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...l'impoverimento mentale,
la rinuncia alla fantasia,
l'apologia del volo pindarico,
il ricorso sistematico alla metafora assassina.
Preoccupa il disordine d'animo,
l'autoflagellazione,
la condanna estrema,
il non ritorno,
questo sommesso brulicare d'incomprensioni,
i sogni arsi in un unico falò.
Preoccupano il disfattismo e l'alienazione,
i cumuli d'acredine,
preoccupa il groviglio di nervi e contraddizioni che ci lacrimiamo addosso.
Preoccupa l'ipocrisia, assieme alle false preoccupazioni,
la saccenza in prima e seconda pagina,
il sapere tutto, il condannare tutto, la perfezione vantata.
Preoccupa questo autocompiacimento latente,
questo costante monito all'immaginario
ridotto ad incubi notturni e fughe oniriche traghettate su terapeutici post.
"Preoccupa l'ipocrisia, assieme alle false preoccupazioni,
RispondiEliminala saccenza in prima e seconda pagina,
il sapere tutto, il condannare tutto, la perfezione vantata".
Sì, preoccupa.
Essere coscienti di poter sbagliare. Vorrei fosse l'unica preoccupazione.
EliminaPreoccupa l'ignoranza galoppante.
RispondiEliminaQuella credo sia uno dei mali peggiori, se non il peggiore in assoluto.
EliminaConcordo con te su ogni singolo tuo verso Franco.
RispondiEliminaPreoccupa soprattutto il non voler più essere semplici, naturali e sereni. Tutto deve essere tormento. No, io non ci sto.
Abbraccio enorme!
Manca la spontaneità, la voglia di aprirsi, la capacità di essere noi stessi.. chissà tanti di cosa hanno paura, cosa li/le blocca..
EliminaPreoccupa, a mio avviso, l'isolamento sociale dei giovani che non riescono a comunicare se non attraverso il cellulare, come dicevo poc'anzi sul blog di Gus, il loro narcisistico egocentrismo, . la loro necessità di crearsi un'identità ; basta fare un giro Instagram.
RispondiEliminaI giovani mi preoccupano, perché non si preoccupano, ma il futuro sempre più incerto è il loro, non il nostro.
EliminaPreoccupa perché tutto quel che hai scritto è il tratto distintivo di questa società. Credo sia lo scotto da pagare per aver venduto la nostra anima al povero mondo virtuale. Tutti interconnessi e sempre più lontani. Non ci si parla più, non ci si guarda più, non ci si ascolta più. Non si interagisce più tra umani, non ci si arricchisce più di esperienze di vita vissuta e di valori che si basano sull’altruismo e l’amicizia. Stiamo perdendo molto in termini di umanità.
RispondiEliminaSiamo lontani. Ma bastano poche parole per sentire una persona vicina ;)
EliminaQui tocca salvarci da soli, citando una delle mie scrittrici preferite. Non so, più che preoccupata sono spaventata dall'incalzare di tutta la pochezza che ci gira intorno...
RispondiEliminaSalviamoci da soli, si, a qualcuno saremo di esempio..
EliminaMi preoccupa il piagnismo dilagante!
RispondiEliminaE anche il lamentarsene.. ;)
Eliminaio sono preoccupato per questo post
RispondiEliminaDevono preoccupare.
EliminaUna disamina tristemente reale.
RispondiEliminaImportante è credere nel proprio agire.. e metterci passione, come fai tu.
EliminaSono troppo avanti negli anni per preoccuparmi, vivo egoisticamente sereno,oggi siano i giovani a preoccuparsi io ho già dato.
RispondiEliminaUn cara saluto.
fulvio
Gli anni passano ed è vero che subentra certa rassegnazione, ma preoccuparsi smuove comunque cellule e stimola pensieri, continuiamo ad allenarci..
EliminaPreoccupa anche la mancanza di speranza e la rassegnazione a tutto questo.
RispondiElimina:-(
Finché si denuncia smuoviamo, e ci smuoviamo.
Eliminabravo. ma devo dire che non sono poi tanto preoccupato. in fondo siamo di passaggio.
RispondiEliminaciao
Però mi piace esprimere intimismi il blog, esternalizzando. Lo farò di nuovo, magari è pure terapeutico.. visto che siamo di passaggio.. ;)
Eliminaesprimere fa sempre bene, anche di passaggio :)
Eliminabuon giorno
Sarebbe bello conoscersi a fondo invece, andare oltre le convenzioni.. e tu riesci a scalfire molte di queste "difese", mettendo l'interlocutore a proprio agio..
RispondiEliminaPreoccupa l'indifferenza verso i problemi del mondo.
RispondiEliminaL'ipocrisia di quelli che hanno spostato il summit per il clima al 2030.. :(
EliminaBelle e purtroppo molto vere queste parole.
RispondiEliminaMi preoccupa soprattutto l'ultima frase: che la terapia a tutte le nostre preoccupazioni sia un blog e non il confronto diretto che di fatto è sempre la cosa migliore.
Il blog può anche funzionare, se parliamo di noi con almeno un pezzo di cuore in mano, e lo stesso è quello che si riflette dall'interlocutore. A volte, invece, andiamo incontro a delusioni cocenti, perché di fronte abbiamo un dieci per cento di persona vera, ed un novanta di fuffa. Quella fuffa che prima o poi si rivelerà tale. Perché il virtuale può anche essere così, ci buttiamo dentro tutte le frustrazioni, le tristezze, le impotenze per salvaguardare una maschera di noi stessi. E ce ne freghiamo di chi si sta fidando e ci vuole anche un po' di bene sincero.
EliminaA me preoccupa anche il fatto che non sono solo queste le preoccupazioni!
RispondiEliminaBellissimi versi ma soprattutto veri!
Ho provato a sottolinearla, la preoccupazione che permea le cose ingovernabili della vita: vita, morte, malattia, fato, incidenti, perdite, sconfitte, tradimenti. Attorno a tutto ciò che temiamo, c'è una preoccupazione latente che tentiamo di somatizzare, irretire, aggirare, scherzare. Anche con un post. Grazie per aver colto il focus. Sfuggito probabilmente anche a chi scrive.
EliminaPiù di tutti il disfattismo: se si pensa che nulla possa cambiare non faremo niente per cambiare nulla
RispondiEliminaE io voglio che cambi
😉
Le cose storte devono poter cambiare, devono essere affrontate, dobbiamo esserne convinti, volerlo. Hai perfettamente ragione.
Eliminaconcordo su tutto tranne che sulla "metafora assassina".
RispondiEliminausata bene è un ottimo strumento per dire senza dire
massimolegnani
Concordo. Ce l'ho con l'esasperazione dell'utilizzo. ;)
EliminaQuando si tocca un argomento vero si voltano tutti ad ascoltare. Anche la scrittura si adegua e fa riflettere...mi chiedo quanto resterà di tutto questo.
RispondiEliminaPer ora tiene, e se non terrà, scriverò comunque, e inevitabilmente, per me.
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