Spunto dall'editoriale di Susanna Turco, sull'ultimo Espresso:
Sostenibilità.
Una volta di uno sforzo si diceva "sostenibile". Adesso lo è diventato tutto: dai governi ai ponti, dalle idee allo sviluppo.
Anche la leggerezza dell'essere, di kunderiana memoria, potrebbe divenire sostenibile. A seconda del limite imposto(ci).
Sostenibile è tutta la nostra esistenza fino a quando la pazienza tira la carretta e permette di superare mille difficoltà che, in quanto superate, diventano sostenibili.
Sostenibile è una situazione che, a ben guardare, si sostiene da sola.
Facciamo ben poco, noi.
Stiamo spesso a guardare se una struttura, o una storia, si tiene autonomamente in bilico, oppure ci frana clamorosamente addosso. Poniamo una data alla fine delle emissioni di gas serra, e sosteniamo di poterci arrivare vivi.
E tutto ciò che bolliamo insostenibile?
Chi definisce il margine, il limite, la misura?
Chi può dire di non avercela fatta e vivere alla deriva di una vita ingovernabile, e quindi non sostenibile?
E le persone, insostenibili?
Ci sono parole che si evolvono, ed altre che segnano il passo,
e anche questo post.. rischia di non esser più sostenibile, ma pone quesiti (sostenibili), e questo è ciò che conta.