sabato 8 novembre 2025

CONTRO

 


C’è stato mare tutt’attorno,
e nubi,
e montagne guardarmi guardarle.
E poi fogli indiscreti
tra palazzi che riconosco ancora,
dalle ombre
e le pause lunghe;
futuro ripiegato, incerto,
colmo di risposte vaghe
a elemosinare ancora tempo,
a gestire attese
tra un gatto che cigola
e un dondolo che sbircia,
e noi sempre contro tutto.


martedì 4 novembre 2025

COSTIERA AMALFITANA

 

Positano

Credevamo - ingenui e illusi - che la scelta di una puntata tra Positano, Ravello, Vietri sul mare e altre perle, ad ottobre, e per di più infrasettimanale, ci avrebbe preservato dal delirio, consentendo qualche giorno di visita serena, approfittando anche di un tempo ancora clementissimo.. in effetti di italiani davvero pochissimi: sono gli stranieri che fanno le vacanze intelligenti occupando strade, spiagge, alberghi, chiese, ristoranti, parcheggi e traghetti.

Conca dei Marini

A quel punto abbiamo sfruttato il piano B.
Il noleggio di uno scooter che alla fine è risultata scelta vincente. Evitando file e ingorghi, permettendo parcheggi surreali a Borgo di Furore, Atrani, Cetara, Amalfi, Positano,  consentendo visite serene quando non impossibili in circostanze differenti.
L'utilizzo del bus sconsigliatissimo, esperienza davvero equiparabile ad uno sport estremo.

La Costiera emana fascino particolare, un brulicare di borghi non dissimili, con la folla tutta concentrata sulle piazzette principali, senza neanche immaginare i dedali di viuzze e sottopassi nascosti a rendere la visita qualcosa di più di una toccata e fuga.

Atrani

Calarsi nei retro borghi, affrontare scalinate impervie, allontanarsi dai brusii della folla accatastata, permette un contatto diverso, una corrispondenza di sensi; si colgono armonie stanziali, che si aggirano dove, in tanti, non porgono affatto riguardo né considerazione. 

Ravello

Un turismo che coglie sbadatamente la superficie, il luccichio, l’affresco, ma a cui sfugge il riguardo, il prestigio, l’incantesimo;
a volte anche solo quell’attimo di attenzione in più che crea connessione e sorpresa.

Atrani

Ad avere tempo, tutta la costa, sarebbe da percorrere a piedi, anche attraverso i sentieri che la ridisegnano  dall’alto, con un mare delizioso, a volta spiaggia fine, altre fiordo irruente, dove una minima casetta colorata può tenere botta al più ricamato dei duomi.




Vietri sul Mare


Praiano


Amalfi




Paestum


Furore


sabato 1 novembre 2025

AD HALLOWEEN LE FARMACIE RESTANO APERTE

Complice soprattutto l'amico blogger Davide CervelloBacato , mi esibisco anche io con un raccontino, tra il lusco e il brusco, in tema con la festicciola odierna..  ;)


La farmacia era stranamente deserta, ma comunque disordinata, straripante di nuove offerte e scatoloni da sistemare.
Da quando erano rimaste tre ragazze, a gestire il tutto, compresi turni e sostituzioni, il caos regnava e il tempo per riordinare quasi un lusso.. c’era da aspettare sempre, ma oggi sembrava si potesse tirare il fiato: Cristina era di riposo, la sostituiva una ragazza mora, graziosa, ma palesemente inesperta..
Luciano riuscì anche ad abbozzare un sorriso informandosi:

“Buongiorno, serviva la ricetta per questi barbiturici?”

“Certo, e comunque non avrei potuta servirla, neanche con la ricetta,  sono prodotti sui quali esercitiamo una vigilanza particolare..”

“Cosa le importa scusi? Sta vendendo no? Ho la mia carta.. può controllare se vuole..” in un sottovoce di preghiera esile, ma tenace.

“Non posso venderle barbiturici, a meno che non mi specifichi un’esigenza curativa diagnosticata dal medico e sottoscritta dalla ASL..”  

Ora il tono di Luciano era diventato rigido.
“Ma ho la ricetta! L’ha scritta di suo pugno il mio medico.. ex medico..l’ultima cosa che ha fatto oggi..  non voleva prescriverla.. e allora, gli ho dovuto sparare.. praticamente la stessa cosa che farò con lei se non mi consegna subito questi medicinali!”

