Andammo al cinema insieme quel giorno, scegliendo un film che pensavamo di dover fare a fettine, cosa che su FilmTv ci riusciva spesso e meglio degli elogi.
Decidemmo poi di scrivere due recensioni indipendenti, raccontando di quella splendida serata, tra quelle che non dimenticherò mai, e voglio riportarle ora,
per avere ancora Emidio un po' con me.
CRAZY, STUPID, LOVE (2011)
la mia rece:
Metti insieme, una sera, un Bradipo ed un Lampur, utenti filmitivvuttiani semi storici, ottimi amici e già compagni di svariate bisbocce, ma, ironia della sorte, MAI al cinema insieme. Ecco, mettili insieme in un multiplex di Chieti scalo, alle prese, loro solitamente annientatori indefessi di pellicole votate al martirio, con un filmetto che si presta giusto all'uopo, almeno sulla carta, per un annichilimento programmato.
E poi guardali rimanere allibiti prima, piacevolmente sorpresi poi, reagire inconsultamente fin dai primi fotogrammi, alle prime mosse, agli incastri di scene, all'ottima vena di un cast di tutto rispetto che sembrava assemblato solo ed unicamente per dar lustro alla solita storiellina d'amore e crisi coniugale. Il “filmettino” snocciola battute a mitraglietta, repentini sbalzi di “sipario”, musiche azzecate, cambi di tempo e genere, fasi smielate ed improvvise cacciavitate al fegato e un'intensa e coinvolta caratterizzazione dei personaggi, sia da parte dei più navigati (Carroll e Gosling - forse un appuntino potrei farlo alla Julienne Moore vagamente ingessata ed al Kevin Bacon che è ora faccia ricorso al botulino… -) sia da parte dei giovani protagonisti, frizzantelli e decisamente coadiuvati da una sceneggiatura spiritata oltre che dalla duttile regia di Ficarra & Requa che se la tirano per due ore senza che nessuno di noi evidenzi disagi alla prostata; senza parlare delle breve ma fantasmagorica apparizione di una Marisa Tomei da urlo...; e di molteplici situazioni fresche e curiosamente congegnate che ammiccano al garbuglio visivo senza mai, oltretutto, precipitare nella tentazione della volgarità peciona, e fregandoci in pieno, anche a noi presunte vecchie volpi, fino al più contorto, e ben accetto, dei colpi di scena.Posso anche ammettere che la plusvalenza di una visione “a due”, dove i due hanno rafforzato il caciarissimo autonomo entusiasmo (è opinione comune, di Bradipo e mia, che difficilmente ci faranno accedere di nuovo in accoppiata al multiplex chietino, dopo aver reiteratamente disturbato la vasta ma sobria platea coi nostri beceri sghignazzi), possa aver sovrastimato la pellicola, ed infatti da un’iniziale volontà comune di piazzare il cinque stelle lusso siamo rientrati nell'ordine delle quattro, ma ciò non toglie nulla alla piacevole sorpresa procurata da questo film. Ed ogni volta che assisto a fenomeni del genere, monta una voglia pazza di radunare tutti i nostrani fenomeni muccineschi, vanzinati e brizzati, quelli che sfornano manualistiche d’amore, Ex, Uomini e donne, Amiche e amici, Maschi contro Femmine, Zoccole contro Zecche, Notti post e pre esami ed altro svariato ciarpame; metterli tutti insieme davanti, ad esempio, a questo piccolo fenomeno di Crazy, stupid, love, e proiettarglielo a getto continuo fino a far loro comprendere che le loro braccia (e sono tante) sottratte cosi impunemente all'agricoltura mondiale, rappresentano una decurtazione di PIL interno di dimensioni bibliche alla quale non possiamo più rinunciare. Considerazione finale: ma perché a scuola non c'ho mai avuto una professoressa come la Tomei, perché?!?...
