martedì 17 gennaio 2023

SANDRONE


 

Era un drone di ultimissima generazione. Potente, silenzioso, sensibilità ai comandi, ottiche pazzesche, estrema versatilità di manovra acrobatica.

Un unico difetto. Soffriva di vertigini.

Avrebbe dovuto abbandonare il volo, ma l'onta sarebbe stata insopportabile, e quindi escogitava sempre qualcosa per vanificare i test di controllo e verifica.

Tutto sommato, fino ad un centinaio di metri sopportava il vuoto, e le sue capacità acrobatiche meravigliavano a tal punto gli operatori di volo da non far neppure notare quei pur vaghi sbandamenti.

Quando a Sandrone (nomen omen) venivano sollecitate altezze proibitive, chiudeva gli occhi (o meglio i circuiti ottici) e cercava di planare quieto respirando con calma. 

In quei frangenti, a terra, giungeva ovviamente un segnale cieco e su questa anomalia si stava studiando ma l'apparente "guasto" sembrava attribuibile a semplici interferenze atmosferiche.

Ma non poteva durare, lo avrebbero dismesso e sbattuto in magazzino o, peggio, smontato utilizzando i componenti sani come ricambi per droni più efficienti. 

Quindi un giorno, librato nei cieli azzurri di Mont Saint Michel, a rimirare l'arcangelo Michele, posto al culmine di una delle più fascinose chiese del mondo, spalancò gli occhi: si beò per un istante eterno dell'incanto sottostante, mise a fuoco in lontananza la bassa marea come a volerle ingannare, le vertigini; ma la felicità di scorgere meraviglia pura durò pochi secondi, traducendosi subito in fatale stordimento.

Sandrone perse all'istante resistenza all'aria così come ogni altra confidenziale coordinata di volo, si avvitò in picchiata ma, facendo appello alla sua perizia funambolesca, intuì un ultimo pertugio tra gli archi gotici rampanti dell'abbazia, come mai prima nessun velivolo, e pur schiantandosi a oltre 120 orari, la scatola nera  filmò ad eterna memoria la fantasmagoria di quei rari frames di azzardo tra sfida scriteriata, arte sublime e futuro cangiante;
un'evoluzione destinata a padroneggiare fugacemente traiettorie fino ad allora solo ipotizzate.
E nessun accorto montaggio potè mai scorgere il sorriso di dio. 
Lì in prima fila.






39 commenti:

  1. Sono poco tecnologica e ho zero simpatia anche per i droni.
    Mio limite, ovviamente.

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    1. Questo era un drone con l'anima.. mica roba solo tecnologica.. ;)

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  2. Tempo addietro non so quale TV fece un servizio veramente impeccabile su San Michel e ti dirò che da turista fai da te certi particolari non li avevo mai considerati così lungimiranti e determinanti per la storia dell'Arcangelo Gabriele

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    1. Gabriele poi s'intrufola sempre..quando si parla di Arcangeli.. sarà un po' di invidia? ;)

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  3. Che bella storia.. io le invento, tu le vivi.. ;)

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  4. Un drone molto sensibile, ha vissuto tutto in un solo momento, almeno si è goduto lo spettacolo. Non credo che degli altri droni si possa dire lo stesso.

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    1. Decisamente no. Alcuni soffrono di claustrofobia, quando tornano nella custodia sclerano.

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  5. Ho immaginato per un attimo come potrebbe essere il sorriso bonario di Dio nei confronti di Sandrone. L'ho immaginato grazie a te e mi sono emozionato per questo tuo finale. a

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    1. Ero indeciso sul finale, come capita spesso, ha sorpreso anche me.

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  6. Quando si va parecchio in alto un'altro problema è che l'aria è rarefatta, non si può stare lassù troppo a lungo. San Drone per la sua visione lo chiamerei più 'beato' Drone.

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    1. Di solito è un istante solo a sconvolgerti la visione. Il più delle volte non ci facciamo neanche caso.

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  7. Era un drone con un anelito rivolto al divino, non a caso santificato (San Drone).
    ;-P

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    1. Si è guadagnato la visione totale. Una volta sola però. Tipo una Duna che raggiunge i 150 all'ora ;)

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  8. Santo Drone subito come dicevano a San Pietro.
    Bravi comunque a non chiamarlo Dario il nostro Sandrone, che DroneDario sarebbe stato davvero troppo.

