ideologici e deformazioni dogmatiche, deleterie già allora,
per fornirci, tramite le analisi di personaggi svezzati e
spregiudicati, il quadro dell’humus dove poter (e saper)
coltivare una dittatura.
Datato 1938, ma permeato di malinconica preveggenza.
Vengono individuate le peculiarità del “potenziale” dittatore
quali l’individualismo, il trasformismo ed il paradossale
ossequio verso le forme di una civiltà di massa della quale
curare una rigorosa ed incanalata evoluzione.
Inquietante.
Oggi andiamo a votare (con occhi, naso, bocca, orecchie
accuratamente otturate…).
La paura è che tanti non riescano ancora a discernere o,
peggio, non ricordino più.
Del resto, per questa politica, non c’è vaccino.
Tant’è che una delle poche persone illuminate che ascolterei
per ore, Piercamillo Davigo, se ne tiene ben alla larga.
“In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo.
Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra.
Poi vengono le guardie del principe.
Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla.
Poi vengono i cafoni.
Si può dire ch’è finito.”
(Ignazio Silone)
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