domenica 16 dicembre 2018

PRESEPE 2.0



Ognuno fa il suo presepe.

Il mio è un appuntamento di grande solidarietà, di incontro sociale, di coniugazione interrazziale.
Un presepe che non guarda in faccia a nessuno e spalanca le porte a tutti...


Un luogo di incontro di reietti e pupazzi vaganti per la casa, una festa che vede annualmente la reunion felice e scanzonata di mille residenti con sacrosanto diritto di asilo.


Gente che vive di mondi propri e personalissime storie, accolti in questa terra serena, paciosa e giocosa che per una mesata assurge a isola felice, senza nessuna eccezione, un mondo nuovo che respira universalmente.



Solo Gesù mi ha mandato un uozzap con scritto: 
"Ao, ma moo lasci posticino pure a me?!"



sabato 15 dicembre 2018

ANCORA SU BOHEMIAN RHAPSODY



Perché prendersela con le imprecisioni poi? Con la mancata citazione di tutte le spudoratezze del nostro eroe? (perché alla fine, è di Freddie Mercury che si tratta), perché attaccarsi alle somiglianze non proprio perfette, o a dettagli trascurabili?

C'è chi ha avvisato - ossimoricamente - ostentazione di eccessivi pudori nel mettere in luce il Mercury privato, e chi esattamente l'opposto, considerando anche la disordinatissima vita dell'estroso front man dei Queen.


Casomai dovremmo chiederci perché si sia deciso di terminare col Live Aid del 1985, o come mai tralasciare del tutto che anche May e Taylor si fecero tentare dalla via solista.. ma sono - ripeto - dettagli..
Io personalmente sono andato a vedermi un film sui Queen, sulla loro musica con la quale sono cresciuto insieme a tanto altro sanissimo rock, sulle loro invenzioni musicali alle quali tanti devono moltissimo; le soluzioni sonore, i siparietti di finissima contaminazione di genere, i riff micidiali, ma anche la capacità di sintetizzare ed esaltare peculiarità di tanti gruppi progressive che li hanno affiancati, preceduti e ispirati, dagli Yes ai Genesis, da Elton John ai Led Zeppelin e fino ai King Crimson.


La pellicola rimane uno scintillante omaggio al quartetto inglese, a patto che si riesca a discernere tra film e storia del gruppo, ma parlo di chi ha le mani in pasta ovviamente... questo film raggiungerà un platea sconfinata di persone completamente a digiuno sia dei Queen che della evoluzione rock dell'epoca, e la costruzione ad hoc delle vicende narrate, è in funzione soprattutto di questi ultimi, tese ad esaltare il carisma di Freddie Mercury, l'anima indiscussa della band.
Anche se trattasi di biopic anomalo, perché non tralascia le vicende del gruppo, ma articola ed adatta la storia di Freddie ad uso e consumo della fruibilità del film e di una larga fetta di pubblico che vuole solo emozione e facile coinvolgimento, ed al quale interessa magari poco entrare nella psicologia di un personaggio che ancora presenta svariati lati oscuri, che ha faticato non poco per integrarsi e farsi accettare.


Ma il resto dei Queen non sono un orpello trascurabile, sono l'anima pulsante di una rivoluzione sonora, il supporto costante e palpitante di tanta carne messa al fuoco, e come ho sentito dire (condividendo al 110%): “Chiediamoci cosa sarebbero stati i Queen senza Freddie Mercury. ma anche cosa sarebbe stato di Freddie, senza i Queen”
E noi accorsi al cinema non cerchiamo certo il pelo nell'uovo, ma siamo disposti a vedere dischi ed intere annate sacrificate, aggiustamenti di biografie, sbalzi temporali, tentativi di commuovere facile quando in realtà nessuno ne sentiva il bisogno, insomma tutto.. pur di essere inondati dal rock esagerato dei nostri quattro cavalieri dell'apocalisse rockettara, che sull'onda di una commistione unica di generi, emergono con pezzi da brivido che animeranno (e animano) la storia musicale del mondo.




sabato 8 dicembre 2018

CAMBIARE CASA



Ne ho cambiate di case nella mia vita, e quasi tutte variazioni di residenza abbinate a radicali cambiamenti di vita, come col mio primo matrimonio. Via dalla casa della mia infanzia, (anche se non della nascita), dell'adolescenza, della crescita, dei sogni; per approdare ad un porto che credevo meta e rifugio, fortemente cercata, voluta, desiderata. Ma tutto sfugge alla programmazione..

