domenica 12 febbraio 2023

SANREMO FOLLOWERS


Be'.. non devo certo essere io a segnalarlo.. quest'anno ci si è buttati a capofitto sui social, tant'è che la prima ospite è stata la reginetta delle influencers, e cantanti e ospiti venivano segnalati non per i loro successi, ma per numero di "streaming", di "followers", di "meme" di "like su instagram", "tag" o "presenze su Spotify".

In fondo sono "solo" cinque giorni, e il baraccone offre lo spunto ma poi bisogna sopravvivere.

Io sono vecchietto praticamente e me lo ricordo il Sanremo di un giorno, e poi 2, poi 3, poi 4.. e da qualche anno cinque giorni strapieni.
Dibattiti, commenti, interviste.. spesso sul nulla più nullo (Si sono
 tirate l'acqua Arisa e Anna Oxa? E' vero che le rose de Blanco erano spinate?), questa la media.. in uno degli infiniti pre/post/para/prima/dopo festival ho sentito pure il tenero Nicola di Bari affermare col vigore che gli è rimasto: "Blanco però andava squalificato!" e la conduttrice con voce quieta e comprensiva da badante caritatevole: "Guarda che non era in gara, era solo ospite Blanco..".

Poi montagne di sviolinate femministe e subito dopo esempi di becera misoginia.
E alla fine cinque maschi che vincono, due maschi che si baciano, due maschi conduttori, un maschio al dopo festival ufficiale.. magari solo un caso eh!

.. e, come sottolineai lo scorso anno, qualcuno canta pure.. ;)

Conosco anche le obiezioni: ma perché lo vedi, ma cambia canale, ma lascialo a chi lo apprezza, ma chettefrega.. e non avete tutti i torti, ma in fondo fa parte dello spettacolo e importante è non prenderlo e non prendersi sul serio, perché lo sanno tutti che per la musica, anche per quella popolare, per quella da radio, per quella che manda avanti davvero il baraccone Sanremo è giusto una parentesi, un flash, una sgasata isolata, nessuno mai porta canzoni meravigliose a Sanremo, ma Sanremo le ammanta di caduca bellezza,  e quest'anno più degli altri aspettavo con ansia i miei Depeche Mode, che non so cosa e quanto c'entrino, però ci stanno e quindi, me li godo.

Eppoi come non segnalare il momento top dell'intero festival.. l'incipit dello pseudo comico Angelo Duro, con lui rivolto ad Amadeus: "Sto cretino, m'ha fatto uscire all'una meno dieci!" 


venerdì 10 febbraio 2023

UN'ORA AVANTI

Anton era nato con un bonus. 

Viaggiava un'ora avanti.

Quando accadeva qualcosa lui già la sapeva.

O perlomeno, avrebbe potuto saperla.
Un terremoto, una valanga, uno schianto, una morte, un Capodanno, un risultato.

Ma era anche tremendamente distratto, quindi comunque beccava ingorghi in tangenziale, pioggia senza ombrello, non ascoltava le critiche e non giocava comunque in tempo i numeri vincenti del SuperEnalotto.

E pur avendo constatato che sto' post non sarebbe piaciuto troppo, perché a tanti procura fastidio conoscere il futuro, continuerà a scrivere di quello che vuole, incurante dei giudizi negativi.

mercoledì 8 febbraio 2023

CAMERE D'ALBERGO

Quella voglia di sbirciare nelle camere aperte di albergo passando in corridoio -  potreste dire che non vi è mai capitato? -, solitamente quelle che il personale sta rigovernando, un po' per vedere se sono come la tua, o migliori, un po' per sana impicciaggine, si sbircia per vedere come la gente sistema vestiti e valigie, o gli effetti personali sui mobili.. ammucchiati, ordinati.. devo dire capita molto più frequentemente in crociera, dove le cabine sono un'infinità e l'altissima frequenza con la quale si passa per i corridoi permette di trovarne aperte a bizzeffe mentre vengono rimesse in ordine.