Capita che vai a vedere un film a cui al massimo daresti quattro stelle ma con annessa tutta la serata passata a ridere e scherzare partendo dalle battutacce di cui il film è ricco diventa idealmente un film da cinque stelle e lode.
Capita di andare a vedere un film di cui hai ignorato persino il trailer solo perchè nel multiplex della porta accanto che sei praticamente obbligato a frequentare per meri motivi logisitici, tutto il resto della programmazione lo hai già visto e il resto lo reputi( a ragione) inguardabile.
Capita che vai a vedere questo film con un amico che non hai tante occasioni di vedere nonostante ci sei a contatto continuamente e conoscendo il suo sense of humour speri solo che il film fornisca materiale sufficiente per ricamarci e riderci sopra.
Capita che lui si presenta con una maglietta con la bandiera greca e io gli suggerisco di aggiungere sul davanti la scritta " Io non sono in default".
Capita anche che alla biglietteria quando mi giro appena dopo aver fatto il biglietto quasi spappolo la carotide a una vecchia che stava proprio dietro di me,non rendendomene conto a tal punto che chiedo al mio amico
" Ma che ho centrato la vecchia? ".
E lui " Si e se le causavi una lesione permanente te davano pure un sacco de punti"
E capita pure che il film comincia improvvisamente mentre noi stiamo ancora chiacchierando con un'inquadratura di piedi e di scarpe come in Bianca di Nanni Moretti e noi credevamo che era una pubblicità.
E' apparso di nascosto, ancor prima che si abbassassero le luci.
Non ricordo di aver versato tante lacrime per un film: forse non succedeva dai tempi della terza visione di Catene di Matarazzo oppure era la prima di Love Story che giusto a vedere Ryan O' Neal di spalle grondavo calde lacrime quando nella stessa frase metteva Beethoveen e Rolling Stones...forse perchè non mi piacciono gli Stones...
In questo pazzo stupido amore si parte con una cena tra due fortysomething in cerca di emozioni che scivola subito nella tragedia allorchè lei invece di ordinare il dolce ordina un divorzio.E lui per un attimo lo cerca anche nel menù.
Poi tornano assieme a casa con lei che gli racconta tutto e lui che, invece di cacciarla a pedate dalla macchina magari anche riempiendola di schiaffoni come farebbe il 99 % dei maschi, si butta dallo sportello della macchina per non stare a sentire dettagli sulle modalità di cornificazione.
La crisi del venticinquesimo anno?
Oppure è una scappatella con impiegato piacione che ha la faccia e le rughe di Kevin Bacon ?
Si sa l'occasione fa l'uomo ladro e pare che pure la donna è fatta ladra da tali occasioni.
A Requa e Ficarra però non basta: c'è pure tutta una serie di amori inconfessati a catena da un tredicenne precoce per una babysitter in calore per un altro e non per lui, fino ad arrivare al tranquillo padre di famiglia , così giusto per scavallare le generazioni.
Il vero amore intergenerazionale.
In poche sequenze è distrutto tutto il moralismo di facciata che è il primo e unico comandamento dell'attitudine del perfetto WASP. Una scorrettezza che mi ha ricordato quella dell'inizio carriera dei fratelli Farrelly, diciamo almeno fino a Tutti pazzi per Mary. Poi sono diventati buoni pure loro. Ecco, io spero che Hollywwod o chi per lei ci conservi così cattivi e scorretti Requa e Ficarra.
Ritornando all'inizio appare chiaro che l'uomo è omo e in quanto tale deve puzza' per cui il nostro eroe cornificato Cal si dà alla paranoia alcolica, bevendo con la cannuccia ( visione orrenda) la sua vodka ai mirtilli che scorre come un fiume insanguinato nel suo fegato spappolato e cercando di spargere ai quattro venti tutta la sua frustrazione di omo cornuto e mazziato con l'orgoglio spiaccicato come una cacchetta di mosca su un parabrezza.