Dopo dieci anni una nuova casa, non mia, e mai del tutto appartenutami, nonostante il rivoluzionario  coinvolgimento con la proprietaria. M.t.s.a.p.  come sopra..



Poi l'ebbrezza della vita da solo, una breve parentesi in affitto, un anno sregolato all'insegna della follia, in una casa che mi ha visto cucinare, pulire, fare lavatrici come nessun'altra... 

Fino a decidere di comprarmene una piccolina tutta per me, di casa, ed eccolo l'attichetto mansardato da sogno, un'alcova in piena regola (avevo anche lo specchio sul soffitto, in corrispondenza del letto.. ahah.. M.t.s.a.p.  

La voglia di coppia stabile era dietro l'angolo, e l'amore più forte di tutto, mi trasferii nella casa in affitto della persona che sarebbe divenuta la mia attuale, dolcissima, consorte.
Ma lo spazio era risicato e bel un giorno comprammo la casa dove viviamo da quattordici anni, e da dove scrivo ora.



La settimana scorsa troviamo casa più grande e meno afflitta dalle problematiche di traffico periferico romano.

Ora è tutto un pensiero a come arredarla e a quando riusciremo a trasferirci.

Il 2019 sarà un anno da vivere intensamente.

Il problema è che io mi affeziono tanto e subito, e adoro questa casa, come mai nessuna altra.
Ma l'affezionarsi tanto e subito mi salverà anche stavolta. Lo so.

e poi... tutto sfugge sempre comunque alla programmazione... magari con la pensione.. una casetta a Ponza...chissà... ;)



martedì 13 novembre 2018

FINE DEL MONDO


 


C’è una fine del mondo prevista.

Ma non finirà tutto di botto,
come comunemente saremmo portati a credere.

Sono stati diramati degli avvisi sulle tempistiche e le eventuali precauzioni in vista dell’estinzione totale.

Spariranno dapprima oggetti e accessori, alcuni comuni, altri magari meno.
I primi sembra saranno i cassonetti. Differenziata e non.

Poi i semafori, favorendo ancor più precoci scomparse.


In seguito toccherà, assieme a elementi di grande impatto, come ponti, gallerie, treni, transatlantici e grattacieli di oltre tredici piani, anche ai lacci delle scarpe, alla maionese, alle forbicine da unghie e ai tagli da 50 euro, in Europa almeno.
E ancora, i tappi delle bottiglie, i campanelli delle bici, i tergicristalli.

Uno svanire lento ma deciso, dall'ordine confuso e improbabile, comunicato da tempo ai vertici del mondo.

Si consumerà sempre più velocemente il sole, fino ad assicurare appena penombra.

Ci vorranno circa due anni dicono. Di lenta disgregazione. Di progressivo annientamento.

Tanti sono più disperati per la scomparsa dei loro cani che dei parenti.
Ma questi - i cani dico - sembra spariranno un mese dopo i loro padroni.



E prima ancora non ci sarà più traccia di cinema e teatri, quadri, mobili e poltrone, il miele allora sarà già scomparso da tempo, assieme alle Ford, e ai parrucchieri da donna (gran lavoro per quelli da uomo, che rimarranno aperti, pare, fino al giorno prima della fine..)

Scomparirà il caffè. E allora prevedo inquietudini di massa, e poi le sigarette, i sigari, il tabacco tutto. L’erba dopo un po’ invece.

Il cibo diverrà introvabile, rimarranno acqua, ma non più quella minerale, crackers e gallette, tanto per garantire una sopravvivenza sobria.

E quando la depressione sarà totale, i suicidi di massa, la violenza unico sfogo, il disagio ed il disfacimento mentale palpabili: ecco sparire, assieme ad altre cose, 
la Juve, con tutti i suoi tifosi


E all'improvviso sarà festa. Festa immediata ed immensa.
Nonostante le croste, i feriti, la bile accumulata.
Festa ad ogni latitudine.

sabato 10 novembre 2018

EVOLUZIONE



C'è un gran parlare di condono, di questi tempi: un perdono 2.0.

Perché ci si evolve in tutto, anche nel mitigare gli errori, nel richiedere (pretendere?) clemenza.

Termina la poesia, la revisione di un sentimento (o di un bilancio), e si passa a riscuotere.

Che si tratti di affetto o denaro, fa poca differenza.

