C’è
una fine del mondo prevista.
Ma
non finirà tutto di botto,
come
comunemente saremmo portati a credere.
Sono
stati diramati degli avvisi sulle tempistiche e le eventuali
precauzioni in vista dell’estinzione totale.
Spariranno
dapprima oggetti e accessori, alcuni comuni, altri magari meno.
I
primi sembra saranno i cassonetti. Differenziata e non.
Poi
i semafori, favorendo ancor più precoci scomparse.
In
seguito toccherà, assieme a elementi di grande impatto, come ponti,
gallerie, treni, transatlantici e grattacieli di oltre tredici piani, anche
ai lacci delle scarpe, alla maionese, alle forbicine da unghie e ai
tagli da 50 euro, in Europa almeno.
E
ancora, i tappi delle bottiglie, i campanelli delle bici, i
tergicristalli.
Uno
svanire lento ma deciso, dall'ordine confuso e improbabile,
comunicato da tempo ai vertici del mondo.
Si
consumerà sempre più velocemente il sole, fino ad assicurare appena
penombra.
Ci
vorranno circa due anni dicono. Di lenta disgregazione. Di
progressivo annientamento.
Tanti
sono più disperati per la scomparsa dei loro cani che dei parenti.
Ma
questi - i cani dico - sembra spariranno un mese dopo i loro padroni.
E
prima ancora non ci sarà più traccia di cinema e teatri, quadri, mobili e poltrone, il miele
allora sarà già scomparso da tempo, assieme alle Ford, e ai
parrucchieri da donna (gran lavoro per quelli da uomo, che rimarranno
aperti, pare, fino al giorno prima della fine..)
Scomparirà
il caffè. E allora prevedo inquietudini di massa, e poi le
sigarette, i sigari, il tabacco tutto. L’erba dopo un po’ invece.
Il
cibo diverrà introvabile, rimarranno acqua, ma non più quella
minerale, crackers e gallette, tanto per garantire una sopravvivenza
sobria.
E
quando la depressione sarà totale, i suicidi di massa, la violenza
unico sfogo, il disagio ed il disfacimento mentale palpabili: ecco
sparire, assieme ad altre cose,
la Juve, con tutti i suoi tifosi
E
all'improvviso sarà festa. Festa immediata ed immensa.
Nonostante
le croste, i feriti, la bile accumulata.
Festa
ad ogni latitudine.