martedì 20 luglio 2021

E FINALMENTE IL BLOG CHE SI SFOGLIA...

 

POSTODIBLOGGO

Alla fine (o all'inizio), era proprio questo il sogno.. sentire l'odore della carta emanare dai propri post, il fruscio delle pagine stuzzicare il tatto, l'occhio depositarsi da tutt'altra angolazione.

Rileggersi come la prima volta, accarezzando le righe. Certo parlarvene è quasi superfluo, ma non è davvero la stessa cosa avere "un blog da sfogliare", sorprende anche me!.. 

Comunque anche un modo per sondare nuovi orizzonti, farsi leggere altrove, aldilà degli altri bloggers, o anche di chi si avvicina tramite Google..c'è un mondo di lettori che viaggiano e sognano solo sulla carta, e poi ci sono io che cerco di tradurli proprio sulla carta, quei sogni.

Mi sembrava il minimo poterci incontrare.


Ma poi vuoi mettere un ISBN tutto per me, da coccolare e custodire?



E una quarta di copertina con la foto segnaletica? Ma quando mai e quando mai ancora?! 

"Ognuno sceglie il proprio castigo.
Il vostro potrebbe essere leggermi"

Un abbraccio infinito intanto. Senza voi, il conforto, l'incoraggiamento, le idee e gli stimoli, questo libro non ci sarebbe.

E chi volesse fare una pazzia.. questo il link di Amazon:
POSTODIBLOGGO il libro



domenica 18 luglio 2021

GENOVA 2001

Ma nessuno che se la sia mai presa con gli idioti che, anziché organizzare un G8 su una portaerei a largo, chessò, di Madeira,

hanno preferito rischiarsela in una splendida città come Genova,
da poter mettere serenamente a ferro e fuoco.

Nessuno mai?

giovedì 15 luglio 2021

PREOCCUPA..

Immagine by Pixabay    (free copyright)



 ...l'impoverimento mentale, 

la rinuncia alla fantasia, 

l'apologia del volo pindarico, 

il ricorso sistematico alla metafora assassina. 


Preoccupa il disordine d'animo, 

l'autoflagellazione, 

la condanna estrema, 

il non ritorno, 

questo sommesso brulicare d'incomprensioni, 

i sogni arsi in un unico falò. 


Preoccupano il disfattismo e l'alienazione, 

i cumuli d'acredine, 

preoccupa il groviglio di nervi e contraddizioni che ci lacrimiamo addosso.


Preoccupa l'ipocrisia, assieme alle false preoccupazioni, 

la saccenza in prima e seconda pagina, 

il sapere tutto, il condannare tutto, la perfezione vantata.  


Preoccupa questo autocompiacimento latente, 

questo costante monito all'immaginario 

ridotto ad incubi notturni e fughe oniriche traghettate su terapeutici post.

domenica 11 luglio 2021

ROBOT COME NOI



Un interessante articolo di Giuliano Aluffi sul penultimo Venerdì di Repubblica, parla del proliferare dei robot.
Una robotica antropomorfa tendente a sostituire l'uomo più che aiutarlo. Una gara all'uomo meccanico perfetto. Alla fine un perdere di vista le reali necessità, concentrandosi sui sentimenti ed empatie riproducibili su circuiti stampati.

Stiamo come perdendo il senso di un aiuto da parte delle "macchine"? Vogliamo solo riprodurci novelli Onnipotenti?
Siamo in grado di capire che servirebbero aiuti per coltivare, per pescare, per costruire, invece di robottini che esaltano il culto di loro medesimi e dei loro creatori?
Macchine da compagnia, si è detto.

Come gli animali. Ma servirebbero macchine che "non giudicano", come gli animali, appunto.

Macchine evolute fino ad un certo punto.
Senza ambizioni pericolose.

Migliori dell'uomo in pratica  ;) 

giovedì 8 luglio 2021

IL TERRAZZO PROBLEMATICO

Image by Piaxabay

C’era una volta un bel terrazzo, ampio e luminoso, di quelli che se
ne vedono spesso 
in città a godersi una fetta di cielo, quasi spavaldi.

