sabato 6 novembre 2021

META

 


E così Facebook cambierebbe nome, intenti, modo di porsi e di "intrufolarsi".
  
Quanto ci influenza questo social?
Quanto ci "serve"?
Quanto noi serviamo a lui?

Tutte domande dal tempo che trovano.
La nostra vita scorre comunque, la nostra privacy è alle mercé di ogni aggancio mediatico e social qualsiasi sia il dato sensibile che comunichiamo (ma poi cosa c'è rimasto di davvero insensibile?), basta dare l'ok ad un cookie qualsiasi (cosa che succede nove volte su dieci).

Io mi preoccuperei di altre privacy.
Quelle che concediamo a persone insospettabili, o che comunque hanno carpito la nostra buona fede. Mi preoccuperei di cosa produce il nostro pensiero, delle nostre aspirazioni nutrite ad aspettative a salve o dei nostri sorrisi che cadono spesso nel vuoto.

Anche se in realtà non si tratta di privacy quando concediamo qualcosa.  

La vera privacy è tanta roba che teniamo ostinatamente dentro senza farla scorgere ad alcuno.
A volte così nascosta che diventa sconosciuta anche a noi.

 

52 commenti:

  1. Che pensiero profondo tra le righe di questo tuo post stamattina..di questi tempi si parla ormai solo di privacy in tutte le sue sfaccettature perdendo di vista cose importanti legate ad essa..caro Franco, che dire.. io non sono molto tecnologica più per scelta che per ignoranza..proteggo molto la mia privacy ma non dai social.. dimentichiamo che la nostra privacy è il nostro io, a scuola si studiava e si rifletteva molto su ciò che di profondo era in noi.. oggi chissà i ragazzi cosa analizzano di se stessi così confusi tra la moltitudine dei social tra le connessioni..
    Buongiorno Franco, buona giornata

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    1. C'è tanta di quella "esposizione" che spesso finisce per occultare - a volte - inconsciamente il nostro autentico io. Da parte mia cerco di essere più trasparente possibile, spesso con l'intento di non nascondere troppo, soprattutto a me stesso. Buon weekend a te!

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  2. Un'ottima riflessione Franco!
    Inoltre, molti di quelli che si lamentano di quel che Facebook ecc. ci ruberebbero sono proprio quelli che hanno cliccato "accetto" senza leggere nemmeno una riga delle condizioni di utilizzo e credono di sapere come stanno le cose grazie a qualche post letto per caso mentre non hanno capito nulla, non sanno davvero cosa hanno accettato che gli venga fatto e nemmeno quello che hanno accettato di poter fare; così poi magari condividono contenuti senza porsi alcun problema, se siano bufale o meno, se siano protetti da copyright o meno, se sia o meno gradita la pubblicazione quando le loro condivisioni coinvolgono altre persone.
    Pure scrivere tutto quel che accade e che passa per la testa non mi pare una grande idea.
    E distratti da tutto questo non facciamo caso, come hai detto anche tu, ad alcune cose che riguardano profondamente noi stessi.
    C'è parecchia confusione, decisamente! 😅

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    1. Facebook era la provocazione iniziale, il discorso voleva essere forse più sottile, e andare riguardando il rapporto personale che abbiamo con la "privacy", con noi stessi.
      Abbiamo mai firmato una liberatoria con la nostra coscienza?

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    2. E se l’abbiamo firmata abbiamo letto bene le conseguenze che abbiamo accettato o abbiamo firmato troppo frettolosamente? Mmm... Qualcuno si sarà sicuramente messo nei guai!

      Il mio era un esempio specifico ma voleva essere anche un pensiero generico su come lasciamo che le cose accadano e poi ci perdiamo in un caos dove non sappiamo più tener conto di noi stessi, aggiungendo che pure tener conto degli altri non dovrebbe essere cosa da trascurare, non solo per difendere noi ma anche per non ferire loro.
      Forse l'esempio era troppo specifico e non s'era capito il senso generico... 😏

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  3. Intento è meglio proteggerci. C'è chi prende le tue confidenze e le tue personali esposizioni, le elabora a proprio piacimente e lo distribuisce in pubblica piazza (magari in gruppi Facebook o tanti altri luoghi formati da gruppetti nascosti qui e lì sul web e non).
    Pettegolezzi sembrano chiamarsi... ma qualcuno li considera semplici scambi di notiziole... mah!
    Per fortuna non mi piacciono e lì evito il più possibile. 😉
    Preferisco farmi una mia opinione, tenendomela per me, frequentando la gente giusta ed evitando quella errata o non adatta al mio essere.
    Esprimo me stessa in ogni luogo, a volte esagero ma dico davvero ciò che penso e mostro davvero ciò che sono. Senza influenze esterne, mai.
    Più di così solo se ci si conosce di persona. Però hai ragione nel constatare che comunque non viene fuori tutto. Ed è giusto che sia così. Non sappiamo neanche noi come siamo fatti davvero, figurati cosa possono comprendere chi ci conosce e soprattutto chi non ci conosce.
    La privacy sui social esiste solo se ci facciamo i fatti nostri come nella vita.
    Ciao Franco e grazie per questa riflessione.

