giovedì 19 marzo 2015

E' PER L'INCHIOSTRO




Fuori dai luoghi
si entra nel sogno,
fuori dal sogno
è orizzonte sbarrato,
desiderio costante,
pensiero consumato di scirocco.

Fuori dai luoghi
si cammina per l'ignoto
avvertendo
- tangibile -
la propria angustia,
consumandosi d'interrogativi
fino a riapprodare,
con un respiro che ghermisce
di nuovo aria,
in un luogo che diverrà familiare,
in metodico loop.

E se anche scrivere poesie
appare fuori luogo.

E' per l'inchiostro,
di quello che sbaffa
anche i tasti di pc.

Attinto direttamente
dai sogni.

sabato 14 marzo 2015

NON ERA QUESTO IL PROGRAMMA...

...e te porta ar supermercato...

Oggi 14 marzo, Baricco all'Auditorium, nell'ambito della Manifestazione "Libri Come", avrebbe parlato della sua scuola Holden e affabulato di letteratura in generale.
Ho tentato di prenotare due posti "solo" quattro giorni prima dell'Evento.
Avreste dovuto vedere la faccia dell'addetta che mi guardava come uno che chiedeva:
"Scusi  a che ora buttano giù il Muro di Berlino?".
Signore, i biglietti sono terminati da una decina di giorni. 
Però può origliare dietro le porte di palissandro laccato sperando in una fuga di sospiri.

Quindi, oggi 14 marzo. Si opterà per la spesa mensile, riqualificata per l'occasione:

l'Alessandro Spesicco

Spazio alla latteratura, alla narrazione con brie; invece di un crescendo vocale, mi accontenterò della crescenza sullo scaffale, m'accaparrerò un epico prosciutto, di novelle ascolterò le patate, il manzo sbaraglierà il romanzo, il melo Golden renderà vita dura al melodramma Holden, il tutto comodamente col mio Buono Posto. 
Una cosa è certa: fruscerà come Seta lo scontrino tra le dita..



mercoledì 11 marzo 2015

QUANDO I BLOGGERS S'INCONTRANO...



E’ accaduto... PippaWannabe e il folletto Lampur si sono incontrati al Postodibloggo, in quel di Roma, con un appuntamento magicamente ritagliato tra gli orari di lavoro più strani, e ringraziando quella particolare congiuntura astrale che ha fatto si che i due volenterosi bloggers si trovassero a lavorare, momentaneamente, a poche centinaia di metri l’uno dall'altro... 
e allora una conoscenza virtuale ora conosce intensità di sorrisi e toni di voce, si è “accomodata” nella realtà di un incontro, almeno per me felicissimo, ha dato forma a quelle dinamiche di blog sempre troppo astratte e spesso animate da feeling solo apparenti, addomesticati.

Wannabe è il portento di vivacità, effervescenza, dinamismo, simpatia e chiacchiera che tutti conosciamo sul web..  incontrarla è stato come dare vita a un dipinto famoso, animare un cartone, vivere un 3D da dentro lo schermo.. 

e la cosa più importante, capire che dietro i mille post e i mille commenti c’è sempre un cuore e una sensibilità, sentimenti e sensazioni che pulsano e che vociano (anche in dialetto.. tra romanaccio e pescarese uno sballo non indifferente.. abbiamo cappottato un bar e ci siamo raccontati centomila cose in mezz'ora... chissà quante ne abbiamo effettivamente comprese però...  hihi..)

Operazione da replicare al più presto coinvolgendo di tutti e di più...  troppo bello!  

domenica 8 marzo 2015

MINORCA "l'isola preferita dal mare"

Panorama da Cova d'en Xoroi
Febbraio ventoso e freddo. 
Prendiamoci una pausa allora, 
e tuffiamoci nei ricordi estivi..  


 Minorca è una splendida isola che invito tutti, con la più profonda convinzione,
                      a NON visitare.
Perlomeno nel periodo nel quale l'abbiamo girata, sviscerata e cappottata noi. Seconda metà di agosto.
L'isola è relativamente piccola, a forma di fagiolo allungato, 45 km di lunghezza per una trentina di
larghezza. Circa duecento chilometri di costa,

 un'ottantina di spiagge
e un centocinquanta calette, anche di genere monoposto,  raggiungibili giusto in sogno.

Nei nostri quattordici giorni di peregrinazione folle, oltre a straricchi sentieri spesso estrapolati dal Camin de Cavals (sentiero che corre tutto attorno all'isola) cercando lembi di spiaggetta paradisiaca calpestabile, abbiamo spulciato anche l'inesplorato, rimanendo spesso di sasso, prima dinanzi alla natura selvaggia e incontaminata, poi disarmati constatando che il posto spiaggia - se non ti muovi all'alba - rimane chimerico intento.

Antico mercato riconvertito a "tapaseria" da assoluto sballo

Ma noi siamo capoccioni e, colti da sindrome di girandolismo, siamo riusciti a scovare cale innominate e non segnalate persino sulle cartine più minuziose, individuate solo, come succede in questi casi, a rade macchine parcheggiate a fare da esca su cigli di strade improbabili, in prossimità di accenni di tracciolini a confondersi nella macchia mediterranea più fitta.

Es Mercadal: cuore di Minorca

Ma Minorca affascina anche per l'offerta variegata: dai paesini sperduti  col mix di architettura che coniuga soluzioni all'inglese, volute spagnoleggianti e arabeschi orientali, alle sue passeggiate serali di vispi lungomare costellati di ristorantini e vele ormeggiate, oppure per gli innumerevoli siti archeologici ancora intatti testimoni di civiltà perdute, per le cibarie intriganti, per il relax contagioso che somatizziamo con missioni suicide sul Camin de Cavals al quale accennavo sopra: 184 km di percorso ad anello che peripla l'intero circolo costiero, anche se a mio personale giudizio, tutto questo giro non fa un'isola, ma un viaggio vero e proprio.

