venerdì 9 aprile 2021

GLI ALTRI - UN RACCONTO DI NEIL GAIMAN

A me non piace l'horror, lo splatter, la violenza gratuita. Un genere - specie cinematografico - che sembra aver preso piede e autorità. Eppure sono un fan di Stephen King, e leggo cose particolari - come questo incredibile raccontino di Gaimon - che travalicano il  convenzionale senso dell'horror  rendendolo  Arte pura. 

E vorrei, in qualche modo, invitarvi alla meraviglia.

 


GLI ALTRI

"Il tempo è fluido, qui", disse il demone. Sapeva che era un demone nel momento in cui lo vide. Lo sapeva, proprio come sapeva che il posto era l'Inferno. Né l'uno né l'altro lasciavano dubbi sulla loro identità.

La stanza era lunga e il demone aspettava accanto a un braciere fumante in fondo. Una moltitudine di oggetti erano appesi alle pareti color pietra, del tipo che non sarebbe stato saggio o rassicurante ispezionare troppo da vicino. Il soffitto era basso, il pavimento stranamente inconsistente.

"Avvicinati", disse il demone, e lui si avvicinò. Il demone era  nudo e scarno. Era profondamente segnato e sembrava che in un lontano passato qualcuno lo avesse scuoiato. Non aveva orecchie, né genitali. Le sue labbra erano sottili e austere, e i suoi occhi erano occhi di demone: avevano visto troppo e si erano spinti troppo in là, e sotto il loro sguardo lui si sentì più insignificante di una mosca.

"Che succede adesso?" chiese.

"Adesso", rispose il demone, con una voce che non esprimeva dolore, né sollievo, soltanto una monotona e spaventosa rassegnazione, "verrai torturato".

"Per quanto tempo?"

Ma il demone scosse la testa e non rispose. Camminò lentamente rasente il muro, osservando prima uno degli attrezzi appesi, poi un altro. In fondo al muro, vicino alla porta chiusa, c'era un gatto a nove code di fil di ferro. Il demone sollevò una mano con tre dita e lo prese, poi tornò indietro, portandolo con reverenza. Posò i rebbi metallici sul braciere e li osservò mentre cominciavano a riscaldarsi.

"E' una cosa disumana."

"Sì."

Le punte delle code di gatto brillavano di un'arancione opaco.

Alzando il braccio per sferrare il primo colpo, il demone disse: "In futuro ricorderai  questo momento perfino con piacere".

"Stai mentendo!."

"No", rispose il demone. "La parte successiva", spiegò un momento prima di abbattere il gatto, "sarà peggio". Poi i rebbi del gatto colpirono la schiena dell'uomo con uno schiocco e un sibilo, lacerando i costosi vestiti, bruciarono e squarciarono e dilaniarono, e lui, non certo per  per l'ultima volta in quel luogo, lanciò un urlo.

Alle pareti erano appesi duecentoundici congegni, e col tempo li avrebbe sperimentati tutti. Quando, finalmente, anche la Figlia della Zitella, che l'uomo aveva imparato a conoscere intimamente, fu ripulita e riappesa al muro alla posizione duecento e undici, l'uomo devastato bisbigliò con le labbra distrutte: "E adesso?"

"Adesso", rispose il demone, "inizia il vero dolore".

E così fu

Ogni azione che aveva compiuto, e avrebbe fatto meglio a non compiere. Ogni bugia  raccontata - a se stesso o ad altri -. Ogni piccolo ed ogni grande dolore che aveva inflitto. Dovette tirar fuori tutto, dettaglio dopo dettaglio, centimetro dopo centimetro. Il demone gli strappò di dosso il velo dell'oblio, mise a nudo la verità, e questo fu più doloroso di ogni tortura.

"Dimmi cosa hai pensato mentre lei se ne andava", disse il demone.

"Che mi stava spezzando il cuore."

"No", rispose il demone, senza odio, "non è vero". Lo fissò con gli occhi inespressivi e l'uomo dovette distogliere lo sguardo.

"Ho pensato che non avrebbe mai scoperto che andavo a letto con la sorella."

Il demone sviscerò la sua esistenza, momento per momento, istante dopo terribile istante. Andò avanti per cento anni, forse, o mille - avevano tutto il tempo che c'era mai stato, in quella stanza grigia - e verso la fine si rese conto che il demone aveva ragione. La tortura fisica era stata più clemente.

E poi finì.

E una volta finito, ricominciò. Ed ogni volta con una consapevolezza nuova, che in qualche modo rese tutto, ogni volta, ancora peggiore.

Adesso, mentre parlava, si odiava. Non c'erano bugie, né scuse, non c'era spazio per nulla che non fosse dolore e rabbia.

Parlava. Aveva smesso di piangereE quando finì, mille anni dopo, pregò che il demone si avvicinasse al muro e tirasse giù il coltello per scuoiare, o la pera orale, o lo schiacciadita.

"Ancora", disse il demone.

Lui urlò. Urlò molto e molto a lungo.