Visibilmente angosciata ora.
“In realtà ..non è che non volessi.. ma non li abbiamo proprio, dovrei ordinarli con tutto un iter particolare, scannerizzando la sua ricetta e contattando anche il medico..”

“Difficile contattarlo ora.. come le ho già detto”.
Le parole scandite come da una follia razionale:

“Ora prendi subito ‘sta roba o faccio fuori anche la tua collega..”

Anna Paola, ad appena un metro, percettibilmente angosciata intervenne comunque tra i due:

“Davvero non ne abbiamo in farmacia.. siamo state già rapinate con queste richieste e  non ne teniamo più di pronta disponibil


” PUM!!..


Il colpo di pistola echeggiò impazzito, la frase di Anna Paola rimase conficcata in gola assieme al proiettile, il sangue zampillava sul camice bianco e i medicinali attorno, la farmacista rimase in piedi ancora un istante; la sorpresa, prima ancora del dolore.
Poi si afflosciò dietro il bancone.
 
L'altra collega fulminata dal panico: un’atmosfera irreale.
Mentre Luciano trasfigurava:

“Adesso prendimi questi barbiturici ..o fai la stessa fine..”

La mora balbettò un  “no-non  ci s-sono.. per davvero  non possiamo tenerli.. la prego!!..”

Iniziava a piagnucolare e il rapinatore era indeciso se far fuori anche lei e andare a spulciare da solo nel retro.. nella rabbia che montava il colpo partì, inavvertitamente stavolta, e paradossalmente più micidiale del primo, in piena fronte, la ragazza fece un passo indietro come spinta con violenza, prima di cadere a piombo anche lei a ridosso degli scaffali..
 
“Maledizione!,,” Imprecò Luciano, fece il giro del bancone, e incurante del pavimento viscido di sangue, iniziò a rovistare tra i cassetti a vista.

“Fermi tutti è una rapina..” “dammi subito i soldi, dov’è la cassa?”

Urlò il nuovo entrato..
era nervosissimo ma colse con l’occhio frenetico la pistola ancora in mano a quello che, a prima vista, aveva creduto un commesso. 

Non ci pensò un istante, sparò due, forse tre colpi e Luciano disegnò sul volto come una smorfia sbigottita, mentre un rivolo indolente di sangue iniziava ad imbrattargli il mento..

Dove sono i soldi!.. DOVE SONOO?!?” insistè la voce convulsa di adrenalina.

“Ma che ne so”.. riuscì a balbettare Luciano, riverso sul bancone..
“manco i ba..barbi-tu..rici  trovo.. co’ ‘sto casino..”

 

 

mercoledì 29 ottobre 2025

1200 POST!

 

MILLEDUECENTO


Cento l’anno praticamente.. un’infinità di idee e frullamenti d’anima, un crescere e un rivelarsi, prima di tutto a me stesso. 

Un sistema comunicativo liberatorio e creativo, un briefing continuo coi miei neuroni residui, un aggiornamento costante.
Un monitoraggio che tiene innanzitutto profonda compagnia.

Il blog come alleato, sfogo, sport in solitaria, riserva indiana (citando Stefano Massini), accumulo compulsivo di ideuzze, stravaganze, ghirigori di coscienza, affreschi vita da appuntare con cura affinché tutto non scivoli via, nell’oblio ricattatorio dell’età.

Milleduecento post!.. non ci credo quasi..

“C'è sempre una vecchia storia che viaggia,
e cioè che non sia vero che scriviamo per noi.
Ma è come il respiro, ognuno respira per se.”

Questo scrivevo in occasione dei 1000 post, dopo dieci anni.

Lo sottoscriverò in occasione dei vent'anni, un dio volendo.


domenica 26 ottobre 2025

ORA LEGALE

 


Questa mattina nessuno è riuscìto a spostare le lancette indietro di un’ora, come anche tutti i sistemi automatici, gli orologi digitali, e ogni sveglia elettronica.
Se ne sono rimasti tutti e tutte sull’ora del giorno prima.
Una rivoluzione tutt’altro che silenziosa che sembra reclamare quell’ora di vantaggio sull’originale ciclo solare.

