lunedì 15 aprile 2019

IO CHE I TITOLI DI CODA, AL CINEMA, LI POSSO VEDERE ANCHE PER DODICI MINUTI DI FILA...

...ed odio quelli che si alzano, si stiracchiano, c’hanno le fregole, devono uscire per primi, si mettono la sciarpa, il maglione, il cappotto, il casco, guardano se hanno il portafoglio, gli occhiali, si rifanno la messa in piega, telefonano al ristorante, alla mamma, leggono le mail delle ultime due ore e gli sms degli ultimi due giorni, e sono proprio quelli che stanno davanti a te o accanto e ti vogliono passare sopra e che, anzi, proprio non capiscono perché stai ancora seduto se il film è finito…e comunque lasciano anche il recipiente dei popcorn, il bicchiere delle bibite, le carte delle caramelle,  le corna che c'hanno..

I titoli di coda sono sacri, un must, una delicatessen, “the cherry on top”. 

Sono parte del film, a volte gran bella parte del film, e possono risultare illuminanti! 
Possono farti capire che il tipo che hai pensato essere interpretato da Tizio per due ore, in realtà era Caio. 
E quel tal Sempronio che vedi ben scorrere ora a caratteri semicubitali, non l’avevi affatto notato, e riconoscerai i nomi dei parrucchieri che hanno pettinato la protagonista spettinata e quelli dei tre sarti che hanno vestito quel raffazzonato del coprotagonista, 
e ti sovverranno i doppiatori (accorgendoti che tuo cugino Filippo doppiava x e non y), 
e poi i meccanici, i montatori e gli smontatori, gli scenografi e gli sceneggiatori, i responsabili del catering ed i ringraziamenti al Comune di Procida per un film che credevi girato a Capri, e gli aiuto registi e gli aiuto degli aiuto  e, diciamocelo chiaro… 





..e volete mettere il fascino, il carisma, l’appeal dell’apparizione su mega schermo di un extra casting, di stills photographer, storyboards artist, set decorator.. 
ed ancora  dressing propmen e cable mantenaince (altro che elettricisti…), il wardrobe supervisor, gli scanning ed i recording, i film editors, gli utility sound, greens foreman, il camera focus puller ed il camera clapper leader, il vision effects supervisor, il legal & business affairs manager, il dolly grip, senior and junior assistants, il re-recording mixer, l’additional editing ed il developmemt executive con l’art director, senza contare il post production accountant... 

nonché tutti i titoli delle canzoni dei Beach Boys che pensavi fossero di Bruce Springsteen e quelle di Brian Eno che avresti stragiurato di non aver mai sentito durante la proiezione… 

insomma ti si dipanerà un mondo, s’illuminerà la tenebra, farai amicizia con lo stunt, il trainer co-ordinator ed il passante Uno, il passante Due ed il passante Tre, sarà un commiato cortese, un saluto delicato, un lieve arrivederci.

Ti guarderà storto solo l’omino di sala che indirizza il pubblico verso l’uscita. 

Lui che non c’è giorno che riesca a vederseli in santa pace 


stì benedetti titoli di coda…


  1. A Bug's Life - Megaminimondo (1998)Titoli di coda con i finti errori commessi dai cartoni animati... geniale!
  2. Piramide di paura (1985)Gran peccato uscire prima...
  3. Una pazza giornata di vacanza (1986)Qui è Broderick che vi caccia dal cinema...
  4. Santa Maradona (2001)... col maniaco per i titoli...
  5. I Simpson - Il film
  6. Una notte da leoni (2009)Titoli di coda rivelatori... da uccidersi dalle risate! 

sabato 13 aprile 2019

DUPLICATO


Il duplicato è arrivato finalmente.

Lo disimballo piano, emozionato.
Una delle regole è che come prima cosa deve vedere me: il suo originale.

Tolgo plastiche e imballo, pellicole e involucri...

Dio mio!..E' proprio uguale..SONO uguale!!..
come in uno specchio tridimensionale che mi rimanda lo spessore della mia immagine..
la pelle, i capelli, le rughe..  inquieta davvero!..

Dov'è arrivata la scienza..
duplicarci per poter lavorare meno, avere più tempo a disposizione,
curare le nostre malattie..
probabilmente poter avere anche un amico che comprenda da "dentro" i nostri crucci, le ansie..

