giovedì 24 novembre 2022

ELOGIO DEL TWEET (QUANDO C'ERANO SOLO I MAGICI 140 CARATTERI)


Leggeva solo sport, cinema e cronaca nera. 

Lo trovarono morto dentro un cinema vestito da jogging. 

Il giorno dopo riempì tutto il giornale.

martedì 22 novembre 2022

SE FOSSI ALTRO DA ME

 


Se fossi altro da me,

non ho idea di chi sarei.

Magari uno puntuale, preciso, calcolatore, stratega.

Mai invidioso, poco attento, ma anche meno sensibile;

distratto, senza grilli per la testa, 

coi sogni contati e la fantasia ordinaria.

Se fossi altro da me, sicuro non mi riconoscerei.

E se qualcuno me lo indicasse, 

questo altro da me,

gli viaggerei accanto in metro allora 

sbirciando il libro che ha tra le mani

e facendo la faccia contrariata

sorpreso dai suoi gusti, proprio mentre lui pensa:

"Ma che c'ha da guardare questo?"

domenica 20 novembre 2022

ESTERNO NOTTE - CI MANCAVA LA FICTION..

Su Moro si è detto tutto senza mai dire troppo. Del resto noi in Italia con i misteri andiamo a nozze. Poi ci si diverte a romanzarli senza tuttavia aggiungere nulla di che se non folcloristiche visioni e raccolte di tic e ossessioni come avviene in questo Esterno notte.

Per quanto Bellocchio specifichi e faccia appello ad ogni fine puntata alla sua libertà artistica e creativa circa le vicende narrate, farebbe forse prima a sottolineare che la sua fiction reca "anche tracce" di dramma che fu autentico.

Sottolineare pratiche estreme come il cilicio di Paolo VI o le fisse di Cossiga, Moro stesso, o Andreotti che si vomita addosso.
Insomma una congrega di disadattati a dominare le scene politiche per anni, e per contraltare, brigatisti degni della Banda Bassotti.

Al regista d'altra parte, se tutto è stato già detto e molto lo ha detto pure lui, non resta che riprendere il filo interrotto, ad esempio dal suo Moro oniricamente ritrovato vivo, sfruttando ancora la botta di genio di Buongiorno notte, e poi infilarsi nel ginepraio di bassissima politica italiota, dalla P2 ai militari, d alle false piste ai fanfaroni indovini, ai brigatisti con le armi inceppate e i comunicati deliranti.  

Un quadretto spesso naif e stereotipato dove mentre i rivoluzionari cogitano ed elucubrano su Moro da liberare si o no, sono circondati da fattoni che si bucano in autobus e scippatori di borsette volanti in una Roma alla deriva, e i politici sembrano tutti automi radiocomandati da ben altri burattinai.. un voler sottolineare epoche ed esigenze in contrasto, la bambina fuori dalla scuola che attende la mamma impegnata nel Salvare Il Mondo, e il Papa che ammucchia banconote sul tavolo stile Zio Paperone.

Tutto un eccesso celebrato come il grande cinema finalmente coniugato alla fiction, uno scavare nelle manie e nei nervosismi in contrasto con una Storia ancora avvolta nel mistero, ma comunque accaduta realmente.
Mi dispiace, non mi ci ritrovo.
Io che all'epoca cercavo spazio con la mia associazione culturale apolitica, e questo "apolitica" terrorizzava destra e sinistra nella mia scuola.
La vera rivoluzione era la non appartenenza. Infatti ci vietarono di attaccare i nostri manifesti novello futuristi: destra, sinistra e Preside. Stranamente allineati per una volta. Vabbè.. ma questa è un'altra storia.

