"Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti d'Ottavia, è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge".
(Le città invisibili - Italo Calvino)
Illuminante questo passo. Contraddittorio a prima lettura, ma a ben guardare, con una precisa evidenza ad emergere inequivocabilmente.
La precarietà dei residenti d'Ottavia, la cagionevolezza delle infrastrutture, la delicatezza e la cautela con la quale affrontare ogni minimo movimento, li rende irrimediabilmente coscienti della loro provvisorietà.
La consapevolezza dell'abisso che non è metafora della fine, ma baratro reale che si avverte con l'eco del vuoto pronto a inghiottire, istante dopo istante.
La certezza della fine disegnata nel buio sottostante, il non ritorno che dispensa freddo acuto in piena estate. Una rete che ingloba e attanaglia, ma che può lasciar sfuggire via attraverso le sue maglie sottili e rarefatte.
L'incostanza che rende tutto maledettamente certo.
Sono d'accordo con te su questa riflessione, siamo tutti in una rete, ti dirò i più fortunati sono ancorati a una parte di rete con maglie più fitte, i meno fortunati sono tra maglie più larghe e cadono facilmente ti auguro di essere nelle maglie fitte...io ormai sono appesa come un pesce a un amo, lo cercano di tirare su a forza, ma se si muove e agita molto sfugge, si stacca e ritorna libero ne mare Ciao giaguaro
RispondiEliminaNon abboccare 🤗
Eliminain fondo la si può considerare una metafora ante litteram (e quindi involontaria) della fragilità della rete internettiana.
RispondiEliminaml
Non lo è affatto.. c'è un richiamo neanche troppo sottile.. analogie e fatalità..
EliminaLa certezza dell'incertezza. della vita appesa ad un filo in ogni istante.
RispondiEliminaAvremmo bisogno impellente di questa consapevolezza..
EliminaChe paura vivere con questa spada di Damocle sulla testa, temere che ogni movimento brusco possa portare alla fine...Una vera angoscia. Un po' come succede nei luoghi di guerra: oggi la mia casa c'è, domani potrebbe non esserci più; oggi sono vivo, domani potrei non esserlo più. La paura del futuro prossimo è angosciante.
RispondiEliminaGaza e Ottavia molto vicine..😔
EliminaBen diversa da questa nostra "civiltà" dove l'incoscienza sembra regnare sovrana. Siamo sospesi, ma facciamo finta di nulla. Finiremo dritti, dritti nel baratro se non apriremo gli occhi
RispondiElimina😕
Si potrebbe parlare di fatalismo.. di incoscienza dilagante.. chissà se il mondo intero potrebbe sollevarsi contro una catastrofe annunciata.. chissà se avrebbe voce in capitolo.. :(
EliminaDirei di grande attualità. Quante Ottavia al mondo!
RispondiEliminaMalinconica ed inquietante attualità..
EliminaSe la rete non regge... o è Wind o è Fastweb :-D
RispondiEliminaGli abitanti di Ottavia devono cambiare provider :-D
Tim regge bene.. poi chissà.. c'è modem e modem.. ;)
EliminaLa consapevolezza di poter cadere e di essere sempre in bilico procura maggior attenzione ma non elimina la possibilità che accada comunque.
RispondiEliminaCiao e notte serena Franco.
Assolutamente no, ma siamo spesso artefici del nostro destino, conspaevoli o meno..
EliminaTutti viviamo a Ottavia; ovviamente il popolo palestinese, come detto su, ma anche gli abitanti degli Stati Uniti vivono su reti fragili (la scorsa notte, almeno 20 morti in diverse sparatoie), quello che vivono in aree terremotate o vicino a un vulcano e tutti noi che quano attraversiamo una strada dovremmo sapere che camminiamo su una rete che può spaccarsi se una vettura distratta non vede il suo rosso...
RispondiEliminapodi-.
Sarà per questo che ogni nuovo mattino ringrazio la giornata donata.. siamo in perenne bilico, di questi tempi ancor di più..
EliminaLa consapevolezza della precarietà spinge a vivere più intensamente ogni momento o ad aver paura di vivere? chissà, forse dipende da ciascun individuo.
RispondiEliminaDovrebbe spingerci a non sprecare un attimo, ad attribuire importanza anche a ciò che apparentemente non ne ispira, a (ri)valutare le piccole cose, i sorrisi, i gesti buttati via, le maleducazioni a volte, le noncuranze.. e come ad Ottavia, ma anche in ognuna delle nostre fragili esistenze, i passi falsi.
EliminaSiamo tutti più pigri.. neanche a votare andiamo.. ma ci lamentiamo dei risultati.. poi..
RispondiEliminaLe città invisibili!!! Mamma mia che ricordi mi hai tirato fuori! Testo meravigliosamente pieno di spunti. Uno dei libri con più orecchie, tra quelli che ho :) Sì perché devi sapere che io ogni volta che leggo, lascio le orecchie nei passaggi importanti o interessanti. Quello ne è pieno!
RispondiEliminaP.s.
Ho notato che i tuoi commenti mi finiscono sempre in moderazione e non capisco perché. Se vedi che ci metto un po' a visualizzarli sul blog, è per quello🫠
A Roma andrò sicuramente a vedere la mostra su Calvino alle Scuderie del Quirinale, in occasione del centenario.. autore meraviglioso.. lo sto citando spesso sul blog ultimamente.. ;)
EliminaA Ottavia c'era sempre l'allerta arancione, alle volte per giusto motivo, altre no e gli abitanti davano di matto.
RispondiEliminaCredo che l'animo umano si adatti però.. certo chi più, chi meno.. se penso che davvero nascere ad una latitudine piuttosto che ad un altra può sconvolgerti l'esistenza, quando non bruciartela già sul nascere.. :(
EliminaEssere certi della precarietà della vita oggi sembra fuori moda, oggi ci sentiamo tutti immortali.
RispondiEliminaIo quando guardo il tg comincio a perderla 'sta baldanza che giustamente sottolinei.. :(
EliminaLa sensazione che provo ultimamente è quella di essere intrappolata in un mondo che non approvo e nel quale faccio fatica a sopravvivere.
RispondiEliminaNon lo riconosco neanche io, specialmente quando ho la fortuna di scorgere sempre nuove bellezze, allora mi rammarico di quanto possiamo essere stolti e incapaci di generosità, del fare in modo che a tutti venga garantito il sorriso..
EliminaBuongiorno Franco Dal Sydney arriva questa notizia che l'ignoranza è la causa primordiale della felicità così come la precarietà di quella città di ignoranza di che cosa può succedere stimola solo serenità e felicità e voglia di viverci
RispondiEliminaMi trasferisco a Sidney. Se ho capito bene.
EliminaTutto è precarietà e incertezza. Nella vita siamo solo sicuri che tutto finisce.
RispondiEliminaA volte - anzi spesso - ci salva l'irriducibilità.. ;)
Eliminal'effimero trova consistenza nel valore attribuitogli
RispondiEliminaNella coscienza di sé.
Eliminain primo luogo. ma non si ferma
Elimina.....siamo tutti in bilico, in un mondo incerto, che non riserva quasi ma qualcosa di buono....
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