sabato 20 aprile 2019

ENTRANDO IN LIBRERIA...



Entro in libreria e l'attenzione è catturata da decine di libri impilati alla bell'e meglio...
o perlomeno, questa l'impressione. Tutti con il dorso anonimo o messi in maniera da non poterne decifrare le generalità.

Mi avvicino e ne prendo uno a caso.
La copertina è stinta, di un colore anonimo, ma la meraviglia è nello sfogliarlo.

Centinaia di pagine completamente intonse, senza alcuna scritta.
Pagine perfettamente rilegate, ma tutte, indistintamente, anonime.

Ne prendo altri, più piccoli, più grandi.. e niente! Nessuna parola, nessuna riga, nessun titolo...
nessuna traccia di stampa..


Completamente sorpreso, chiedo lumi a quello che sembra il gestore:

"E' semplice mio caro signore, per quanto possa essere vasta una biblioteca, e ampia la scelta di un libro da leggere, ci si troverà sempre, e comunque, dinanzi ad una scelta imposta, e non davvero autonoma.
Comunque leggeremo qualcosa che altri hanno scelto di scrivere per noi.
Nella nostra libreria, invece, ognuno può trovare nelle pagine bianche ciò che ha veramente necessità di leggere; scoprire solo dentro se stesso, attraverso i propri occhi, il bisogno primario di scorrere  qualcosa che sorga da dentro,  riuscendo a colmare, con estrema esattezza, le proprie esigenze, senza sbavature, senza fraintendimenti, senza inutili orpelli decorativi o esercizi di stile auto celebrativi. Saremo esclusivamente noi stessi gli artefici della lettura che desideriamo,  adeguata con precisione certosina alle nostre occorrenze, e ai nostri desideri"

Ma se io avessi proprio bisogno di leggere altro da me, di qualcosa che mi liberi dalle mie coordinate di pensiero?!

"In questo caso le consiglio La Feltrinelli all'angolo, oltretutto con un mio interessantissimo volume che può trovare proprio tra le novità:
"Come leggere attraverso le pagine bianche". 


mercoledì 17 aprile 2019

J U V E L I M I N A T A


Si lo so... sconfino in un'area solitamente appannaggio del nostro mitico Riccardo...

ma secondo voi (o perlomeno chi ne ha sentito anche dolo accidentalmente parlare), questa ossessione chiamata Champions che sfugge di nuovo, e per l'ennesima volta, alla Giuventus e che sta minando anche i tifosi più longevi ed equilibrati...

vorrà forse dire qualcosa all'immaginario fantastico di ognuno di noi NON iuventino?

E' da interpretare come una giustizia divina e super partes che si abbatte implacabile contro certe meschinità locali utilizzando finalmente e come si deve il VAR (Vanificatore di Arcinote Ruberie)?

O è la classica esemplificazione dell'assioma "forti coi deboli, deboli coi forti"?

Oppure ancora, ci troviamo semplicemente dinanzi all'inadeguatezza fatta squadra, alla quale nel momento più cruento della pugna, si eclissa magicamente il fegato?

Io opterei per una equilibrata combinazione... ma tranquilli...
ci proveranno ancora il prossimo anno...  ;)

lunedì 15 aprile 2019

IO CHE I TITOLI DI CODA, AL CINEMA, LI POSSO VEDERE ANCHE PER DODICI MINUTI DI FILA...

...ed odio quelli che si alzano, si stiracchiano, c’hanno le fregole, devono uscire per primi, si mettono la sciarpa, il maglione, il cappotto, il casco, guardano se hanno il portafoglio, gli occhiali, si rifanno la messa in piega, telefonano al ristorante, alla mamma, leggono le mail delle ultime due ore e gli sms degli ultimi due giorni, e sono proprio quelli che stanno davanti a te o accanto e ti vogliono passare sopra e che, anzi, proprio non capiscono perché stai ancora seduto se il film è finito…e comunque lasciano anche il recipiente dei popcorn, il bicchiere delle bibite, le carte delle caramelle,  le corna che c'hanno..

I titoli di coda sono sacri, un must, una delicatessen, “the cherry on top”. 

