Come vi sentite quando, poco dopo aver visionato una macchina fotografica su internet, l'intero scibile della pubblicità audiovisiva mondiale vi si riverserà addosso non appena vi accostate ad ogni apparecchio che vanti un minimo di connessione coi vostri desideri?
Cosa provate quando, solo per essere passati davanti un ristorante del centro, il vostro cell vi chiede come avete mangiato, se i gestori erano cordiali e se il tiramisù servito in loco era davvero così zuccherato come giudicato da altri 161 utenti?
Basta lasciare il cell a casa. Direte voi.
Ma mille telecamere di sorveglianza ci stanno comunque filmando, rimane l'ora della nostra firma in ufficio, accendo la tv e il canale mi dice: "continua a guardare questo".
L'auto esorta a fare benzina.
La Regione scrive per ricordarti il vaccino antinfluenzale e il bollo che scade.
I frigoriferi new generation lampeggiano che il latte sta finendo e da due settimane non stai comprando il succo di clementine.
Siamo tracciati e tracciabili. E in fondo ci piace.
Quasi una coccola rassicurante.
Ma ci traccia anche la nostra coscienza davanti lo specchio.
E quella ci piace un po' meno.