L’unico a non stupirsene è il sole che la sua lenta rivoluzione l’applica da tempo e che è sorto regolarmente e tramonterà, verosimilmente, sempre alla sua, di ora, ignorando alla grande le nostre beghe orarie.

Il Comitato Straordinario della Ricalibrazione, creato appositamente per risolvere il caos, ha escogitato di riparlarne tra una settimana, cercando di capire, in tempi brevi, come mai la “rivoluzione del silicio” come l’hanno chiamata ai tg, voglia imporre i suoi orari.

Ma ora si tratta di ore ancora calde, dove si sta cercando di capire come uscirne.
E’ prevista una Riunione Generale di tutte le forze politiche e dei vertici scientifici.

Oggi alle 10.
O forse alle 11.

 


mercoledì 22 ottobre 2025

IL VIAGGIO DENTRO

 


L’input me l’ha fornito un articolo su Robinson, a firma del biologo Daniel Lumera, in occasione di Ulisse Fest, la festa del viaggio patrocinata - ma guarda un po’! -  da Lonely Planet, la madre di tutte le guide turistiche.

Lumera esalta il viaggio interiore, in parallelo - ma di ancor più  vitale importanza - con quello esterno: non solo passeggiare sui luoghi, ma dentro di essi, e contemporaneamente dentro di noi, con la lentezza necessaria ad assimilare, creando un tutt’uno con le nostre sensazioni, connettendoci,  rigenerandoci.

“Non vi è insetto che sappia di essere posato sull’altare di una cattedrale e che quella cattedrale sia in una determinata città, regione, Stato”

Noi si invece, li assimiliamo per poi generarli di nuovo, questi processi all’interno di noi, creandone ulteriori.

Un’armonia primordiale che va oltre il guardare il panorama, l’assaggiare una pietanza mai vista prima, seguire sentieri per chilometri.

Un viaggio unico, senza checkin, senza valigia: viaggio essenziale, spesso rimandato, che può generare apprensione ma anche solleticare incredibili cambi di prospettiva, svelarci anse sconosciute, luoghi fantastici forse solo supposti in attimi di rimestamento di cuore.

Il viaggio senza mappa, dove dobbiamo essere disposti a scoprire invece di accontentarci e subire, scommettere sui bivi.
Anche il bagaglio è anomalo, senza neanche riflettere sul cosa portare.. faremo acquisti, torneremo con qualche strano souvenir?
Pensiamo di trovare qualcosa di differente dal perfetto meccanismo biologico che ci contraddistingue?
Possiamo immaginare l’origine della curiosità?
Come un fiume che sgorghi, comunque, da un principio emotivo?
Siamo consapevoli che potremo trovarci dinanzi a carte da sempre coperte, nascoste, mai vagheggiate?

Roba scomoda a volte, ma autentica, in continuo subbuglio, questo è certo, magma vulcanico che non si solidifica mai, ribolle come moto ondoso a scoperchiare sollecitazioni.

Oppure.. potremmo rivelarci arido deserto,
cielo buio come pece, vertigine silenziosa a pescare nel nulla.

Ma non era meglio se prenotavo un quattro stelle a Ventotene?

sabato 18 ottobre 2025

TEMPO DI COTTURA

 


Leggevo un articolo, a riguardo, pensando che, in effetti, il tempo di cottura dalle confezioni di pasta, specie in quello di grano duro, non andrebbe proprio inserito.

L'articolo in questione sottolineava come fosse una comunicazione scritta in caratteri piccoli e spesso introvabili, avvertita dal consumatore quasi a livello di imposizione e quindi, magari, accolta con ritrosia e, come minimo, diffidenza. 

Partiamo da dati generali: alla maggior parte delle persone non piace la pasta eccessivamente al dente, spesso neanche leggermente, al dente.

Per questa utenza, e in quest'ottica quindi, le indicazioni sulle confezioni possono essere avvertite quasi come terroristiche, ecco il motivo per cui vengono scritte in caratteri piccolini e seminascoste, proprio a non urtare la suscettibilità di chi vorrebbe comunque consultare.

Tuttavia restano comunicazioni che andrebbero sottolineate perché tanti lascerebbero squagliare il prodotto senza una minima indicazione di tempistiche.