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    1. Non era male, però mi avrebbe desertificato il racconto.. ;)

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  9. Beh, ora sappiamo esattamente dove sia andato a finire Sandrone, il drone con l'anima: da Valeria! Non poteva trovare posto migliore per essere accettato e compreso, pur con le sue paure.

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  10. Quello che sapefa fare meglio lo terrorizzava.

    podi-.

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    1. Accettare e convivere con i propri difetti. Arduo per tutti. Arduo già individuarli. ;)

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  11. È una storia triste.
    Bella ma triste.
    Ciononostante una bella storia.
    E anche enigmatica giacché la domanda è : perché mai Dio avrebbe dovuto sorridere?
    Di cosa, avrebbe sorriso Dio?
    Dello tragici schianto di Sandrone?
    E perché mai avrebbe dovuto sorridere di un sì tragico epilogo: quale prodotto dell'ingegneria umana non sarebbe, Sandrone, figlio dell'uomo?
    È, allora, così cattivo Dio da sorridere per i Mali del mondo...? Guerre, epidemie, schianti (appunto!) e via di gran lista con il nostro "cahier de doleance"...
    Non so.
    Anche se una mezza idea me la son fatta...
    Rimane il fatto che Sandrone s'è perso... E neanche il suo santo protettore l'ha salvato.
    Quale santo?
    Ma ovviamente: San Drone....
    (gioite gente gioite!)
    A.

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    1. Grazie Antonio per i sempre puntuali inteventi, per la saggezza delle domande, per la curiosità che ti pervade. Intanto invertirei i termini: una storia triste ma bella.
      E spero che l'idea che ti sei fatto del sorriso di dio collimi un pochino con la mia. Dio non sorride per lo schianto, ma è felice per la meraviglia provata da Sandrone, certo un istante solo, ma bellezza totale, stordimento felice, appagamento, "la fantasmagoria di quei rari frames di azzardo tra sfida scriteriata, arte sublime e futuro cangiante".
      L'eterno incanto a sfumare rapido.
      Mi piace citare un mio aforisma: "Se l'uomo, per un solo attimo, avesse la possibilità di capire tutto, non ci capirebbe niente". Giusto l'istante per bearsi dell'eterno incanto. Poi di nuovo e ancora più buio. Eccolo il sorriso di dio, felice che qualcuno ogni tanto sappia, giunga allo zenit, anche se a sua brevissima e personale gloria.

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  12. Che posso dire... bellissimo e tenerissimo. Bravo!!! Elisa

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  13. San Drone, fatto santo per quel suo vincere le vertigini e alto (è il caso di dirlo) senso del dovere.
    San Drone martire... ahah...
    Bella fantasia.

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  14. Ho sempre avuto simpatia per i droni...anche se l'alta velocità che assumono mi fa temere....

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    1. Prima o poi mi piacerebbe un drone.. per svolazzare un po' anche io..

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  15. A Spezia per dire che uno è imbranato dicono che è un...Sandron! Il tuo drone mi ha commossa!

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    1. Grazie Sara!! .. doveva venire mia sorella a Spezia domenica.. ma hanno vietato le trasferte ai romanisti.. ahah..

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  16. Complimenti. Il raccontino breve tocca elevate vette espressive: il ragazzo ha talento...

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  17. Quando ho letto Sandrone ho pensato a Tonali (Il nostro capitan Sandrone), mentre dalle mie parti "Sandron" significa uomo grosso e goffo :D.
    Poi ho iniziato a leggere il racconto e mi sono immaginato un film Pixar.
    Il finale però è stata una scossa, un pugno in faccia.
    Mi ha consolato ciò che hai scritto sopra, che Dio sorride per "il bello" precedente lo schianto, e questo accade nella nostra vita. Arriva il momento in cui il nostro cammino-volo termina, ma sta a noi cercare meraviglia e bellezza, e quelle sensazioni che fanno battere il cuore.

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    1. Splendida analisi.. in quanto a Sandro Tonali, il nostro Sandrone, non schianterà mai e ci riporterà presto in quota, al riparo da ogni vertigine.. ;)

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    2. Anche il nostro Sandro si sta schiantando, con tutto il resto :D

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  18. Un corpo di ferro e un cuore di panna. Morto felice, gli occhi pieni di bellezza

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  19. delizioso!
    San Drone, dopo l'incontro con l'Arcangelo Gabriele e la triste fine, divenne il santo protettore dei voli pindarici.
    ml

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