venerdì 17 giugno 2022

QUALCOSA DI ISLANDESE..


Di certo un'isola da vivere più intensamente di quello che  possa concedere una crociera con quattro fermate.

Ma dal mare abbiamo un vantaggio.
Circumnavigare l'Islanda nel suo costante essere giorno - a giugno le ore di oscurità sono davvero minime - permette una confidenza diversa, le sue cime innevate confuse nelle nubi dove si nascondono i troll, il mare cobalto, i fiordi che si infilano nel cuore fino a paesini di case colorate coi ricami di tende alle finestre fino a stemperare ogni moto ondoso e ogni spigolo di nube.
Una quiete davvero irreale.

E noi che filiamo sul quel mare denso di silenzi spostandoci da un porto all'altro, da un tramonto ad un'alba sempre illuminati, ci regaliamo macchie di colore e corsi d'acqua costanti, grumi di case agghindate a festa, con mille fronzoli sui davanzali, quasi a voler comunicare con chi passa.
E' un'Islanda lontana questa in due righe, e anche le foto, lo ammetto, non comunicano tutta l'ampiezza e la luce, neanche a me che ho toccato con mano restituiscono tutto, manca la sorpresa dell'attimo, la cura dello spazio, la consapevolezza di cieli davvero più luminosi, della pulizia dell'immagine, ma molto dipende dall'approccio, dal voler entrare nel paesaggio, averne curato gli scorci, spulciato le lamiere inchiodate e dipinte addosso alle case, immaginare che, in qualche modo, frenino il buio negli inverni oscuri, e che quei colori siano a richiamare la brillantezza dell'estate.

Gli orizzonti paiono moltiplicarsi, le strade snodi che si arrampicano e ridiscendono senza guardrail, le cascate un continuo riversare acqua da ogni roccia scoscesa, un infinito sciogliersi di ghiacci e nevi, di terra in costante divenire. 
Fiordi che riflettono mare e montagne creando specchi continui, veduta legata a doppia immagine. Si resta stupiti di fronte al rumore, alla libertà, alla sregolatezza di tanto spettacolo. 


Troviamo di rado sole pieno, ma quando avviene nugoli di bimbi in maglietta impazzano in mezzo a noi, imbacuccati invece, con giacche a vento da yeti solo perché "lì fa freddo", ma poi scopri che non è così vero.






Paradossalmente il viaggio in nave aiuta a decifrare, a comprendere, a misurare. A collezionare silenzi. Terre di meditazione, e mari del nord, solcati da qualche balena, quando si degnano di farsi notare..
C'è tempo per leggere Un italiano in Islanda, di Roberto Luigi Pagani, docente in Linguistica Islandese, trasferitosi definitivamente a Reykjavik; il dondolio lento e costante della nave sposta il sole da una pagina all'altra a ritmo regolare, sembra che il cosmo cospiri alla totale attenzione della pagina, creando l'esatta atmosfera.


 

E poi fare lunghe passeggiate per queste case basse, col tetto d'erba pettinata dal vento, vengono in mente altri mondi a velocità assolutamente inconciliabili, che le lunghe soste della nave, combinate con spostamenti lenti, aiutano però ad assimilare, a renderci partecipi.
Qui cucinano sui geyser a 100 gradi o sulle colate di lava, ogni volta una festa di terra pulsante. Il gas lo imbrigliano e ci riscaldano e illuminano a sufficienza, mutua collaborazione nel massimo rispetto.


Un universo difficile da raccontare, ma ci sono sensazioni che anche scendendo ad ogni porto, e lasciando ormeggiato qualche ora il nostro mondo occidentale e frenetico, non fanno fatica ad appiccicartisi addosso, con le chiesette in legno smaltato, i forni e i loro aromi burrosi, le persone spesso sorridenti, le rade auto che si fermano per farti passare anche se è rosso per noi.