A questo punto il compromesso: ti scrivo un minutaggio di cottura, ma seminascosto e anche in caratteri piccolini, così, dopo che ti sei ridotto a mangiare i rigatoni con la cannuccia e ti vai a spulciare meglio l'involucro della pasta, non potrai fare a meno di notare che l'azienda produttrice, aveva sottolineato di non superare i 9/10 minuti. 

Insomma.. t'aveva avvisato.. 

martedì 14 ottobre 2025

VE L'AVEVO DETTO

C'è questa pace che sta germogliando,
e voglio scriverne appunto ora a commentare tutto un fastidioso fiorire di "ma quanto volete che duri?" "Ma cosa c'è da festeggiare dopo un'inifinità di morti?" (ne volevate ancora?), "non è finito proprio niente".

Insomma tutti questi menagramo che sanno perfettamente che il mondo finirà a breve con le bombe atomiche in salotto, e quasi si dispiacciono se, anche solo per un attimo, i missili giacciono in arsenale. 

Tutti questi fenomeni che sanno come va il mondo che vanno in piazza ma, viene il sospetto, forse volevano solo che i missili cambiassero direzione. 

Magari durerà un amen questa pace, perché di quei venti punti firmati, cinque/sei li vedo davvero tosti.

Ma infastidisce tanta pedante saccenza, gente che presumo viva male, eternamente insoddisfatta.

Ecco, almeno voi, datevi pace. 

  

lunedì 13 ottobre 2025

sabato 11 ottobre 2025

RICCETTO

 


Riccetto Vanesio sapeva di affascinare; sul far della sera, nonostante i rimproveri e gli altolà di mamma riccia, scavava il suo bel tunnel sotto la recinzione che separava il loro terreno incolto dal giardino condominiale,  ricco di cibo e creature mai viste, e partiva alla ventura, spesso con i suoi due fratellini.  

All’inizio era stato solo un caso, odorando strani profumi avevano trovato dei crocchini davvero invitanti, sembravano lì apposta per loro, piacevolissimi da sgranocchiare, e c’era anche un laghetto dove abbeverarsi, e attorno tutta erba e siepi dove sgattaiol.. ops! riccettare via in caso di pericolo.. ma il bello doveva ancora venire.. ogni sera al crepuscolo, quando il buio si faceva più fitto e il silenzio s’impadroniva dei contorni.. si formava spesso un pubblico di strani esseri, arrivavano pian piano e si disponevano in silenzio a guardarli sgranocchiare crocchini.. erano gli “umani”.. esseri molto strani, spesso imprevedibili.. ma vabbè, questo è un altro discorso..
fatto sta che i tre fratellini: riccio Vanesio, riccio Curioso e riccio Mangioso erano diventati frequentatori stabili di quel pezzo di giardino dove in teoria, una tribù di altri strani animali - gatti li chiamavano - avrebbero voluto mangiare le loro razioni di crocchini senza troppi altri occhi e intrusi attorno.  
Ciò che nessuno poteva immaginare, era che Nerina, una micetta lucida e vispa, avrebbe subito il fascino del capo banda, quel mucchietto di aculei, e tutte le sere, fosse lì ad attenderlo,  per osservarlo curiosa e attratta, nei pressi di quel varco che divideva il giardino condominiale dalla giungla di terreno incolto dove mai, la micetta, avrebbe messo né muso né zampetta.. ma la curiosità è gatta, si sa, e Nerina, dopo una settimana senza aver avvistato Vanesio, trovò il coraggio di oltrepassare la recinzione: la passione poté ciò che la ragione impediva.

Nerina si ritrovò così in un mondo sconosciuto: erba selvatica a solleticarne il musetto, terreno irregolare, niente case all’orizzonte, nessuna traccia di umani soprattutto, solo mille tonalità di verde disordinato ma una sensazione di sguardo e respiro libero, luce e aria a volontà; del suo amichetto riccio, però nessuna traccia, e allora via a correre e saltare finché un abbaiare scomposto e sempre più vicino la mise in allarme, e all’improvviso eccolo riccetto, spuntare dal terreno e farle cenno di raggiungerlo.. Nerina si precipitò!
Mai era stata così vicina al riccio, pungendosi anche con un paio di aculei e riccetto si addossò ancor più per farle spazio come a chiedere scusa.. quel ringhio sommesso si allontanava intanto, e i due animaletti, trattenendo quasi il respiro ora si guardarono curiosi, felici e riconoscenti.. era nata una nuova amicizia.. e chissà poi..

mercoledì 8 ottobre 2025

HORROR VACUI

 


Terrore del vuoto.