Lo accendo..un fremito leggero.. muove gli occhi, li apre..li spalanca quasi..
mi guarda  - immagino - curioso.. per attimi che mi sembrano eterni..
le labbra si dischiudono... ecco..sto per ascoltare la mia voce..

"Ma davvero così brutto sono?!"

Da questo libro, il fantastico film Enemy, di Villeneuve


mercoledì 10 aprile 2019

MAXXI: ARTE MOLTO MODERNA


Esiste un'arte moderna che può lasciare perplessi.
Perché tra l'opera ed il fruitore non scatta l'aggancio empatico.
Non dico la meraviglia, ma neanche la semplice curiosità.
Si rimane come davanti un esercizio freddo, di minimalismo altezzoso, che se ne sta sulle sue, lanciando (forse) messaggi che difficilmente vengono raccolti.


Al MAXXI interattivo di Roma, invece, l'opera dialoga col visitatore, ne sfrucuglia tutti e cinque i sensi. E' arte che si fa toccare, odorare, assaggiare, riflettere, guardare dentro, manomettere.


Entriamo in ogni opera dal lato che la nostra sensibilità trova accessibile, uscendone ubriachi, sorridenti, arricchiti, e svuotati contemporaneamente: abbiamo preso e abbiamo dato in egual misura


Ci immergiamo perché l'artista non vuole che restiamo fuori, spettatori, ma ci vuole pensanti e capaci di reazioni, di sorpresa, di coinvolgimento... fino a sudare, faticare, sporcarsi anche... 
gridando, scivolando, decifrando...



sabato 6 aprile 2019

UNA STORIA D'AMORE



Perseguitato da una storia d’amore?!
In tempi di stalking perseverante, neanche troppo improbabile.

Ma a volte le logiche si intrecciano e i protagonisti possono sfuggire ai loro destini.

Lui, mesi di fughe, falsi spostamenti, appuntamenti a vuoto, cambio di numero di telefono: fuggire stava diventando faticoso, e malediva la sua passata esistenza così blanda che si era rivelata - umida come serra - nido ideale per quell'embrione di amore malato.

Lei, che si era invaghita e voleva solo essere curata e alimentata, vedeva il suo artefice scaraventarlesi contro, inventare mille espedienti per farla finita.

Lui era disperato. Si era costruito una prigione che immaginava dorata.
Ora ambiva di nuovo, e solo, alla sua libertà.

Lei, in fondo, era una storia qualsiasi, prima che apparisse lui, nessun upgrade all'orizzonte, era stata evocata con grazia e discrezione, e si era innamorata come davanti ad un tramonto che si liquefa all'orizzonte, e una volta storia “d’amore”...
diventare indipendente, prendere anche solo lo spunto da due esseri che per un attimo immaginano di potersi desiderare, e poi viaggiare per lidi lontani, totalmente svincolata da dinamiche lui/lei, era stato esercizio inevitabile..

Lui si sentiva quasi violentato, costretto a condizioni che non dettava più da tempo.
La sua vita un’apprensione continua, non che fosse da impazzire prima, ma quella linea piatta che la contraddistingueva, assicurava emozioni senza rischi, ben catalogate, zero imprevisti, a denominazione d’origine controllata.
Da un po’ di tempo la serenità stava svanendo, doveva far fronte ad eventi ostinati e tenacemente fuori dalla sua sfera di dominio. La sera faceva fatica a riconoscersi, e poi negarsi al telefono, guardare la tele col volume bassissimo, a luci spente, erano scene da bassa operetta, al di fuori di ogni accettabile realtà.

Che stesse impazzendo? Ma la pazzia sarebbe stata riconoscibile nella sua irrazionalità, ciò che gli stava accadendo, invece, lo terrorizzava lucidamente..

Ma non creiamo noi le storie d’amore, non siamo così bravi, ne’ così sensibili.
Forniamo solo l’humus più adatto affinché attecchiscano, ed una storia d’amore in piena autonomia, non ha bisogno di alcun partner, vive di autocombustione, di autentico circolo vizioso, dove non si è più marginale quinta, ma protagonista assoluta.