Sui vichinghi poi un sacco di storie ma credo ci si siano adattati volentieri: negozi e bazar vendono mille ninnoli su saghe e presunte epopee, e la magia del paesaggio alimenta tutto volentieri.. in fondo è una tundra subartica, terra del ghiaccio e del fuoco, qualsiasi leggenda può davvero trovare terreno fertile.
Diventi magicamente del luogo, ti si avvolge tutto attorno, con naturalezza e spontaneità, mentre scambi il tuo mondo con il loro, ti accorgi di respirare la loro aria, ammirare quelle case dalle finestre larghe, ad ingoiare più luce possibile.. ogni volta che ce n'è.




Non avverti mai estraneità, lontananza.. certo è estate.. solo un segmento di vita islandese, che d'inverno si anima anche di aurore boreali, di lucine perennemente accese, ma anche di buio denso e costante, che potrebbe mettere a dura prova noi mediterranei..  buio animato da elfi e troll, magari uno di quelli monelli, che ha fatto sparire la valigia di Lulù in aeroporto il 29 maggio, per farcela ritrovare nello stesso aeroporto solo il 9 giugno, a fine vacanza.. 
Ma  abbiamo ovviato al disagio, la vacanza meritava, e neanche l'influenza intestinale ha potuto troppo.. scansato il covid per due anni, ce lo siamo probabilmente coccolato in nave.. ma ci ha dato tempo di tornare a casa e rimanere intrigati di ricordi splendidi.. 











mercoledì 8 giugno 2022

ALL'IMPROVVISO

 


Accadde
tutto
all’improvviso,
universalmente.
E
se
ne
accorsero in pochi.

Quel
giorno,
alle
ore
17,00,
erano
ancora
le
16,58.

Sembrava
l’inizio
di
un
qualcosa
di
irreversibile
e
foriero
di
reiterazione
ma
le
18
recuperarono invece,
come
certi
Frecciarossa
orgogliosi.
  
Alle 19 però,
tre minuti
vennero
di
nuovo
a
mancare.

E
ora
si
guardava
alle venti
con
malcelata
apprensione.
Forse
un
parziale
recupero
alla mezz’ora,
poi
il
crollo
definitivo.

Minuti a manciate
bloccati per strada:
alle
ipotetiche
20
il
tempo
era
bello
che
fermo
da
circa
venti
minuti.

E in quei venti minuti
la
nuova
rivoluzione
occupò
il
mondo.

Indaffarato in tutt’altro.


mercoledì 1 giugno 2022

CORRETTORI DI BOZZE DEL MONDO NE ABBIAMO?

 


Prendo spunto da un articolo su Robinson di Repubblica..  George Steiner che parla di Sebastiano Timpanaro, filologo e latinista, leggendariamente noto come "il" correttore di bozze.

"Quel che ho cercato di dimostrare in questo racconto" precisa Steiner "è che un correttore di bozze può essere l'allegoria di qualcuno che voglia correggere il mondo. Correggere un errore tipografico, infatti, non è una piccola cosa: significa credere in un mondo dove possano esistere l'esattezza e la verificabilità, un'utopia della precisione. Il correttore di bozze come il rivoluzionario".

Mestiere che mi affascina da sempre, perché sono un perenne correttore.. i miei post in bozza sono magma pulsante, leggo e correggo, svirgolo, contraggo, sostituisco.
Quando li pubblico, poi, magari mi do quiete un secondo, ma se capita di rileggerli a distanza, cambierei di tutto.. ed ecco lo spunto:  un correttore di bozze del mondo cosa dovrebbe inventarsi?
Quante guerre debellare, quanti confini spostare, quante bistecche esportare, quanta acqua far defluire da un pozzo o un altro?
E perché magari non mettere a ferro e fuoco l'intero pianeta, anziché solo qualche focolaio sparso in giro?
Il Correttore di Bozze Universale probabilmente non può corrispondere alla nostra idea di mondo, così come ci cancella gli a capo e sostituisce gli avverbi, alle prese col mondo intero potrebbe affossare le Maldive e portare ghiaccio perenne sulla Senna..

Eppure servirebbe un correttore a portata di mano, un emissario del Grande Architetto, uno che si sporca le mani, passa il grasso sulle giunture, rimette in asse una finestra, coniughi qualche verbo magari, o anche solo riordini la sintassi mondiale. 

