..armeggio con le parole come altri assemblano esplosivi.
E posso ferire anche di più, lasciando cicatrici profonde, così come me ne vengono inferte, con la medesima moneta.
Me ne sto qui sereno sulla mia tastiera a scovarmi dentro, ripiegare pensieri, aggiustare opinioni, mettere lo scotch alle aspettative frantumate, massaggiare con cura tutti i futuri che sogno e quelli trascinati via dalla corrente.
E già questo risulta comunque piacevole, un passatempo impagabile, un riempire di spazio la confusione che gravita, il riordinare vaghezza che attende solo di impigliarsi nero su bianco, invece di frullare ingovernabile..
Poi ci si taglia anche da soli, capita e capiterà, un cerotto e via.
* * *
Ci parlo col cuore
quando trasmette angoscia,
e anche mentre palpita felicità.
Concilio equilibrio, auspico accortezza:
nè baratro, nè vetta,
non buio indistinto, non abbaglio che accechi:
gli dico, al cuore.
Ma non sempre restituisce un minimo accenno.
Spesso resto solo impigliato
in un dedalo di nervature e legamenti
come asettica segnaletica
di una via della quale non scorgo meta.