martedì 18 luglio 2023

PERDERSI

 


Vagava nei corridoi, non poteva seguire i percorsi agevolati dal colore perché era daltonico, neanche le lettere a corredo lo aiutavano perché dislessico, e non poteva chiedere al personale perché afasico e, oltretutto, non avrebbe saputo cosa chiedere, soffrendo di amnesia.

Lo avevano ricoverato un mese prima, ma ne ignorava il motivo.
Del pigiama da paziente, del resto, non aveva la minima coscienza.

E neanche del suo vagare, che in una qualche dimensione, forse, immaginava sogno.
Ma anche questa è un'ipotesi che formulo scrivendone senza una obiettiva percezione.

Ogni sera lo riportavano in camera, dove un vicino di letto sempre nuovo lo accoglieva con un sorriso indecifrabile.

A quel punto mi ritrovavo questo tipo nel letto,  e non comprendevo perché non gliene assegnassero uno tutto per lui.

Domani scrivo in Direzione. 

34 commenti:

  1. è poetico e sconvolgente questo sperdimento da ricovero, rasenta la realtà con una verosimiglianza che inquieta.
    bravo
    ml

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    1. Frequentare certi luoghi acuisce il distacco o genera solidarietà..

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  2. E' da più di un mese che vado quasi ogni sera in ospedale, quei posti sono talmente alienanti che farebbero impazzire anche la più sana delle persone...

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  3. Penso non valga la pena vivere se si diventa così. Però questo tipo ha una sua serenità. Non saprei.

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    1. Nuove consapevolezze..oppure superamento dei limiti convenzionali, un multiverso fatto in casa..

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  4. Penso che questo signore è proprio sfortunato, soffre di patologie che non gli permettono di vivere il ricovero in un modo adeguato. Ho tanta tenerezza nei suoi confronti.

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    1. Tante persone perse dobbiamo ritrovarle noi, noi che le abbiamo ben presenti prima, e magari anche quando ci donano solo un abbozzo di sorriso, sappiamo che la strada è quella.

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  5. Stavo per dire "che fantasia". Poi ho pensato alla sanità italiana e ora mi viene da dire: "che realismo" :-D

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    1. Nonostante tutto, ho conosciuto gente meravigliosa, pagata male e sfruttata, ma sempre meravigliosa..

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  6. Anch'io domani scrivo in Direzione, ma non so in quale Direzione, da qui a lì o da là a qua? Da destra a sinistra o dall'alto in basso. La giusta direzione è il dilemma. Per questo anch'io vago, pur se non daltonico, non dislessico, non afasico.
    Vago

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    1. Magari una F verso ovest.. a tramontare col sole.. una lettera in direzione di.

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  7. Ai 17 anni ho avuto uno stranno svenimento e sono stato ricoverato in ospedale quattro cinque giorni.
    Il mio compagno di stanza era un uomo che passava la giornata senza fare niente, col pigiama e un braccio ingessato.
    Era un 28 gennaio.

    Io: A lei, cosa è successa?
    Lei: Rincasavo durante il capoanno, avevo bevuto e non me lo ricordo ma sono caduto e rotto il braccio; allora hanno trovato una piccola anomalia cardiaca e sono qua da quel momento senza nessun essame medico da allora nè nessuno che mi dica niente.

    Davvero? ventotto giorni??

    podi-.

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    1. Può diventare un universo parallelo.. e forse addirittura l'unico..

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  8. "Del pigiama da paziente, del resto, non aveva la minima coscienza"...e probabilmente questo stato di non coscienza lo rende perfino sereno .

    Questo tuo scritto mi rammenta una canzone di Vecchioni ,il cui ritornello:
    "E i pazzi sono fuori
    non cercateli qui
    il mondo dietro i muri
    è più disperato di qui"

    Grazie per l'accoglienza:)


    L.

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    1. Grazie a te.. pensavo anche io ad un'altra storia: La pecora nera di Ascanio Celestini..

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    2. ..rileggendomi pensavo anche ad una storia che ognuno, preda di casini neurologici, potrebbe applicare a se stesso, credendone di esserne fuori.. ma Vecchioni, come Celestini, mette ben a fuoco il punto..

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  9. Da troppo tempo vedo ospedali, anticamera, intramoenia etc. non sono mai bei posti dove perdersi.

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    1. Eppure il perdercisi richiama altre storie, giusto a distrarsi un attimo, a pensarla su altre parallele..

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  10. quante volte ho fatto su e giù quei corridoi...
    a me piaceva e non ho mai pensato di scrivere alla direzione per lamentarmi di qualcosa :)
    lieto giorno

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    1. Forse un giorno, un attimo, una presunta parte lucida di te, potrebbe chiedersi chi è, cosa ci fa lì, abbozzando un sorriso a farti persino pensare che magari qualche cura esiste davvero..

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    2. La fiducia comunque è tanta roba..dubitare è un cattivo placebo..

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    3. sorrido sempre. e nel contempo dubito :)
      metodicamente :)))
      lieto giorno

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  11. Buone vacanze in Sicilia, ci sono stata l'estate scorsa, nella Baia di Tindari, sono stata benissimo !!

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    1. Cercheremo refrigerio.. anche se la vedo dura.. conosciamo bene quasi tutta la Sicilia ma ammetto che Tindari, colpevolmente, mi manca!! Spero non manchi occasione prima o poi!..

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    2. Il mio primo editore era proprio di lì (Edizioni Tindari appunto) mi sa che adesso anche lui frequenta i corridoi disadorni di qualche casa di cura!

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  12. Anch'io sono stata in ospedali diversi per molto tempo, non per me ma perchè assistevo i miei genitori. Quante persone vedevo così, perse, sole, quanta tristezza. Saluti.

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    1. Si può raccontare un mondo, che sembra viva secondo altri parametri, regole tutte sue..

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  13. Quante persone finiscono veramente così… sono realtà orribili. Oggi come oggi poi la sanità è un vero incubo

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    1. Bisogna essere fortunati, oltre che incontrare le comunque infinite eccellenze che si adoperano per la nostra salute.. devono incastrarsi sempre una innumerevole quantità di fattori.. ;)

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  14. Universo parallelo e straniante, narrato magistralmente in 131 parole. C'è del talento qui, lo ribadisco...
    P.s. Ho ordinato la tua raccolta di poesie alla Feltrinelli almeno 20 gg fa e ancora non arriva: meglio acquistarla on line?

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    1. La Feltrinelli è lenta.. Amazon più veloce.. grazie per le tue parole.. in parte vita vissuta che non può che rimanerti indelebilmente addosso..

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  15. Ce l'ha fatta anche la Feltrinelli... arrivato!

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  16. Bella narrazione da incubo; non servono mostri e sangue per creare angoscia e terrore, spesso è sufficiente raccontare la realtà dei giorni nostri dal giusto punto di vista.

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