"Ancora", disse il demone, quando ebbe finito, come se cominciasse in quel momento.

Era come sbucciare una cipolla. Ripercorrendo ancora una volta la sua vita, ne comprese le conseguenze. Scoprì il risultato delle sue azioni; azioni compiute ciecamente; scoprì quanta sofferenza aveva inflitto al mondo; danni arrecati anche a persone che non aveva mai conosciuto, né incontrato, né mai visto. 

Fu la lezione più dura, fino a quel momento..

"Ancora", disse il demone, mille anni dopo.

Lui si accovacciò per terra, accanto al braciere, e dondolandosi piano, con gli occhi chiusi,  raccontò la storia della sua vita, rivivendola così come la raccontava, dalla nascita alla morte, senza cambiare nulla, senza tralasciare nulla, affrontando ogni cosa. Aprì il suo cuore.

Alla fine si sedette schiena eretta, con gli occhi chiusi, aspettando che la voce ripetesse: "Ancora". Ma tutto taceva.

Aprì gli occhi. Lentamente si alzò in piedi. Era solo.

In fondo alla stanza c'era una porta e, mentre la guardava, la porta si aprì.

Un uomo varcò la porta. C'era terrore sul volto dell'uomo, arroganza e orgoglio. L'uomo, che indossava abiti costosi, avanzò esitando e poi si fermò.

Quando lo vide comprese.

"Il tempo è fluido, qui", disse al nuovo arrivato.

40 commenti:

  1. in effetti questo breve racconto è agghiacciante e perfetto, con una intuizione finale davvero geniale.
    massimolegnani

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    1. Ispirato a Moebius - come scrive lo stesso autore -, racchiude il mondo in un semplice circolo viziosissimo.

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  2. Davvero un grande racconto, molto psicologico oltre che come dice Carlo agghiacciante. È coinvolgente senza essere splatter e sarebbe anche interessante farne una trasposizione cinematografica magari anche di altri suoi racconti se, come penso, siano sicuramente dello stesso livello di questo che hai postato. Ho conosciuto un autore interessante, grazie.

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    1. Grazie a te. Un richiamo all'orrore di grande eleganza.. è anche l'autore di Coraline e Sandman per la DC Comics, ha scritto diverse sceneggiature per Doctor Who e Good Omens. Una personalità decisamente eclettica..

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  3. A me non ha fatto ne caldo ne freddo ....restando in tema , caldo infernale.
    Non conoscevo l'autore.
    Ma sa di già letto ,visto ,raccontato ecc..poi come sempre è una questione di gusti.
    Ciao

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    1. Max, ma per pura curiosità: c'è al mondo qualcosa che ti piace?

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    2. Come avevi scritto da Pulp Standoff, Dogman è tra le tue preferenze, quindi ovvio che l'horror evocato, le perfidie sottilmente psicologiche, difficile che ti solletichino.. per fortuna come giustamente sottolinei, la produzione in cinema e letteratura è "sterminata", tanto per dirla come probabilmente trovi più consono..

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    3. No guarda non è una questione di cosa mi piace.
      La prima cosa che ho pensato e l’ho scritto e’ che sa di già letto .
      Guarda ho pensato subito ai mostri Lovecraftiani e invece ho fatto una breve ricerca e ci ho trovato una certa somiglianza con un racconto breve di Edgard Allan Poe : Il demone della perversità.
      Tutto qua , Orlando🤗
      Non è che non mi sia piaciuto..non mi ha “spaventato”.
      E in un Horror sta cosa per me deve starci.
      Non c’entrano evocazioni , perfidie psicologiche e altre menate.
      Su Dogman ...da Pulpstandoff non c’entra manco quello.
      Io il film non l’ho mica visto.
      Mi “ispira” più il fatto di cronaca da cui il film prende ispirazione.
      Su serial killer, psicotici ...stragi reali mi ci getto a fionda.
      Quelli sì mi fanno paura altro che il demone di Gaiman.
      Che poi è proprio il racconto ...perché l’esorcista sia il film che il libro mi hanno spaventato all’ennesima potenza.
      Ciao

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    4. Forse è questo il problema: non era un horror ;)
      Il racconto di Poe riguarda più l'autodistruzione.. con Dogman, invece, dovresti andar bene..

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  4. C'è qualcosa che non quadra.
    Il demone senza pisello come è riuscito a fare tanti figli?

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    1. Dove si parla di figli del demonio? Nel Vecchio Testamento?! ;)

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    2. Ma lo stesso dubbio io c’è l’ho con lo Spirito Santo..come ha fatto a lasciare incinta Maria ?

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    3. Manco l'esorcista saprebbe risponderti! ;)

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  5. Di nuovo il tema dello spazio/tempo.
    Interessante.
    Circa poi le attività dei soggetti. la storia è piena di metafore sul rapporto vittims/carnefice.
    Il problema non sono le descrizioni ma il descrittori...
    Avrà mai provato il Sig Gaimon Ad andare da uno psicologo?... Ma uno bravo però....
    Saluti.
    A.

