sabato 3 luglio 2021

OMICIDIO A EASTTOWN (occhio che qui si spoilera)

 


Sette episodi che si susseguono e si trangugiano golosi nell’incertezza di sapere cosa bolle in questa sonnecchiosa cittadina, dove ognuno ha da nascondere qualcosa, più o meno grave, dove le vite familiari si affastellano di difficoltà e complicanze, dove le ragazze spariscono e vengono, chissà, rapite o uccise, e dove l’omicidio del titolo serve a scavare nel fango e rimestare nel torbido. 

E a chi può toccare indagare, se non ad una svuotata Kate Winslet, poliziotta tuttofare, cicciottella e costantemente con la bottiglia di birra in mano, ma fascinosamente tormentata e turbata da vicende familiari che più tristi non possono? E Kate indaga. È lei il centro del thriller. È lei che ha rapporti con tutto il paesotto. È lei che raccoglie confidenze ma ne distribuisce meno, cerca rapporti senza farsi troppe domande, toccata da lutti mai elaborati, scossa da casi irrisolti, attribuiti alla sua inefficienza, e costretta a collaborare con detectives esterni, chiamati apposta a risolvere l’irrisolvibile. 

È lei il vero fulcro della serie, con una capacità di recitazione e coinvolgimento davvero potenti. Suadente anche quando zoppica.
Sei  puntate col giusto metro mistery, tutte con finale sospeso che ti fanno venir voglia di correre subito alla successiva, pian piano si spargono sospetti un po’ su tutti, e noi cerchiamo di cavare il classico ragno dal buco dipanando matasse sempre più contorte; ma come succede spesso, quando inizi a pretendere troppo da puzzle intricati, iniziano le arrampicate sugli specchi  e la sospensione dell’incredulità comincia a scricchiolare di brutto. Su tutte, la scoperta dell’assassino ad “inizio” settima ed ultima puntata.
Cosa si aspettavano gli sceneggiatori dallo spettatore medio? Che si sarebbe accontentato di quaranta minuti di titoli di coda?
A parte questo, magari ad avercene di più di questi prodotti, infinitamente più fruibili delle sfilate di cappotti della Kidman, sempre recentemente vista su Sky.

giovedì 1 luglio 2021

QUALCHE GIORNO PAPA' ED IO


Pensavo ad una giornata di sole.

Qualche giorno solo con papà, andiamo nella nostra casetta al mare mai più visitata dopo la scomparsa di mamma. Ecco un modo per chiacchierare di nuovo,  senza fretta, mangiare insieme, prendere il sole.
Confessare troppe cose, no.
Non c’è mai stata quella confidenza necessaria, quella visione comune.
Con papà si discute pure davanti a un tg, lui è sempre stato un liberale prima, berlusconiano poi , io sinistroide anche se anomalo, ascendente anarchico.
Insofferente delle sue apprensioni, dei divieti imposti.
Però l’ho vista bene questa occasione di condivisione e scambio.
Scambio di accortezze, di affetto reale. Non abbiamo donato nipotini ai miei, mia sorella ed io, e Dio sa quanto ne avrebbero desiderato almeno uno. 
Ma non l'hanno mai fatto pesare, con una sensibilità impagabile.

La comprò per mamma questa casa, e non ha fatto nemmeno in tempo a riempirsi troppo di ricordi, ma lei sarà qui, vicino a noi, a mangiare frittura, a prendere il sole in sdraio e a sorridere alla tv.

La vita continua, o più che altro deve continuare e non è che sta a guardare noi che rimaniamo, o chi si ferma in stazione.
Lei fila via, per la sua strada, albe e tramonti, stagioni e passioni.. e noi ci si adegua, chi più, chi meno.
Ma parlare di vecchie cose, ora  - anni remoti quasi -, con papà; fa bene, e ci fa stare bene entrambi; lui con poco da chiedere ancora dietro la nostalgia di mamma (e ogni tanto cerca di ribadirlo), io con tanto ancora come se fosse giusto pretenderlo, pure se i vent'anni sono anni luce lontano, con i programmi che tracimano dal cassetto, e i sogni che frullano per la mente, perché la pensione aiuta anche in questo senso: o sbraghi o ti reinventi.

Pensavo ad un’altra giornata di sole, ad abbronzare  progetti.


lunedì 28 giugno 2021

28 GIUGNO ZONA BIANCA: COME FAREMO SENZA MASCHERINA?

 


Io abituato allo sberleffo celato, alla linguaccia irriverente, allo stupore per una bellezza improvvisa, al cenno di disgusto non trattenuto.

Come faremo, senza protezione dagli altrui occhi,  a riacquisire quei sani automatismi di apparente signorilità, andati irrimediabilmente persi in questi mesi di volti mascherati?

Come faremo a trattenere di nuovo le faccette spontanee di sana irrisione, di colpevole rimbrotto, di ardita concupiscenza?

