domenica 7 febbraio 2021

I DIECI ANNI DELL'EPOCA CHE AVRESTE VOLUTO VIVERE


Faccio il verso a Moz col suo post del Decennio Magico (golden age) che avete vissuto

rilanciando con i dieci anni di storia che AVRESTE voluto vivere.  

I dieci anni di storia passata e anche trapassata, nei quali vi sareste sentiti a vostro agio, dove poter esprimere passioni e qualità, dove incontrare uomini e ideali, dove sentirsi realmente a posto e realizzati, potenzialmente partecipi di un'epoca, una svolta, una rivoluzione, una crescita.. o chissà cos'altro.

Io, ad esempio, avrei voluto vivere dal 1910 al 1920, a contatto con dadaisti e futuristi ed essere contagiato attivamente dal loro furore letterario e artistico.

Voi invece? C'è chi avrebbe voluto scoperchiare il sepolcro di Gesù, o bevuto un cognac con Napoleone, o tenuto la torcia accesa a Leonardo mentre dava vita al Cenacolo?

Pensateci un attimo..

venerdì 5 febbraio 2021

METAFORE...

 


Ho sognato che una squadra di ristrutturazione edilizia formata da dilettanti allo sbaraglio mi stava rifacendo casa. 

I tubi perdevano acqua, l’impianto elettrico andava in corto, i muri rivelavano crepe, le serrande non si alzavano, il parquet andava ondulandosi, le porte non si chiudevano.

Decido allora di ricorrere a dei muratori, carpentieri, elettricisti, idraulici, gente normale comunque, non certo dei draghi. 

Il team dei dilettanti però mi chiede: e vada per questi specialisti ma noi dobbiamo comunque avere voce in capitolo perché l’etica di un lavoro non va giudicata dalla sapienza di gente esperta e competente, ma dallo spirito di appartenenza di persone che lo hanno davvero a cuore quel lavoro, anche se poi non capiscono un’acca sul come eseguirlo. 

Non servono mercenari per eseguire un compito, ma gente che lo ami.

Devo mangia' leggero stasera..


giovedì 4 febbraio 2021

CERTI LUOGHI


Certi luoghi sopravvivono. 

E mentre li inquadri, fotografano la tua vita schizzata. 

Restano immobili a catalogare tramonti, a stratificare vento su vento. 

Collezionano gocce di pioggia, silenzio inascoltato, barattoli alla deriva e graffiti consunti. 

Mentre sbricioli per il mondo la tua curiosità, 

mentre ti laceri in insensato peregrinare, un giorno... quel giorno.. 

il tuo vorticoso vagare recupera sensazioni e pace. 

Srotola tutto il tempo polverosamente raggomitolato. 


Certi luoghi, inesausti, sopravvivono. 

E tornano, loro, a cercarti.

martedì 2 febbraio 2021

MATTARELLA DIXIT



 "Vi ho dato quattro giorni per salvare la faccia. Avete fatto peggio. 

Ora decido io...niente accordi ridicoli, niente elezioni, il paese ha bisogno di gente seria, quindi fatevi da parte. Siamo in emergenza sociale, economica, sanitaria.

Non abbiamo tempo da perdere, ne' possiamo permetterci che il mondo ci rida dietro"


Bella Mattare'.. 

lunedì 1 febbraio 2021

SE SCALANDO UNA MONTAGNA... (GIOCANDO COL CINEMA CHE AMO)


Se scalando una montagna (MISSION) il traguardo fosse dover arrivare in cima (INTERSTELLAR), credo ci sia ancora un po' di strada da fare (FITZCARRALDO), mi vedo invischiato (ZELIG) tra altipiani che generano falsi punti di vista (THE PRESTIGE). 

Sembrano vetta e celano pareti a picco (SLIDING DOORS) appena al di là di una nube pigra (THE WEATHER MAN). 

Se poi, scalando una montagna, il vero traguardo (MOMENTI DI GLORIA) fosse volgere lo sguardo in basso (MEMPHIS BELLE) a comprendere quanto distanti siano tutti gli altri (K-PAX), saremmo su una buona strada (MAD MAX), scorrevole ed invitante (TRAIN DE VIE), ma affollata di personaggi (BIRDMAN) accomunati da istinti grezzi (THE HATEFULL EIGHT) e comuni malinconie (BIG FISH). 

Ma se scalando una montagna, l'effettiva verifica (ANALISI FINALE) fosse quella realizzata al ritorno (LA VITA E' MERAVIGLIOSA), scendendo quietamente, individuando dirupi e crepacci (DEJA VU) dal loro lato debole ed esposto (LA PECORA NERA), piegando l'impossibile alle forme ridicole (INCEPTION) della nostra limitatezza (BEAUTIFUL MIND). 