E' un po' come giocare allo psicanalista che ti guarda dentro, a capire come affastelli emozioni e timori, così noi controlliamo se c'è un modo più efficace per impilare borsoni e zaini, o appendere t shirt al televisore, o le scarpe vicino alla porta.. scopriamo che da anni poggiavamo la valigia dove in effetti occupa spazio, così come teniamo ricordi fin troppo custoditi, mentre dovremmo fare ordine vitale e liberarcene. 

Sbirciare nelle camere d'albergo socchiuse è psicanalisi a costo zero, e può insegnare tanto..

domenica 5 febbraio 2023

RIVELAZIONI

Non avrei voluto, o forse dovuto, parlarne.

Ma alla fine ho pensato che tenere certe felicità solo per me, e non condividerle almeno sul blog, sarebbe stato un gesto egoista, e sono sicuro che tra di voi c’è chi merita di scoprire, prima o poi, luoghi simili.

Sapete già quanto ami le isole, e quante, e come, ne abbia celebrate qui sul blog.
Stavolta parlo di tre isole davvero meravigliose, fuori dai normali circuiti turistici, destinate alla discrezione, ad essere ammirate con estrema cura, gelose della loro privacy: sfuggono all’evidenza degli atlanti, si fanno gioco della vita mondana, complicano i tragitti, se ne starebbero volentieri esclusivamente custodite da risacche premurose, tramonti delicati, barriere insidiose.
Certe isole sono “note a piè di pagina della terraferma” ma acquisiscono personalità e autonomia, confondendo i venti e le rotte più insidiose.

Il paradiso è un’isola, ma anche l’inferno. (Judith Schalansky)

 Sono Zadamo, Kosnosira e Aloredu.


Zadamo

Zadamo è una minuscola isoletta al largo di Ventotene, rocciosa e impervia, con un’unica baia incantevole al riparo dalle correnti, raggiungibile solo con gommone da alcuni pescatori pontini che curano rifornimenti e accompagnano qualche spericolato turista; tre tipiche casette rosse e verdi sono l’unica residenza di una popolazione locale riservata e discreta, che comunica con un antichissimo idioma saraceno/napoletano in via di estinzione. L’unico sperone di roccia dove ancora possibile osservare  pironi e scogliatelle nel loro puntuale peregrinare migratorio.

Kosnosira

Kosnosira si perde nel vortice egeo tra Creta e Santorini, un prospetto vulcanico nel Fosso dei Ciclopi che emerge dal blu cobalto e può ucciderti di incanto con un solo tramonto infuocato, una mini ciclade dove non esiste approdo, non attraccano che barchini temerari, dopo ore di mare periglioso da Santorini meridionale, ma chi supera l’impudenza, gode di spiagge intonse, casupole di calce abbagliante con i loro introversi residenti, pesce incredibile, vegetazione intricata che mescola macchia mediterranea a ceppi arborei nordafricani.


Aluredu

Aloredu, a latitudini indecifrabili, sperduta tra atolli dimenticati, è rarissimo esempio di idrocultura naturale, le maree costanti che filtrano dal reef ne smolecolano la consistenza sabbiosa a volte per due/tre mesi,  ricreandola ogni volta diversa anche a poche centinaia di metri, sfruttando clima, vegetazione sommersa, fauna anfibia che sopporta ogni variazione morfologica complessa, le spiagge si disintegrano e riformano ogni volta grazie alle memorie geologiche delle sabbie, rigenerando nuove anse, dune irregolari e minime basse maree trasparenti.

 


giovedì 2 febbraio 2023

LATITANZA (DI COLUI CHE SI SOTTRAE)


Era latitante. Da un tempo indefinito. Aveva ingaggiato una lotta senza quartiere col presenziare, col manifestarsi, con l'esistere.
Gli avevano insegnato ad essere fantasma, al non destare il minimo sospetto, al non suscitare interesse, curiosità, attenzione.

Doveva sparire per rendersi sereno, non creare appigli, non fornire scuse, moventi, stimoli. Divenne un perfezionista del vuoto, dell'assenza, dell'impercettibilità.

E non mancava solo come presenza, avvertiva latitare tutto, dall'appetito al senso dell'umorismo, dal freddo pungente all'innamoramento.
Era un professionista ormai. Gli latitavano anche gli anni, gli ultimi dieci non si erano presentati al compleanno.. hai voglia ad aggiungerli.. iniziava a mancare ai suoi pensieri, alle congetture, ai calcoli, al dolore.

