Che poi, “immondo”, è parola grossa, forse dettata
dalla sorpresa di restituirsi, dopo 25 anni, alla sua natura di liberissimo
coleottero.
Gregor era diventato essere umano un quarto di
secolo prima senza mai completamente rinunciare al sentirsi insetto, alla
responsabilità di colonizzatore del mondo.
La metamorfosi in uomo lo aveva depresso, costretto,
inquadrato, osservato.
Inutile in quella veste ingombrante di essere senziente completamente avulso
dalle dinamiche umane.
Sognava spesso il suo frenetico daffare in giardino
tra piante, fiori, terriccio e, non di rado, temerarie incursioni in casa, tra
mobili antichi e tappeti polverosi, proprio dove ora, da individuo, si annoiava
a morte.
Quando prese la decisione sapeva che non sarebbe
mancato a nessuno, tanto meno a quell’impacciato se stesso.
Si lanciò goffamente sotto un vagone della metro e
per un minimo istante, allo scricchiolio contorto delle sue ossa in frantumi,
riuscì a reimmaginarsi immondo insetto, dal perfetto esoscheletro.
hai ribaltato Kafka! coraggioso e intrigante
RispondiEliminaml
Aria di ribaltamento si, o semplice curiosità sul cosa non appare..
EliminaNo, no e ancora no! Che ne sarà adesso dei Gregor del mondo? Fa' che il treno lo veda e, disperatamente, freni. Per favore.
RispondiEliminaBel pezzo.
Doveva cercare un amico..e sai quanto sia complicato..
EliminaForse non te ne rendi conto, ma ribaltare la Metamorfosi kafkiana è un'idea geniale.
RispondiEliminaA volte rivolto i calzini, altre i punti di vista..
EliminaL'impatto della lettura del celeberrimo racconto di Kafka è stato tale che quando mi è capitato di dover uccidere uno scarafaggio (altrimenti la mia signora avrebbe infartato) l'ho schiacciato dicendogli "Scusami Gregor".
RispondiEliminaDifficile non pensarci, infatti.. anche la mia signora è intransigente..mannaggia..
EliminaBel racconto ma avrei preferito un finale diverso ! Io cerco sempre di non uccidere insetti, se li trovo in casa, li sposto in giardino . Bel racconto, però !! Saluti.
RispondiEliminaMirtillo, la grandezza filosofica di Franco è proprio nel suicidio del coleottero che trasformato psicologicamente in uomo è talmente scosso che arriva a suicidarsi.
EliminaLa vita da uomo, se non hai sopportato almeno una cinquantina d'anni per prendere la misura, può davvero creare scompensi irrecuperabili.. ;)
EliminaGregor Samsa appare allegoricamente sotto forma di orrido scarafaggio per raffigurare l'alienazione dell'individuo nella famiglia e nella società. Egli rappresenta l'isolamento di ciò che esteticamente è diverso, nonché l'impossibilità di comunicare con gli altri.
RispondiEliminaEcco, il coleottero diventa Gregor e per liberarsi non gli resta che uccidersi.
Magari doveva/poteva essere più pragmatico e fondare un movimento, ma il "raccontino" ha regole ferree..
EliminaPoche righe ma di estremo impatto. Mi piace.
RispondiEliminaSull'impatto concordo.. ;)
EliminaCiao Franco.
RispondiEliminaNo stavolta non mi è piaciuto il tuo testo.
Non ho nulla contro inserti, scarafaggi e esserini simili ma ricordo di aver interrotto la lettura di Kafka con lostesso disagio von cui ho letto il tuo testo.
Spiacente non condividere tanto entusiasmo con i tuoi lettori.
Fermo restando che la genialità dei tuoi testi è tardiva rilevarla in questo scritto.
Ma è noto come io sia "omo sanza littere"...
A.
Mi dispiace ma apprezzo la schiettezza, io lo trovo indirizzo ideale, che mi permette il gioco al ribaltamento collegandolo ad un immaginario letterario che potrebbe viaggiare per proprio conto.. del resto, se non percepisci accogliente Kafka (come io Marquez ad esempio), facile non gradire certe affinità.. ;)
EliminaInvito gli esperti di letteratura a indicarmi chi è o sia o sia stato "maestro" nell'arte del ribaltamento.
EliminaDi sicuro ritengo che in te, tali maestri, abbiano trovato un fulgido esempio di talentuoso e promettente discepolo.
Scenari, ambienti, cose piuttosto che persone che leggiamo "al contrario" : questa è creatività artistica pura.
Dai in fondo è facile.. basta sovvertire, guardarsi da fuori, rivoltare, sentirsi osservati, donare personalità.. o meglio trasferire la propria curiosità, quell'emozione che comanda tutto. ;)
EliminaAnche lui come Gregor Samsa di Kafha ha scoperto che i genitori e la sorella lo hanno sempre preso per i fondelli e ha deciso di suicidarsi.
RispondiEliminaCerti ambientini non giovano..
EliminaMagari la metro sterza all'ultimo, che mollare non è mai la soluzione
RispondiEliminaLa metro che sterza potrebbe essere già un valore aggiunto!