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    1. Dimenticavo la cosa più importante.
      Se Facebook cambia in tutto vuol dire che prima non era un gran che. Sono curiosa di scoprire cosa però. Ariciao.

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    2. Credo che lo spunto fosse che non viene fuori tutto non solo sui social, ma davanti i nostri personali specchi, dove non ci sono altri testimoni, e soprattutto nessun like.

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    3. Concordo infatti. Come ho scritto noi non ci conosciamo figurati cosa possono sapere di noi gli altri. Ciao Franco.

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  4. Mi iscrissi quando le mie nipoti erano piccole e cominciarono a scoprire i social.
    Ora non li uso più, se non per scrivere cose importanti che riguardano il sociale. Li trovo inutili.

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    1. C'è una cosa di facebook davvero utilissima: mi ricorda i compleanni di un sacco di gente che altrimenti salterebbero inopinatamente..

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  5. Sinceramente non credo che tramite Facebook riusciamo a entrare nella vita degli altri. Prima di tutto credo che i social siano una grande menzogna, nel senso che le persone condividono quello che vogliono far credere al mondo, vogliono che il mondo abbia una certa idea di quel che desiderano essere ma che in realtà non sono. Ovvero famiglie felici, piene di soldi che viaggiano in tutto il mondo, fatte di figli meravigliosi, tutti degli incredibili geni della matematica etc… Se ci fai caso, è come se avessero tutti la stessa vita.Come dici tu il vero spazio intimo c’è, ma non puoi entrarci. Non credo che la loro vita sia perfetta, è quello che vogliono far credere. Forse lo fanno perché vogliono suscitare invidia, forse perché si sono creati uno spazio virtuale perfetto a cui aspirano, un ideale di vita perfetto che li soddisfi dal punto di vista psicologico. Io sui social pubblico di mio molto poco, ma veramente pochissimo. E comunque ognuno di noi ha uno suo spazio interiore in cui non entra mai nessuno, come hai detto anche tu. Quindi non credo che i social violino veramente la privacy.

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    1. Il succo del post è che non solo Facebook non entra da nessuna parte, ma spesso anche noi smarriamo la password per tornare in noi e darci un'occhiata da un altro punto di vista. Oppure anche solo darci un'occhiata. ;)

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  6. Io, il Facebook, non l'ho. Ne avevo un conto ma l'ho cancellato poiché non apportava niente a me. Tutto politica battagliera...

    podi-.

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    1. Come occasione di "denuncia che lascia il tempo che trova" non male dai.. ;)

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  7. Ci sono diversi gradi di privacy, differenti sfumature.
    Io ne sono piuttosto gelosa, eppure getto pezzi di me in rete come chiunque altro.
    Alla fine siamo tutti un po' invischiati in questo mare. E si, per fortuna quello che davvero abbiamo dentro non ci può essere visto, né dalla maggior parte della gente, né da un logaritmo.

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    1. "gettare pezzi": bellissima immagine. Tutti forniamo tasselli di puzzle di cui probabilmente non conosciamo ancora la soluzione completa. Sono un divenire i nostri post, un work in progress dall'indubbia utilità. Poi ci sono quelli che sanno tutto e insegnano tutto.
      Beati loro. Addomesticatori di logaritmi. ;)

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  8. La privacy profonda sono segreti inconfessabili. Non so se tutti ne abbiamo.

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  9. Da quanto esiste questa dimensione? 20 anni! Siamo pionieri. Che non è detto sia una bella cosa. Un tempo si usava la parola "riservatezza" , oggi fuori moda.

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    1. Oggi c'è l'auto riservatezza. Sconosciuta - ovviamente - soprattutto a chi la pratica.

