martedì 26 gennaio 2021

NOTTE IN OSTAGGIO


C'era una volta il Folletto del Sonno Altrui. 

Arricciava naso e orecchie al giungere dell'alba, mentre riponeva tutti i sogni che aveva distribuito, salutando una notte sfilacciata che a malapena ricambiava,  stanca e ritrosa, mentre se ne tornava esausta a casa. 

Lui avrebbe voluto giocare ancora con lei, narrarle di chimere e strani destini, ma l'ora era impervia, anche per il più tenace nottambulare. 

Ma tanto fece che ottenne di poter scambiare, almeno una volta, il giorno con la notte. 

E quel dì, all'alba, invece di albeggiare, rimase notte, seppur stravolta e un po' stizzita; e finì per offendersi anche l'alba,  perché quel giorno lo avrebbe dovuto attendere il doppio del tempo. 

S'innervosirono tutti. 

Solo io continuai a dormire, facendo uno strano sogno: 

c'era una volta il Folletto del Sonno Altrui...

domenica 24 gennaio 2021

ELOGIO DEL LIBRO

 

"Il nostro mondo riposa su scritti, su testi. L'uomo possiede un mondo a causa degli scritti in cui si trova"

(Emmanuel Lévinas)


Da un articolo di Elisabetta Sgarbi su L'espresso di qualche settimana fa: Chi perde una biblioteca perde il mondo. 

Dove si narra della scoperta della scrittura, scrittura come farmaco. "Un silenzio che non tace" come scriveva l'egiziano Nonno di Panopoli. Il libro custode di infiniti passati e meccanismo di prodigiosa creazione di mondi paralleli. 

Navighiamo tra le pagine come in un internet di altissima qualità e sempre nuova generazione, dove non subiamo la rete - limitandoci a scoprirla -, ma la creiamo, pagina dopo pagina, riga su riga, siamo noi a metterci in moto attraverso la scrittura, miccia (in)volontaria, scintilla magica.

Avere libri attorno mi rassicura,  rende sensibile la capacità di fuga, di uscire fuori senza muovere un passo, di viaggiare in pieno lockdown, di sfogliare il mondo, ascoltarne il profumo, possederlo davvero.

Scriviamo tutti, ma qualcosa mi suggerisce che potremmo leggere di più, e scrivere meglio.



"...i cinquecentonove scrittori scrivono ottomiladue romanzi, nei quali figurano dodicimila scrittori, in cifra tonda, i quali scrivono ottantaseimila volumi, nei quali si trova un unico scrittore, un balbuziente maniacale e depresso, che scrive un unico libro su uno scrittore, ma decide di non finirlo, e gli fissa un appuntamento, e lo uccide, determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila, i cinquecentonove e l'unico autore iniziale, che ha cosi raggiunto l'obiettivo di scoprire l'unico scrittore necessario, la cui fine è la fine di tutti gli scrittori, compreso lui stesso, autore di tutti gli scrittori." 

Giorgio Manganelli CENTURIA (Adelphi 1995)

venerdì 22 gennaio 2021

MORIRE A DIECI ANNI


Mi ha stupito molto questa notizia di morte precocissima imputabile, sembra, a giochini social.

Mi sono deciso a scriverne principalmente per un motivo: non abbiamo figli. Quindi rischio di giudicare in maniera non obiettiva. 

Vorrei sapere cosa ne pensate voi, madri e padri. 

Vorrei che una vittima servisse ora a salvarne altre potenziali mille. 

Ho una nipote di dodici anni, senza cellulare.  Ma comprendo che non si possano addossare colpe all'uso indiscriminato di mezzi di comunicazione.

Capisco anche che non si possano addossare colpe, in generale.

Come quando una mamma o un papà dimenticano il neonato sul seggiolino in auto.

Le cause sono infinite e le variabili altrettanto.

Ma da "fuori", da non genitori intendo, viene da pensare che tutti dovremmo fare un passo indietro, per scongiurare una deriva che sembra non scorgere limite all'orribile.

martedì 19 gennaio 2021

PROCIDA CAPITALE DELLA CULTURA 2022


C’è una piazzetta appena accennata

come t’inerpichi per l’isola,
accorda le eco della marina
che vanno ad arruffarsi nell'acciottolato
e ne pettina le armonie,


disincaglia i toni dismessi
e rispedisce al mare
- imbevuto di brezza -
un suono di silenzio che fissa ogni tremore
e scolpisce le vene.


Mi siedo ancora qui stasera.
A farmi spiare dai viottoli.

Scritta d'inverno, quando un'isola diventa tua, e tu divieni suo.
Scritta d'inverno, quando la scoprii per lavoro, per caso.
Che poi, io, nonostante adori le isole, Procida non l'avevo neanche in programma. Probabilmente per questa suo starsene in disparte, all'ombra di isole ingombranti e forse anche prepotenti.
Sorellastra minore di Ischia e Capri, ma di una bellezza altera assoluta e magnifica, che Anastasia e Genoveffa non potranno mai esibire, ammucchiate di folla che tracima.

