Spesso inizio una frase con un incomprensibile "cioè" che serve praticamente a nulla..
E non dite che non avete il vostro...
Tipo finire una frase col classico "capito?"
I riempitivi sono una costante del dialogo,
dalle semplici esclamazioni, tipo ah, oh, evviva, daje..etc...
oppure anche nello scrivere, dove io abuso in maniera folle dei tre puntini di sospensione...
ahahah!!
Bene! (altro riempitivo), ora che ho confessato, tocca a voi!
Io uso gli avverbi in "mente" a raffica :D
RispondiEliminaHo tolto però l'uso del fastidioso "ma comunque"
io i tre puntini li piazzo a raffica... ;)
RispondiEliminaMolte volte i tre puntini non sono un riempitivo. Si tratta di stimolare l'interlocutore a pensarci sopra.
RispondiEliminaUna frase chiara e semplice dovrebbe sempre iniziare con soggetto e verbo, seguiti dagli elementi subordinati.
Stamane il cielo era grigio, ma se si va alla finestra ora,
si è sorpresi e si appoggia la guancia
alla maniglia della finestra.
Sotto si vede la luce del sole, che in verità è sulla faccia della fanciulla ingenua, che cammina così e si volta indietro, e nel medesimo istante si vede l'ombra dell'uomo che le viene appresso rapidamente. Poi l'uomo è già passato e l'ombra della bambina è tutta chiara.
A me piace Kafka.
Adoro Kafka.
EliminaI tre puntini "in effetti" (altra interiezione) stimolano il dialogo, il contraddittorio, o anche solo la meditazione, il mettere in risalto, anche il solo pensarci un attimo...
EliminaLa vettura si avvicina a una fermata e una ragazza è pronta a scendere.
RispondiEliminaE' vestita di nero, le pieghe della gonna si muovono appena, ha la camicetta attillata con un colletto di trina bianca dalle maglie minuscole.
Ha il volto bruno, i capelli castani scuri e piccoli ciuffi disordinati sulla tempia destra. Io non posso nemmeno giustificare perché mi trovi su questa piattaforma, perché mi aggrappi a questa maniglia e mi faccia trasportare da questa vettura,perché la gente si scansi davanti alla vettura o cammini imperterrita, o si riposi davanti alle vetrine.
Del resto nessuno me lo chiede, ma ciò non ha importanza.
Tre puntini sì, non quattro, non due, ma sempre tre :D
RispondiEliminaDel resto anche Blogspot nello spazio apposito scrive: inserisci il tuo commento... ahahah
EliminaA me piacciono i tre puntini devo ammetterlo. Però cerco in ogni modo di evitare questo tipo di riempitivi . . . e di solito quasi sempre ci riesco ha ha ha
RispondiEliminaun saluto Franco e buon fine settimana
Una folletta è un ottimo riempitivo già di per se'.. ;)
EliminaIo utilizzo "anche" in maniera ripetitiva e sconcertante.
RispondiEliminaMi piacciono i tre puntini di sospensione e le virgolette. Amo le parentesi tonde che spesso mi dimentico di chiudere. Viva le imperfezioni e la spontaneità del nostro scrivere.
Ne la sposa giovane, Baricco ne apre ben quattro chiudendole poi tutte assieme...e tu vai a ritroso cercando di capire come ha i fatto a non accorgertene... ;)
EliminaMentre leggevo il post ho incontrato “tipo” e ho pensato fosse l’esempio giusto per la mia scrittura. Lo uso spesso. Poi ne ho incontrato un altro e ho capito che siamo simili, tipo
RispondiEliminaCioè davvero dici?
EliminaNon ci ho mai pensato, sai?
RispondiEliminaEcco, forse abbondo con le frasi interrogative, perché detesto i monologhi e mi piace coinvolgere chi mi ascolta/legge.
La tua interiezione maggiore è Lorenzo... ahahah
Elimina"ma và" "non mi dire" "davvero?".
RispondiEliminaPoi, amando molto i cani, al posto di "porco cane" dico porco gatto" pur non avendo niente contro di loro.
