venerdì 4 febbraio 2022

QUEL COTTO FIORENTINO

 



"Tra il 4 e il 5 dicembre 2021 si è tenuta Laventicinquesimaora, il premio letterario della Scuola Belleville dedicato ai racconti brevi. 25 ore per scrivere un racconto non più lungo di 3600 battute.
La traccia di questa settima edizione era: “La fine è nota.
Scrivete un racconto che cominci dal finale e finisca con l’inizio”.

Ho partecipato, purtroppo senza classificarmi.
Ora posso pubblicarlo anche qui. 


“Quel cotto fiorentino sembrava ora ancor più vivido, col sangue denso a percorrerne superfici e fughe”. Ero arrivato al punto.
Ma il punto non ne voleva sapere, si guardò indietro, o meglio sopra, e cercò un appiglio in quella parete di lettere a strapiombo che sembravano soverchiarlo.
Mise un  piede, poi l’altro, scalò l’ultima riga rigonfia di epilogo appiccicaticcio come sangue già rappreso, prese le misure dal fondo di quel baratro e iniziò ad arrampicarsi deciso, sgusciando tra perifrasi e analogie, agganciando parentesi e salutando a malapena virgole e altri punti che oziavano a guardia del periodo.
Risalendo a fatica, ma con occhio curioso, trovò la trama artificiosa e melensa, e forse proprio per questo maturò il rifiuto quasi istintivo di risultare l’artefice ultimo di una storia che sapeva di convulso e farlocco, dove lei si abbandona ad un tardivo ravvedimento e lui non le perdona il tradimento del primo paragrafo, ma neanche la recidiva col garzone a pag. 4, così come la fuga fuori città di fine capitolo; solo simulando, poi, una magnanima, nuova accoglienza in quel ritorno pretestuoso e gravido di sospetto.  
Ora può un solo punto, dico io, caricarsi l’onere di tanta tensione, di immenso rammarico, rabbia e tormento, mettendosi a fine di tutto con un solo, scellerato, colpo di pistola, seppur accompagnato da un misto di sorpresa e sgomento, e lasciando, appunto, che solo un punto - e neanche esclamativo -  chiuda a bruciapelo la vicenda? Senza curarsi dell’affanno, del panico suscitato, di un corpo ancora caldo, del sangue a scorrere via solo ravvivando un cotto fiorentino? Un semplice punto a toglierci d’impaccio? Non era possibile, voleva vederci chiaro stavolta.
Non avrebbe gestito una chiosa tragica senza comprenderne i reconditi perché. Voleva scorgere la passione iniziale negli occhi di lei, godere di un sorriso, di una carezza rubata, di un sogno a due che poteva essere vita splendida, senza alcun punto ad interrompere mai fiaba e aspirazioni.
Arrivò perciò fino a quella F maiuscola di inizio racconto, una F di luminoso ardore che vedeva quel punto come un’insignificanza lontana e inconcepibile, la F di Finalmente: finalmente l’amore, la gioia, l’impazzimento dei sensi, tutto senza ombra  e fiato di punteggiatura alcuna, figuriamoci un punto poi.
E il punto ci arrivò a quel cospetto, vagando a ritroso tra gelosie, colpi di mano, ripicche; fino a scorgere e sfiorare sfumature di complicità, intenti armoniosi, traiettorie di relazione, come si rincorre una sorgente di acqua pura, stanco di dover solo chiosare, di decretare finali, arginare l’inchiostro, interrompere sogni.
Il punto disse “ciao!”, ma l’inizio comprese subito che quel saluto non era affatto di buon auspicio, ma anzi foriero di oscuri esiti, e non aveva intenzione di ravvisare alcuna fine per quell’idillio appena nato.
Fece finta di afferrare la mano tesa ma, d’istinto, rigettò il punto per la ripida parete scritta, e lui scorse di nuovo, ma stavolta nel verso esatto - seppur nella convulsa caduta - l’infatuazione, l’amore, la passione, e poi la noia, la distrazione, la gelosia, e ancora  malcontento e  rabbia, il furore cieco e la violenza pura, fino al sangue e anche lui medesimo, a fondo pagina, dove quel precipitare avrebbe posto fine ad una nuova storia immensa, riducendolo stavolta in  rivolo cremisi di punto frantumato. “Finalmente l’eterna felicità e nessuna fine mai”