Sono parte del film, a volte gran bella parte del film, e possono risultare illuminanti! 
Possono farti capire che il tipo che hai pensato essere interpretato da Tizio per due ore, in realtà era Caio. 
E quel tal Sempronio che vedi ben scorrere ora a caratteri semicubitali, non l’avevi affatto notato, e riconoscerai i nomi dei parrucchieri che hanno pettinato la protagonista spettinata e quelli dei tre sarti che hanno vestito quel raffazzonato del coprotagonista, 
e ti sovverranno i doppiatori (accorgendoti che tuo cugino Filippo doppiava x e non y), 
e poi i meccanici, i montatori e gli smontatori, gli scenografi e gli sceneggiatori, i responsabili del catering ed i ringraziamenti al Comune di Procida per un film che credevi girato a Capri, e gli aiuto registi e gli aiuto degli aiuto  e, diciamocelo chiaro… 





..e volete mettere il fascino, il carisma, l’appeal dell’apparizione su mega schermo di un extra casting, di stills photographer, storyboards artist, set decorator.. 
ed ancora  dressing propmen e cable mantenaince (altro che elettricisti…), il wardrobe supervisor, gli scanning ed i recording, i film editors, gli utility sound, greens foreman, il camera focus puller ed il camera clapper leader, il vision effects supervisor, il legal & business affairs manager, il dolly grip, senior and junior assistants, il re-recording mixer, l’additional editing ed il developmemt executive con l’art director, senza contare il post production accountant... 

nonché tutti i titoli delle canzoni dei Beach Boys che pensavi fossero di Bruce Springsteen e quelle di Brian Eno che avresti stragiurato di non aver mai sentito durante la proiezione… 

insomma ti si dipanerà un mondo, s’illuminerà la tenebra, farai amicizia con lo stunt, il trainer co-ordinator ed il passante Uno, il passante Due ed il passante Tre, sarà un commiato cortese, un saluto delicato, un lieve arrivederci.

Ti guarderà storto solo l’omino di sala che indirizza il pubblico verso l’uscita. 

Lui che non c’è giorno che riesca a vederseli in santa pace 


stì benedetti titoli di coda…


  1. A Bug's Life - Megaminimondo (1998)Titoli di coda con i finti errori commessi dai cartoni animati... geniale!
  2. Piramide di paura (1985)Gran peccato uscire prima...
  3. Una pazza giornata di vacanza (1986)Qui è Broderick che vi caccia dal cinema...
  4. Santa Maradona (2001)... col maniaco per i titoli...
  5. I Simpson - Il film
  6. Una notte da leoni (2009)Titoli di coda rivelatori... da uccidersi dalle risate! 

sabato 13 aprile 2019

DUPLICATO


Il duplicato è arrivato finalmente.

Lo disimballo piano, emozionato.
Una delle regole è che come prima cosa deve vedere me: il suo originale.

Tolgo plastiche e imballo, pellicole e involucri...

Dio mio!..E' proprio uguale..SONO uguale!!..
come in uno specchio tridimensionale che mi rimanda lo spessore della mia immagine..
la pelle, i capelli, le rughe..  inquieta davvero!..

Dov'è arrivata la scienza..
duplicarci per poter lavorare meno, avere più tempo a disposizione,
curare le nostre malattie..
probabilmente poter avere anche un amico che comprenda da "dentro" i nostri crucci, le ansie..

Lo accendo..un fremito leggero.. muove gli occhi, li apre..li spalanca quasi..
mi guarda  - immagino - curioso.. per attimi che mi sembrano eterni..
le labbra si dischiudono... ecco..sto per ascoltare la mia voce..

"Ma davvero così brutto sono?!"

Da questo libro, il fantastico film Enemy, di Villeneuve


mercoledì 10 aprile 2019

MAXXI: ARTE MOLTO MODERNA


Esiste un'arte moderna che può lasciare perplessi.
Perché tra l'opera ed il fruitore non scatta l'aggancio empatico.
Non dico la meraviglia, ma neanche la semplice curiosità.
Si rimane come davanti un esercizio freddo, di minimalismo altezzoso, che se ne sta sulle sue, lanciando (forse) messaggi che difficilmente vengono raccolti.


Al MAXXI interattivo di Roma, invece, l'opera dialoga col visitatore, ne sfrucuglia tutti e cinque i sensi. E' arte che si fa toccare, odorare, assaggiare, riflettere, guardare dentro, manomettere.


