giovedì 19 maggio 2022

JAGO EXHIBITION

 


Da sempre affascinato dal Cristo velato, scopro Jago e decido di andare a godermelo in mostra (ancora per tutto giugno 2022 a palazzo Bonaparte a Roma)

Jago è uno scultore trentacinquenne che dona vita alle sue sculture prendendo vitale spunto da un'artista monstre dell'800 mai troppo esaltato, quel Sanmartino autore del Cristo Velato, superba ed eccezionale scultura. 

E' anche uomo dei nostri tempi, cavalca i social, realizza dirette streaming, video e documentari dove racconta l'evolversi delle sue opere, ed in mostra si potrà assistere a come prendono vita le sue sculture, dal blocco di marmo grezzo alla sua incredibile e cesellatoria mutazione.

Jago dispone ovviamente di mezzi all'avanguardia, sconosciuti all'epoca dei grandi miracoli scultorei, ma ciò non toglie che questo suo manipolare il classicismo di una volta, lo renda ulteriormente affascinante, e pulsanti le sue opere che coinvolgono ed emozionano.


Il Figlio Velato testimonia il disagio e l'efferata violenza che circonda il mondo, con questo bimbo vittima dell'insulsaggine umana, a testimoniare quanto siamo bestie, ma quanto, allo stesso modo, possiamo creare bellezza eterna. 



Speriamo di poterci dedicare solo a quest'ultima. 


lunedì 16 maggio 2022

SPAIATI ALLA META

 


Il calzino spaiato si ritrovò solo sullo stendino, circondato da slip, canovacci, mutande,  altri pedalini e calzettoni, oltre qualche asciugamani vintage che se la tirava non poco.
Per una congiuntura astro temporale, l’altro calzino, era passato attraverso il portale-oblò della lavatrice al piano di sotto e ora scrutava anche lui, su uno stendino sconosciuto, alla ricerca del calzino gemello.
Non si sarebbero più rivisti, ma l’accaduto aveva contribuito alla piena consapevolezza del loro vivere in coppia e l'altrettanta piena coscienza che solo un ineluttabile volere Altrui li avrebbe potuti separare.
Anche noi, in verità, comprendiamo poco come si possa entrare in lavatrice al quarto piano per uscirne al terzo ma in coscienza esiste come qualcosa che tende a giustificare talune dinamiche.
E dico questo anche a beneficio di chi, ritirando i panni poi, non si fa eccessive domande al cospetto di un solo calzino.
E neanche suo, tra l’altro.  


venerdì 13 maggio 2022

GENOVA PER NOI...

 

Pesto 

Ebbene si, Genova per noi è soprattutto pesto, in tutte le sue declinazioni.  Ma non siamo poi così edonisti. Ci siamo dedicati anche alla città, alle sue caratteristiche, al suo centro storico, e soprattutto ai caruggi, agli angoli impervi e meno battuti.




L'abbiamo respirata Genova, odorata, ascoltata: negli echi dei passi, nelle ombre e nei silenzi, nella gentilezza, la disponibilità e la cordialità di tutti, quel loro piacere di dedicare bellezze e rivelare piccoli segreti.



E poi ci siamo immersi dove sentivamo di poterci sentire davvero suoi, accolti e percepiti a nostra volta, quindi non tanto al cospetto del neogotico fiorentino, non solo nei suoi stradoni ricchi di classicismo e di liberty che furoreggia nell'ampio passeggio a mare (fino a Boccadasse, quartiere vero e letteralmente una "sesta terra" pienamente inserita),






ma anche dove l'aria si infila a fatica, con l'ombra rappresa a serpeggiare ed il sole spesso solo un riflesso e i chiaroscuri a disegnare una città a parte, dove si tocca con mano la quiete di un tempo immobile, dove risa e rumore si attutiscono ad ogni ulteriore svolta.

 




Punti di vista dall'affaccio costretto, dal respiro comune. Vicoli infami per il nemico che giungeva a fare razzia. Dove penetrare diveniva fatale, caratteristica affascinante del telaio urbanistico del centro storico, che ho trovato molto similare ai quartieri spagnoli napoletani: medesime atmosfere e tantissime analogie.
Due città di mare che si "specchiano" su tanti fronti, aromi e colori che ti parlano..