Definito così - semplicemente - anche da Wikipedia.

Bisogno di riempire la vita di cose da fare.

Un blog ad esempio.

E il blog, di post.

E il post, di parole.
Che indichino cosa pensi, come trasmetterlo, se la comunicazione intrighi, crei ascolto, attenzione, curiosità.
E se questa attenzione generi poi accortezza, l'interesse altrui; stimolando a loro volta il mio in un'operazione reciproca di alimentazione, crescita, sviluppo, un minimo di riflessione.

Ma se parlassi solo di me invece? 

Come fossi alla scrivania con carta e penna, comunicandolo a me questo disagio, questa necessità, volendo evitarlo io questo "vacui" che preoccupa;
questa assenza di pensiero e azione che qualche volta ti obbliga a guardarti allo specchio anche senza specchio, ti intima di osservarti dentro a tuo esclusivo beneficio, rivelando quello che sei anche al tuo ego più ostinato. 

In Giappone ne fanno virtù, ne traggono sollievo.
Ma quello è davvero un altro stile di vita.
E non per forza migliore.

Comunque questo diventerà un post e quindi già sono fuori strada.
Scrivo per me, ma so che leggerete. 
Mi sto esponendo realmente, o tengo carte così nascoste da non riuscire a trovarne neanche io in una personalissima caccia al tesoro, da indire non appena la noia si affaccerà curiosa?

E voi, riuscite mai a parlarvi davvero, da soli,
faccia a faccia, guardandovi negli occhi? 

venerdì 3 ottobre 2025

CARTA IGIENICA (ISTRUZIONI PER L'USO)

 


Magari non se ne parla, ma frequentando case di amici, conoscenti, parenti ma anche hotel e svariati servizi igienici pubblici, alla fine può emergere uno degli interrogativi che assillano l’umanità: notare che non è affatto universale il sistema di posizionamento del rotolo di carta igienica nell’apposito supporto atto a srotolarlo.

Solitamente lo constatiamo solo in quegli attimi di intimo raccoglimento, e ci rendiamo conto di non essere gli unici portatori di verità, ma esistono praticamente due scuole di pensiero: un sistema over, secondo cui la carta scende frontalmente, e un sistema under, che la fa venire giù dal lato parete. 
E comunque in crescita il movimento che lascia il rotolo sul termosifone o su qualsiasi mensola o superficie di comodo in prossimità del water, bypassando più o meno elegantemente, il dilemma.
Tornando alle principali correnti di giudizio, la prima sarebbe quella ufficiale - che da sempre utilizzo anche io, ed in effetti legato a tradizioni e abitudini familiari -, ma ufficialmente introdotta e illustrata nientepopodimeno che dall’inventore, del porta rotolo della carta igienica, Seth Wheeler nel 1891.
E qui sotto, esaustiva illustrazione a corredo:

Credo comunque che si tratti di una di quelle consuetudini di famiglia che finiscono per divenire bagaglio di tanti nostri inconsapevoli comportamenti.
Inseribili serenamente tra quelli innocui.. 

Fateci caso la prossima volta, in seduta di gabinetto.  


domenica 28 settembre 2025

CHIARA VALERIO CHI DICE E CHI TACE

 


Un narrare che prende a pretesto il giallo, ma si rivela indagine sociologica, introspezione di memorie, minuta guida turistica anche perché si svolge a Scauri, ultimo paesino di mare a dividere Lazio e Campania, ma dove, in realtà, si parla, si pensa, si mangia e si vive già napoletano.
Chiara è nata a Scauri, la differenza con chi, come me, ci viene solo in vacanza, seppur da oltre sessant’anni, è nell’approccio. Per uno scaurese la stazione, ad esempio, è dove si parte, dove si cerca di trovare vita e lavoro altrove, per noi che abbiamo una memoria vacanziera di Scauri, la stazione è arrivo in paradiso, e la partenza condanna.
Chiara scrive come pensa, la punteggiatura infastidisce, il virgolettato dei dialoghi orpello inutile.
Si guadagna in percezione, in apparente scorrevolezza, ma spesso bisogna risalirle certe frasi, certi concetti, certi pensieri che si aggirano tra le case a due piani e gli stabilimenti scrostati.
C’è un passeggiare pacato che si bea delle mareggiate, delle nenie da chiesa bigotta, degli sguardi sommessi dei vecchietti davanti ad un bicchiere di bianco sulla Via Appia, a contare i tir incessanti.