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    1. Gaiman (scritto corretto, avevo errato il titolo) sicuramente avrà una mente contorta ma decisamente fervida e fantasiosa.. di quelle fantasie che invidio davvero..

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    2. No Franco. Spiacente.
      Non si invidia la cattiveria e il dolore.
      Compito dell'arte e dell'artista è la bellezza.
      E se c'è bellezza nel dolore e nella cattiveria allora capisco poco d'Arte.
      ... o forse era Giuditta e Oloferne di Caravaggio...?

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    3. Bello spunto di riflessione. In che senso non si invidiano cattiveria e dolore? Io detesto il pulp gratuito, la violenza illimitata, lo splatter senza senso. Questo raccontino narra, si, di dolore e cattiveria, ma ne sviscera una profonda analisi che lascia basiti non tanto nell'orrore evocato, ma nel percorso di liberazione, di somatizzazione, di affrancamento dai propri peccati. E ci consente di rendere beneficio a chi verrà poi, non come macchina di vendetta, ma come elemosinatore di grazia, dispensatore di coscienza.

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  6. sono ignorante sul tema, lascio a chi è più nel merito commentare
    Ti ho letto con piacere

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    1. Importante è averti trasmesso una piacevole lettura.. grazie!

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  7. ...ma perché "Gaimon" e non Gaiman?!?
    Si tratta, comunque, di uno dei miei autori preferiti. Questo libro ce l'ho da anni, ma ammetto di non averlo ancora letto (è nella pila degli arretrati...)

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    1. Grazie Orlando!! Corretto prontamente.. ;) immaginavo che lo conoscessi come autore di graphic novel!! E' anche l'autore di Coraline! Mica cotiche.. ma come scrittore di narrativa breve lo trovo micidiale!

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    2. Se non l'hai mai letto ti consiglio vivamente American Gods (poco a che vedere con la serie tv), I Ragazzi di Anansi e il meraviglioso Il Figlio del Cimitero!

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    3. Sul libro ci sono anche estratti da American Gods!! Provvedo.. e grazie ancora!!

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  8. Credo che la realtà superi spesso la fantasia, non serve leggere i romanzi di King o simili per vivere ciò che nella realtà nessuno vorebbere mai affrontare, ma se ami la cattiveria umana basta leggere le cronache di ogni giorno.
    Ciao fulvio

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    1. A volte vorrei fosse solo frutto di fantasia e arte, carissimo.. invece siamo immersi nell'orrore e nella cattiveria.. senza speranza.

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  9. Personalmente io Gaiman lo adoro, anche se mi mancano le sue ultime opere, compreso questa che presumo sia una raccolta di racconti.
    Comunque generalmente Gaiman non è un un autore horror, diciamo che gravita in quel genere, ma non ci vive.
    Tutti i suoi libri che ho letto finora sono assimilabili al genere fantastico o alla mitologia fantasy.
    Vorrei tanto recuperare quest'opera, il racconto è stupendo.

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    1. Si hai ragione, il suo genere esula dall'horror, mescola gotico, umorismo e mitologia .. molto più un fantasy dai toni dark a volte, certi suoi racconti sono fucilate geniali, accorpano mondi e sensazioni, e ti trascinano via!

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  10. Non è il mio genere di lettura,buona serata!

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    1. Hai provato? Comunque rispetta la sensibilità, anche se è proprio quella che vuole smuovere..

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  11. Grande Neil Gaiman! Questo racconto poi è fantastico, con un finale che adoro.
    Su Stephen King che dire... è anche uno dei miei scrittori preferiti, ma il suo è un genere a parte, direi. È... King ;)

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  12. Franco, io non amo molto l'horror neanche scritto. Però la parte di questo libro scorre, è fluida, proprio come il tempo di quanto descritto.

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    1. E' proprio la fluidità del tempo la chiave di tutto, il reiterarsi ed il ripercuotersi, come già accennato sopra: un viziosissimo circolo chiuso.

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  13. molto interessante, potrei ricominciare a leggere :D

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    1. Non sai quante volte l'ho letto, riesaminandomi ogni volta.

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  14. Ho qualcosa a casa dei miei di questo autore. Qualcosa che avevo comprato io, dunque, dal momento che sono l'unica lettrice in famiglia.
    Sicuramente non è questo, ma lo stile continua a piacermi.
    Buona giornata.

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    1. Ha scritto di tutto: romanzi, fumetti, racconti.. facile averlo in casa, magari a nostra insaputa.. ;)

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  15. Boh, sarà bravo ma un piccolo brano come questo è troppo poco per capire un autore. Troppo distante e freddo.

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    1. Devono saper colpire sole due pagine, questo è vero. A me hanno fulminato.

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  16. Non è che ti hanno fulminato ...te sei fulminato già di tuo!!!🤣😂

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  17. Bellissimo racconto e un sorprendente finale a effetto.
    Confesso che all'inizio ho avuto un brivido di disgusto. Poi, però, si è mutato tutto in interesse. Grazie.
    P.S. Ho cercato la figlia della zitella su Google, ma senza troppo successo...

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