giovedì 15 luglio 2021

PREOCCUPA..

Immagine by Pixabay    (free copyright)



 ...l'impoverimento mentale, 

la rinuncia alla fantasia, 

l'apologia del volo pindarico, 

il ricorso sistematico alla metafora assassina. 


Preoccupa il disordine d'animo, 

l'autoflagellazione, 

la condanna estrema, 

il non ritorno, 

questo sommesso brulicare d'incomprensioni, 

i sogni arsi in un unico falò. 


Preoccupano il disfattismo e l'alienazione, 

i cumuli d'acredine, 

preoccupa il groviglio di nervi e contraddizioni che ci lacrimiamo addosso.


Preoccupa l'ipocrisia, assieme alle false preoccupazioni, 

la saccenza in prima e seconda pagina, 

il sapere tutto, il condannare tutto, la perfezione vantata.  


Preoccupa questo autocompiacimento latente, 

questo costante monito all'immaginario 

ridotto ad incubi notturni e fughe oniriche traghettate su terapeutici post.

domenica 11 luglio 2021

ROBOT COME NOI



Un interessante articolo di Giuliano Aluffi sul penultimo Venerdì di Repubblica, parla del proliferare dei robot.
Una robotica antropomorfa tendente a sostituire l'uomo più che aiutarlo. Una gara all'uomo meccanico perfetto. Alla fine un perdere di vista le reali necessità, concentrandosi sui sentimenti ed empatie riproducibili su circuiti stampati.

Stiamo come perdendo il senso di un aiuto da parte delle "macchine"? Vogliamo solo riprodurci novelli Onnipotenti?
Siamo in grado di capire che servirebbero aiuti per coltivare, per pescare, per costruire, invece di robottini che esaltano il culto di loro medesimi e dei loro creatori?
Macchine da compagnia, si è detto.

Come gli animali. Ma servirebbero macchine che "non giudicano", come gli animali, appunto.

Macchine evolute fino ad un certo punto.
Senza ambizioni pericolose.

Migliori dell'uomo in pratica  ;) 

giovedì 8 luglio 2021

IL TERRAZZO PROBLEMATICO

Image by Piaxabay

C’era una volta un bel terrazzo, ampio e luminoso, di quelli che se
ne vedono spesso 
in città a godersi una fetta di cielo, quasi spavaldi.

Ma il nostro terrazzo aveva un problema. Soffriva di vertigini.
E fin da quando era stato progettato, se ne stava coi parapetti chiusi, terrorizzato dal solo guardare giù. 

Che poi era appena ad un terzo piano, niente a che vedere con quelle terrazze vertiginose e panoramiche che dominavano le nuove costruzioni da periferia moderna, palazzi che ostentavano ardite architetture e linee slanciate. Insomma qui si parla di un profilo molto discreto e per nulla impudente. 

Fatto sta che il nostro terrazzo iniziava ad avere paura, specie di notte, ed era facile sorprenderlo in preda a vaghi tremolii, brividi di paura, puro e semplice panico da altezza. Il proprietario dell’appartamento però, si stava preoccupando..  aveva interpretato quelle vibrazioni come sintomi di instabilità dell’intero edificio, e voleva scrivere al Comune, protestando contro presunti lavori che avrebbero minacciato la sicurezza dell’intero stabile, ed era un peccato non percepisse quel disagio naturale invece, anche perché il terrazzo amava i sui proprietari, e loro lo adoravano, lo avevano agghindato di piante, evitavano il troppo sole con delle tende a tutta superficie, e amavano mangiare fuori, ospitare amici e trascorrervi le belle giornate.

Ma la questione
  rimaneva irrisolta e col passare del tempo sembrava acuirsi, il nostro terrazzo accusava quel vuoto sotto e dinanzi a lui, si stava stressando e avrebbe voluto essere tanto un giardino al piano terra, ampio e sicuro, senza alcun problema.

Forse era il caso consultasse uno psicoter(razz)apeuta.

mercoledì 7 luglio 2021

E.I.T.R.D. DA UN'INIZIATIVA DI DANIELE VERZETTI

E.I.T.R.D.   per non dimenticare mai




Saman Abbas non si trova.

Ma ora si parla di Nazionale, di rigori, di Finale.

Saman Abbas è sparita e siamo stanchi anche di cercarla.

Ora basta. L'effetto mediatico è svanito. La notizia non vende più.

Saman è sparita. 

Quante ne spariscono di Saman? Quante ne affogano una volta avvistata Lampedusa? Quante ne sopravvivono nei campi sotto il sole? Quante continuano ad essere picchiate e costrette ad una vita mai desiderata?

Quante ne spariscono in autonomia, sperando che dopo un po' nessuno le cerchi più, e riescano a rifiorire altrove, a ritrovare un sorriso.

Ma continuo a coltivare un sogno: spero che la nostra Saman sia tra queste ultime.

Tra quelle che hanno detto Basta! e sono fuggite via.

Lo spero ancora di cuore.

lunedì 5 luglio 2021

CONFINI

Immagine by Pixabay


Liberissimo spunto da un articolo di Andrea Consonni

I confini mi hanno sempre affascinato, un po' come le isole. Confini naturali, non ritenuti tali, non imposti, e neanche subiti. 
Rassicurano, delimitano senza minacciare, a volte puoi oltrepassarli senza che ti accada nulla, ma intanto custodiscono, misurano, offrono parametri distanziali, circoscrivono l'agire altrimenti irrequieto ed irregolare, o magari forsennato.