Scauri, carico di quella “grazia scomposta”, come luogo ideale per un nulla che riempie il consueto e una morta che vorrebbe riposare in pace.
E così la storia si orna di giallo, ma è solo una scusa per raccontare di quelle seimila anime che d’estate diventano centomila e fanno fatica a riconoscersi nel frettoloso rincorrersi tra monte d’Oro e monte d’Argento, guardando, dicendo o tacendo, e io a rivivere gli amori allo Scoglio, i mercati americani sotto la Sielci, l’uva rubata al Garigliano, le salite a Minturno, correre in cuffietta al mattino su quel lungomare che amo con gli aromi di frolle e sfogliatelle a riempire l’aria, “l’infilata dei lidi, le case disordinate e agglomerate”.

Come afferma Chiara: Scauri esiste. E ascoltarne storie, facile.  


mercoledì 24 settembre 2025

PALESTINA SUBITO

 


Ovvio che se ne parli. Che serpeggi, a volte, tangibile intolleranza verso gli ebrei con le treccine, quasi fossero tutti lì a trucidare palestinesi innocenti e cacciarli via chissà dove, basta che si tolgano dalla vista. 
Infastidisce probabilmente certa ostentazione. Preferiremmo si vergognassero un attimo del loro capo, della loro infinita vendetta scellerata.

La mattanza di Gaza spaventa  e inquieta.
Ma siamo comunque quelli che gli zingari sì, ma non nel quartiere, e rimanderemo a casa tutti i presunti slavi che rubano, e pure gli immigrati ubriachi e senza lavoro, dritti in Albania; ce l'abbiamo sempre qualcuno da cacciare via: il barbone sotto casa o chiunque voglia solo pulirci il parabrezza al semaforo per forza.

A poterlo fare disinfesteremmo, lo facciamo con le zanzare, perché non alzare il tiro?

Poi scendiamo in piazza contro le guerre e i genocidi e picchiamo duro contro il capitalismo, la causa del tutto, con i soliti idioti che si prendono le intere pagine di giornale. 

Ma al ristorante non chiediamo lo scontrino, l'endocrinologo solo in contante, dal meccanico sia mai chiedere una fattura, mi costa cento euro in più.

E siamo sempre noi, quelli della Palestina Stato.
Bravi a chiacchiere, un po' meno nei fatti.
Molto meno nei fatti.

Palestina Nazione subito. Dovessero mandarli da noi..    

venerdì 19 settembre 2025

PACENTRO MINIMAL

 


Parliamo di un lieve paesino abruzzese abbarbicato attorno al suo castello a rivendicare, senza minimamente temere di usurparlo, il classico titolo di “borgo tra i più belli d’Italia”.

C’è bisogno di lentezza però, sguardo posato come patina di polvere, percorrendo i suoi vicoli silenziosi, respirandone piante, angoli rientranti, crepe, sottoportici, e uno ad uno, gli archetti tra una casa e l’altra, prototipi di remote misure antitelluriche.

Il quadro d’assieme, della Pacentro presepe, può non rendere giustizia,ma l’analisi del particolare minimo, del dettaglio, dello sguardo a perdersi, del viottolo che ti incarta, della scala che si arrampica fino a non capire dove, o che scende in ghirigori di buio, è la modalità di visione che attrae.


E poi il culto dello stemma e del fiore, della balaustra che osa, della porta scorticata dai secoli, del sanpietrino a rendere incerto il passo, degli arboscelli irrequieti e della corolla che illumina.

Un’immersione dove perdi di vista la superficie, dove il raggio di sole deve schivare, tegole e finestrelle curiose, scale e rientri, fogliame prima ancora della pietra, e gatti che si chiedono cosa vuoi lì, nel loro regno, nella loro quiete, sbucando o riaccartocciandosi, improvvisi, da quell’angolo che non credevi esistesse.



