi incredibili, come le Fonti del Clitunno; specchi d'acqua circondati da un verde imponente dove anatre e cigni passeggiano sereni, incuranti anche del nostro passaggio; o le cascate delle Marmore, fenomenale triplo salto di acque irrequiete regolate a mirabile caduta già in epoche insospettabili da un console romano, Curio Dentato.

Fonti del Clitunno


Cascata delle Marmore


Si riprende il cammino verso la capitale consci di lasciare un mondo a velocità ridotta, a densità minima, a preoccupazioni irrilevanti, ma a meraviglia decuplicata.
Piccole parentesi di cui godere appieno, ogni volta se ne presenti l'occasione. 


mercoledì 30 marzo 2022

STUPIRE O STUPIRMI?

Stupire o stupirmi. Cosa prima?

Stupire chi legge un taglio compiuto - inizio/fine - o stupirmi  mentre emetto caratteri che prendono forma in testa poi tra le dita che pigiano, non a casaccio ma telecomandate, poi leggo e il Backspace diventa il tasto prediletto quando non si deleghi invece al Canc una pulizia etnica di carattere postumo e definitivo.

Oppure evidenzio e copioncollo e arando con i simboli delle freccine riscrivo copincollo quattro volte (prima staccato, poi con la i poi senza poi con due), riduco il formato e ingentilisco i caratteri perché il nulla prenda forma, stupendo me prima di altri (o forse dopo?).

Cosa prima?



mercoledì 23 marzo 2022

DRIVE MY CAR - LA CANDIDATURA ALL'OSCAR CHE NON COMPRENDO

 


Timidamente, ma non troppo, sembra sia l’unico cui questo film non abbia suscitato tutti questi clamori. Allergico alla lentezza? Refrattario ai dialoghi centellinati? Ostile verso atteggiamenti irreali? Probabilmente un po’ tutto, nonostante una predisposizione iniziale scevra da preconcetti. Questo spottone Saab mi ha lasciato perplesso a cominciare da alcune scelte di base, come il silenzio del protagonista sul tradimento della moglie o l’uscire tranquillamente di casa con lei che dice in tono grave: “Stasera ti devo parlare”, quando hai appena scoperto che ti tradisce. No ma dico: immaginatevici.
Ovviamente tutto necessario per lo sviluppo della pellicola e dei richiami a Checov e Beckett, dove i personaggi attendono a basta, spesso incapaci di (re)agire.
Oltretutto in una messa in scena d’avanguardia, una rappresentazione futurista dello Zio Vanja con linguaggi misti (anche dei gesti) e attori che non si comprendono l’un l’altro. Un film che scorre un po’ a teatro e un po’ (molto)  a bordo di questa Saab che impareremo a conoscere da tutte le angolazioni in riprese (notte, giorno, gallerie, sorpassi, traffico, andata, ritorno) al limite dell’estenuante (mi aspettavo, anche nell’intermezzo sul traghetto, una decina di minuti di onde fisse a susseguirsi..); un’autista carica di rimorsi che sfogheranno assieme ai rimpianti del regista protagonista solo al termine di 179 minuti di peregrinazioni mute e soluzioni visive spesso accessorie. Sicuramente il pathos non ha tracimato e mi sono soffermato sul dito perdendomi la luna indicata, ma comunque ho trovato rudimentali anche i presunti dialoghi chiave e tutto il costruito per accendere emozione, ma attraverso terreno ovvio e visto mille volte, ma stavolta al ralenty.
Lui che non vuole l’autista perché abituato e felice di guidare la sua macchina, accetta quasi per forza e si siede sul sedile ..posteriore! Oltretutto di una macchina a due sportelli? Scomodissimo e teatrale (i richiami si accavallano) ma elementare espediente narrativo per descrivere l’evolversi del formale rapporto passeggero/autista  fino alla complicità  del sedersi accanto, dopo  un paio d’ore e qualche stramigliaio di kilometri, infrangendo una sorta di divisione emotiva che sorprenderà giusto chi vuole farsi sorprendere.
Ma ce ne sarebbero di altri inceppi: dall’attore/amante della moglie scelto quasi masochisticamente dal regista e i suoi comportamenti grotteschi (il ridicolo non voler essere fotografato dai fans che lo porterà a scelte deliranti), il continuare a studiare una parte che, guarda caso, si rivelerà provvidenziale, fino alla giovane autista tormentata che d’incanto passerà dalla maschera imperturbabile al completo aprirsi (come col fumare nella Saab, vietatissimo fino ad un fotogramma prima).
Mi si dirà che è proprio l'inceppo la chiave di volta.
Soluzioni spesso ingenue che vorrebbero stupire, dialoghi scarni e al limite del grottesco, titoli del film dopo una mezz’ora solo per illustrarci una sofferenza covata nel profondo e uno stacco emozionale da non voler/saper gestire, ed un finale sibillino sempre con la Saab turbo protagonista (gliel’ha regalata lui o vivono insieme una nuova esistenza?) e la giovane autista che guida in mascherina anche da sola (siamo arrivati ai nostri giorni - da Checov a Covid -), finalmente pettinata e senza più cicatrice sulla guancia (ma forse è solo una mia impressione), quasi a sottolineare che in questo film tutto avverrà, ma con calma, maledetta calma, aspettando Godot o chi per lui.