Qualcuno ha parlato di sorrisi "sterminati", ma quanti invece NE sono stati ugualmente elargiti, anzi di più? Tra noi e noi, ma con piena complicità mimica, soltanto nascosti agli altri: mascherina come sipario di teatro, luci soffuse e noi dietro in perenne prova, a nascondere dinieghi e disapprovazioni, manipolando consensi e falsa accondiscendenza.

Per ottenere tutto questo ora dovremo tornare alle antiche Maschere? 

Io non me la tolgo. Comincio a tenerci alla mia ostentata privacy...

domenica 27 giugno 2021

CAMARA FANTAMADI



Camara muore nei campi sotto il sole lavorando a sei euro l'ora, affinché noi tutti si possa trovare i pachino nel supermercato, mentre passeggiamo con l'aria condizionata a palla.

Tutti cascano dal pero, facendo finta di non sapere, oppure di sapere ma di aver già vietato da tempo il caporalato e lo sfruttamento.

Magari poi, quei datori di lavoro, sono contenti che i calciatori si inginocchino per il Black lives matter.

Magari poi, lo Stato pagherà per il ritorno in patria della salma.

Magari poi, qualcuno controllerà le condizioni di lavoro di questi disperati, gli stessi che la Meloni non vuole arrivino in Italia.


Purtroppo anche noi ci indigniamo solo per il tempo di un post.

Poi andiamo a fare la spesa.  


A 41 ANNI



A 41 anni ci possiamo ritenere grandi, maturi, cresciuti, coscienti.

Responsabili addirittura.

Stiamo testando la vita, assaporandola a morsi voluttuosi, facendo esperienze; a volte già ricominciato da capo svoltando tra delusione e fallimento, oppure siamo in pieno viaggio entusiastico, al colmo delle forze e della passione, curiosi e pronti sempre a meravigliarci e ad apprendere.

La Strage di Ustica no. 

Lei, a 41 anni è ancora bimba innocente, macchiata e marchiata di sangue che continuerà chissà per quanto a chiedere una giustizia invisibile, cieca e sorda.

A 41 anni si può essere come appena nati, ma già sepolti per l'eternità.

Senza crescere, senza fare nessuna esperienza, senza un perché.


La maggior parte di voi che legge e blogga, non era neppure concepito, all'epoca, magari neanche in programma, o vagamente sui radar.. per rimanere in tragico tema.

Ecco il vero clima dove state, dove stiamo, crescendo

Ora è il turno dei Regeni, ma ci sono segreti ed orrori insormontabili, che pian piano cadono nell'oblio. 

Se non ne sapete nulla, o pochissimo, informatevi, leggete in giro. Non è fantascienza.

E' Storia.

Ustica, 27 giugno 1980


“Questa faccenda del mentire e del dire la verità è una lunga storia, è meglio non azzardare giudizi morali assoluti perché, se daremo abbastanza tempo al tempo, arriverà sempre il giorno in cui la verità diventerà menzogna e la menzogna si trasformerà in verità.” (José Saramago, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, p. 150)”

venerdì 25 giugno 2021

OTTO ANNI

 


Un’avventura continua, persone bellissime, il blog come compagno

di vita che mi ha permesso di arricchirmi di conoscenze ed imparare

a scrivere ed organizzarmi, prendendo spunto e meravigliandomi di

continuo.

Certo anche delusioni amare, ma ci sta. 

C’è vita vera qua dentro, 

con i pro e i contro.


E si prosegue. Con spunti infiniti.

 


Placherà mai questo odore

Di risacca ventosa,

questo aggrapparsi a labile secca

presto dissolta,

questa brezza pastosa

di stelle scorrevoli

tra ante di cielo magico,

ardito mosaico

di luce disordinata?

 

 

Poesie, sogni, iperboli

Recensioni  e racconti.

Tutta roba che continuerà

a fermarsi al posto di blocco.

E non placherà.

Esibendo passione ed entusiasmo.

Senza nessun possibile vaccino.

 

sabato 19 giugno 2021

GAS

 

Ogni volta che metteva la testa fuori, così, anche solo a dare un’occhiata, diventava fuoco. Una sensazione devastante, caldo atroce a bruciare quell’ossigeno che non serviva più per respirare, ma solo a creare fiamma infinita, e sopra la testa sempre piastre, padelle, caffettiere, pentole, acciaio.. nulla che mostrasse il vero volto del mondo. Solo fuoco telecomandato ad illuminarsi bruciando.

Nel tubo buio invece, lontano da ogni innesco, l’atmosfera era gassosa, ma serena, anche se opprimente, claustrofobica ma fluida, anche se mai nessuna molecola aveva mai pensato ad una esistenza alternativa, ad assaggiare l’aria, librarsi in un volo, incontrare nuovi amici meno lugubri e taciturni o, addirittura, un contatto con quello che dicevano poter essere l’unico e solo papà: il sole.

Poi un giorno, stufo di incendiare energie, decise di tentare la fuga.
Giusto qualche attimo di spettacolosa libertà, a curiosare frenetico..

Ma bastò una scintilla, e se ne accorsero in tutto l’isolato.