41 commenti:

  1. Ho letto e apprezzato molto. Quindi chi ha scartato il tuo racconto breve è un coglione.

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    1. Ahah.. magari un po' crudo ma devo dire che anche io, a caldo, ho formulato vaghi sofismi a favore dell'ipotesi.. ;)

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    2. Gus voleva farti capire, a modo suo, che non esiste solo il p.c...trastullarsi ogni tanto nooo?

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  2. Sappiamo che lei non ha il dono della sintesi ...nemmeno della parola: è logorroica.

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    1. Millenomi! che onore averla qua.. insomma dice che potrei drusillarmi anche io.. ahah si ritenga pure esentata dall'accensione della sua manciata di neuroni ;)

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  3. Meglio pochi ma buoni.
    Sicura di non avere una mal ricezione dei neurotrasmettitori? 😀
    Ma gus porta pazienza devono arrivare per forza i commenti.

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    1. Infatti neanche ti cancello. Sei un caso neanche raro di autoannientamento. ;)

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  4. Mi è piaciuto moltissimo nelle sue giravolte opportune.

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  5. Interessante, il tuo scritto può prendere strade infinite, da qualsiasi punto si parta, qualsiasi direzione si prenda, la sensazione è che la trama possa cambiare a seconda del percorso che decidiamo di affrontare.
    é una prova tutt'altro che semplice per chi scrive, chi legge deve andare oltre le parole, deve impegnarsi nel raccogliere le sfumature e dare vita a sua volta ad una personale narrazione.
    Ciao Franco, buona giornata.

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    1. Conciliare la fine con l'inizio ma rendere nel contempo fluida una storia con andamento convenzionale e parallelo. Piacevole divertissement. ;)

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  6. A me è piaciuto molto.Ma chi lo ha scartato non capisce nulla.Ciao

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    1. Olga importante è che principalmente noi si sia soddisfatti di ciò che inventiamo, proponiamo, trasmettiamo.. poi ovvio ci sono anche i riscontri, ma credo fermamente che la scrittura sia roba principalmente privata.

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  7. Carino, ma generalmente ironia ed umorismo non vengono molto apprezzati in questi concorsi.
    Comunquo, se è andata male con il cotto fiorentino, puoi sempre provare con il crudo di parma, penso io

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  8. A me è piaciuto, ma a me i tuoi scritti piacciono sempre, forse non faccio testo.

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  9. Ciao Franco. Per me assolutamente grandioso. Sei sempre un magico paroliere.
    Solo ti dico una mia stupida impressione. Sembra che tutto volga più sul finale. Il punto della conclusione, la storia in sé, la F iniziale e poi di nuovo il finale che sembra non voler esserci...
    Se si richiedeva una storia a ritroso magari sei stato un tantino fuori tema, non so.
    Ma comunque che te frega, sei stato fantastico lo stesso.
    E poi, magari sono grandemente in errore. 😉
    Bacissimi!

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    1. Ciao Pia!! La F sta per Finalmente l'eterna... ed è l'inizio. Quel cotto fiorentino..il finale. In mezzo una storia d'amore, un punto che non ci sta, un racconto a parete, una scalata rivoluzionaria, ascesa e ricaduta. 😉😘

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  10. Io mi incanto sempre quando mi immergo nei tuoi scritti.. c'è sempre una particolare elasticità.
    Buona serata

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  11. Non ho proprio idea, a me sembra un testo bello, maturo come qualità di scrittura, chissà?

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    1. Troppo contorto magari, ma ogni esperienza serve per diventare consapevoli..

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  12. Bello, originale, sorprendente!! Secondo me è un racconto che merita, ingiustamente non classificato.

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    1. Come dicevo ha sorpreso anche me, perché uno stimolo fornisce spunti e muove visioni..

