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Panorama da Cova d'en Xoroi |
Febbraio ventoso e freddo.
Prendiamoci una pausa allora,
e tuffiamoci nei ricordi estivi..
Minorca è una splendida isola che invito tutti, con la più profonda convinzione,
a NON visitare.
Perlomeno nel periodo nel quale l'abbiamo girata, sviscerata e cappottata noi. Seconda metà di agosto.

L'isola è relativamente piccola, a forma di fagiolo allungato, 45 km di lunghezza per una trentina di
larghezza. Circa duecento chilometri di costa,
un'ottantina di spiagge
e un centocinquanta calette, anche di genere monoposto, raggiungibili giusto in sogno.
Nei nostri quattordici giorni di peregrinazione folle, oltre a straricchi sentieri spesso estrapolati dal Camin de Cavals (sentiero che corre tutto attorno all'isola) cercando lembi di spiaggetta paradisiaca calpestabile, abbiamo spulciato anche l'inesplorato, rimanendo spesso di sasso, prima dinanzi alla natura selvaggia e incontaminata, poi disarmati constatando che il posto spiaggia - se non ti muovi all'alba - rimane chimerico intento.
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Antico mercato riconvertito a "tapaseria" da assoluto sballo |
Ma noi siamo capoccioni e, colti da sindrome di girandolismo, siamo riusciti a scovare cale innominate e non segnalate persino sulle cartine più minuziose, individuate solo, come succede in questi casi, a rade macchine parcheggiate a fare da esca su cigli di strade improbabili, in prossimità di accenni di tracciolini a confondersi nella macchia mediterranea più fitta.
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Es Mercadal: cuore di Minorca |
Ma Minorca affascina anche per l'offerta variegata: dai paesini sperduti col mix di architettura che coniuga soluzioni all'inglese, volute spagnoleggianti e arabeschi orientali, alle sue passeggiate serali di vispi lungomare costellati di ristorantini e vele ormeggiate, oppure per gli innumerevoli siti archeologici ancora intatti testimoni di civiltà perdute, per le cibarie intriganti, per il relax contagioso che somatizziamo con missioni suicide sul Camin de Cavals al quale accennavo sopra: 184 km di percorso ad anello che peripla l'intero circolo costiero, anche se a mio personale giudizio, tutto questo giro non fa un'isola, ma un viaggio vero e proprio.
Per quanto affrontabile e intrigante non rappresenta la mia ideale idea di isola ;)
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Siti archeologici dal fascino inquietante |
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Una sentieristica capillare e ottimamente segnalata |
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Le vele ti riportano in epoche remote |
C'è stato solo un momento, a Minorca, nel quale mi sono sentito felicemente "isolato". Sul monte Toro, coi suoi pur non eccessivi 356 metri di altitudine svettanti quasi al centro dell'isola, che ti permettono di delineare con lo sguardo tutti i contorni della costa in una suggestiva panoramica a 360 gradi e farti abbracciare dall'intero Mediterraneo.
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La sera a passeggio tra localini e negozietti |
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Ogni affaccio una sorpresa |
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Immancabili mulini... |
Per il resto obbligatorio almeno un cenno alla deliziosa capitale, Mahon (che dona il suo nome alla mitica maionese, ivi creata.. immagino che Moz verrà a tributare degno omaggio..ahah..), uno dei più grandi porti naturali del Mediterraneo, orlato di casette bianche e basse che hanno risucchiato stili architettonici di tutte le potenze susseguitesi in cerca di riparo strategico; alle mirabolanti tapas che imperversano in ogni dove, alle calette microscopiche che offrono scorci e atmosfere magiche, alle casette candide di Binibèquer Vell, antico porticciolo di pescatori resuscitato a nuova vita e di un posto in particolare, che da solo merita il soggiorno minorchino:
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L'acqua non è il massimo in effetti.. manco è potabile! |
Cova d'en Xoroi, un dedalo di grotte e cunicoli affacciati su una falesia a strapiombo sul mare: uno spettacolo di rara bellezza che vale tutto il ticket (il costo di un cinema a 3D) da pagare per l'accesso.
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Tipica maniglia minorchina |
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Le calette ti sbucano così,
dopo un'ora di sentiero verdeggiante sotto il sole a picco. |