sabato 25 luglio 2020

LE PAROLE CHE (NON) TI HO DETTO



Come si misureranno le parole, oltre  in riferimento ai moniti di chi ne ritiene offensive alcune, proprio in base ad un'ipotetica misura che potremmo aver superato?

Ogni giorno ne affastelliamo in buon ordine (o in discreto caos), strappandole alle nostre emozioni, o più spesso disegnandole su di esse, e cercando di farle apparire in forma di palpitazione, misurando noi, nuove unità di percezione che ci consentano di applicare forme  al nostro, esclusivo, sentire.

Che non è poi, solo il nostro sentire, perché siamo animali social(i), ed in buona misura (ma chi calcola ‘sta benedetta misura?) ci dovremmo adeguare a mille altre sensibilità.


Ma anche una volta misurate, inchiodate, catalogate, queste parole che da sole identificano il fardello del nostro emozionarci, chi ci assicura che non ne abbiano, invece, debordato il senso, sforbiciato il sospirare, occultato il trasalimento?

Chi ci assicura che non siano sfuggite anche agli ammonimenti, agli insegnamenti, alle preghiere.

Chi ci rasserena sul fatto che una volta preso il volo verso altri lidi, non vengano scambiate per ostile e prepotente ingerenza.
  
Come si misureranno (aridaje..) queste parole se non sperando che si adattino perfettamente al nostro (e all'altrui) pensiero come un cashemire che si adagi, neve attutita nel silenzio di un'alba?

Non lo sappiamo. 

Rileggo il mio "pensiero adagiato" 
e cerco, io,  di scorgerne l'orlo emozionale, o lo spuntone sgarrasensibilità.

C'è un qualcosa che tracima oltre il senso emotivo,
è come se disegnassimo col freno a mano tirato.

Perdiamo probabilmente la fluidità del pensiero fino a fermarci quel fatidico istante e pensare a voce alta, come scrivendo nell'aria, a forgiare immagini che poi tradurremo in parole, sorriso, scrittura, anatema, eleganza, invasione, 
carezza, complimento, offesa.


Ma non tutti saranno in grado davvero di leggere ciò che scriviamo.
E aggiungiamoci, ad onor del vero, che non saremo neanche noi, 
sempre in grado di riferire e conferire serenamente/intellegibilmente.

Delle due l’una:

confrontarsi, esporre, manifestare, chiedere, esprimersi, 
discutere, ragionare, dissertare, contraddire,  precisare.

Oppure evitare.  

 



27 commenti:

  1. Quante sono le parole dette per convenienza e non per verità?

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    1. Esiste sempre modo e modo, se uno non vuole (o non cerca) l'irreparabile.

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  2. Quante volte ha seguito la logica della favola "La volpe e l'uva".

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  3. Riflessione impegnativa.
    Forse inusuale per chi con le parole ci vive e convive. E bene direi.

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    1. Inusuale no, specie quando ti trovi a muri improvvisi o silenzi che non ti spieghi, e né ti spiegano.

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  4. Secondo te, Antonio, la condanna della Chiesa per quello che sbaglia, è una condizione sufficiente per affermare che Dio non esiste e Cristo era un peracottaro?
    Oppure, dopo il divorzio, il prete mi nega l'assoluzione e quindi l'ostia consacrata, può indurmi a dire che la Chiesa non sa perdonare, oppure che è una banda di ladri?
    Uno che fa queste cose è capace di dire: "Sì, gus, è vero".
    Infine, cosa significa che Giuseppe, Maria, e Gesù andavano alla Sinagoga ben sapendo che in quel luogo scribi e farisei in pratica negavano i Comandamenti di Dio?

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    1. Gus ti prende sempre in...parola 😂😂

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    2. Antonio fa riflessioni importanti. Non sempre condivido quello che scrive.

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    3. Caro Gus,
      Devo essermi perso qualcosa...
      Non credo di aver affrontato argomenti e fatti inerenti la fede, strictu sensu, o la Sacra Famiglia?
      Immagino sia un caso di omonimia oppure non ho proprio capito nulla. Sia del tuo commento e sia dell'aderenza al post.
      Ma sono ancora troppo poco avvezzo alla frequentazione di post e blog.
      Parimenti di omonimia per i complimenti credo si tratti (a priori graditi).
      Sicuramente abbiamo differenti visioni e approcci su taluni temi ma lo 'scio scio' altro non è che nome e cognome di un imbecile.
      A ben presto leggerti. penso che sia impossibile, per me, ottenerle.

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    4. Perdona il refuso di un copia/incolla improprio.
      A ben presto leggerti

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    5. Gus è un buono, forse impulsivo e a volte preda di certo monotematismo ...ma lo perdoniamo .😁

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    6. Antonio, ammesso che antonio sia il tuo nome, ti ho invitato a rispondere a qualche quesito e tu mi ha risposto: "Devo essermi perso qualcosa...", i tre puntini che sono una prerogativa di Franco.

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  5. Mi piace parlare con gli altri, anche discutere .
    Lo scambio di idee è sempre positivo e non vedo cosa c'entri la chiesa.
    Cri

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    1. La parrocchia è un luogo dove un prete ti offre un'ostia dicendoti che è il corpo di cristo. Milioni di persone ci credono e altri milioni di persone non ci credono.
      E' un argomento perché riguarda il significato che dai alla tua vita.
      Le parole hanno sempre un senso. Un tipo del tuo blog, l'Innominato, quello che commenta di più, mi ha apostrofato dicendomi "Scio scio" e altre offese. Solo per questo non vengo più al tuo blog.

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    2. Gus tanti non ti apprezzano, ma che te frega?!? 😁

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    3. Sono molte le persone che non mi apprezzano. Questa cosa mi fa riflettere. Io rendo conto solo alla mia coscienza che è stata già scritta.

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    4. Forse hai dimenticato che avevi offeso la mia famiglia, e in particolare mia nipote, con allusioni molto offensive, molto peggio di sciò-sciò.

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    5. Cri, ho spiegato tante volte che a me non piace che si discuta di persone che non scrivono nel blog. Per te era uno scherzo.
      Una cosa è certa. Non avevo nessuna intenzione di offendere la ragazza e la sua famiglia. Dove usare una terminologia diversa. Questo è vero.

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  6. il problema è che la parola può essere "invasiva". Non è facile individuare i limiti.
    I silenzi per me sono stati controproducenti nella vita, ma usare troppo le parole potrebbe essere un boomerang.

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    1. I silenzi non sono interpetabili. Alle parple puoi dare un senso. Sbaglio anche io in questo senso, spesso rimanendome senza capire.

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  7. Penso che ciascuno misuri le parole attraverso il suo metro, che può essere anche completamente differente da quello dell'interlocutore. Forse anche per questo comprendersi necessita di grande apertura e desiderio di confronto.

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    1. Se manca il desiderio di confrontarsi e capire, possono andare in fumo anche mesi di affinità elettive..
      Franco Battaglia

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  8. Oggi sono io che scrivo parole tirando il freno a mano.
    Sto cercando di adeguare il mio sentire a questo post con l'animo predisposto nella maniera giusta e cercando di non farmi coinvolgere dalla lettura di altre parole invasive e insincere.

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  9. Parole parole parole... Che bello se alle parole seguissero i fatti.

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    1. Le parole hanno sempre un senso. Certe sono così cattive che fanno schifo.

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