Eppoi dia l'ok per un nuovo inizio. 

mercoledì 25 maggio 2022

COSTO DELLA VITA


Capita in questi giorni di guardare, quasi consequenzialmente, servizi sull'irrefrenabile costo delle materie prima, causa conflitto in Ucraina, e relativi aumenti insostenibili, dai mutui al carrello della spesa e poi indagine sui costi folli di lettini e ombrelloni negli stabilimenti italiani, presi d'assalto da bagnanti in crisi di astinenza dopo due anni di covid.

Qualcosa non mi torna. 

lunedì 23 maggio 2022

2 APRILE 2011 -- 22 MAGGIO 2022 MILAN - INTER : UN FILM O UNA PARTITA?



Intanto siamo Campioni d'Italia di nuovo.. l'ultima volta che accadde questo blog non era ancora nato!! Ma agli esordi (nel 2013) postai un post da fantascienza, scritto nel 2011, dove festeggiavo quasi tutti i miei amori (sport, scrittura e cinema, e che ripropongo di seguito) sperando e sapendo che, prima o poi, i sogni si (ri)avverano sempre.. felice oggi, di gridare al mondo la mia gioia tifando i colori più belli del mondo!!! 


"Salutarono tutti Leonardo, i giocatori del Milan, e guardarono in cagnesco quelli dell'Inter.
Oddio! con la mascherina non è che si potessero ben interpretare gli atteggiamenti, ma gli occhi erano belli espressivi, occhi di tigre, magari un po' in disarmo, ma che ne hanno viste di tutti i colori e non hanno paura più di niente e di nessuno.
In realtà non si sarebbe dovuto giocare, Moratti non avrebbe di certo voluto, la nube radioattiva giunta dal Giappone - ormai da oltre una settimana nei cieli europei - stava preoccupando civili, militari e biologi. Ma non i politici, Berlusconi in testa, che remavano per il “come se nulla fosse”, e nonostante le raccomandazioni delle autorità sanitarie alla cautelativa sospensione di attività sportive, scolastiche e pubbliche in generale, volevano che il derby scudetto si disputasse ugualmente.
Lo stadio, aperto gratuitamente per l'occasione, quasi ad invogliare anche i tifosi più perplessi, era gremito; le mascherine – obbligatorie almeno quelle, assieme ai guanti – rendevano folcloristicamente asettico ed inquietante lo scorcio dal campo e dalla tv.
Questa partita diventava il simbolo della speranza e del riscatto rossonero, ma anche una sfida al destino che negli immediati giorni precedenti la vigilia aveva fatto segnalare anche un paio di violente scosse telluriche sull'arco alpino che avevano messo in agitazione le popolazioni dell'intera padania, sventando si, un effetto tsunami, essendo l'epicentro lontano dal mare, ma causando sbancamenti franosi dei pochi millenari ghiacciai sopravvissuti, oltretutto si giocava senza l'intera tribuna ovest, tamponata alla bellemeglio con giganteschi teloni: due giorni prima un paio di scud di Gheddafi (il classico colpo di coda del dittatore ormai alla resa dopo che l'esercito turco, prendendo alla lettera l'ultima risoluzione congiunta Nato/Onu aveva invaso e messo a ferro e fuoco l'intera Libia, probabilmente sull'onda del troppo entusiasmo ed al perentorio grido di: “Siamo europei anche noi!!!”) avevano scheggiato di brutto la parete esterna dello stadio procurando danni notevoli anche a diverse palazzine adiacenti... ma il derby è il derby! aveva tuonato il Presidente del Consiglio, anche se poi raggiungere lo stadio era stato tutt'altro che agevole... l'improvvisa anomala ondata di rifugiati della Cirenaica/Tripolitania sbarcati in soli tre giorni su tutte le nostre coste avevano costretto le ormai boccheggianti autorità ad accampare gli sventurati in ogni minimo spazio libero, ed i parcheggi del Meazza, si prestavano all'uopo, anche se le manifestazioni leghiste contro l'invasione clandestina stavano raggiungendo limiti intollerabili.
Il Comune di Milano era stato devastato proprio la mattina prima da un centinaio di vandali vestiti di verde, dopo che la delibera congiunta Provincia/Regione aveva accettato il ricovero di duecentomila (sugli oltre seicentomila profughi giunti in Italia a seguito scorribande turche) sul terreno lombardo; ma il derby non poteva ammettere eccezioni, e Berlusconi aveva minacciato il due a zero a tavolino in caso di assenza presuntamente ingiustificata dei cuginastri.
E salutarono Leonardo, i giocatori del Milan, dicevamo; al gran completo e caricati a mille ed a molla nel contempo, seppur in cagnesco, e si chiesero come mai fossero in campo solo Zanetti e Stankovic dei titolari, assieme ad una sparuta Primavera nerazzurra... la risposta era tutta nell'intossicazione da pesce uranizzato giapponese ingerito dall'intera squadra la sera prima, e fornito da un catering dall’opportuna simpatia rossonera.
La partita ebbe comunque inizio, non ci fu mai storia e sul risolutivo 12 a zero, l'arbitro fischiò una liberatoria e gioiosa fine, giusto un attimo prima dell'atterraggio di un centinaio di paracadutisti libici in completo assetto da guerriglia, avvelenati contro l'Italia ed il suo tremolante premier; ed anche un secondo prima che circa seimilacinquecento esiliati nordafricani invadessero il campo all'inferocita ricerca di acqua e cibarie; ed esattamente mentre le precarie zolle del campo proponevano il Definitivo Sussulto, causando indicibili smottamenti tellurici classificabili attorno al grado di magnitudo 11 della scala Richter, con conseguenze di una devastazione tale mai lontanamente prevista neanche dai più catastrofici veggenti Maya.