Cri
un tempo avevo "voglio dire"
RispondiEliminama l'ho perso
Io il "cioè" ad inizio frase lo sparo ogni tanto, me ne accorgo e vorrei mozzicarmi la lingua.. ahahah
EliminaForse troppi aggettivi, buono caro e intelligente.
RispondiEliminaCiao fulvio
Credo che inconsciamente ne diciamo di cotte e di crude..
EliminaIo ho capito... Ho capito ho capito....
RispondiEliminaQuando scrivo in chat il cioè è terribile
Non so, non mi pare di avere un particolare "riempitivo" mentre scrivo o parlo. Ci farò più caso.
RispondiEliminaA volte la mia scrittura include anche tre punti.
RispondiElimina"Ei"
RispondiElimina"Capito"
"Dunque" a inizio frase.
E si, anche i classici tre puntini.
Anch'io uso spesso il "cioè", maledizione! Per non parlare del "Beh" e del "vabbè" (usato più che altro quando mi scoccio di continuare il dibattito: insomma, dar ragione all'altro e amen). Il "Capito" finale lo usavo spesso, poi da qualche parte sentii o lessi che poteva risultare offensivo per l'interlocutore, e che sarebbe stato meglio sostituirlo da un "Mi sono spiegato?"... e così ho fatto. Nello scrivere (e scrivo tanto), ahimè faccio largo uso di avverbi. Decisamente :D
RispondiEliminaMi sono spiegato? ;)
Io nelle comunicazioni formali cerco di non usare ripetizioni varie ed eventuali. Per esempio, durante le interrogazioni a scuola mi mandava ai matti sentire i miei compagni che usavano, nel giro di pochissime frasi, intercalari del tipo "vediamo che" per introdurre un concetto. Nel quotidiano (soprattutto quando scrivo) abbondo di avverbi (mi sono trattenuta, qui ne avrei scritti almeno un paio ahah) e di virgole... come se non ci fosse un domani :D
RispondiEliminaCredo che un'infinità di intercalari se ne sbattano della nostra volontà di metterli a margine.
EliminaUn intercalare diverrà il padrone del mondo... ;)
Svarioni, interiezioni e altre amenità. Rilevo dai commenti che molti blogger scrivono e anche molto (... E vorrei ben dire!!). Ritengo possa essere un esperimento letterario, culturale e intellettuale molto interessante il raccogliere in un volume o in uno spazio blog tutti gli svarioni pubblicabili e pubblicati dai succitati blogger. Una sorta di Almanacco dello svarione, dell'interiezioni e dei riempitivi. Un vero e proprio esperimento culturale. Ci si prova?
RispondiElimina.... E vabbe'... Non si lancia il sasso e si nasconde la mano... quindi vi dico cari amici blogger che la mia amenità sono le "" virgolette... Oltre che l'ormai pandemico trepuntinato!
RispondiEliminaNel testo scritto uso molto il virgolettato giacché consente di piegare la parola a quel senso che solo la voce avrebbe potuto condurre in porto la metà prefissa.
Nel testo scritto le virgolette (mi) servono per lasciar intendere qualcosa che, senza virgolette, avrebbe avuto il fisiologico senso semantico proprio della parola scritta.
Mi sovviene (e sorrido) il modus di un amico della costiera amalfitana che al pari di molti campani usano concludere un ragionamento o un analisi con: "... Capisci a me...", appunto:vai oltre il senso letterale delle parole e interpreta ciò che ho detto in un altro modo. Tra virgolette.
Antonio devi aprire un blog.. ti "imploro".. ahah.. ormai lo scrivere è tutta una sottolineatura, spesso dovuta al fatto che, a differenza del parlato, manca la gestualità, il tono, i sottintesi regalati da un'espressione visiva, gli abbassamenti di voce, il relenty nell'esprimersi.. fai caso agli attori che leggono un testo: pause, velocizzazioni, cambi di tono.. tutta una recitazione che chi legge dovrebbe applicare, e chi scrive si arrabatta come può per comunicarla.. "non so' se mi spiego" (altro classico epilogo interezionale..)
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