EliminaQuesto racconto Kafkiano mi ha colpita..che bella fantasia, ad ogni modo ognuno deve seguire le sue inclinazioni, anche se fossi stata in lui avrei aspettato di morire di morte naturale
RispondiEliminaAvrebbe dovuto inventarsi qualcosa, ma mi affascinava quel ritorno alle origini..
EliminaIo ho sofferto immedesimandomi in quell'uomo che non si sentiva felice nella sua pelle, che sognava un'altra vita, più semplice e serena, che soffriva al punto di suicidarsi in modo così cruento. Quasi ho sentito le ossa scricchiolare. Terrificante.
RispondiEliminaCome un guscio d'uovo che offre nuova vita frantumandosi..
EliminaSpesso siamo spazzati così, con una scopa, spazzati con tutta la nostra bellezza incompresa..
RispondiEliminaCorsi e ricorsi..
RispondiEliminaCiao caro Franco. Non poche volte nella vita accade di sognarsi in vesti differenti, a nostro modo di vedere migliori rispetto alle usuali, più ricche di successi, gratificazioni personali, sussulti emotivi intensi e bastevoli per il nostro sognato, desiderato prosieguo. E quando questo accade cerchiamo quasi sempre di colmare quei vuoti (che col tempo in noi, a causa delle cocenti delusioni e sofferenze patite diventano voragini), immaginandoci persone di successo, amate, cercate, stimate, apprezzate e desiderate ben oltre ogni ragionevole dubbio. In pratica vorremmo incarnare chi in realtà non siamo nè siamo mai stati; vorremmo una realtà diversa da quella grigia vissuta finalmente in reciprocità; un mondo che si accorgesse finalmente di noi, del nostro valore, delle nostre qualità, delle nostre competenze, del nostro essere disponibili, affettuosi, attenti, partecipi. Vorremmo essere chi non saremo mai. Non so quale sia la ricetta migliore per vivere meglio, per immergersi in una realtà fatta di gratificazioni e affetti mai ricevuti. So solo che la mente umana talvolta diventa un grande Aeroporto e in sogno di Aerei da prendere per fuggire ce ne somministra tanti, troppi, ben oltre quelli che davvero ci servirebbero. L'improduttività dei sogni, spesso, è ben più pericolosa dei sogni stessi. Quando si ritorna nella dura realtà E CI SI SVEGLIA è lì che va gestito con maestria il tutto, e non è sempre facile, affatto. E se non ne sei capace apri tu stesso con le tue mani quel baratro che prima o poi ti assorbirà. Dunque la ricetta è sempre la stessa: o ci si accetta e si accetta conseguentemente tutto quello accade e non dipende da noi o si cade in depressione e ci si perde. Meditate gente, meditate.
RispondiEliminaIl sogno è necessario però, specie in poesia e narrativa.. noi sogniamo mille vite, infinite esistenze, innumerevoli declinazioni.. poi viviamo una dimensione piatta, è vero, formata da vittorie e sconfitte, da gioie e delusioni, e quella resta e ne siamo artefici. Sognare ci rende incredibili e potenti, guai non farlo, guai rinunciare, importante e non perdere di vista la realtà, ma farsi avvolgere dai sogni rimane esperienza incredibile e gratificante.
EliminaIdea interessante, ma soprattutto molto toccante la figura dello scarafaggio diventato uomo: non si può non sentire tutte le sue emozioni, partecipare alla sua sofferente esistenza.
RispondiEliminaMagari lo hanno anche aiutato poco.. a casa di qualche entomologo magari sarebbe stato meglio.. ;)
EliminaIo non vorrei mai essere un insetto e nemmeno un animale qualunque. Mi piace la razionalità e lo spirito di adattamento di noi umani. Si, anche gli animali si adattano, forse meglio di noi, ma noi ne abbiamo consapevolezza e forse è proprio quella che ci fa soffrire.....
EliminaBel racconto. Complimenti
E chi lo sa da dove veniamo ognuno di noi...
RispondiEliminapodi-.
Questo, noi saggi, ce lo domanderemo sempre ;)
Eliminama che triste... dai
RispondiEliminaVita da insetto, tutto sommato.. ma hai visto mai che - ritrasformato - sgusci via tra le rotaie..
EliminaBella fantasia kafkiana. Apprezzata.
RispondiEliminaA qualcuno tocca pur ispirarsi!.. ;)
EliminaOgni umano è bell' 'a mamma soja!
RispondiEliminaNon è facile accettare tutto ciò che arriva, specialmente se si ha un'esistenza triste, e per quanto sia bello il tuo racconto, mi rattrista ancor di più il finale.... È una scelta che fa male!
RispondiEliminaMi piaceva ritrovasse la sua natura anche solo per un attimo..
EliminaMa si suicida davvero? Spero sia soltanto un breve incubo... 😉
RispondiEliminaAbbraccio forte caro Franco. Ciao e buona serata.
Non era lui del resto, non stava vivendo, era in agonia..
Eliminaberlioz (bulgakov) sotto il tram avrà riconsiderato tutto ciò nel suo ultimo istante di vita?
RispondiEliminamolto bravo.
ciao
Ci credo al riarrotolarsi della vita proprio mentre la stai perdendo..
Eliminaa me non è accaduto "mentre".
Eliminaperò è vero che non sono morto :)
....chissà se avesse potuto scegliere in quali vesti avrebbe preferito vivere....
RispondiEliminaFarfallina magari.. ;)
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