Questo annuncio di Procida Capitale Italiana della Cultura per il 2022 è una notizia che mi riempie davvero di gioia,
e vi rimando anche qui , per un omaggio estivo alla mia seconda isola italiana preferita. ;)

lunedì 18 gennaio 2021

NON E' UNA RICETTA


 ..o meglio, non vuole essere una ricetta di quelle che spesso si leggono, tipo la tortina allo zenzero  o lo spaghettino al dente della nonna campagnola.

La mia è stata una botta di filosofia gastronomica, l'affrancamento definitivo dai vincoli lavorativi, l'azzardo verso scenari fino ad ora inconcepibili.

Iniziamo a cucinare sul serio, con la pensione, ma non un biscottino qualsiasi, bensì l'emblema del Natale di gola, l'archetipo di ogni dolce: il panettone.



Qualcosa di stra complicato ed elaborato, non tanto per la preparazione (anche se vi voglio senza impastatrice  e senza planetaria) ma per la pazienza e la dedizione.

24 ore di delicato accudimento per incordare la pasta e farla riposare ad intervalli precisi.

Una corte accorata e spietata. La lusinga degli ingredienti, l'adulazione di tutto il tempo necessario, le coccole di sguardi attraverso il forno, le ore piccole senza neanche un accenno di sonno.



Non vi darò ingredienti, pesi,  misure, qualità di farine, consistenza dei canditi, eccellenza del burro.

Nulla di tutto questo.

Non serve materiale per creare un preparato che hai sempre, e solo sognato, uscisse dal tuo forno 

Serve amore.

Q.B.



sabato 16 gennaio 2021

VACCINI E NUOVE FRONTIERE


Il vaccino Pfizer deve viaggiare a meno 80 gradi. In Italia un pool di grandi aziende si propongono per risolvere creativamente il problema, rendendosi utili alla collettività:

ALGIDA: allo studio vaccini con lo stecco, al limone, alla fragola e alla menta. Distribuiti gratuitamente supportando la Protezione Civile e la Croce Rossa in cambio dell'esclusiva, per la prossima estate, di punti vendita nelle sale d'aspetto dei Pronto Soccorso. Il prodotto con-gelato, affermano i responsabili marketing, risulterà di piacevole somministrazione.

FINDUS: piena disponibilità da parte dell'azienda del Capitano per speciali partite di vaccino sotto forma di bastoncino oppure panato col pangasio vietnamita, invenduto da circa dieci anni, ma perfettamente conservato.

OROGEL: pronta la campagna per il nuovo minestrone a dodici vaccini. Anche senza cipolla, per i più sofisticati.

GRANAROLO: da decenni  piazzano il loro latte "vaccino", quindi si ritengono già avanti per esperienza  e formazione, e anche sulla lunga conservazione si ritengono all'avanguardia.

VALSOIA: la nota produttrice bio vorrebbe mettere in commercio un ramo Pfizer di vaccini al seitan e alla soia, verso i quali anche  novax e  terrapiattisti dovrebbero storcere meno il naso.

BUITONI: la pizza vaccino margherita pronta per la produzione. In preparazione anche la vaccino capricciosa per i più recalcitranti.

FROSTA: la rivale Findus sta studiando involtini al pesce spada e vaccino surgelati all'origine. Gli stecchini dell'involtino, oltretutto, potrebbero tranquillamente ovviare alla carenza di siringhe.

Abbiate fede. Siamo in buone mani.  

mercoledì 13 gennaio 2021

THE UNDOING - LE VERITA' NON DETTE



Ci hanno bombardato mediaticamente per settimane con questa serie tv Sky ricca di stars: Nicole Kidman e i suoi abiti da sfoggiare, innanzitutto, nelle sue lunghe passeggiate ("a me piace camminare".. almeno una puntata su sei sono solo passeggiate e cappottini.. ahah), il suo sguardo da cerbiatta impaurita, le faccette sorprese e quelle contrite, il suo mestiere da terapeuta, infine, che è quello che ne esce peggio di tutti.  In teoria arma vincente, ma a mio avviso mooolto maltrattato.


Il giallo è principalmente introspettivo, un gioco di sospetti, di scoperte e di sorprese.. ma non vi svelerò, ovviamente,  nulla.

Non è una novità che sia molto scettico sulle dottrine psicologiche, poi film del genere non fanno che avvalorare le mie tesi. 

Ma la Nicole Kidman sempre in tiro e la palpebra calante di Hugh Grant, tengono incollati fino alla fine delle, per fortuna solo sei, puntate, con un accavallarsi di tesi e contro tesi e un tutti contro tutti da western classico.

I titoli di coda, però, ci lasciano con l'amaro in bocca per ciò che poteva essere e che tutti, anche arditamente, arzigogolavano potesse essere, e che invece, fin troppo semplicemente, non è.

"Alla fine questo rosso, però mo' so fregato..."