Ora ti chiediamo: degli eventi straordinari e fantascientifici appena sopra esposti, quale secondo te è decisamente il meno verificabile:

1 terremoto a Milano dell’undicesimo grado della scala Richter
2 invasione in Italia di circa seicentocinquantamila profughi
3 Milan che batte Inter 12 a 0

Occhio che dalla risposta arguiremo se sei un terrorista islamico, un catastrofico iettatore o una persona banalmente incolore ma dal sano buon senso.


ALBA FATALE
Il decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una maggioranza fedele e silenziosa riunita alle tre di notte. In ottemperanza alle normative vigenti in materia d’ordine pubblico contingibile ed itinere ai sensi e per gli effetti dell’art 161 D.Lgs appunto del 2 aprile, si dispone che il derby da disputare il giorno stesso si giocherà alle cinque di mattina. Ma nessuno fa sapere nulla all’Inter. Alle cinque e trenta, in assenza ingiustificata dell’avversario, l’arbitro dichiara la partita vinta due a zero a tavolino.

FUGA PER LA VITTORIA
Milan ed Inter s’incontrano. Sul Finale di partita, il Milan manda in campo Beckett che gliene dirà tante e tali ai giocatori dell’Inter esasperandoli fino a farli uscire di testa. L’arbitro sospende e dichiara la partita vinta 2 a 0 a tavolino.


IL COLORE DELLA VITTORIA
Il decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una maggioranza fedele e silenziosa. In ottemperanza alle normative vigenti in materia di opportunismo cromatico contingibile ed itinere ai sensi e per gli effetti dell’art 162 D.Lgs appunto del 2 aprile, si dispone che il derby del giorno stesso si giocherà esclusivamente con maglie rossonere. Ma nessuno fa sapere nulla all’Inter che si presenta in completo nerazzurro. Preso atto dell’evidente insubordinazione l’arbitro espelle l’Inter e dichiara la partita vinta due a zero a tavolino.


