giovedì 11 febbraio 2021

LEI MI PARLA ANCORA (..DOPO IL FILM DI AVATI, NON LO SO..)

 


Dal racconto di Giorgio Sgarbi, da cui è tratto molto liberamente il film di Avati, giusto rare tracce della lirica e della leggerezza originali; ampio spazio, invece, ai mezzucci utilizzati da Pupi per sensibilizzare la platea, specialmente sul ricamato rapporto tra il protagonista che ha perso l’amata moglie e il ghostwriter chiamato a “immortalarne” la loro storia, davvero utilitaristici e risibili, adatti giusto al filmetto che viene fuori, e che trasforma l'emozione in melodramma facile facile, soffocandola in una girandola di soluzioni pretestuose e siparietti al limite.

Non sopporto questo modo di fare cinema, questo dover stupire lo spettatore anziché farlo addentrare con tatto, questo creare esagerati contrasti iniziali, per poi farli repentinamente convergere in una sincera e costruttiva amicizia (Gifuni che sparolaccia all’inizio, e alla fine va via con la testa fuori dal finestrino come un cagnolino a guardare Pozzetto; e sconforta, si, ma solo nel constatare a cosa si arrivi per coinvolgere con maldestra superficialità).

Quindi è già con il Pozzetto catatonico, rimasto nel limbo della memoria immortale della sua amata consorte, e il suo incontro con un Gifuni calcolatore, che guarda solo i suoi interessi - ad emozione e garbo zero -, che Avati brucia gran parte delle sue carte, rendendo macchiette posticce e arruffate anche tutte le figure di contorno.

Salvo giusto una luminosa Ragonese, anche se costretta a scene artefatte, come fuga e ritorno nella dimora di lui, appena sposati; ed un bel ritaglio anche per Haber,  misurato e a suo agio.. ma davvero poco, troppo poco.. e peccato per i radi squarci di poesia malinconica, che si perdono nelle forzature.. 



47 commenti:

  1. E' un film che ho visto un paio di giorni fa e l'ho consigliato
    a Riky che ama Pozzetto.
    E' un film di qualità che sembra preso da uno dei miei tanti post che parlano dell'amore immortale.
    Non è un capolavoro, ma certamente un film di valore, stile felliniano.

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    1. Pretestuoso e pieno di mezzucci ridicoli, come Gifuni che lascia la porta di casa (porta che da direttamente sull'esterno) aperta in pieno inverno e fa arrabbiare Pozzetto; ma chi entrerebbe in una casa dall'esterno (e d'inverno pure) lasciando la porta aperta dietro di se.. e si scoccia pure quando glielo fanno notare.. espedienti da fiction per gente sentimentaloide. Bocciata.

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    2. Ecco Gus.. visto che hai Sky, ti consiglio Il grande passo.. una storia con tutto al posto giusto, senza bisogno di strafare, e pur parlando di una fiaba, il che è ancora più incredibile..

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    3. adoro Pozzetto e anche Pupi Avati, benché dei film non horror non ho visto tutto e qualcosa non mi è piaciuto...
      Vedremo, vi farò sapere.
      Certo l'espediente del "prima opposti", "poi amiconi" è un topos molto comune. O no?

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    4. Un tema ricorrente, che deve essere credibile..

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  2. Critico e lapidario come sempre :D
    Ma è quello che apprezzo di te quando recensisci un film.

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    1. Diciamo che quando uccido, uccido ;)

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    2. Lei cosa ha ritrovato di personale in Lei mi parla ancora?
      In Giuseppe e Caterina (interpretati da Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli, ndr) ho rivisto quello che erano i miei genitori, che si sono amati per 65 anni, anche se questo ha significato per me rivivere un dolore così privato, ed è stato straziante. Catartico invece è stato rivedermi: mentre di solito sono ipercritica e chiudo gli occhi quando appaio sulla schermo, questa volta mi sono lasciata andare.

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    3. Intanto dovresti fare riferimento a chi parla, Gus (in questo caso Elisabetta), poi la storia può essere straziante come quella di chiunque perda il proprio compagno/a, ma ancor più straziante è come la raffazzona Avati.

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  3. Non è il mio genere di film e quindi difficilmente lo vedrò. Mi sembra, che salvo rari casi, ci sia una generale decadenza nel cinema italiano. Un salutone a te.

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    1. Di recente Il grande passo, con la coppia Battiston/Fresi.. ottima prova..

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  4. Mumble, mumble....
    Gifuni, Gifuni...
    Ma si certo che so chi è....
    L'ex Segretario Generale del Senato...
    A.

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  5. Non è il mio genere di film,buon pomeriggio.

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  6. Ho sbirciato le recensioni al film dopo la lettura del tuo post, c'è stato un notevole stimolo sulla curiosità..quindi, vedrò il film..
    Buona giornata Franco

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    1. Ho letto anche il racconto.. tutta la cianfrusaglieria del film, se l'è inventata Avati.. peccato.. bastava la storia in se ad intenerire..

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    2. Lo scritto non sposa mai il film..leggere e poi vedere è delusione certa..forse il contrario, vedere e poi leggere..

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    3. Ricordo La leggenda del pianista sull'oceano. Io ho adorato Novecento, dal quale era tratto. Un canovaccio teatrale di Baricco, breve, intenso, sublime.. avevo il terrore che il film lo sconquassasse.
      Ebbene, ho adorato ancora di più il film, allungato di molto, ma in maniera divina.
      UN film può sposare lo scritto.

