mercoledì 26 novembre 2025

COINCIDENZE

 


Viaggiando in treno possiamo sederci di spalle alla direzione di marcia, controlleremo il passato mentre fugge lontano e diventa minuscolo; e di fianco una signora dall’età indefinibile, che sembra gabbarlo, il tempo di questo di veloce intercity.
Oppure guardando la direzione di moto e accogliendo ciò che arriva, quasi inghiottiti da scenari creati dal nulla, all’istante.

Tutto ad una velocità virtuale ovviamente, altrimenti quella mosca che ci vola davanti non godrebbe dell’atmosfera che galleggia placida assieme a noi.

In un presente trasportato tridimensionalmente.

Quindi anche quel presunto controllo cui si accennava prima è parte di un futuro non classificabile e di un passaggio solo attraversato, senza lasciare segno.
Ci troveremo da Roma a Milano, o viceversa, intaccando impalpabilmente quel poco tempo trascorso regolarmente.

Ma una ipotetica mucca sui binari, che lo sta vivendo, lo ferma quel tempo.
Incide a suo modo sul futuro, stordisce la mosca, incarta un passato che, d’improvviso colmo di presente, non pensa più minimamente di abbandonare la scena. 

Non sa nulla di Roma né di Milano, la mucca, e neanche lo spazio attorno, la turba.

E’ il nostro percepire a disegnare la scena, il tempo solo come un passatempo, abbiamo scelto di concepirlo un giorno lontano, e lui si prende gioco di noi. In continuazione.

Dopo un’ora di immobile presente, con i raggi di sole che non assecondano la direzione e le curve del treno ora, ma solo la rotazione terrestre, mi alzo per capire come mai siamo fermi, torno indietro , attraverso vagoni, cerco un responsabile. 

Ma non riavvolgo il tempo, continuo anzi a perderlo.

Mi affaccio da uno sportello aperto dal controllore, e scorgo svariate mucche davanti al convoglio.
Passato e futuro si interrogano, la campagna origlia immobile, scorgo la superficie dei binari, inchiodati al suolo da sempre, ma ora appesantiti come non mai.

La signora dall’età indefinita giunge anche lei e chiede se arriveremo per sera a Milano.
La guardo e quasi esitando chiedo a mia volta:
“Ma non siamo partiti, da Milano?”.

1 commento:

  1. Si, senza scomodare Einstein, il viaggio in treno può deformare la percezione del luogo e del tempo. Ed è una condizione positiva o negativa a seconda dei nostri stati d’animo. Io amo il treno e mi piace perdermi tra i luoghi che il treno attraversa. Certo, quando non li attraversa e si ferma improvvisamente (e tu non sai perchè) hai la possibilità di osservare meglio quel luogo – anche se non l’hai scelto tu - salvo poi accorgerti, guardando l’orologio, che stai perdendo tempo. Ecco, quando si viaggia in treno - caro Franco - non bisogna guardare l’orologio :)

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