Non si è manco accorto che non sta in un bar ma in un giacimento inesauribile di gnocca e per svegliarlo dal coma ormonale irreversibile in cui si trova ci vuole la conoscenza col superfigo Jacob, che gli fa da maestro di vita. Cambio di abbigliamento, vestitino a vari strati con pulloverino, camicina col collo stretto per non far vedere la pappagorgia, capello un pò smosso per non far sembrare Carell un frigorifero con sopra montata una televisione/capoccia a 26 pollici in 16/9, mocassino a strozzare i piedi per dargli un'andatura più sincopata stile hip hop e soprattutto giornate in sauna a sventolargli in faccia lo sbarabaus(che Jacob chiama schwanzoc) per svariati minuti giusto per fare un test sulla sua omosessualità latente.
Cal entra nella parte e finalmente riesce a dare sfogo ai suoi ormoni repressi con la maestrina sexy Marisa Tomei che all'alba dei suoi 47 anni sta tirata meglio di due palestrate da 24 anni.Complimenti al suo personal trainer.
E , introdotti i personaggi principali, c'è la sequenza cult del film:una scena a tre , quasi a quattro con Carell, Moore, Tomei e un asshole sulla lavagna praticamente in 3 D per come anima la scena in cui la maestrina spiega al genitore di un bambino talmente precoce che ha riadattato al nuovo millennio la Lettera Scarlatta dando un altro significato a quella A marchiata a fuoco(si fa per dire) sul petto, che cosa si fa e che cosa non si fa quando si va a rimediare gnocca gratis al bar più cool della città.
Ma non è giusto raccontare oltre del film: due ore piene con talmente tanti twists di sceneggiatura che quasi ti gira la testa oltre che ti si sloga la mascella per il ridere.
E' vero ci sono anche delle pause in cui sembra di avventurarsi nelle secche della commedia sentimentale ,quella floscia classica hollywwodiana per i cuori semplici che si accontentano di poco, con i buoni sentimenti sparati a mitraglia sullo spettatore. Eppure anche in questi momenti c'è qualcosa che ti intriga perchè la cattiveria è sempre dietro l'angolo.Sembra che il film si sia incanalato nel buonismo dilagante e invece Requa e Ficarra ci stanno prendendo solo per i fondelli.
Il mio amico e io non ce la facciamo più: le poltrone basculanti del multiplex sono ormai esauste e la vecchia che avevo quasi ucciso alla biglietteria ce l'hanno piazzata proprio davanti. Ogni tanto si rigira con uno sguardo che manco la zingara di Drag me to hell perchè si sta parlando,più che altro da vecchie comari si sta ancora commentando e ridendo sulle battute precendenti.
E mentre la vecchia mi guarda col fuoco negli occhi io cerco le chiavi che ho in tasca.
Gli altri se ne vanno e noi restiamo allo scorrere dei titoli di coda ,vogliamo sapere come si chiamava l'attrice che interpretava Jessica, babysitter diciassettenne ossuta e con troppi angoli retti che però a parte gli sportelli aperti ai lati del cranio ci garba assai, pensiamo al regalo che ha fatto a Robbie(il tredicenne) per passare i lunghi anni del liceo con un pensiero fisso in testa.
Liceo che probabilmente a causa di quel regalo il buon Robbie lo terminerà con qualche anno in più e svariate diottrie in meno.
L'ultimo sberleffo al moralismo benpensante.
I titoli di coda sono terminati, la ragazza dello staff del multiplex controlla se è tutto in ordine.
Sono quasi le 11. Il mio amico è ancora seduto.
"A Fra' c'hai fame? se s'annamo a fa' due arrosticini da Gabriele? Gli telefono per sentire se è ancora aperto?".
Lampur annuisce.
E'una degna chiusura di serata, tra una chiacchiera, un frizzo e parecchi lazzi a ripensare ancora al film.
E quando il folletto dispettoso ritornerà da queste parti la serata al multiplex è assicurata, sempre che commettano di nuovo l'errore di farci entrare assieme....