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  13. Perché? C'è pure una classifica..
    Ma dove? :)

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    1. Provo la cosa così stupida che non riesco a capacitarmi. Moz è quello che guadagna di più.
      Ma fare un po' di volontariato nooo?

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    2. Ops errata corrige *trovo.
      Mi scusi ;)

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  14. Ma lo sai che i premi li vince chi "deve vincere" ahahah
    Noi apprezziamo, per cui grazie!!!

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  15. Brava. Gli italiani pensano solo a mangiare e fare sesso.

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  16. assolutamente geniale!
    conduci una danza surreale con padronanza linguistica e perfetta attinenza al dettato del concorso.
    che tu non abbia vinto è quasi d'obbligo e quasi un onore per te, data l'estrosità del brano che pochi potevano afferrare per intero.
    massimolegnani

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    1. Troppo carino.. ;) ho ringraziato comunque di cuore per l'opportunità.. servono stimoli per tirar fuori cose che alla fine, stupiscono anche noi..

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  17. Grazie Valeria.. mi ci sono affezionato subito..

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  18. Ho dovuto leggerlo 3 volte. Ora sono in grado di commentare. È un gran bell'esercizio di stile,forma, uso delle parole, della punteggiatura e soprattutto - come d'altronde è il tuo stile e caratteristica - le parole evocano immagini.
    Questo è il mio problema. se non "vedo"... "non capisco". È per questo che ho dovuto leggerlo 3 volte.
    E a questo punto la domanda (piuttosto indirizzata a Belleville) è : cosa deve essere uno scritto? Una gradevole, perché ben articolata, sequenza di verbi, sostantivi, aggettivi e complementi, all'interno di una prevista (o prevedibile) punteggiatura??? Oppure deve essere un flusso di quanto sopra ma dall'effetto "musicale": intendi : non si capisce un cazzo di quello che hai scritto, però Suona Bene....??! Sound Good.
    Oppure infine c'è la terza via.. L'immagine. Levocare è l'evocazione di scenari (magari, appunto, fantastici o fantasmatici) in cui non devi necessariamente ritrovartici ma li vedi o li puoi vedere perché l'autore te li fa vedere.
    Ecco il tuo scritto (ripeto al pari, in oarticolar modo, delle poesie) questo produce: evocazioni fantastiche. E se le evocazioni fantastiche non ci sono vuol dire che lo scritto non funziona. Al pari dei quadri, vieppiu, contemporanei mod. Burri o Mondrian. Sintesi: guarda avanti e passa come ebbe a dire Dante (uno che con le parole e le relative evocazioni qualcosa ci capiva...).
    Un caro saluto. A.

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    1. E' una storia che si sovrappone. I punti di vista fondamentali. In fondo spesso leggiamo con il libro messo in verticale, e la pagina frontale, parete da scalare. E si può precipitare da lassù, avendo finalmente chiare immagini le capovolte, scoprendo i motivi di quello che poi è accaduto, conoscendo sentimenti che una volta ci hanno animato. Quindi un punto presente con la visione del tutto, alla scoperta del mondo, prima a ritroso, poi velocemente nel suo verso. Ma molti di noi, arrivati al punto, non solo non torniamo, ma neanche ci giriamo. Ci perdiamo nella nostra cocciutaggine. Sarà per questo che sfoglio i magazine al contrario.

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  19. Dalla tua hai sicuramente uno stile inconfondibile, ben chiaro, marcato. Questo secondo me è già un merito della persona, anche se chi legge un singolo racconto può non trovarci un vincitore di premi. Un invito a perseverare e migliorarsi sempre.

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    1. Grazie Filippo! Infatti valgono le opportunità e gli stimoli, da cogliere sempre.

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  20. Caro Franco, non sempre le cose belle vengono premiate. È sempre quel sentire che decide se uno scritto merita o meno, e mi sono resa conto che, spesso chi legge non sente. Il tuo modo di scrivere è coinvolgente e mi ha piacevolmente rapito. Se ti accontenti, io ti faccio i miei complimenti!

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