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    4. Ho sempre sostenuto di no ma l'esempio che hai citato é indiscutibile
      Buona giornata Franco

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  7. Il film non l'ho ancora visto quindi non posso esprimermi, di solito però apprezzo Avati per la sua capacità di riuscire sempre a trasformare in ottimi attori drammatici degli artisti che fino a quel momento hanno fatto quasi sempre solo i comici.

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    1. A me non dispiace quando gli attori che si sono fin troppo immedesimati in una caratterizzazione, virano dalle loro consuetudini, e l'età di Pozzetto aiuta anche determinate scelte.. oltretutto il personaggio che ne viene fuori è molto rassegnato e sereno, non infastidisce ne' stupisce. Sono le scelte di regia ad irritare, a calcare la mano per provocare inutile suspense.

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  8. Non ho letto il libro ma mai dire mai. Quanto al film invece, lo dico senz'altro. A parte che mi manca la passione per la tivù e i film poi dopo averti letto...

    ps non amo assolutamente Pozzetto

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    1. Una fiction lontana dal racconto e un Pozzetto lontano dal comico, comunque..

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    2. Per parlare di un matrimonio che durava da 62 anni il coniuge superstite doveva essere vecchio.

      Racconta Pozzetto, Pupi arriva precipitosamente da Roma a Milano. Faccio preparare un piatto di spaghetti, ci raccontiamo il film. Io ero sicuro di fare bene la parte. Gliel’ho detto fuori dai denti. Il copione mi aveva smosso qualcosa, sentivo di potermela giocare in modo onesto. Quindici giorni dopo, eravamo sul set. Forse, lo ha affascinato la mia sicurezza».

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    3. Pozzetto non ha colpe. Oltretutto la moglie l'ha persa anche lui.

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    4. Comunque Pozzetto è un po' sottovalutato :D
      Mi sa che dovrò scriverci un post :D

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    5. Sottovalutato da me? ..a me è piaciuto quando ha mandato a cagare Marzullo a Che tempo che fa.. ;)

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  9. L'aggettivo artefatto in effetti non posso negartelo, quando si parla del buoni Pupi. Però secondo me sei stato troppo drastico :D

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    1. Era una buona storia, infarcirla di "trovate" non era il caso.. Gifuni alla fine con la testa fuori dal finestrino.. ma neanche fosse un setter!. ahah

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  10. Non so che dirti Franco. Di solito non mi faccio contagiare dalle opinioni altrui. Però, leggendo la trama, credo che mi annoierebbe guardarlo. Però Pozzetto mi piaceva e mi piace ancora. Un grande per me. Ciao e grazie.

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    1. E' un altro Pozzetto, ma non è colpa sua se il film fa acqua..

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  11. Ho visto il film.
    Ho trovato piacevole l'interpretazione di Pozzetto. Mai sopra le righe, misurato.
    Bravissima Isabella Aragonese, una certezza.
    Il resto sfuocato, a volte eccessivo. Gifuni mi ha deluso. Per una volta concordo con la tua recensione. E di solito i film di Pupi Avati mi piacciono. Ma questa volta ha strizzato troppo l'occhio all'ovvio. Peccato.

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    1. Ecco, brava.. "strizzare l'occhio", cercare la piacioneria, forzare il colpo ad effetto, creare attrito fasullo per poi ricomporre ancora più fasullamente.. mi indispone questo fare cinema facile, che diventa faciloneria.

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    2. Un’accoglienza a dir poco calorosa per il nuovo film Sky Original “Lei mi parla ancora” diretto da Pupi Avati, che ha esordito ieri sera su Sky Cinema con un ascolto di 367 mila spettatori medi, attestandosi come miglior debutto per un film d’autore su Sky negli ultimi due anni dietro al solo “Parasite”. Il dato di ieri ha eguagliato i numeri dell’esordio su Sky di “Pinocchio” di Matteo Garrone ed è stato ampiamente sopra la media dei 4 precedenti film in onda il lunedì su Sky Cinema (+44%).

      Avati ha 82 anni. Si è lasciato andare come la Nutella, ma senza olio di palma.
      Non ha cercato la piacioneria. E' la piacioneria cha ha catturato il Pupi.

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    3. Sono proprio quei film che acchiappano, come l'altro con Sofia Loren.. intrisi di melodramma da discount.. del resto questo è il pubblico medio.. pensa ai cinepanettoni.. e ti sei dato la risposta..

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  12. Forse non è tanto un desiderio di Avati Ada ottenere un successo più mainstream ma probabilmente come dice Gus, è la piacioneria o chiamiamolo cinema di facile presa che ha conquistato questo grande anziano regista. PS: ma la serie di Scott l'hai poi vista e che ne pensi dei primi due episodi?

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    1. Piaciuti e intrigato molto entrambi. Ero preoccupato ma la storia avvince e sorprende.

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    2. Piace anche a me e soprattutto ha del potenziale nel senso che si apre a scenari molto interessanti

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  13. Da estimatore del mio compaesano Pozzetto quando "faceva il Pozzetto" (a ognuno il proprio talento e i propri ruoli, vederlo fare melodramma è come vedere un giornalista che si mette a fare lo scrittore - oddio, questa similitudine in italiA rischia di non sembrare pertinente...) devo confessare che mi è bastato intravvedere un trailer senza nemmeno l'audio per decidere che probabilmente non valeva la pena.

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    1. Il problema non è Pozzetto, come dicevo.. ma far leva su un pubblico da fiction..

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  14. penso che andrò a guardarlo. quando avrò tempo

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  16. Tana!
    Chi di autentica si lamenta, di autentica è invaso...
    Non ci si può rivolgere alla Polizia Postale per bloccare sta merdaccia?

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    1. Ahah.. a Fedora la invito a cena - appena si potrà - tanto paga lei.. ahah

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