C'è una tosta, rude e splendida poesia, "Litania" di Giorgio Caproni, segnalatami da una cara amica, che esalta il dettaglio e la bellezza anche primitiva, grezza, di Genova, e la definisce con molti tratti incisivi che non facciamo fatica a riconoscere e interpretare percorrendola longitudinalmente e in altezza, perché Genova non si allarga ma si allunga e si arrampica.


 

E noi passeggiamo senza tirare fuori la cartina dallo zaino, ci facciamo portatori di inquietudini e sbuchiamo tra cortili e portici, negozietti di etnicità radicata, chiacchiere da Medina, dove l'orientale e l'africano attecchiscono su terreno fertile e ospitale, dove hijab, chador e minigonne convivono serenamente e noi possiamo solo apprendere nuove dimensioni. 



Genova compendia una miriade di mondi e di modalità di viverli, ha conquistato ed è stata conquistata, ecco la sua universalità, il respiro di brezza che di giorno scalda e la sera intirizzisce e rende spigoloso il procedere, e ti spia dai portoni austeri o dall'acciottolato malmesso.
Ma non respinge mai, anzi, offre complicità.
Che sia di chiostro improvviso o di casa sovrapposta, con le grondaie a rubare luce.




Prendiamo per mano anche i nostri piccoli personali tormenti, i disagi, e li sciogliamo portandoli a spasso dove sembrano fare docilmente amicizia, calpestare con noi selciato premuroso, quasi in cerca di sguardi indulgenti, e farsi rapire da creuze de mà (incroci di mare) che riportano a sonorità indimenticabili...




mercoledì 11 maggio 2022

DIO ESISTE?

Ripropongo un post del 2015 certo della sua assoluta, inossidabile, longeva, attualità:



E se il titolo del post fosse stato: esiste la sbungicattola?

Quante coscienze avrebbe smosso, qual - seppur vago - moto interiore avrebbe mai potuto scalfire? Nessuno, a mio avviso.

Avrei forse accaparrato ignari e curiosi lettori attirati da un intrigante incipit. E invece no.
Esiste Dio è una domanda che in molti non si pongono più, persi come formichine nel loro quotidiano frenetico vagare. 
Anche se poi a che esista un Dio immagino si acconsenta tutti; sono piuttosto le modalità, le circostanze, le conseguenze e la difficoltà a concepire divino il male o l'oscurità, a perplimere.
In effetti non è la risposta il fondamento del quesito, ma la domanda in se; una domanda continua e sempre fresca, ribadita e risolta spesso in una, meccanica, asettica, risposta evasiva ma non esaustiva.

Di quelle risposte che lasciano mille spiragli, infinite soluzioni, innumerevoli compromessi: Dio c'è ma chissà a che pensa, è questo il suo volere? Lascia a noi tutto l'onere di salvarci? Finiremo per "bombardarci" del tutto in suo nome? Cerca di capire anche Lui dove riusciamo ad arrivare? Chissà.. 

Io sono per la domanda eterna da sempre, e i mille fluidi di pensiero che ne scaturiscono.
Sono per la discussione, sono per le ipotesi.
Sono per lo spulciamento di mille catechismi, per le infinite versioni di una sola parabola.
Sono per il punto interrogativo.
Non certo su Dio, ma sulla corsa a carpirne i mille segreti.


La certezza è blasfema. Ogni certezza.

Resta probabilmente un dato di fatto incontrovertibile: per quante chiacchiere si possano buttare giù, alla fine non ne sapremo un'acca di più di quanto non si possa sapere della sbungicattola.

E su questo almeno, "credo" non ci piova. 

mercoledì 4 maggio 2022

IMMAGINA

 


Immagina che il sogno finisca per svegliarti.
Apri gli occhi ma non capisci subito dove e come stai.
Immagina che questo stato, comune ad innumerevoli risvegli, si protragga più del solito, stavolta, nel farti percepire ancora sveglio, in catatonica attesa di riguadagnare sensibilità.

Immagina poi di rimanere vagante tra questi embrioni di riflessione che non ti portano da nessuna parte, anzi, ti incastrano in uno stato gassoso di palpabile indefinitezza, e immagina non se ne venga fuori.

