L’idea l’ho colta da Massimo Legnani di Orearovescio (Casa, in questo post come anche in suoi altri..). Tra
i sostantivi più usati pensavo proprio a Casa.
Poi controllo su Google, e risulta essere
all’ottavo posto.
Addirittura, prima di Tempo, Amore, Famiglia.. viene Casa.
“Andiamo a casa, ce l’hai una casa, questa è casa mia, le chiavi
di casa, quando torni a casa?”.
In effetti è di casa parlare di casa, nominarla, pensare a,
renderla protagonista di arrivi, partenze, soste, intermezzi tra un daffare e
l’ altro, o comunque muoversi da/per lei in sua funzione (arredare, ospitare,
riparare, riposare, cucinare, visionare, scrivere, leggere).
Cosa più adatto come tappa, fine, punto di riferimento? Luogo di incontro, termine di viaggi, fucina
di ripartenze o lunghe soste; porto, tregua, ospitata, focolare, nido, custodia di
serenità ma anche ansie, per chi non la recepisca tale, per chi finisca per
avvertirla prigione di opprimenti mura.
Comunque necessaria, comunque
fondamentale: un diamante lo regaliamo al nostro amore magari, ma un mutuo!.. un mutuo è solo
per lei.
La casa contiene, organizza, custodisce, promette. Quando si
cambia casa traslochiamo con entusiasmo, ma quando lasciamo una casa? Quando la
dobbiamo cambiare non per nostra esclusiva volontà? Non ci sentiamo come
strappare un lembo di pelle viva? Se la perdi diventi rifugiato al massimo, ma
in un altrove, dove finisci per non riconoscere neanche più te stesso.
Del resto cosa a custodire meglio pensieri, riflessioni,
sensazioni.. di una casa?
Solo casa a fornire risposte, riparo, riposo.
Solo casa per abitare davvero
quel tempo racimolato altrove.