Per quanto affrontabile  e intrigante non rappresenta la mia ideale idea di isola  ;)

Siti archeologici dal fascino inquietante


Una sentieristica capillare e ottimamente segnalata

Le vele ti riportano in epoche remote


C'è stato solo un momento, a Minorca, nel quale mi sono sentito felicemente "isolato". Sul monte Toro, coi suoi pur non eccessivi 356 metri di altitudine svettanti quasi al centro dell'isola,  che ti permettono di delineare con lo sguardo tutti i contorni della costa in una suggestiva panoramica a 360 gradi e farti abbracciare dall'intero Mediterraneo.
La sera a passeggio tra localini e negozietti
Ogni affaccio una sorpresa
Immancabili mulini...
Per il resto obbligatorio almeno un cenno alla deliziosa capitale, Mahon (che dona il suo nome alla mitica maionese, ivi creata.. immagino che Moz verrà a tributare degno omaggio..ahah..), uno dei più grandi porti naturali del Mediterraneo, orlato di casette bianche e basse che hanno risucchiato stili architettonici di tutte le potenze susseguitesi in cerca di riparo strategico;  alle mirabolanti tapas che  imperversano in ogni dove, alle calette microscopiche che offrono scorci e atmosfere  magiche, alle casette candide di Binibèquer Vell, antico porticciolo di pescatori resuscitato a nuova vita e di un posto in particolare, che da solo merita il soggiorno minorchino:

L'acqua non è il massimo in effetti..  manco è potabile!
Cova d'en Xoroi, un dedalo di grotte e cunicoli affacciati su una falesia a strapiombo sul mare: uno spettacolo di rara bellezza che vale tutto il ticket (il costo di un cinema a 3D) da pagare per l'accesso.



Tipica maniglia minorchina




Le calette ti sbucano così,
dopo un'ora di sentiero verdeggiante sotto il sole a picco. 

sabato 28 febbraio 2015

MOMENTO



C'è un momento, nella tua vita, 
in cui ti sembra di decidere per sempre. 

In realtà è arduo 
che la tua decisione per sempre, 
riveli il suo momento.

venerdì 27 febbraio 2015

UN TRUCCO PER POTER SCRIVERE


Stamani ascoltavo Gallucci nella sua rubrica La lettura su Canale 5 dove quotidianamente presenta scrittori più o meno famosi e relativa loro ultima pubblicazione.

Oggi era il turno di una francese di cui non ricordo neanche il nome (ma non è questo il nocciolo) e della sua saga familiare edita in tre libri, una signora truccata e sbiadita che mi ispirava, in realtà, ben poco.

E alla domanda di Gallucci su come riuscisse ad essere così prolifica

- mentre lavavo i piatti, pensavo a cosa preparare per il pranzo da portare in ufficio per me e la mia signora, cogitavo sul turno di differenziata da mettere in strada prima del ritiro e mi facevo venire in mente a quanti e quali clienti telefonare in giornata per strappare l'ennesima apertura di conto corrente -

mi si è rivelata, innocentemente, la risposta della scrittrice:

"Nun c'ho un cazzo da fa"

mercoledì 25 febbraio 2015

ESCHER o DELLA RIVOLUZIONE IMMAGINARIA


Immaginaria
perché è su una superficie piana
che avviluppa il gorgo:
esattamente dove svaniscono
le tue sicurezze prospettiche:
con l’esterno che sgambetta l’interno,
il basso che precipita in alto,
la notte che tramonta nel giorno,
il sopra schiacciato dal sotto,
l’indefinito a smolecolare certezze,
e partorirne di tutt'altra natura.
Un’illusione ottica
che
- appesa al muro -
rivoluziona il piano dove il genio ghirigoreggia.
E quelli incorniciati di sorpresa,
alla mercé dell'inversione dei rapporti,

diventiamo noi.



Da bravi romani pigri e indolenti, abbiamo atteso l’ultimo giorno per visitare la mostra di Escher, al Chiostro del Bramante, a Roma - due passi da Piazza Navona, tre da Campo de’ Fiori -.
Fila pazzesca ovviamente (..e che romani saremmo altrimenti!..).
Ma non per noi, per fortuna, con l’acquisto online ci siamo garantiti l’entrata prioritaria ed un gaudentissimo saltafila alla faccia delle centinaia di malcapitati in ordinata attesa..


Ma in realtà, a ben guardare, in special modo una volta fuori della mostra, risalendo a ritroso quel serpentone snodato lungo i viottoli del centro storico, riconosco in quella fila che sembrava infinita, una ragazza minuta e dai capelli mechati di viola che.. ma si! E' proprio la stessa vista nel foyer appena dentro il chiostro, quasi in pole position per l’entrata fatidica affacciata, esausta, all'ultima balaustra di sicurezza.. 


perché solo allora scorgo l’arcano: la fila che s’incunea nell'ingresso principale, sviluppando nel cortile e poi fin nelle prime sale della mostra, si attorciglia per una ripida scaletta a chiocciola che sbuca al primo piano e ridiscende a precipizio lungo un ballatoio in bilico tra due mezzanini, scompare sotto una cupa architrave, riappare sottotetto e s’affolla tra i portici, le colonne, lungo parete fino a risalire per l’angusto corridoio prioritario, che introduce all'ultimo disimpegno che precede il definitivo controllo biglietti.. 
il che significa che come un umano nastro di Moebius la fila degli astanti si ricongiunge in un infinito procedere tra nicchie e volte, senza poter mai visitare la mostra ma, ancor più, ricreandosi tale ad ogni insistito accesso.

Fila per la Mostra di Escher