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  10. Bella domanda, bella riflessione.
    I social li ho sempre considerati un modo per conoscere "mondi diversi dal mio" e per comunicare e infatti blog e Instagram, dove sono presente, sono seguiti da persone che non conosco di persona, tranne due o tre persone a cui avevo comunicato che ero presente su questi social.
    Ho ben chiaro che per me sono "luoghi di passaggio" e che prima o poi spariranno definitivamente, quando sarà il momento e quando lo riterrò opportuno, se non muoio improvvisamente, ah, ah, ah.
    Per me questi due social sono un passatempo e quello che pubblico è ciò che mi interessa, che amo e che desidero. La mia persona passa attraverso questi post, ma difficilmente parlo direttamente e apertamente di me e del mio privato; quello fa parte del mio privato, appunto, non serve ai social.
    Buona fine di settimana Franco.
    sinforosa

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    1. Certo privato ce lo teniamo per noi, almeno fino a quando non riteniamo giusto o utile divulgarlo. In questo dovrebbe essere l'equilibrio tra privacy e pubblico dominio. Se poi ciò che divulghiamo è una maschera è un problema nostro e certo non di chi ci legge.
      Buona domenica!

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  11. Franco, le tue domande sono tutt'altro che banali, Quanto ci influenza? o forse sarebbe meglio dire quanto ci lasciamo influenzare? ognuno di noi subisce Facebook in modo diverso, chi lo utilizza per diletto chi invece lo trasforma nella trama del proprio quotidiano.
    Non penso che ci serva, credo che abbia più bisogno di noi di quanto noi ne abbiamo di lui (lei?).
    E' sempre una questione di equilibrio, le stesse cose venivano dette della televisione qualche decennio fa, dipende sempre da noi.
    Se cambia logo o nome non cambia la sostanza, si tratta di un contenitore di cui possiamo fare a meno, se si teme che le foto che vengono pubblicate possano cadere in mani "sconosciute" basta non farlo e andarsene, la cosa è più semplice di quanto lo sia lasciare SKY o un operatore telefonico.
    Spunto interessante, buona serata.

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    1. L'equilibrio e la coscienza regolano tutto. Il fidarsi e il concedersi, il donarsi e l'apprezzare. Il riconoscere stima e credito. Tutti elementi che valutiamo e vengono valutati col tempo e svariate modalità di approccio.
      Dipende sempre dal noi cosciente, dici bene.

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  12. un tempo c'erano le portinaie, poi è arrivato Facebook... questa notizia sul cambio del nome mi arriva a sorpresa e mi chiedo a chi gioverà una trovata simile, forse Zuckerberg con il nuovo metaverso ci porterà in un mondo ancora più virtuale che ha il sapore di un videogioco, o di un videogioGo?

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    1. Il videogioGo resto convinto che lo decidiamo comunque noi. Consciamente o inconsciamente.
      Pericoloso è quando ci convinciamo di una falsità lampante, ancor peggio del manovrarla appositamente.

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  13. Tanto per cominciare Fb non ce l'ho, lo aprii anni fa per motivi di lavoro ma lo richiusi subito. Un problema in meno. Per quanto riguarda i sorrisi andati a vuoto, non bisogna avere paura di aprirsi con gli altri e con se stessi. La verità è una luce benefica che distrugge il male polverizzandolo come le streghe al sole. Dovremmo essere servi della verità e farle costantemente la corte.

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    1. Splendido commento. "fare la corte alla verità costantemente". ;)
      Grazie. E non rinuncerò mai ai sorrisi solo per colpa di quelli andati andati a vuoto. Mai. ;)

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    2. Filippo seppur in metafora io non voglio essere servo di nessuna verità. La servitù nulla ha a che fare con la verità. Poi in rete di verità ce ne sono troppe, molte di esse fasulle e fondate sul niente assoluto o su menzogne colossali. Sul concetto di corteggiamento della verità invece concordo pienamente, esso è in fondo uno stimolo che dovrebbe accompagnarci per l'intera durata della nostra vita.

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  14. La cosa che mi inquieta di più di Metà, è tutto il discorso sul metaverso.
    L'universo parallelo che stanno creando, dove tra qualche anno si potrà andare a lavorare, al bar con gli amici, al cinema.
    Mi viene ribrezzo solo a pensarci.

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    1. Se c'è pure la quota cento a sessant'anni farà Bingo!!! ahah

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  15. Una mossa che non ho molto ben capito: che cambiare nome serva a fare tabula rasa e ricominciare da capo con una nuova reputazione?
    Purtroppo secondo me quando decidiamo di usare dei social dobbiamo essere consapevoli che i nostri dati vengono visti da chiunque, bisogna stare attenti a quali di questi dati vogliamo mostrare.
    Parlare di privacy online è difficile considerato le premesse.