Qui si parla di Bellocchio invece, che si compiace di una Storia che mai ha avuto soluzione e che quindi si può manipolare a piacimento, quando neanche i brigatisti spegarono mai perché Moro li avesse ringraziati (Forse per aver salva la vita magari? Per rivedere il nipotino? troppo elementare dite..).
Bellocchio a sottolineare la moglie di Moro che col marito fresco di sequestro chiede al prete "Ma l'assoluzione non me l'ha data?", la barzelletta dell'istant-movie sul rapimento, la fantasia del prete confessore portato nel covo con tanto di dichiarazioni iperboliche ("lo odio Andreotti") e tanti piccoli bozzetti a cercare di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo e scenografico: dalle BR che sparano in spiaggia come i ragazzetti di Romanzo Criminale o la Faranda che corre invasata per i corridoi di casa alla notizia del rapimento.

Una messa in scena ostentata, che non viaggia per sottrazione ma per episodi a incastro; ricca di indovini, suore visionarie, collaboratori americani farseschi,  soluzioni fantasmagoriche, tutto con lo sfondo di un  Moro rassegnato, e disegnato pazzo (ma chi potrebbe non diventarlo?) 

E a noi non resta che prendere atto di questo "capolavoro" bellocchiano, magari controllare che il gas sia chiuso, e lavarci bene le mani (forse la più acuta, magari involontaria, tra le metafore trasmesse).


venerdì 18 novembre 2022

DUECENTOOTTANTASETTE QUADRI

 



Li ho contati davvero.
Ho 287 quadri in casa, comprese foto (mie) e orologi da parete. Ma non è affatto una casa immensa. Sono io che tappezzo il tappezzabile..


I libri non ve li racconto neanche, e neanche cd, lp,  dvd e soprammobili.. 


Sappiate però che amo l'affollamento, l'agglomerato, la ressa estetica, il calore di un arredo.

E con l'inverno, questo particolare inverno che approccia, potrebbe tornare utile.. ;)

martedì 15 novembre 2022

CERTI POST..


 
..e solo certi post, attirano blogger anche da altre latitudini.

Quindi non è il blogger che si viene a leggere, ma il post.

E forse è giusto così. Non ti leggo perché scrivi, ma per ciò che scrivi. Entro nel merito, non mi basta solo che sia solo il tuo ricamo, ma interessa il genere di filo usato, in che verso pieghi la penna.

C'è fabbrica e marchio di fabbrica, spesso fa fede la fabbrica, altre incuriosisce di più il marchio apposto.

Io ho un marchio di fabbrica? Dando un'occhiata ai miei ultimi post scorgo viaggi, scrittura, introspezioni varie.. meno recensioni, meno cinema.. e considerando che provengo da una realtà di recensore di cinema (Film.Tv.it), la cosa potrebbe far pensare.. esistono evoluzioni e involuzioni, pause e ripartenze, entusiasmi e rilassatezze.

Guardo la mia ventina di post di Settembre e Ottobre: raccontini, viaggi, poesie, qualcosina di analisi politica/sociale. Due sole recensioni (di cui una ristampa).

Evidentemente mi muovo verso esigenze personali.

Poi capita che, come con l'ultimo post sulle suore, attiro persone lontane, smuovo considerazioni, o tengo lontano abituali aficionados. 

L'ambizione è che mi si venga a leggere sia il marchio sia da dove scaturisce.

Sbagliato.
Probabilmente l'ambizione vera è che la fabbrica non si fermi mai, perché è il Direttore che se la gode un sacco ogni volta che firma qualcosa.  


sabato 12 novembre 2022

SUORE DI UN DIO MINORE


Mi ha ispirato questo post di Sinforosa 

Si sta davvero evolvendo la Chiesa nei confronti della donna? 

A questo interrogativo molti tendono a deviare sul quanto sia fondamentale la donna in ogni ruolo della società, basterebbe sottolineare il ruolo di madre e generatrice di vita.

Ma intanto si combatte da una vita nel mondo intero per svincolare la donna dal cappio del maschilismo imperante.
Non è un caso che proprio da noi si sia festeggiata, solo ora, la prima Presidente del Consiglio donna, a testimonianza che i costumi, i pregiudizi, le discriminazioni ci mettono davvero tempo a farsi strada.

Paradossalmente però, proprio la Chiesa che dovrebbe garantire per prima questa visione libertaria, conserva indomita, invece, costanti disequilibri.