Entriamo in ogni opera dal lato che la nostra sensibilità trova accessibile, uscendone ubriachi, sorridenti, arricchiti, e svuotati contemporaneamente: abbiamo preso e abbiamo dato in egual misura


Ci immergiamo perché l'artista non vuole che restiamo fuori, spettatori, ma ci vuole pensanti e capaci di reazioni, di sorpresa, di coinvolgimento... fino a sudare, faticare, sporcarsi anche... 
gridando, scivolando, decifrando...



sabato 6 aprile 2019

UNA STORIA D'AMORE



Perseguitato da una storia d’amore?!
In tempi di stalking perseverante, neanche troppo improbabile.

Ma a volte le logiche si intrecciano e i protagonisti possono sfuggire ai loro destini.

Lui, mesi di fughe, falsi spostamenti, appuntamenti a vuoto, cambio di numero di telefono: fuggire stava diventando faticoso, e malediva la sua passata esistenza così blanda che si era rivelata - umida come serra - nido ideale per quell'embrione di amore malato.

Lei, che si era invaghita e voleva solo essere curata e alimentata, vedeva il suo artefice scaraventarlesi contro, inventare mille espedienti per farla finita.

Lui era disperato. Si era costruito una prigione che immaginava dorata.
Ora ambiva di nuovo, e solo, alla sua libertà.

Lei, in fondo, era una storia qualsiasi, prima che apparisse lui, nessun upgrade all'orizzonte, era stata evocata con grazia e discrezione, e si era innamorata come davanti ad un tramonto che si liquefa all'orizzonte, e una volta storia “d’amore”...
diventare indipendente, prendere anche solo lo spunto da due esseri che per un attimo immaginano di potersi desiderare, e poi viaggiare per lidi lontani, totalmente svincolata da dinamiche lui/lei, era stato esercizio inevitabile..

Lui si sentiva quasi violentato, costretto a condizioni che non dettava più da tempo.
La sua vita un’apprensione continua, non che fosse da impazzire prima, ma quella linea piatta che la contraddistingueva, assicurava emozioni senza rischi, ben catalogate, zero imprevisti, a denominazione d’origine controllata.
Da un po’ di tempo la serenità stava svanendo, doveva far fronte ad eventi ostinati e tenacemente fuori dalla sua sfera di dominio. La sera faceva fatica a riconoscersi, e poi negarsi al telefono, guardare la tele col volume bassissimo, a luci spente, erano scene da bassa operetta, al di fuori di ogni accettabile realtà.

Che stesse impazzendo? Ma la pazzia sarebbe stata riconoscibile nella sua irrazionalità, ciò che gli stava accadendo, invece, lo terrorizzava lucidamente..

Ma non creiamo noi le storie d’amore, non siamo così bravi, ne’ così sensibili.
Forniamo solo l’humus più adatto affinché attecchiscano, ed una storia d’amore in piena autonomia, non ha bisogno di alcun partner, vive di autocombustione, di autentico circolo vizioso, dove non si è più marginale quinta, ma protagonista assoluta.

Lui, ora, voleva essere di nuovo lui, solo davanti al suo riflesso vuoto, senza più quei fremiti che lo preoccupavano,

aveva creato un fatale cortocircuito, innamorarsi di se stesso lo aveva sconvolto.

Per uscirne fuori era necessario iniziare ad odiarsi. Con certosina metodologia.
Ma non terminò di pensarlo che lo specchio volò in frantumi.
Spaccato da un suo pugno.



sabato 30 marzo 2019

COSE CHE NON SI AUGURANO: UN TRASLOCO, PER ESEMPIO..


Manca ancora qualche mese al Trasloco Ufficiale, ma stiamo iniziando una certosina ed impietosa analisi di tutto ciò che è obiettivamente (ahah!!..) eliminabile, inutile, gettabile, superfluo.

Una casa stracolma, anche in virtù della mia peculiarità di accumulatore compulsivo seriale, ci attende sorniona al varco, decisa a vendere cara la pelle...

oltretutto, in ossequio all'assioma "la casa nasconde ma non ruba", frugando e spostando escono fuori tracce di Atlantide e residui di pianeti scomparsi che pure lo stesso Angela farebbe fatica a rimanere composto...


insomma bisogna chiudere occhi e cuore ed "approfittare" di questi eventi per tirare una riga, guadagnare spazio, guardare in faccia la realtà.

Bastano poche regole in fondo: un capo di vestiario non indossato da tre anni, deve sparire, documenti datati attorno alla prima guerra d'indipendenza, non servono più.
Lettere d'amore di quando eravamo giovincelli...no! Quelle si conservano...