Lui, ora, voleva essere di nuovo lui, solo davanti al suo riflesso vuoto, senza più quei fremiti che lo preoccupavano,

aveva creato un fatale cortocircuito, innamorarsi di se stesso lo aveva sconvolto.

Per uscirne fuori era necessario iniziare ad odiarsi. Con certosina metodologia.
Ma non terminò di pensarlo che lo specchio volò in frantumi.
Spaccato da un suo pugno.



sabato 30 marzo 2019

COSE CHE NON SI AUGURANO: UN TRASLOCO, PER ESEMPIO..


Manca ancora qualche mese al Trasloco Ufficiale, ma stiamo iniziando una certosina ed impietosa analisi di tutto ciò che è obiettivamente (ahah!!..) eliminabile, inutile, gettabile, superfluo.

Una casa stracolma, anche in virtù della mia peculiarità di accumulatore compulsivo seriale, ci attende sorniona al varco, decisa a vendere cara la pelle...

oltretutto, in ossequio all'assioma "la casa nasconde ma non ruba", frugando e spostando escono fuori tracce di Atlantide e residui di pianeti scomparsi che pure lo stesso Angela farebbe fatica a rimanere composto...


insomma bisogna chiudere occhi e cuore ed "approfittare" di questi eventi per tirare una riga, guadagnare spazio, guardare in faccia la realtà.

Bastano poche regole in fondo: un capo di vestiario non indossato da tre anni, deve sparire, documenti datati attorno alla prima guerra d'indipendenza, non servono più.
Lettere d'amore di quando eravamo giovincelli...no! Quelle si conservano...



mercoledì 27 marzo 2019

MATT HAIG: LO SCRITTORE FOLLE


La voglio chiamare "fantascienza ibrida".

Ovvero idee di mondi parallele e dimensioni estranee, calate però, all'interno di normale e quotidiana vita comune: una continua intersecazione di reale e fantastico, in un connubio che riesce serenamente a convivere.

Vale a dire si narra di robe innaturali e dell'effetto palpabile che  può derivare dalla contaminazione con le nostre placide esistenze...

In Come fermare il tempo, alcune persone  invecchiano molto più lentamente degli altri e devono far convivere il resto del mondo con questa loro peculiarità, ovvio che il pensiero corra subito ad Highlander, ma qui le dinamiche, le sfumature, i punti di vista si incastrano molto più freneticamente, nonostante il tempo immensamente rallentato dei nostri eroi, lasciando spazio ad un'infinità di considerazioni sulla vita, l'amore, la morte ed il suo, comunque inesorabile, defluire.


Ne Gli umani, un alieno prende il corpo e le sembianze di un uomo, cercando di acquisirne abitudini, personalità, gusti e consuetudini, nel tentativo di sopravvivere adeguandosi a tutte le fisime, le contraddizioni, le convenzioni, i compromessi, le goffaggini, ma anche alle tenerezze, alla dolcezza e a quell' "umanità" che ogni abitante del pianeta terra sforna, quotidianamente, in quantità industriale...

Due romanzi figli di uno stesso ceppo, due tentativi - riusciti - di osservarci con occhio estraneo, con un'obiettività nuova, tirando fuori il peggio ed il meglio, dalle medesime pagine.

"Matt Haig usa le parole come un apriscatole. E le scatole siamo noi"
                                                                  (Jeanette Winterson)

domenica 24 marzo 2019

WORLD CONGRESS OF FAMILIES

Ma a chi fa paura 'sto World Congress of Families?

In teoria una comunanza di personcine per bene, sorrette da solidi principi e affratellate da amore e buon senso.

Perché potrebbe (dovrebbe) esserci spazio per intolleranze ed oscurantismi.

Perché si parla insistentemente di derive omofobe, misogine, razziste e medievali?
Di donne che dovrebbero starsene a casa, di un'idea malsana di famiglia patriarcale, di campagne assurde contro l'aborto e la fecondazione artificiale.

Forse perché l'integralismo fanatico sembra sia stato invitato ad assistere in prima fila?



E l'amore vero?

Ed il buon senso?

Tutta una scusa allora?
Solo per permettere ad animi beceri di manifestare la propria cecità d'animo?


Propendo per quest'ultima ipotesi.