Quando decise, in un abuso di coscienza, di consegnarsi alle Forze dell'Ordine, non ricordava neanche cosa avesse commesso per costringersi a sparire.

Ma era divenuto talmente bravo che in Commissariato non lo videro neppure entrare.


lunedì 30 gennaio 2023

ANCORA SCAURI

 


Quando scrissi "Non cambiano i luoghi, forse neanche il tempo scorre. Sono i nostri occhi che viaggiano famelici a ritroso",
parlavo di Scauri.

Se vai in vacanza estiva nello stesso luogo per sessant'anni circa, anche solo un mese l'anno (Settembre, che diventa il tuo mese feticcio), quel luogo è giocoforza testimone della tua crescita, delle tue scelte: amori, lacrime, gioco, paure, passioni, sconfitte, meraviglie, fobie, curiosità, legami. 

E a me succede di non poterci più ricapitare ogni volta senza scombussolarmi, senza subire lo scossone del "viaggio nel tempo", scorgere persone che non ci sono più, tornare ad età irrimediabilmente perse.
Sulla strada, lungo il tragitto per il mare, scorgi già il traguardo, percepisci odori, avverti scenari, magiche quinte mai del tutto riposte.

Se non hai memoria vivida a sostenerti, certi luoghi che ti appartengono, cui sei appartenuto, ti squarciano dentro appena arrivi, aprono scrigni chiusi di cui altrimenti non possiedi combinazione.
E la chiave la trovi ora ad ogni angolo di via, lembo di spiaggia, ricamo di orizzonte.

E non riesco ad essere felice di questo nastro che sbobino nell'anima, perché la nostalgia non funziona nella stessa maniera per tutti.


Stamane avvertivo come aria di Settembre.

Atmosfera pulita, fresca, silenziosa.

Una sensazione amata, di tenera smobilitazione,

come  riva di quieto mare,

con gli ultimi ombrelloni chiusi,

le scie lente di pescatori,

rade bancarelle di mercato

con l’uva e i fichi a farla da padroni. 

E io a passeggio controsole, a godermi il tepore,

l’aroma di caffè e di ciambelle calde e fragranti,

in quell'aria.

A Scauri.


Il lungomare che raccoglie sospiri, l'amaro col ghiaccio sul molo che tiene la luna appollaiata all'orizzonte, le cozze in guazzetto, i tramonti che finiscono dritti su Ponza e sempre una vagonata di passato da tenere vivo coi piedi a mollo, ma tutto questo può farti anche male. Mi fa male, procura bellezza indicibile ma anche nostaglia assurda. 




Sguardi che scorgono quello che c’è,

sottraendo ciò che era,

in un viaggio dove la memoria

gioca sporco col presente.

Sono i nostri occhi macchine del tempo,

che grattano mille riverniciature,

rivivono giochi, baci, pedalate...

vedono locandine di cinema

davanti vecchie arene ricoperte di edera,

riconoscono mare mosso

di infinite intemperie,

mentre è solo onda quieta, ora,

a creare brusio indistinto.






venerdì 27 gennaio 2023

TRAIN DE VIE


Giornata della Memoria al cinema: Train de vie

Assimilabile a La vita e' bella anche se pervaso di una genialita' diversa, tragicamente comica, con un percorso apparentemente giocoso ma, a differenza di quello benignano, alla ricerca continua di un sorriso non rassegnato. 

Di un respiro da sostituire alla disperazione.

Qui la tragedia e' esorcizzata in partenza, siamo in piena arte della commedia, non si sopravvive soltanto al sistema perverso ma lo si scardina dall'interno, non ri resiste appena a galla solo per non affogare, ma si ribaltano tutte le regole e si dettano nuovi ritmi. 

Il gioco lo conducono i deboli e sono gli altri che dovranno adeguarsi. 

Un affresco sempre vivo che tiene in ansia fino alla fine, con trovate coraggiose e mai banali, che sostituiscono le lacrime di ruolo a sorrisi di speranza.

Un humor yiddish all'altezza dei migliori Allen e Coen, a disinnescare il dolore per presentarlo in tutta la sua assurdità.