Questo è un testo del 1989, eppure ci riporta
fatalmente ai giorni d’oggi, all’umano odiare che imperversa, all’incoscienza, all’arroganza
del potere, troppo spesso così incapace di trattenere bellezza e rilasciare
invece solo brutture.
Rosalba Campa è una scrittrice argentina armata solo
di grande sensibilità.
Vorrei che un giorno fosse il solo tipo di arma prodotta al mondo.
“È
da anni che stanno aspettando di vendicarsi. E cosa fanno? Si esercitano. Si
preparano. Leggono. La vendetta è un piatto che si mangia freddo. È il piacere
degli dei. L’anello dei Nibelunghi.
L’azione
per la quale chi è stato danneggiato nella persona o negli averi si risarcisce
infliggendo al responsabile pena proporzionale al danno ricevuto.
Sproporzionata, sproporzionata deve essere affinché si faccia giustizia,
l’ansia di vendetta col tempo cresce, trae alimento dal cuore offeso, gli tinge
i pensieri di un solo colore.
Papà, quando suonerà l’ora della vendetta? Quando abbiano dimenticato figli
miei, quando non si aspettino più che nessuno di noi sia sopravvissuto e
ricordi, quando più sereno sia il loro cielo. E se ci dimentichiamo anche noi?E
se perdoniamo? E se non siamo capaci? Arti marziali, tiro a segno, scienze
politiche, maquillage teatrale, chimica, equitazione e astrologia.
Non dimenticano, non perdonano, aguzzano il loro odio e le loro insidie, si
arricchiscono, scalano posizioni, frequentano le alte sfere, volano in aria
nell’esplosione causata dalla bomba che gli ha messo nella sala da pranzo il
figlio della cuoca che hanno appena licenziato”.
Ripeto: un testo del 1989, non dell’altro giorno.
Ma le stesse cose sembrano accadere e riaccadere,
nonostante l’uomo evolva,
o perlomeno creda di farlo.