Avete
mai fatto fatto una quaterna secca sulla ruota di Bari?
No
eh? Polanski invece c’è riuscito.
Ha
puntato su quattro schizoidi, patologicamente diversi uno
dall’altro, e gli sono usciti proprio tutti insieme, nello stesso
appartamento, sulla ruota di New York.
E’
una messinscena che abusa della nostra pazienza, che tira per bene la
corda piazzando, come se non bastassero quattro disturbati messi
assieme per far danni, anche una serie di combinazioni astrali
irripetibili (la mamma di Michael - John C. Reilly -) che assume lo
stesso, ambiguo, medicinale che l’avvocato Alan (Christoph Waltz )
sta difendendo da media e testimoni scomodi;
Penelope
(l'istericissima Jodie Foster, doppiata probabilmenteda Donald Duck)
che tiene sul tavolino del salotto - dove abitualmente si poggiano
caffè, tramezzini e tortine varie (come in effetti avviene), un
preziosissimo ed introvabile catalogo della mostra del 1953 a Londra
su Oskar Kokoschka, alla mercè di qualsiasi devastazione
gastronomica; e non ci pare strano a noi? Noi che teniamo le lenzuola
pure sui divani a saldo di Mondo Convenienza per paura che prendano
contatto con l'atmosfera circostante?
In
realtà in sala si propaga da subito il risolino facile, perché 'sta
tragedia la prendiamo tutti molto a ridere, probabilmente è proprio
la quaterna di schizzati che non consideriamo sul serio, e tutta la
sequenza di combinazioni ed atteggiamenti che non fanno che minare la
convivenza alla stregua di un mini Grande Fratello, ma chi l'ha
prodotto 'sto film? La Endemol?
Il
puntuale apparire di ospiti che stai prendendo in giro, ma guarda un
po'!, proprio mentre sei voltato di spalle, gli irreali approcci
verso, ad esempio, la pittura di Francis Bacon, beniamino di casa -
quando siamo ancora in fase di salamelecchi e cerimoniali, per quanto
forzati -, se la tua interlocutrice Nancy (la pienotta, per
l'occasione, Kate Winslet) definisce la pittura di Bacon, sfogliando
il volume: “Crudeltà e splendore”, tu non rettifichi stizzita:
“Caos
ed equilibrio”, chiudendo il volume, togliendoglielo dalle mani e
rimettendolo in linea col tavolino (e se non vuoi che ti sfoglino
libri e cataloghi - per favore! -, il tavolino del salone è l'ultimo
posto della casa dove li posizioneresti...), ma l'utente medio sembra
non far caso a tutte queste ovvietà, alle mille forzature
architettate per far si che l'incontro deflagri, e s'infervora nel
prendere posizione mano a mano che le coppie si sbarazzano del savoir
faire.

Ed
allora si cucca in rapida successione l’avvocato che, ricevuta una
telefonata (e siamo ancora a bocce ferme, nel senso che nessuno ha
ancora sbroccato), appoggia la gamba alla John Wayne sulla consolle
dell’ingresso (ma dove s’è visto mai? Neanche a casa di un
camallo cassaintegrato…), oppure tutti in silenzio imbarazzato ad
ascoltare le telefonate altrui - non succede più neanche tra
adolescenti! -, la Nancy che non solo non va a vomitare in bagno, ma
neanche fa finta di cercare un angolino a terra, e poi, invece di
berci sopra un canarino (camomilla e limone, ma forse non usa a New
York, niente canarini, solo criceti ...), ingurgita coca cola e
wiskhy!! e sarò strano io...; Michael poi, che sembrerebbe l'unico
sano di mente (a parte i criceti seminati per New York), svirgolerà
quasi più psicopaticamente degli altri, assieme alle borse che
volano, i fiori sbatacchiati ed i cellulari affogati, ma che vuole
darci ad intendere il buon Roman? Che sotto chirurgica (si fa per
dire..) sollecitazione risulteremmo tutti infami fenomeni da
baraccone? Magari potenziali barbari in embrione? E' forse questo
l'assioma da celebrare?

Resto
dell'idea che ci troviamo di fronte a quattro schizzati partoriti da
una mente schizzata.
Anche
gli “stupefacenti” effetti di camera a spalla, con controcampi e
gestione degli spazi, non m'hanno appassionato, con bagno e cucina a
monoangolazione; e di più: la sequela di tentativi iniziali della
coppia ospite, di lasciare l'appartamento e far terminare il film
dopo quattro minuti, non solo risulta, cinematograficamente, di una
sterile inefficacia (come nei b-movie che fanno rischiare subito la
morte al protagonista, cosi tutti a casa coi popcorn ancora
intatti...) ma pure noiosa se reiterata a più riprese.
Non
ho letto Il dio del massacro, testo dal quale è stato tratta la
psicopatia polanskiana, ma nutro seri dubbi che nel libro venga
montato cosi grossolanamente lo smembramento delle convenzioni e con
i medesimi parametri con i quali ci viene (ri)proposto su grande
schermo.
Se
cosi fosse, del resto, la civiltà umana si sarebbe smembrata in
autonomia già da tempo, scorticata ad ogni semaforo troppo rosso,
sradicata di cervello ad ogni fila alla posta che oltrepassi le due
ore di attesa, o ad ogni riunione condominiale con presenti più di
tre condomini...
Per
fortuna non è cosi, e pare che anche gli stupratori (ogni riferimento al regista non è affatto casuale..), assieme a
quelli che fumano il sigaro in casa anche se la moglie non vuole,
risultino ancora in minoranza...