Suonano. Apro e non c’è nessuno.
Risuonano. Guardo lo spioncino. Nessuno.
Apro e guardo meglio allora.
“Ho suonato io” mi dice il campanello “Sono stufo di annunciare visite e i
sorrisi di benvenuto sono solo per gli ospiti.. e non so neanche come è fatta,
casa tua, che poi sarebbe anche casa mia, insomma faccio casa anche io, no?!”
Basterebbe questo ma mentre guardo incredulo il
campanello parlante, mi si agita lo stuoino sotto i piedi.. “E io che dovrei
dire! Non solo resto sulla soglia, ma mi calpestano anche tutti come uno
zerbino di casa?!”
Perdonami.. ma tu saresti.. sei.. lo zerbino..
“Oh adesso tutti a pignoleggiare.. ho diritto anche
io a visitarla questa casa, no?.. quando apri sbircio e li vedo tutti ‘sti
tappeti belli comodi a fare salotto.. e a me chiudete la porta in faccia ogni
volta.. ti sembra bello?”
Cerco di far finta di nulla.. rientro.. chiudo la
porta.. guardo nell’occhio magico e sento un’altra vocina: “Lo ammetto, ho
spifferato tutto io al campanello e allo zerbino, ho detto che qui dentro c’è
vita, movimento, risate, viavai.. del resto.. che spioncino sarei.. “