mercoledì 25 febbraio 2015

ESCHER o DELLA RIVOLUZIONE IMMAGINARIA


Immaginaria
perché è su una superficie piana
che avviluppa il gorgo:
esattamente dove svaniscono
le tue sicurezze prospettiche:
con l’esterno che sgambetta l’interno,
il basso che precipita in alto,
la notte che tramonta nel giorno,
il sopra schiacciato dal sotto,
l’indefinito a smolecolare certezze,
e partorirne di tutt'altra natura.
Un’illusione ottica
che
- appesa al muro -
rivoluziona il piano dove il genio ghirigoreggia.
E quelli incorniciati di sorpresa,
alla mercé dell'inversione dei rapporti,

diventiamo noi.



Da bravi romani pigri e indolenti, abbiamo atteso l’ultimo giorno per visitare la mostra di Escher, al Chiostro del Bramante, a Roma - due passi da Piazza Navona, tre da Campo de’ Fiori -.
Fila pazzesca ovviamente (..e che romani saremmo altrimenti!..).
Ma non per noi, per fortuna, con l’acquisto online ci siamo garantiti l’entrata prioritaria ed un gaudentissimo saltafila alla faccia delle centinaia di malcapitati in ordinata attesa..


Ma in realtà, a ben guardare, in special modo una volta fuori della mostra, risalendo a ritroso quel serpentone snodato lungo i viottoli del centro storico, riconosco in quella fila che sembrava infinita, una ragazza minuta e dai capelli mechati di viola che.. ma si! E' proprio la stessa vista nel foyer appena dentro il chiostro, quasi in pole position per l’entrata fatidica affacciata, esausta, all'ultima balaustra di sicurezza.. 


perché solo allora scorgo l’arcano: la fila che s’incunea nell'ingresso principale, sviluppando nel cortile e poi fin nelle prime sale della mostra, si attorciglia per una ripida scaletta a chiocciola che sbuca al primo piano e ridiscende a precipizio lungo un ballatoio in bilico tra due mezzanini, scompare sotto una cupa architrave, riappare sottotetto e s’affolla tra i portici, le colonne, lungo parete fino a risalire per l’angusto corridoio prioritario, che introduce all'ultimo disimpegno che precede il definitivo controllo biglietti.. 
il che significa che come un umano nastro di Moebius la fila degli astanti si ricongiunge in un infinito procedere tra nicchie e volte, senza poter mai visitare la mostra ma, ancor più, ricreandosi tale ad ogni insistito accesso.

Fila per la Mostra di Escher



40 commenti:

  1. Alla fine ci sei andato!
    Hai fatto benissimo...

    RispondiElimina
  2. Avevo già dato, altrimenti sarei andata domenica (ultimo giorno credo) con un'amica- blogger... Sarebbe stato pazzesco trovarci tutti lì :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, sono Wannabe. Sono riuscirà a trovare uno pseudonimo ancora più stupido :)

      Elimina
    2. ..ahah.. appena letto Pippa segnalato in mail, mi son detto: e chi è questa?! .. me lo dovevo immagina'.. uah!

      Elimina
  3. Io sono stata pessima, alla fine me la son persa! Maledetta sessione invernale!

    ...la mostra iniziava dalla fila, allora ;D

    RispondiElimina
  4. Da bambina perdevo interi pomeriggi sulle sue opere, cercando di trovarci una logica!

    RispondiElimina
  5. Il gorgo ti ha risucchiato completamente.
    Serve un aggeggio che aspiri il gorgo e ti faccia tornare in superficie.

