Se fosse un Qualcosa a forma di sogno a
sognarci?
Forma di sogno perché unica
possibilità di replicarsi, moltiplicarsi, condividersi.
Se non esistessimo se non nella fervida mente di chi ci immagina,
e immaginandoci, ci immagina sognatori,
per favorire l’incremento e la propagazione del sogno, e ancora e poi ancora.
per favorire l’incremento e la propagazione del sogno, e ancora e poi ancora.
In modo da non avere responsabilità sugli attori del sogno,
per non far trapelare che sia lui medesimo l’artefice dell’inganno,
e non destare sospetti sui sognati, che crederebbero, la loro, una vita da sognatori
e affatto da sognati;
interpreti del loro agire e del loro volere,
e solo – saltuariamente – vittime di sogni fuori della loro portata.
Quel tipo di sogni dove potrebbero giusto - ma giusto immaginare -
qualcuno che ordisca alle loro spalle.
Un’entità esistente che se la diverte in mille mondi paralleli,
creati da lui medesimo e a suo esclusivo uso e consumo,
e noi tutti manovrati come fili di altrimenti inermi burattini.
Se fosse un sogno a dettare i
parametri, i ritmi e gli algoritmi,
se fossimo polvere di nulla a
programmare universi inesistenti,
se non esistesse davvero altro che un
big bang alla stregua di allucinazione collettiva?
Se fosse realtà solo questo sogno in
cui sogniamo di essere sognati?
Ora ho paura, ora che ho congetturato la verità.
Ora ho paura, ora che ho congetturato la verità.