Conosco Davide Conti dai tempi di FilmTv, dove redigeva recensioni che erano già piccoli romanzi.
Per Davide il film è solo spunto.
Lui coi film ci costruisce storie, imbastisce personaggi da fiaba.
Lui li fa i film, con la scusa di scriverne.
Mo' serve qualcuno che glieli gira.
Ma ci sta lavorando.
Intanto lo trovate anche sulla blogosfera:
Catarsi addosso che è già un esplicito programma..
Ma torniamo al Davide scrittore, al suo costruire comunità.
Ecco un limite per me invalicabile.
Creare personaggi.
Io sono egoista nella mia scrittura. Parlo di me anche quando descrivo cose, figuriamoci dare vita a personaggi, sarebbero mie caricature, tutte identiche e posticce, in un ridicolo rispecchiarmi.
Davide no. Scova umanità stratificate e le paradossa tridimensionalmente: lui al tavolo mentre scrive e i personaggi su tela, o emersi dal marmo, o fluttuanti - meglio come metafora - sullo schermo di un cinema.
Perché lui li manovra come vitalissimi burattini, e questa cosa l'ho visivamente percepita durante la presentazione di Bedlam Club, il suo libro di avventure cinematografiche vissute da una banda di personaggi borderline.
Davide ha letto un capitolo, e la scena si è come materializzata, i suoi personaggi a galleggiare nell'aria della piccola libreria, a raccontarsi, a muoversi in autonomia coi tic, le manie, la preoccupazioni, le aspirazioni, i sogni, le goffaggini e le assurdità.
Una sceneggiatura più che un libro, non mi stupirà il vederlo un giorno su grande schermo.
Quello schermo che, in fondo, lo ha fatto arrivare alla ribalta, quando ha iniziato a recensire film in maniera anomala, con le sue storie strampalate applicate a gente come noi.
Esemplare il suo sbeffeggiarsi della serietà del mondo, applicando però un'anima viva a questo suo svirgolare, dotando ogni sua creatura di intensa umanità, esaltandone quegli eccessi che possono spaventare, ma anche farti sbellicare dalle risate, con un retro pensiero malinconico che bussa delicato nell'intimità di ognuno di noi.
Eccolo Bedlam, un manicomio geniale, del quale alla fine vorremmo tutti far parte, a poter ragionare di cuore.