    RispondiElimina
  6. Io la vidi un anno fa a Reggio Emilia.
    Paradossalmente mi piacque molto di più la sezione sull'Escher meno famoso, quello delle acque forti del Gran Tour che quella metafisica dei celebri paradossi grafici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ..risucchiato dal gorgo illusionista, non occhi che per il mago Escher.. ;)

      Elimina
  7. Fra i suoi molteplici meriti, Escher ha quello di farci ritornare bambini. Egli indaga i rapporti segreti tra le cose, mostrando la propria genialità nel fondere discipline apparentemente inconciliabili tra loro, come ad esempio arte e matematica.
    Tutto la sua produzione grafica ruota intorno al principio dell'apparenza, ovvero del rapporto che la mente "intrattiene " col mondo esterno. Alla base delle sue illusioni ottiche, c'è uno studio meticoloso e attento sulla percezione visiva e sui gradienti necessari, perché possa essere "ingannata". Ecco che le sue litografie altro non sono se non un encomiabile saggio di dette acquisizioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La mostra è disseminata di giochini e arzigogoli visivo percettivi.. si abitua l'occhio e la mente si adagia nel sogno... e grazie Guardiano per le consuete pregevoli illuminazioni.. ;)

      Elimina
  8. hai scritto in maniera escheriana confessa!
    salivo e scendevo dalle parole attorcigliandomi su loro per ritrovarmi alla fine

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ..escherianissima!!.. all'uscita della mostra (giuro è vero!) volevo uscire dall'entrata.. (in realtà mi hanno fatto uscire a forza... )

      Elimina
    2. Cosa haoi combinato, gli hai sovvertito le file? ghghhghg

      Elimina
  9. Ciao Franco,
    avevo intuito che fossi un intellettuale, ma non fino a che punto...
    Complimenti vivissimi ;-)

    RispondiElimina
  10. Risposte
    1. ..l'ultimo giorno, sei chilometri de fila solo i romani se la potevano fa.. io l'ho svangata con ticketOne.. ;)

      Elimina
  11. A me questa mostra sarebbe piaciuta un sacco, perchè penso mi rappresenti parecchio, contorta come sono in certi aspetti della vita.
    L'unico mio problema sarebbe stata l'uscita o l'entrata ( che poi sono simili...) mi venivi a prendere tu per portarmi in salvo vero Franchino?
    Bacionissimo!

    RispondiElimina
  12. Sono a Roma da poco, pochissimo, la sto scoprendo a poco a poco, ce n'è qui da scoprire che credo non basti una vita, questa non me la sarei davvero persa e invece....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A Roma da poco, magari ancora non conosci la Casina delle Civette a Villa Torlonia, un magicissimo chalet liberty dai fascinosi dettagli e dai golosi intarsi.
      E' una mostra che non scade questa. E da non perdere assolutamente.

      Elimina
  13. Beh, intanto nemmeno sapevo ci fosse questa mostra ^^ Comunque deve essere stata molto bella, anche se credo che col "salta-fila" avrai rischiato il linciaggio, non senza ragione tra l'altro ^^ C'è tanto da vedere qui, anche troppo! certo una fila del genere... non la reggerei, non amo affatto la confusione, mi sono "paesizzato" ormai... :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu sei giustificato.. accecato d'amore.. ma la dritta fornita a Carla qui sopra la rigiro anche a te.. porta Paola alla Casina delle Civette, un bacio tra quelle pareti fiabesche rimarrà epico... ;)

      Elimina
  14. Nooo, Franco, che dici? Noi non ci baciamo prima del matrimonio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, io sono una ragazza d'altri tempi. Prima deve chiedere la mano a mio padre

      Elimina
    2. Spero chieda anche il resto del corpo... poi..

      Elimina
    3. Sei uno spasso xD
      E pensare che ci sono ancora davvero famiglie così ^.^

      Elimina
  15. Ma poi ti ci porta a 'sta Casina escheriana.. o no?

    RispondiElimina
  16. Non sono mai stata brava in architettura e non ho mai capito se Escher mi sta simpatico perchè disegna architetture "balorde" o antipatico perchè disegna architetture ancora più complicate che se fossero reali. Nel dubbio, intanto, lo ammiro.

    RispondiElimina

Sottolineature