Di più: ci si senta come prigionieri, senza comprendere, tuttavia, quale via d’uscita tentare, e se esistano forze diverse cui attingere,
e immagina, alla fine, di scorgerla una vaga, seppur flebile, luce, dove non appariva che buio.

Ma tutto io devo fare? Sto immaginando mondi da quando ti sei svegliato.. tocca a te direi: immagina tu! 
E togliti d’impaccio, se trovi tutto così scomodo.
A me anche piacerebbe, in fondo, qualcuno che immaginasse in mia vece, vorrei escogitare vie alternative, a questo mio continuo, inevitabile arrovellarmi a creare storie, ritrovandomi - ogni mattina - ospite estraneo di altrui dormiveglia.

 

domenica 1 maggio 2022

CRAZY: QUANDO L'ARTE..IMPAZZA!


 

Alla fine ce la siamo goduta questa nuova mostra in pieno centro a Roma. E il solo entrare nella splendida solennità del Chiostro del Bramante interamente pavimentato da lastre di vetro crepato e scricchiolante sotto i nostri piedi increduli, ha lasciato subito spazio a sensazioni decisamente altre. 

Lo scopo fondamentale degli espositori è uscire dal convenzionale, rovesciare i punti di vista, stupire l'osservatore abituato a parametri delineati omogeneamente.

Che poi basta poco a volte, basta rovesciare l'alto col basso, il grande col piccolo, il dentro col fuori, il coordinato con lo scoordinato, e piazzare cose fuori dell'abituale contesto. 

Il resto vien da se, la sorpresa, il gusto di assaporare sensazioni sopite, la verifica di nuovi sapori, un bel refresh emotivo che risveglia e solletica la curiosità.
Una mostra che consiglio agli abitudinari. Ai metodici del riordino, a chi teme l'inaspettato. 


Basta poco davvero: un'invasione di farfalle in corridoio, o volte austere inondate di colore, superfici che disequilibrano, strettoie obbligate, spazi rovesciati, lampadine a pavimento e vasi che colano dall'alto.


Il semplice ribaltamento. Dal consueto all'inconsueto. Le pesantezze visualizzate, le leggerezze dei sogni improvvisamente a tocco di mano, la fantasia che si lascia vedere, oltre che immaginare.



..ma occhio al soffitto anche.. potrebbe venire giù di tutto!

mercoledì 27 aprile 2022

UN APPUNTAMENTO

Ogni tanto una ristampa con annesso doveroso restyling,  ci sta, e quando parla di tempo che si rincorre, ancor di più.  ;)




Un appuntamento con Presente,

verosimilmente,

lo puoi ottenere ad ogni istante, ma per un istante solo,

poiché quello successivo, sarebbe già Futuro.

Stante questo assioma, diverrebbe lui,

Presente,

l'irrequieto, l'impreciso, il frettoloso;

quello che cerca Me, lo scrittore del Tempo,

senza tuttavia fare mai in tempo a sfogare le sue angosce,

a richiedere aiuto.

Bracca Futuro

e la caccia prosegue da secoli, e proseguirà infruttuosa.

La convinzione che non riuscirà mai

sta prendendo lucido sopravvento.

Condanna bizzarra la sua,

resa ancor più crudele

dall'obbligo di un'ulteriore clausola:

seminare Passato costantemente in agguato

alle sue calcagna, paradossalmente rinvigorito da ogni istante che fugge.

Oggi tento una soluzione drastica:

blocco Presente

in mezzo alla folla dei grandi magazzini,

voglio comprendere chi insegue chi, e perché, ma non riesco a stoppare l'intero meccanismo,

Passato arriva alle spalle

accoltellandomi furioso.

In un attimo, niente più succedersi di attimi.

Futuro svanisce,

sciolto come lacrima di strazio

sul viso presente d'un passato attonito come di treno che si allontana.

Pur dissolvendomi nelle pieghe del Tempo l'ho scorto, finalmente

immobile e rilassato.

Ma sono dovuto morire, e non so chi (ri)scriverà questa storia

mille e mille volte ancora

inseguendosi sulla carta

fino a che tutti gli avvenimenti

di tutto il tempo

diverranno, divengono, o sono già divenuti,

uno soltanto.