Ecco che allora riconoscerei le tattiche (PULP FICTION) di persone miopi (I SOLITI SOSPETTI) abbrutite da chincaglieria mentale (QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO), persone che non sopportano (I DUELLANTI) di essere create e non creatrici (FRANKENSTEIN). 

Persone che cosi facendo (BILLY IL BUGIARDO) perdono per strada (MEMENTO) mille e mille doni (THE MILLIONAIRE). 

Gli rotolano giù - irreparabilmente - (ESPIAZIONE) da quella cima dove pretendono di essere (THE BIG KAHUNA).

domenica 31 gennaio 2021

LASCIAMO PERDERE

Lo avevo già scritto un post sul Lasciar Perdere. 

Potevo lasciarlo perdere? 

No.


Prendo spunto  da un fondo di Pippo Russo sull'Unità di qualche tempo fa:      "la parola è perdere".



"Da sempre perdere è metà della partita. Almeno se è un gioco vero. Che ci sia incertezza è condizione ineludibile. Altrimenti gioco non è"


E chi ci indica davvero in quale metà siamo? 
Quante perdite tentiamo di evitare o facciamo fatica a tamponare?
Quante volte perdiamo il biglietto vincente? 
La vita è un gioco a vincere o a non perdere? 
E dove, e come, “perdiamo”?

Perdere la faccia, perdersi d'animo, perdere le forze, perdere le staffe, perdere terreno senza perdere esperienza..

...poi c'è il perdersi di vista, il perdere la fede (anche in piscina),
perdere un telefono (anche solo un numero..), 
perdere le chiavi, la strada, l'occasione, il lavoro, le elezioni, l'appetito, la tramontana, il filo, i pezzi, la reputazione... e perdere l'amore o anche solo un film.

Perdere la metro che fila via, amici che credevamo tali, figli e genitori, fratelli e sorelle, sui quali avevamo posto speranze, puntato molto. 
Tutto perso prima o poi.
Come un  treno che ci lascia sulla banchina, 
persi a nostra volta, 

Fino a perderci la testa o rimanere coi vuoti.  
A perdere.

E' un continuo gran perdere questa vita, 
ma un perdere che accumulato per bene 
diventa ricchezza, coscienza, valore. 

Può diventare anche un post, 
magari da non perdere.. 






venerdì 29 gennaio 2021

LA TIGRE BIANCA - NETFLIX

 


Singolare combinazione tra The Millionaire (citato anche) e Parasite (più che citato) in questa pellicola cupa, caustica, drammatica e avvincente, dove un quadro di India devastante, corrotta, senza spina dorsale, viene evidenziato senza pietà ma con estremo raziocinio. La lucidità disincantata di Aravin Adiga, dal cui romanzo “La tigre bianca” è tratto il film,  frantuma il sogno dell’interclassismo e della raggiunta indipendenza, denuncia lo strapotere di ristrette caste a danno di tutte quelle inferiori, ridotte ad una cosciente servitù perenne, come i polli in gabbia che non cercano neanche di scappare di fronte allo spettacolo dei loro simili sgozzati, come fosse un disegno ineludibile. Rinchiusi in una stia perenne e senza via d’uscita, polli e uomini, senza nessuna prospettiva diversa. Anche se il palcoscenico è quello di una presunta nuova potenza mondiale, dove la mentalità rimane quella postcoloniale e le uniche variabili sono corruzione e servilismo.


Balran, protagonista, incastrato in un meccanismo perverso, cercherà di svestire i suoi panni, in una storia prigioniera di se stessa, dove lo spirito del servo, felice già solo di servire - dopo aver abbandonato il suo villaggio rurale di provenienza - suo malgrado, quando sente venire meno la fiducia, comincia a ragionare da tigre bianca, fuori dal coro; a sentire stretta quella gabbia nata e riconosciuta per anni come suo mondo. L’arroganza e la prevaricazione lo stritolano in meccanismi impietosi e perversi, che anziché evolverne il pensiero, lo riducono alla loro stregua, lo rendono servo anche dell’arrivismo, emulo del crimine, vittima di boria malata.

 “che valeva la pena sapere, anche solo per un giorno, anche solo per un’ora, anche solo per un minuto, cosa significa non essere un servo”

Non ci sarà redenzione o fuga o rivalsa. Solo la sconfitta comune, il medesimo rovescio della medaglia, una sindrome che accomuna servo e padrone in un tragico paradosso senza via d’uscita.