GOAL! IL FILM
All’inizio del derby viene proiettato in area rossonera il film in oggetto, presi dall’avvincente trama gli interisti se lo vedono tutto, nel frattempo i milanisti segnano ventuno reti a porta vuota dall’altra parte tutte regolarmente convalidate. L’arbitro non sospende la partita tanto oggi si vince pure senza tavolino…


SOMMERSBY
Il Milan mette in campo un sosia di Ibra: se è un impostore stanno cadendo un po’ tutti nel tranello, se è lui che fa il finto tonto, deve ancora scontare un turno di squalifica. Gli interisti sono furibondi e nel dubbio e vogliono picchiare l’arbitro che fa appena in tempo a sospendere la partita, dichiarandola vinta 2 a zero a tavolino.




IL TERZO TEMPO
Il decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una maggioranza fedele e silenziosa. In ottemperanza alle normative vigenti in materia di tempistica regolamentare contingibile ed itinere ai sensi e per gli effetti dell’art 163 D.Lgs appunto del 2 aprile, si dispone che il derby del giorno stesso si giocherà sulla distanza di tre tempi da 45 minuti ciascuno. Ma nessuno fa sapere nulla all’Inter che al termine del secondo ed in vantaggio anche di due reti non rientra più in campo. Preso atto dell’evidente assenza ingiustificata l’arbitro sospende il match e dichiara la partita vinta due a zero a tavolino.

COME D’INCANTO
Al posto di Ibra, squalificato, il Milan schiera un altro svedese, Ikea, un altro un bel po’ montato pure lui. E comunque questo ci sa fare, si muove bene, rispetta le consegne con trasporto e gli interisti, a lungo andare smarriscono le istruzioni per bloccarlo innervosendosi ben oltre il lecito. L’arbitro sospende e dichiara la partita vinta a tavolino (in legno massello di pioppo lucidato a cera)"



giovedì 19 maggio 2022

JAGO EXHIBITION

 


Da sempre affascinato dal Cristo velato, scopro Jago e decido di andare a godermelo in mostra (ancora per tutto giugno 2022 a palazzo Bonaparte a Roma)

Jago è uno scultore trentacinquenne che dona vita alle sue sculture prendendo vitale spunto da un'artista monstre dell'800 mai troppo esaltato, quel Sanmartino autore del Cristo Velato, superba ed eccezionale scultura. 

E' anche uomo dei nostri tempi, cavalca i social, realizza dirette streaming, video e documentari dove racconta l'evolversi delle sue opere, ed in mostra si potrà assistere a come prendono vita le sue sculture, dal blocco di marmo grezzo alla sua incredibile e cesellatoria mutazione.

Jago dispone ovviamente di mezzi all'avanguardia, sconosciuti all'epoca dei grandi miracoli scultorei, ma ciò non toglie che questo suo manipolare il classicismo di una volta, lo renda ulteriormente affascinante, e pulsanti le sue opere che coinvolgono ed emozionano.


Il Figlio Velato testimonia il disagio e l'efferata violenza che circonda il mondo, con questo bimbo vittima dell'insulsaggine umana, a testimoniare quanto siamo bestie, ma quanto, allo stesso modo, possiamo creare bellezza eterna. 



Speriamo di poterci dedicare solo a quest'ultima. 


lunedì 16 maggio 2022

SPAIATI ALLA META

 


Il calzino spaiato si ritrovò solo sullo stendino, circondato da slip, canovacci, mutande,  altri pedalini e calzettoni, oltre qualche asciugamani vintage che se la tirava non poco.
Per una congiuntura astro temporale, l’altro calzino, era passato attraverso il portale-oblò della lavatrice al piano di sotto e ora scrutava anche lui, su uno stendino sconosciuto, alla ricerca del calzino gemello.
Non si sarebbero più rivisti, ma l’accaduto aveva contribuito alla piena consapevolezza del loro vivere in coppia e l'altrettanta piena coscienza che solo un ineluttabile volere Altrui li avrebbe potuti separare.
Anche noi, in verità, comprendiamo poco come si possa entrare in lavatrice al quarto piano per uscirne al terzo ma in coscienza esiste come qualcosa che tende a giustificare talune dinamiche.
E dico questo anche a beneficio di chi, ritirando i panni poi, non si fa eccessive domande al cospetto di un solo calzino.
E neanche suo, tra l’altro.