Ci ritroviamo in un'epoca affaristica, dove il sentimento è condizionato, tenuto da parte, mascherato.


Stiamo perdendo naturalezza e spontaneità, magari inconsciamente, ma poi ti accorgi che accade.

Che ogni azione e reazione è costruita, manipolata, funzionale.


Ti accorgi che ti concedono il perdono, ma non la riconciliazione.

E ti concedono anche il condono,

ma di pace,

rimane solo quella fiscale.



sabato 3 novembre 2018

TEORIE



Una bobina d'acciaio da 3,5 tonnellate, caduta da un TIR di passaggio, potrebbe aver causato il crollo del ponte Morandi a Genova.

Questa la teoria di un ingegnere (immagino come minimo sposato con la nipote dell'Amministratore Delegato della società Autostrade).

Poi tutto po' esse. Siamo sempre in Italia.

Il Bel Paese che starà pure andando a rotoli.

Ma d'acciaio.



giovedì 1 novembre 2018

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2018 FULL IMMERSION E BACK STAGE





Come avevo già scritto lo scorso anno, andare al cinema non è affatto assimilabile al frequentare un Festival del Cinema.

Quando vai al cinema, nei weekend o comunque quando trovi un momento libero, o anche la sera a casa, spaparanzato sul divano, vagando per svariate tv,

sei tu che scegli il film.

Ad un Festival no.

E’ il film che sceglie te,

perché gli orari si accavallano, non puoi che decidere una sala, e beccarti la programmazione prestabilita, uscire alla fine di un film ed entrare in quella più vicina di corsa a volte senza neanche ricordarti cosa viene proiettato…



E’ anche in questo bailamme emerge il fascino del cinema, di questo cinema, che può riservarti grosse delusioni a fronte di aspettative certe, e incredibili soddisfazioni quando ci si trova dinanzi a produzioni in teoria a prospettive zero.



E qui entriamo nella viva cronaca di questa Festa del Cinema di Roma. Festa che non faccio fatica a definire di medio/basso profilo, nonostante alcune produzioni pregevoli, in tutti i campi, dalla Selezione Ufficiale, al Premio Alice nella città, fino al settore cortometraggi.

Comunque poche rispetto a ciò che dovrebbe proporre un festival ormai affermato come quello romano, basti pensare alla innocua trascuratezza dei film di apertura e chiusura…


E anche le ospitate, poca roba rispetto a festival che vantano ben più grosso richiamo e pedegree…

Ma proprio in occasione dell’incontro di taluni personaggi, abbiamo colto al volo alcune impressioni, cogliendoli a sorpresa in alcuni attimi di rilassamento… la Cate Blanchett l’ho intercettata all'uscita della toilette, ad esempio: “Signora mi scusi l’ardire, ma non osavo disturbarla sotto i riflettori, sono Lampur, uno dei saggi del noto sito FilmTv” “Oh ma certo! Ho letto di alcune sue stroncature… non vedo l’ora di leggere quella del mio film..” “Oh ecco, si, ma non c’è fretta guardi, con calma, aspetti pure la fine della Festa!.. ecco, volevo solo dirle.. che bisogno c’era di accettare questa parte da maga rinc..ehm, rinvigorita dagli anni, diciamo, per certi versi.. imbarazzante?!”
“Va bene lo ammetto, ho perso tutto a blackjack, ero quasi alla canna del gas e.. per punizione, ho dovuto sottoscrivere un contratto proprio con Jack Black e Il mistero della casa del tempo… vi prego non lo scrivete questo..vi prego!!”
“Stia tranquilla..nessuno lo saprà mai!!..”

Nel corridoio ecco apparire Michael Moore, presente col suo Fahrenheit 11/9, che ha iniziato a studiare italiano da quando Trump gli ha spedito l’estradizione ufficiale dagli Usa.. dice che si trasferirà qua in Italia.. perlomeno mi ha tradotto un mio amico che capisce lo slang di Pittsburgh…



Al bar eccoti Steve Carell che sorseggia un caffè rigorosamente ristretto: “Ehi Steve, due tue belle prove quest’anno (Beautiful Boy e Measure of a man)...ma ti preferisci in versione drammatica o più leggera?!” “ A dir la verità mi preferisco quando pagano prima...per questi due film ho rimediato solo il rimborso spese finora...ma ti pare una cosa normale?!?.. e pure il caffè è a spese mie...roba da matti!!”