Ma il nostro terrazzo aveva un problema. Soffriva di vertigini.
E fin da quando era stato progettato, se ne stava coi parapetti chiusi, terrorizzato dal solo guardare giù. 

Che poi era appena ad un terzo piano, niente a che vedere con quelle terrazze vertiginose e panoramiche che dominavano le nuove costruzioni da periferia moderna, palazzi che ostentavano ardite architetture e linee slanciate. Insomma qui si parla di un profilo molto discreto e per nulla impudente. 

Fatto sta che il nostro terrazzo iniziava ad avere paura, specie di notte, ed era facile sorprenderlo in preda a vaghi tremolii, brividi di paura, puro e semplice panico da altezza. Il proprietario dell’appartamento però, si stava preoccupando..  aveva interpretato quelle vibrazioni come sintomi di instabilità dell’intero edificio, e voleva scrivere al Comune, protestando contro presunti lavori che avrebbero minacciato la sicurezza dell’intero stabile, ed era un peccato non percepisse quel disagio naturale invece, anche perché il terrazzo amava i sui proprietari, e loro lo adoravano, lo avevano agghindato di piante, evitavano il troppo sole con delle tende a tutta superficie, e amavano mangiare fuori, ospitare amici e trascorrervi le belle giornate.

Ma la questione
  rimaneva irrisolta e col passare del tempo sembrava acuirsi, il nostro terrazzo accusava quel vuoto sotto e dinanzi a lui, si stava stressando e avrebbe voluto essere tanto un giardino al piano terra, ampio e sicuro, senza alcun problema.

Forse era il caso consultasse uno psicoter(razz)apeuta.

mercoledì 7 luglio 2021

E.I.T.R.D. DA UN'INIZIATIVA DI DANIELE VERZETTI

E.I.T.R.D.   per non dimenticare mai




Saman Abbas non si trova.

Ma ora si parla di Nazionale, di rigori, di Finale.

Saman Abbas è sparita e siamo stanchi anche di cercarla.

Ora basta. L'effetto mediatico è svanito. La notizia non vende più.

Saman è sparita. 

Quante ne spariscono di Saman? Quante ne affogano una volta avvistata Lampedusa? Quante ne sopravvivono nei campi sotto il sole? Quante continuano ad essere picchiate e costrette ad una vita mai desiderata?

Quante ne spariscono in autonomia, sperando che dopo un po' nessuno le cerchi più, e riescano a rifiorire altrove, a ritrovare un sorriso.

Ma continuo a coltivare un sogno: spero che la nostra Saman sia tra queste ultime.

Tra quelle che hanno detto Basta! e sono fuggite via.

Lo spero ancora di cuore.

lunedì 5 luglio 2021

CONFINI

Immagine by Pixabay


Liberissimo spunto da un articolo di Andrea Consonni

I confini mi hanno sempre affascinato, un po' come le isole. Confini naturali, non ritenuti tali, non imposti, e neanche subiti. 
Rassicurano, delimitano senza minacciare, a volte puoi oltrepassarli senza che ti accada nulla, ma intanto custodiscono, misurano, offrono parametri distanziali, circoscrivono l'agire altrimenti irrequieto ed irregolare, o magari forsennato.

Si manifestano in infinite sfaccettature, da da una porta sul pianerottolo, ad un divieto per gli anonimi su un blog.

Regolano il senso della misura e del possibile vivere e convivere, ci dichiarano residenti od ospiti, riconoscono un naturale destino, si tramutano in mappe e cartine geografiche.

Su un'isola non mi sento prigioniero né minacciato, ma libero della sua libertà, partecipe della sua identità che diviene mia, salgo su una cima e guardo tutto il mare attorno, comprendo e mi comprendo al suo interno. Posso percorrermi e ritrovarmi, creare un anello infinito senza l'affanno dello sconosciuto.

Forse a questo servono i confini: a rassicurare dall'infinito.
Forse a questo servono le isole: a rassicurare dall'inesplorabile.