Si manifestano in infinite sfaccettature, da da una porta sul pianerottolo, ad un divieto per gli anonimi su un blog.

Regolano il senso della misura e del possibile vivere e convivere, ci dichiarano residenti od ospiti, riconoscono un naturale destino, si tramutano in mappe e cartine geografiche.

Su un'isola non mi sento prigioniero né minacciato, ma libero della sua libertà, partecipe della sua identità che diviene mia, salgo su una cima e guardo tutto il mare attorno, comprendo e mi comprendo al suo interno. Posso percorrermi e ritrovarmi, creare un anello infinito senza l'affanno dello sconosciuto.

Forse a questo servono i confini: a rassicurare dall'infinito.
Forse a questo servono le isole: a rassicurare dall'inesplorabile.

sabato 3 luglio 2021

OMICIDIO A EASTTOWN (occhio che qui si spoilera)

 


Sette episodi che si susseguono e si trangugiano golosi nell’incertezza di sapere cosa bolle in questa sonnecchiosa cittadina, dove ognuno ha da nascondere qualcosa, più o meno grave, dove le vite familiari si affastellano di difficoltà e complicanze, dove le ragazze spariscono e vengono, chissà, rapite o uccise, e dove l’omicidio del titolo serve a scavare nel fango e rimestare nel torbido. 

E a chi può toccare indagare, se non ad una svuotata Kate Winslet, poliziotta tuttofare, cicciottella e costantemente con la bottiglia di birra in mano, ma fascinosamente tormentata e turbata da vicende familiari che più tristi non possono? E Kate indaga. È lei il centro del thriller. È lei che ha rapporti con tutto il paesotto. È lei che raccoglie confidenze ma ne distribuisce meno, cerca rapporti senza farsi troppe domande, toccata da lutti mai elaborati, scossa da casi irrisolti, attribuiti alla sua inefficienza, e costretta a collaborare con detectives esterni, chiamati apposta a risolvere l’irrisolvibile. 

È lei il vero fulcro della serie, con una capacità di recitazione e coinvolgimento davvero potenti. Suadente anche quando zoppica.
Sei  puntate col giusto metro mistery, tutte con finale sospeso che ti fanno venir voglia di correre subito alla successiva, pian piano si spargono sospetti un po’ su tutti, e noi cerchiamo di cavare il classico ragno dal buco dipanando matasse sempre più contorte; ma come succede spesso, quando inizi a pretendere troppo da puzzle intricati, iniziano le arrampicate sugli specchi  e la sospensione dell’incredulità comincia a scricchiolare di brutto. Su tutte, la scoperta dell’assassino ad “inizio” settima ed ultima puntata.
Cosa si aspettavano gli sceneggiatori dallo spettatore medio? Che si sarebbe accontentato di quaranta minuti di titoli di coda?
A parte questo, magari ad avercene di più di questi prodotti, infinitamente più fruibili delle sfilate di cappotti della Kidman, sempre recentemente vista su Sky.

giovedì 1 luglio 2021

QUALCHE GIORNO PAPA' ED IO


Pensavo ad una giornata di sole.

Qualche giorno solo con papà, andiamo nella nostra casetta al mare mai più visitata dopo la scomparsa di mamma. Ecco un modo per chiacchierare di nuovo,  senza fretta, mangiare insieme, prendere il sole.
Confessare troppe cose, no.
Non c’è mai stata quella confidenza necessaria, quella visione comune.
Con papà si discute pure davanti a un tg, lui è sempre stato un liberale prima, berlusconiano poi , io sinistroide anche se anomalo, ascendente anarchico.
Insofferente delle sue apprensioni, dei divieti imposti.
Però l’ho vista bene questa occasione di condivisione e scambio.
Scambio di accortezze, di affetto reale. Non abbiamo donato nipotini ai miei, mia sorella ed io, e Dio sa quanto ne avrebbero desiderato almeno uno. 
Ma non l'hanno mai fatto pesare, con una sensibilità impagabile.

La comprò per mamma questa casa, e non ha fatto nemmeno in tempo a riempirsi troppo di ricordi, ma lei sarà qui, vicino a noi, a mangiare frittura, a prendere il sole in sdraio e a sorridere alla tv.

La vita continua, o più che altro deve continuare e non è che sta a guardare noi che rimaniamo, o chi si ferma in stazione.
Lei fila via, per la sua strada, albe e tramonti, stagioni e passioni.. e noi ci si adegua, chi più, chi meno.
Ma parlare di vecchie cose, ora  - anni remoti quasi -, con papà; fa bene, e ci fa stare bene entrambi; lui con poco da chiedere ancora dietro la nostalgia di mamma (e ogni tanto cerca di ribadirlo), io con tanto ancora come se fosse giusto pretenderlo, pure se i vent'anni sono anni luce lontano, con i programmi che tracimano dal cassetto, e i sogni che frullano per la mente, perché la pensione aiuta anche in questo senso: o sbraghi o ti reinventi.

Pensavo ad un’altra giornata di sole, ad abbronzare  progetti.