Tavole di porte divorate dal tempo con attorno case dismesse a elemosinare sguardi, i lampioni a custodire luce adagiata tra i tetti, ringhiere spavalde affacciate sui vicoli, fessure e crepe ad ingoiare rivoli di luce sgusciante, gli orizzonti che scalano il cielo a mani nude e sostengono l’ultimo sole prima che l’ombra disegni nuovi  orizzonti dal fascino perenne.











sabato 13 settembre 2025

TRE SERIE TV CHE ALZANO L'ASTICELLA

 E parlo di Netflix, ovviamente, per molti indice di bassa qualità.


BLACK DOVES


Fa molto The gentlemen questa serie british con tanta carne al fuoco, sangue e  sparatorie, dialoghi tarantineschi, intimismo e malinconia, dove anche il sopra le righe arreda con un certo garbo, ma la capacità di magnetizzarti allo schermo e farti affezionare ai personaggi chiave, soprattutto gli strepitosi Keira Kinightley e Ben Wishaw.

Ci facciamo trasportare dalle vicende frenetiche e mozzafiato di un’agenzia di spionaggio che offre  servizi a chi paga di più pestando i piedi a mezzo mondo e sottoponendo i propri agenti a contorsionismi funambolici narrati comunque con efficace credibilità, sempre rimarcandone fragilità e debolezze nonostante i reiterati richiami alle“mission impossible”.
Il regista e sceneggiatore Joe Barton, già autore de Il progetto Lazarus, sembra divertirsela alla grande, e non possiamo davvero dargli torto.

Ovviamente finale spalancato per una seconda serie che attendo già con grandi aspettative.


 DEPT Q


DEPT Q  ti trasporta in un thriller mozzafiato tra personaggi scomodi (vittime e protagonisti) che vagano tra luci e ombre, tutti alla ricerca di un pezzo di cielo, di rivalsa, di affermazione o di redenzione; fragili e ossessionati, colpevoli col loro fardello di rimpianti e rimorsi, tutti più o meno accecati dai loro fantasmi e dalla voglia emergere, recuperare.. mille sottotrame in un giallo perfetto, dove il cinismo,  la sagacia, il fascino e la tenacia non latitano un istante, e noi rapiti dietro le infinite dinamiche di un racconto potente, virtuoso, che si fa seguire con omogenea plausibilità, finalmente. Spesso cosa rara in tanti thriller abulici.

Nota a parte per il carismatico e turbato Matthew Gode e il suo collaboratore profugo siriano Alexej Manvelov, coppia inedita di specialissimi investigatori fuori dall’ordinario.


THE GENTLEMEN

Dopo il film, Guy Ritchie inanella dieci episodi a forma di serie, ma talmente ricchi e densi da poter essere ingollati senza soluzione di continuità. Il Gentleman, Duca cortese, Eddie Horniman (Theo James) nobile d’animo e dai modi aggraziati del titolo, indotto dagli eventi a nefandezze inaudite, mantenendo comunque un’aura di classe e signorilità, circondato da uno stuolo di altri “gentlemen” - ognuno a proprio modo -, a difesa del rango, della classe e dello status di appartenenza. 

Parliamo ovviamente di livelli eufemisticamente “nobili”, ma dove la posizione e la quota di potere raggiunto, innescano dominio, ricchezze e soprattutto ogni espediente possibile per mantenerli, intrigando lo spettatore a quote elevatissime di adrenalina.
A degno contorno Susie Glass (Kaja Scodelario) in gran spolvero, intrigantissima e carognetta quanto basta. Il fratello del Duca, Freddy Horniman (Daniel Ings) psicopatico e tossico, in una parte che lo esalta proponendo sprazzi di  gran cinema.
 
Ogni puntata  colma di ebbrezza e quasi un film a se stante, le gesta accompagnate da coinvolgenti musiche operistiche dal fascinoso impatto sonoro, perfetto contraltare alle vicende drammatiche e spesso dai risvolti tarantiniani, ma decisamente made in Guy Ritchie, sempre amato, frenetico, geniale e creatore di personaggi dall’arguta personalità.
Godibilissimo.




lunedì 8 settembre 2025

IL CASO VOLLE

 


