Ricordo appena.
E questa assenza di memoria un rimpianto che porto dietro.
Anni di adolescenza cancellati salvo episodi, attimi, piccole parentesi, istantanee colte qua e là, soprattutto di vacanze, le mie vacanze a Scauri, di adolescenza, praticamente ogni Settembre della mia vita.
Ma in genere ricordo appena.
La fortuna è che forse, non ricordando, ho eliminato anche le cose brutte, robe nostalgiche, classici episodi "da dimenticare".
Quindi guardo al positivo e mi tengo stretto quello che resta nel setaccio - a maglie troppo larghe - della mia memoria.
Amori senza nomi, episodi senza luogo, visi senza storia, vissuto senza animazione.
Ricordo appena.
E forse per questo mi dedico a robe distopiche e irreali, con agganci davvero minimi al passato, preferisco ciò che non è stato, una sorta di ipotizzabile o spesso proprio impraticabile, ma forse per questo con una chance di possibilità, derivante dall'occhio non perturbato, incondizionato, privo di specchietto retrovisore, dal backgound labilissimo, proiettato magari all'assurdo, mai verificato, ma proprio per l'essere inconstatabile, potenzialmente plausibile.
Come degli alieni ingorgati sul raccordo che perderanno l'appuntamento con l'astronave Madre.
Ecco il frutto del ricordo appena a quali nuovi confini può condurre.
Specie quando non si ha più memoria di averne superati.