In tanti non lo sapevano, ma è arrivato anche Russell Crowe dietro le quinte prima di presentare il suo Boy Erased.. in effetti, un po’ imbolsito, agli accrediti gli hanno consegnato il pass di John C. Reilly, l’attore che ha impersonato Ollio in Stan e Ollie.. e lui si è risentito!.. “Russell, ma un Gladiatore 2 sarà mai possibile?!” “Forse si, un Gladiatore 2.. quintali magari..ahahah”
..che mattacchione Russell!!

E c'è Drew Goddard, regista di 7 sconosciuti at the El Royale: “Drew, ma è vero che volevi fare il verso ai Coen e Tarantino?!” “Si ma non pensavo che tutti avessero visto i loro film.. invece mi hanno tanato subito.. che disdetta!! La prossima volta copio Lynch, oppure me ne torno all'horror, che mi viene meglio, mi sa... “ (Ecco, se torni all'horror forse è meglio.. nd.r.)

Sbuca Virzì, un altro che ha voluto granbellezzarsi addosso col suo Notti magiche, prendendo in giro un mondo di cinema sicuramente torre d’avorio all'epoca, e consapevole di vivere in un mondo a parte “Virzì”, lo incalzo, “Non crede di essersi adagiato rispetto alla concorrenza, a quell'idea di cinema avanzato che perseguono tanti suoi colleghi al giorno d’oggi?” e lui “Sicuramente non sono una cima, ma non lo è neanche il pubblico che segue me e i miei coetanei, specie qui in Italia, noi produciamo ottenendo ottimi risultati con sforzi minimi: alziamo i toni, tiriamo la corda, usciamo fuori dalle righe, saturiamo il melodrammatico e in tanti lo scambiano per buon, se non anche ottimo, cinema. Perché dovrei sforzarmi alla ricerca di qualcosa di cui il mio pubblico, probabilmente, non è neanche pronto?” (almeno c'ha le idee chiare.. n.d.r.)



Tom Wilkinson se la diverte invece, killer mestierante di Morto tra una settimana..o ti ridiamo i soldi, lo incontriamo ad un tavolo non lontano dal red carpet mentre lucida la pist..ehm..il bicchiere di gin. “Mr. Wilkinson, come si è trovato nella parte di navigato assassino?!” “ Ah mooolto bene..diciamo che potrei sparare serenamente a diversi registi che ancora mi sottovalutano...e anche a qualche giornalista impertin..” “Ok perfetto così Mr. Wilkinson.. ora saluto, scappo e auguriii” meglio allontanarsi… quando ci prendono gusto certi attori...faticano ad uscire dal personaggio.. eheh.

E non lontano ecco Robert Redford (The Old Man & and the Gun) nella parte di un vecchio rapinatore non ancora domo.. “Comunque basta con le prove d’attore, altrimenti il prossimo personaggio me lo offriranno dentro un gerontocomio.. incredibile.. Liam Neeson fa ancora il verso a 007, e io solo ruoli da rincogl..” “Ok ok, forse è il caso di parlare d’altro..ha in mente qualcosa come regista?!?” “Certamente.. ma per ora riposo a casa.. o era casa di riposo?..bah.. devo prendere Multicentrum.. se mi ricordo dove ho messo il flacone..”

Grey scarpet on red carpet

L’ultimo giorno pesco anche Viggo Mortensen, di solito algido stoccafisso, sembra abbia preso confidenza col calabrese, ed infatti il successo di Green Book è da attribuirsi principalmente al suo slang italianeggiante, l’espressione del resto rimane quella, ma l’intervista non è riuscita troppo perché mi ha rivolto solo qualche grugnito..

Dimenticavo.. il vincitore decretato dal pubblico è stato l'italiano Il vizio della speranza, la cui analisi rimando all'apposita recensione.
A me non è piaciuto troppo, film pretenzioso e forzatamente drammatico. Ma tant'è.

E' chiaro il trend, nonostante diversi messaggi di buon cinema: Broken Mirrors, Stan & Ollie, American Animals, Dead in a Week, Measure of a man, Three identical strangers.. (almeno tra quelli che sono riuscito a visionare), la tendenza è verso un cinema che vuole strafare, farsi notare, esasperando spesso toni e colori.
Alzando la voce per emergere. E non credo sia la maniera migliore.

Ma noi rimaniamo affamati di cinema, e questo è l'importante. Alla prossima Festa!