Il caso, spesso bizzarro, volle che nella palazzina A del comprensorio di Montesacro, a vent’anni dalla sua costruzione, e dopo un’alternanza di inquilini abbastanza frequente ed eterogenea, venissero a ritrovarsi, contemporaneamente, ben quattro coppie di insospettabili  killers.
Angelo e Antonia, con due bimbi piccoli, sicuramente i più esperti, lui dirigente di una Agenzia di Statistica, lei maestra di scuola infanzia; con attività parallela in coppia, fin da fidanzati. Scrupolosi e precisi, amanti in maniera patologica della loro tendenza omicida ma anche perfettamente integrati come contabile amministratore lui, e amorevole maestra lei, affettuosi coi figli, cordiali col vicinato; una coppia micidiale con all’attivo un centinaio di esecuzioni.
Omar e Sandro, coppia omosessuale con atteggiamenti non proprio riservati, era stata accettata serenamente perché comunque in grado di propagare una simpatica e contagiosa alchimia, operano per conto di grosse aziende nel campo di spionaggio industriale internazionale e, a copertura, coordinano una libreria di quartiere, dove spesso organizzano incontri con autori e gruppi di lettura; cinici e devastanti sul lavoro quanto empatici e benevoli nei rapporti condominiali.
Lucy e Aguirre, marito e moglie spagnoli, trapiantati in Italia dall’Andalusia, lavorano su commissione ma su media scala, principalmente sullo sfondo di richieste private: gelosie, piccoli ricatti, tradimenti da redimere col sangue.
Gestiscono un piccolo ristorante etnico, dove  spesso accolgono, tramite reti fidate, clienti  indirizzati per discutere circa la loro attività più redditizia.
Infine, proprio ad inizio anno, arrivano anche Luisa e Franco, con precedenti matrimoni a carico, finalmente sembrano aver trovato il condominio ideale ed un luminoso appartamento al quarto piano, entrambi pensionati, ma dedicati da sempre, anima e corpo, all’eliminazione fisica di personaggi scomodi, principalmente in ambito politico,  fiore all’occhiello la specializzazione nel far apparire ogni morte come accidentale.

Meno bizzarro, invece, il caso che nessuno sapesse dell’altro, poiché certe attività trasversali viaggiano per compartimenti stagni, dove ognuno ha un fottuto interesse a mantenere le fonti segrete.

Ma, nello specifico, esisteva un disegno precisissimo architettato dal mandante di ogni loro attività delittuosa, la più insospettabile  di tutti: Donna Esmeralda della palazzina C, criminale di vecchissima data ma ormai vicino ad essere vecchissima anche lei, per quanto ancora arzilla, vispa, cinica, sveglissima. Diabolica.
Esmeralda voleva i suoi pupilli sott’occhio, a gestirne più comodamente i movimenti, per quanto conoscesse benissimo i rischi cui andava incontro.

E bastò poco perché il composto involontario venutosi a creare, si rivelasse tutto meno che innocuo.
Troppo attrito a contatto necessitava di un’appena misera scintilla, e se ne resero conto gli abitanti di mezzo quartiere quando, durante l’ultima accesissima riunione di condominio, le quattro coppie presenti in contemporanea, indispettite per alcune pretese del resto del comprensorio circa l’installazione di telecamere di sorveglianza nelle aree comuni, vennero meno alle più elementari regole.
Quelle del rimanere nell’ombra, quasi invisibili, scatenando una resa dei conti con ogni arma di fuoco disponibile dove rimase superstite (e forse qua nessuna ombra di caso bizzarro..) solo Donna Esmeralda, che riuscì anche a nascondere il suo Winchester a canne mozze sotto una BMW nera abbandonata da mesi nel parcheggio, millantando in seguito la più totale estraneità alla efferata carneficina.

Occhio ai vicini quindi, e se  organizzano innocui  apericena, magari è solo per capire se custodite qualche Guttuso a parete, o se possedete gli esatti requisiti per poter entrare nella loro collezione di salme illustri..


lunedì 1 settembre 2025

LA MONTAGNA

 


La montagna decide lei,
ti svegli al mattino e ti occupa l’orizzonte,
allora comprendi che dovrai percorrerlo quel mondo,
per scorgerne di nuovo,
tra  sentieri di silenzio che ti avvolgono alle cime attorno.
 
Tutto diventa un vestito da indossare
che si adatta perfettamente a ritmo e movimenti, muscoli e tendini,
sguardo e cuore a collezionare scenari differenti ad ogni lieve scollinare,
e ti senti al riparo anche mentre pioviggina a stille,
e di quelle gocce riconosci l’eco di ognuna,
mentre attraversano il cielo, e tu con loro.