Se siamo tutti figli di Dio è assurdo che proprio la Chiesa perpetui questa disparità di genere. Dov'è l'uguaglianza?
Possibile rimanere indissolubilmente legati a un Dio con la barba, a Gesù figlio, ai dodici apostoli tutti maschietti, alla donna che proviene giusto da un costola di uomo? Un derivato insomma, un accessorio?

Spesso si tiene a precisare che lentamente si sta crescendo. Alcuni posti chiave nel Vaticano non sono più a solo appannaggio di personale maschile: è una donna la Segretaria del Sinodo, è una donna la Direttrice dei Musei Vaticani, eludendo comunque l'altro - e più importante - genere evoluzionale nella Chiesa, non quello riguardante ruoli laici, ma quello fondamentale, sul quale si basa la comunità dei credenti e tutta la struttura della religione cristiana, quel magma vitale e necessario: il suo corpo vivente, il suo cuore pulsante, vale a dire il Ministero ecclesiale: preti e suore (e suore più del doppio dei preti!).

E' in questo campo che persiste il blocco granitico, l'ostracismo oltranzista.

Le suore neanche al diaconato possono accedere.
Probabilmente vengono indottrinate e  catechizzate in maniera così potente fino ad accettare come inevitabilmente "sacrosanta" questa differenzazione di ruoli, compiti e servizi.

Un'accettazione passiva di gerarchie patriarcali che si perdono nella notte dei tempi e fanno sì che, per le suore, rimanga notte fonda ancora oggi. 

Ricordo ancora un intervento di Papa Francesco che, in risposta a chi poneva il problema sulla mancata valorizzazione del ruolo della donna nella Chiesa, chiamava in causa Maria "La Chiesa è donna e madre" (21 maggo 2018)

Non rimane che sorridere. Amaro.

Lascio in calce anche questo interessantissimo articolo, per chi volesse approfondire.. 

Perche le suore non possono celebrare la Messa



giovedì 10 novembre 2022

Pothos

 


Si era alzato in dormiveglia, con una strana sensazione, come di soffice moquette sotto i piedi; lunghe foglie di pothos, in corridoio, attorcigliavano il tappeto dopo essersi impadronite delle pareti.
Il salone appariva come un intreccio variopinto, la cucina una serra, con le piante grasse in terrazza che erano tracimate dai vasi e premevano sul vetro della finestra, crepandolo.
Le orchidee sul davanzale oscuravano la luce schiacciate sul soffitto.
Era senza fiato, ma non perché tutto quel verde stesse divorando l’ossigeno.

Stava ingoiando casa. 

Anemoni spontanei che incartavano sedie e divano, erba a bordo mobilio, e tutto in un tangibile moltiplicarsi.

Urlò alla moglie: “Oddio Liana vieni a vedere ..roba da pazzi!!”
Sull’altro terrazzo la bouganville aveva inglobato tenda e parapetti, oltre si intravedeva la punta del pino che fino a ieri sfiorava a malapena il primo piano.
E loro erano al quarto.
Cercò la via all’esterno tra i fiori che impazzano, scavalcando rami di ciclamino e autentici arbusti di geranio,  e lo sguardo alla strada gli lascia il cuore in gola: la via non si scorgeva più, un tappeto rigoglioso di verde, scoordinato, scomposto, intrecciato, ricopriva auto e via, i giardini praticamente bosco, gli alberi lungo il marciapiede creavano mura, i palazzi di fronte avevano di gran lunga superato le fattezze del milanese bosco verticale, erano rettangoli verdi macchiati di fiori dai colori sgargianti, un arcobaleno di vegetazione viva, pulsante..  il tentativo di accendere il televisore, ricoperto di muschio lattiginoso, fallito miseramente..il cellulare se l’era fagocitato il pothos probabilmente.. suona la porta.. fa fatica pure ad individuarla nel corridoio giungla.. ne apre un filo a fatica immaginando il vicino terrorizzato pure lui e invece scorge.. Tarzan:  “Buongiorno, cercavo una liana”.
“ Amore, te cercano..”