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    1. Che il metaverso parallelo serva solo a "distrarre" tasse da pagare nell'altro metaverso? ;)

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  16. Ho l'impressione che continuerò a vivere la mia vita come la sto vivendo da sempre... 😅

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    1. Non fa una piega. Lo sto vedendo Infinity.. in effetti basito sin da subito, ma voglio vedere dove arriva.. ahah

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    2. Alla fine sei riuscito ad arrivare in fondo? 😅

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  17. Non ho feisbuc, quindi non saprei dirti. Quell9 che trovo inquietante è che adesso si chiami meta. E penso: e l'altra metà?
    Terrore, brivido e raccapriccio
    😬
    Del resto non ho praivasi interiori da tutelare né segreti da tener segreti.
    Ma questa è una bugia, ovviamente, da non divulgare nei blogs
    😀

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    1. Tu snoccioli, a chi inizia a conoscerti, pezzetti di te in ordine sparso - un po' come anticipava Sara -. Poi a noi completare (o tentare di) il puzzle tirando fuori il meglio di te (che è così tanta roba che il puzzle ha mille soluzioni..) ;)

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  18. L'eremitaggio è passato di moda da quando ci sono i social. Dobbiamo esserne consapevoli e farci i conti. Penso di comunicare equilibro, innanzitutto. Nel mio modo di pormi verso gli altri sono onesta e la mia privacy è alla mercè di tutti. Resto in riva al mare e ritraggo i piedi quando le onde provano a lambirmi troppo frequentemente. È il mio modo di proteggermi e fino ad ora ha funzionato egregiamente.

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    1. E se ci fossero tanti eremiti col wifi in grotta? Che scrivono da luoghi e situazioni trumanshowiane, fino a crederci davvero? ;)
      Bravi noi ad evitarli/e. Io no tanto bravo. ;)

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  19. sono praticamente sconosciuto. è una precisa scelta.
    buon giorno

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  20. mi pare abbia già fatto mezza marcia indietro ma cmq per me fb resta un utile strumento per essere solo più immediato e vario rispetto al blog ma non può certo essere più importante. Questione privacy: quello che non vuoi dire non lo dici e non lo scrivi. È fastidioso vedere come si insinuano secondo me nelle chat e nelle e-mail, per me è quella la vera violazione della privacy e non quella che nasce da un post pubblicato ovunque in rete e di pubblico dominio. E questo detto da chi è uno che alla privacy ci tiene.

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  21. FB non mi ha mai influenzato, l'ho posato da anni e aprii un profilo solo per seguire i miei ragazzi che invece allora lo usavano a piene mani: era un buon modo di capirli meglio. Conosco persone a me vicine che purtroppo da FB si fanno influenzare in maniera eccessiva...leggono praticamente solo quello, stanno connesse solo per quel motivo. Crescita zero!
    Ma il web ci scruta, sempre, ci spia e sa troppo di noi. Liberarsene? Difficile, forse solo limitare i danni, defilarsi. Tu parli di non concedersi oppure farlo con le persone giuste: bene ma gli errori di valutazione sono in agguato lo sappiamo tutti. Persino i Blog che un tempo erano un'oasi felice sono diventati arene per combattimenti tra gladiatori più o meno eleganti.
    Qualcuno ha scritto che teme la mail più del commento in pubblico ma io dico che abbiamo il diritto di sceglierci gli interlocutori, di proporre solo ad alcuni di essi ciò che scriviamo perchè le questioni inutili sciocche, strumentali, le entrate a gamba tesa, le ideologie a senso unico e quindi gli insulti o le minacce o i tentativi di seduzione velate non possono altrimenti essere evitate.
    E' naturalmente un'opinione personale ma è la MIA: scrivo da molti anni in rete ma mi sono stancato, non per snobismo culturale ma perchè ho perso la fede nel mezzo. Comunque la traccia di ciò che ho fatto in più di dieci anni galleggia nel web, ma lo legge solo che dico io. Vorrei tanto essere come Antonypoe, sconosciuto ma scrivente, ma non lo sono.
    enzorasi2021@outlook.com

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    1. Perdere la fede può capitare, ma se uno ha ben chiaro come e dove scrive, prende per buone, alla fine, anche le contrarietà e la gente imbecille che può incontrare. Tutto aiuta a crescere. Fare marcia indietro e chiudersi a riccio significa gettare via il bambino con l'acqua sporca (metafora che mi stuzzica molto.. forse perché non ho bambini e rischio poco.. ahah)

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